Editoria. La Rivista “Tempi di Fraternità”, donne e uomini in ricerca e confronto comunitario per la Pace.

La Rivista “Tempi di Fraternità”, donne e uomini in ricerca e confronto comunitario per la Pace.

“Tempi di Fraternità” per la Pace

La Rivista “Tempi di Fraternità”, donne e uomini in ricerca e confronto comunitario, diretta da Davide Pelanda e giunta al 40° anno di edizione, propone gli interventi di Laura Tussi, Giancarla Codrignani, Brunetto Salvarani, Giovanni Sarubbi, Gianfranco Monaca, Luciano Jolly, Mario Arnoldi e molti altri…

http://www.tempidifraternita.it/public/articoli/PHP20110706.htm

Tempi di Fraternità è molto più di una Rivista.

E’ un luogo di accoglienza, punto di riferimento, realtà molteplice di incontri e confronti, dialoghi, rapporti e progetti, tra persone che credono nella laicità e nella parità tra donne e uomini, tra simili e diversi, tra liberi e schiavi, alla luce delle fedi e religioni di ogni tempo e ogni spazio, intese come dialogo costante di ricerca interiore, relazionale, esistenziale, con la capacità di relativizzare le verità, oltre le ortodossie e le appartenenze, oltre i vincoli dogmatici e le pretese salvifiche e identitarie di tutte le chiese.

Tempi di Fraternità propone tematiche sociali e culturali, in lotte civili di verità, giustizia e libertà, sul fronte dell’accoglienza solidale, del dibattito politico, contro ogni discriminazione, per la tutela dei diritti degli altri, degli oppressi, dei più deboli, degli emarginati, dei diversi, di tutti gli ultimi della terra, di cui tutti siamo parte nell’attualità del presente, nella prospettiva del futuro e nella memoria del passato, dove noi, donne e uomini, siamo in continua ricerca e in costante confronto comunitario.

Laura Tussi

http://www.tempidifraternita.it/public/articoli/PHP20110706.htm

IN RICORDO DI VITTORIO ARRIGONI (VIK)

Di Laura Tussi

“Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini, dalle longitudini ad una stessa famiglia che è la famiglia umana”

Vittorio Arrigoni da Gaza

I funerali di Vittorio Arrigoni, attivista pacifista, militante acceso, schierato a favore del popolo palestinese, si sono svolti alla presenza di migliaia di persone, numerose autorità e movimenti attivi per la Pace, per la Resistenza Nonviolenta, nell’impegno antifascista contro tutti i poteri e contro le conseguenti ingiustizie sociali che ledono i diritti umani imprescindibili e universali.

L’uccisione di Vittorio Arrigoni a Gaza segue l’assassinio del pacifista pro palestinese Juliano Mer Khamis in Cisgiordania. Tutto il mondo ha condannato l’uccisione di entrambi. Tutti siamo toccati dal dolore della perdita di Vittorio, nel ricordo della sua voce profonda e piena di sorriso e di umorismo. Un uomo dedito alla Resistenza Nonviolenta, per rivendicare il diritto alla vita dei più deboli, assassinato in maniera disumana e brutale. Juliano e Vittorio erano rispettati ed apprezzati entrambi per il loro impegno militante e creativo. Juliano per ispirare una nuova generazione di attori e scrittori a Jenin e per la sua filmografia sulla vita sotto l’occupazione. Vittorio per i suoi apprezzati scritti e per le trasmissioni sulle sofferenze dei palestinesi a Gaza. Vittorio era impegnato nella ricostruzione del clima di resistenza Nonviolenta, denominato ISM, International Solidarity Movement, contro l’embargo, per portare solidarietà, giustizia, pace, fratellanza e libertà ad un popolo oppresso, attraverso la semplice parola e la personale testimonianza sulla violenza razzista e sull’ideologia colonialista.

Due vite dedite ai più deboli, agli ultimi, agli emarginati, agli oppressi. Due esistenze che portano un esempio, un credo profondo nel significato ultimo, sovversivo ed eversivo della creatività rivoluzionaria, dell’umorismo dissacrante, del cambiamento costruttivo anche nelle situazioni più atroci, dove il lume della ragione, dell’ingegno, dell’estro creativo, dell’impegno militante si oppongono alla barbarie distruttrice, all’annientamento umano, al baratro dell’oppressione, all’oscurantismo nazionalista che ottenebra la spinta vitale di persone come Vittorio e Juliano sempre in prima linea sul fronte dell’aiuto solidale, del dibattito leale nel denunciare la verità e la realtà più atroce, nel sostegno degli altri e attivi nell’impegno morale e solerte per la costruzione di una umanità di pace.

Vittorio, amico, attivista della solidarietà è stato ucciso, dedicando la sua esistenza all’opposizione al fascismo e al potere. Non dobbiamo permettere agli assolutismi infami di riuscire nelle loro tattiche terroristiche. Infatti dire la verità nell’epoca dell’inganno e della menzogna è un atto rivoluzionario. È certo difficile non avvertire qualcosa di minuziosamente atroce, di perversamente studiato e abissalmente malvagio nell’omicidio di questo giovane attivista. Tutti ci chiediamo chi sia stato il carnefice. Un gruppo operativo più totalitario di Hamas? i servizi segreti organizzati da Israele e dal mondo arabo conservatore? Sono domande a cui non abbiamo ancora risposta e che solo il corso della storia potrà rivelare al mondo. Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora gli acerrimi fautori di conflitti in Afghanistan e in Libia. Il nostro occidente, il nostro Paese, armano dittatori, golpisti, mafie e perseguitano e fanno morire i migranti vittime delle guerre. Questi tragici avvenimenti devono essere posti in primo piano quando si ricordano le vittime della Nonviolenza e del pacifismo, senza strumentalizzare il conflitto israelo-palestinese, innescato in realtà dall’Europa prima attraverso la crudeltà efferata della Shoah e poi con la costituzione dello Stato di Israele. “Restiamo umani” non deve scadere nella retorica vacua e ripetitiva dello slogan. È il motto di un impegno a riconoscere e soccorrere gli ultimi da tutti i mali e tutte le ingiustizie sociali. Arrigoni è protagonista di un concreto, collettivo, universale attivismo,un ideale per la pace che riscatterà l’umanità intera, nel rivendicare vita, dignità e diritti, nel significato ultimo del comandamento biblico “tu non uccidere”, perché solo la Nonviolenza può salvare il mondo. Laura Tussi

STREIKERTRANSPORT.

La deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni, 1943-1945.

Edizione Guerini e Associati.

Libro di Giuseppe Valota

Recensione di Laura Tussi

Lo studio di ricerca di Giuseppe Valota, figlio di Guido, deportato politico soppresso a Mauthausen,  Presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati di Sesto San Giovanni e Monza, è stato promosso dall’ANED, con il patrocinio della città di Sesto San Giovanni, della provincia di Milano, del comune di Milano e del consiglio di zona nove, con il sostegno della COOP Lombardia e di altre importanti associazioni, cooperative e aziende. La ricerca è edita da Guerini e Associati e dalla Fondazione-Istituto per La storia dell’età contemporanea. Il lavoro di documentazione ricostruisce, con passione civile ed umana e con serietà scientifica, uno spaccato storico dell’Italia dal 1943 al 1945 e, nello specifico, la vita delle fabbriche di Sesto San Giovanni. Sesto San Giovanni è stata una città industriale, con grandi centri di produzione, come la Breda, la Falck, la Pirelli, che nascono all’inizio del Novecento. Erano grandi poli industriali siderurgici, elettromeccanici e chimici e attiravano molti lavoratori dalla provincia, dalla bergamasca, dalla bresciana, dalla bassa milanese e dal Veneto. I lavoratori costituivano enormi villaggi dove lo Stato era assente e le fabbriche stesse si occupavano dell’assistenza per i dipendenti e i loro figli, creando la comunità di operai fuori e dentro il polo industriale stesso. Sesto San Giovanni ha subito le violenze e le persecuzioni fasciste. La dittatura è un modo di gestire il Paese e il problema nasce con il dissenso, quando qualcuno non è d’accordo e non può esprimere le proprie opinioni. Sesto San Giovanni è stata una delle aree industriali più importanti d’Italia ed Europa, per la concentrazione di fabbriche di lavoratori che hanno animato una Resistenza collettiva e di massa. La Resistenza operaia ha coinvolto la città e l’area milanese e lombarda, dove gli scioperi contro il fascismo e l’occupazione nazista e la deportazione in massa di lavoratori che scioperavano contro il nazifascismo, hanno assunto un valore emblematico, che ha travalicato i confini del territorio nazionale. Le deportazioni nei campi di sterminio nazisti di centinaia di donne e uomini, operaie e operai scioperanti, che si opponevano al regime di negazione della libertà nella repressione, nella guerra e nelle morti per stenti, percosse e fame, appare in questa raccolta di testimonianze più che mai di rilevanza attuale.

Il libro raccoglie racconti dettagliati di esperienze e diari di perseguitati, deportati per motivazioni politiche, colpevoli esclusivamente di essere operaie e operai scioperanti, di cui sono state elaborate e predisposte anche schede biografiche che ne consentono ancora oggi l’identificazione. In una prospettiva corale sono raccolti i ricordi, le memorie e le testimonianze dei lavoratori deportati di una comunità radicata nel rifiuto del fascismo e ancora attualmente impegnata nel promuovere il sentimento civile e umano, la coscienza collettiva dell’opposizione operaia e della resistenza, nel tratto forte della memoria della Seconda Guerra Mondiale, con le lotte di fabbrica, nella guerriglia e nella Resistenza partigiana di opposizione al regime. I testimoni dimostrano molto orgoglio, raccontando sommessamente le privazioni: la fame, il freddo, e le umiliazioni per condizioni di vita disumane, che tuttavia non fanno dimenticare a nessuno la propria dignità. Nei ricordi, nei racconti, nelle narrazioni domina lo spaesamento, con il graduale dileguarsi di ogni parametro di esistenza normale, nell’ostinato rifiuto dell’accettazione degli eventi terrificanti, della tragedia delle deportazioni, contraddistinta dal carattere inatteso, che appare gratuito e casuale, della cattura e del viaggio, il Transport appunto, verso i campi di concentramento e di sterminio. La vicenda che ha coinvolto e travolto queste lavoratrici e questi lavoratori si conclude senza trionfalismi, senza proclami altisonanti di vendetta e di patriottismo esasperati, ma con il ricordo duraturo del dolore e con il lutto per i compagni e gli amici morti nelle persecuzioni e nelle deportazioni di civili. L’importanza valoriale di questo studio di ricerca consiste nel ricordare e far monito degli eventi, così da non ripetere gli errori e gli orrori della storia…Per non dimenticare.

Laura Tussi, Istituto Comprensivo, Via Prati – Desio (Monza e Brianza)

http://www.peacelink.it/pace/a/34335.html

http://www.tempidifraternita.it/public/articoli/PHP20110706.htm




Cara Amica, Caro Amico, Andrea Di Cesare, Direttore della Rivista IdeaBiografica, ha raccolto e pubblicato, nel tempo, molti dei miei scritti,

Cara Amica, Caro Amico,   Andrea Di Cesare, Direttore della Rivista IdeaBiografica, ha raccolto e pubblicato, nel tempo, molti dei miei scritti, che trattano di vari argomenti: dalla memoria storica e collettiva racchiusa nei musei e negli ecomusei ai luoghi della storia nella terra di Brianza, a cui sono legata dalle origini materne; dai percorsi di storia della psicanalisi che indagano il pensiero di Freud, Jung, Adler fino ai nuovi approcci psicologici; dai motivi culturali sul tema della differenza di genere e del neofemminismo al concetto di diversità come paradigma dell’umano; dalla scoperta del sè tramite la pedagogia autobiografica all’analisi interiore. Ciao e a presto,

Laura Tussi

La rivista IdeaBiografica è provvista di un motore di ricerca aggiornato.

http://www.ideabiografica.com/nuovosito/musei-ed-ecomusei-i-luoghi-della-memoria http://www.ideabiografica.com/memoria.htm http://www.ideabiografica.com/nuovosito/psicologia-psicoanalisi-clinica-riabilitazione




Milano. Scuola e Didattica, autorevole Rivista edita da La Scuola (Brescia) propone percorsi di riflessione alla cittadinanza attiva e plurale. APPARTENENZE PLURIME.

Scuola e Didattica, autorevole Rivista edita da La Scuola (Brescia) propone percorsi di riflessione alla cittadinanza attiva e plurale.

APPARTENENZE PLURIME.

Educazione alla Cittadinanza e Mediazione Culturale.

di Laura Tussi

http://scuolaedidattica.lascuolaconvoi.it/index.php?i_tree_id=57314&plugin=news&i_category_id=52&i_news_id=1883

http://www.peacelink.it/pace/a/34222.html

Il termine mediazione viene utilizzato per segnalare la capacità di generare progetti culturali, politici e pedagogici, al fine di interpretare i nodi relazionali delle complessità interculturali nel tempo della globalizzazione. La mediazione linguistica e culturale pone in comunicazione varie realtà, tramite passaggi di informazioni.

Ogni percorso educativo è un processo di mediazione che si esplica nella relazione comunicativa, in quanto traduzione, ossia creazione di legami tra realtà differenti.

L’insegnante propone una personale dimensione costitutiva di mediatore interculturale che favorisca il passaggio di contenuti tra culture, creando una sintesi all’interno delle diverse posizioni, con momenti pedagogici capaci di superare le reciproche differenze e di generare una realtà in dialogo critico e riflessivo con il contesto di origine, evitando rigide contrapposizioni e schematismi latenti, relativi alle differenti pratiche esistenziali e ai vari approcci culturali. Una società orientata nell’ottica di modalità pedagogiche dialoganti, aperta al confronto, all’interazione comunicativa, coincide con il modello di comunità democratica composta da persone uguali, libere, che cercano di risolvere razionalmente i propri conflitti di interessi e i propri contrasti. Tramite gli incontri con le posizioni, le perplessità, gli sguardi e i volti degli altri possiamo divenire maggiormente coscienti delle nostre scelte, dei significati, dei valori di riferimento delle nostre azioni, con il portato complessivo di tutte le debolezze, le incertezze, le incompletezze della nostra opinione, di un personale punto di vista presunto unico e vero, che invece deve essere relativizzato e posto in discussione, nell’ambito di uno spazio pubblico di incontro e confronto comunitario e collettivo, culturalmente stimolante, caratterizzato dai significati del reciproco rispetto e della fiducia nell’arricchimento, tramite lo scambio, nell’accrescimento valoriale della relazione, grazie alla consapevolezza della fatica di un impervio itinerario di crescita, di un percorso collettivo, all’interno delle relazioni aperte con gli altri e per gli altri, in un portato di significato insostituibile, di un processo plurimo di appartenenze e mediazioni trasversali.

L’essere umano contemporaneo vive profondamente e diffusamente la dimensione plurale della sua identità, nella cittadinanza partecipe e consapevole di più entità pubbliche, da integrare e interiorizzare nella problematicità degli incontri dialettici delle varie realtà, in una sintesi di comunità, culture, stili e valori unificati dalla storia, dalle istituzioni e dalle regole collettive, poste oltre le istanze locali, permettendo così la coabitazione e la convivenza civile e cosmopolita, dove la persona nella propria integrità e complessità è cittadina del mondo, nell’insieme dei rapporti, delle relazioni tra globale e locale, nella quotidianità del tempo.

La condizione umana richiede nuove modalità per costruire e vivere identità plurali, transitando tra le dimensioni esistenziali in maniera dialettica, accogliendo positivamente tensioni, scarti, dubbi e difficoltà del processo di interazione relazionale, quale elemento di una nuova etica pubblica, frutto della mediazione tra le persone concrete che convivono in un territorio, realizzando scambi culturali e linguistici che tendono a costruire e regolare i legami sociali, nella convinzione del senso specifico dello stare insieme per affrontare le difficoltà, con la fiducia nell’importanza del dialogo, della comprensione e del rispetto reciproco, quali ideali irrinunciabili e imprescindibili dell’esperienza umana personale e sociale.

La scuola deve assumersi in primis il compito di educare i giovani a costruire e ad esercitare una nuova cittadinanza planetaria, spiegando la memoria storica dell’esperienza del passato, favorendo la comprensione razionale della situazione sociale e individuale presente, nel costruire responsabilmente il volto della società, sempre più caratterizzata da legami planetari, per cui la cittadinanza diventa un punto di intersezione di una serie di esigenze educative per la formazione umana universale. La scuola ha l’importante obiettivo di indicare alle nuove generazioni la costruzione di progetti di vita, nell’accettazione serena del cammino di crescita e della fatica che esso comporta, per l’impegno con la personale esistenza, tramite la collocazione del proprio percorso di vita, all’interno di una rete di storie e progetti esistenziali che attraversano il tempo e lo spazio e invitano ad intessere relazioni tra generazioni, culture e religioni, nel concetto esteso di mondialità, come forma di convivenza pacifica, rispettosa del diritto di ciascuno e dei popoli a mantenere vive le proprie tradizioni, nella ricerca del valore insito nell’abitare insieme questo mondo.

Laura Tussi, Istituto Comprensivo via Prati, Desio (Monza e Brianza)




L’autorevole Rivista Scuola e Didattica, edita da La Scuola (Brescia), propone: I TERRITORI DELLA MEMORIA

L’autorevole Rivista Scuola e Didattica, edita da La Scuola (Brescia), propone:

I TERRITORI DELLA MEMORIA

http://www.peacelink.it/sociale/a/33988.html

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/scuola/OpinioniAnalisi_1305645414.htm

di Laura Tussi

L’educazione interculturale trova senso nei territori con le memorie di cui sono portatori, come luoghi dell’esistenza e spazi dove gli uomini vivono e hanno vissuto, dove si sviluppano i loro progetti, le loro idee, le loro spiritualità.

I territori sono punti di partenza visibili, tangibili, metaforici, spazi aperti della memoria individuale e collettiva, luoghi del dialogo e della comunicazione tra generazioni, nella ricchezza di molteplici simboli che rimandano alla presenza di popolazioni diverse, in scontri e incontri tra genti, popoli, gruppi, singoli uomini e donne.

I territori abitati sono come labirinti che condensano spazi, tracce, temi, manufatti di una collettività.

Il territorio racchiude in sé simbologie archetipiche di spazi labirintici e inconsueti, dove la molteplicità identitaria si disperde in una pluralità di emozioni, sensazioni, percezioni.

L’archetipo del labirinto viene rielaborato dalle narrazioni dei migranti che vivono in nuovi territori d’accoglienza come spazi complessi, metaforicamente contorti e difficili da comprendere, dove l’altro appare sempre un’identità remota da recepire e capire, perché complessa risulta la conoscenza vicendevole e traumatica la necessità di riconoscersi nell’alterità, nella dinamicità interattiva delle varie identità che abitano i territori stessi.

La memoria dei luoghi diviene sempre più sfumata e remota per chi proviene, permane e riparte lontano, nel percepire l’altrove come uno spazio sconosciuto e difficile da comprendere, nell’entropatia delle differenze che scandiscono i luoghi simbolicamente rievocanti significati, segni, tracce, progetti di un passato che si riflette nel presente di idee e processi di cambiamento e progresso interculturale.

L’incontro dialogico e l’ascolto attento incentivano multilateralità di situazioni comunicative, dove l’altro sia percipiente e testimone di eventi, di esistenze prossime, remote e future, in continui flussi labirintici di conoscenze e memorie da tramandare al diverso per etnia, per età, per sesso, per tradizioni di costanti simboliche di senso e significato nella comunicazione tra differenti identità.

Il concetto di diversità implica un’entità incongrua, deviante la norma, divergente, mentre l’accezione di differenza comporta disseminazione di distanze discrepanti, molteplicità multilaterali di identità inconsuete, racchiuse nel significato di pedagogia dialogica ed interculturale, dove il differente è portatore di molteplici identità diversificate, incongrue, di interpretazioni di alterità che si incontrano e si incrociano in plurali ibridazioni semantiche.

L’altro si moltiplica in istanze soggettive che costituiscono l’identità e la memoria personali, di ciascun individuo che entra in relazione nella poliedricità di incontri, scontri, conoscenze e memorie dei territori e delle individualità.

Il soggetto si declina in poliedriche sfaccettature della personalità identitaria, entrando in relazione con la diversità, in quanto entità altra e con le differenze, in quanto proliferazioni di istanze soggettive della persona umana.

La pluralità costituisce l’essenza dell’umano, portatore di alterità da remoti altrove, nel qui ed ora dell’imminenza dell’interscambio plurale tra teorie, esperienze e narrazioni.

Il confronto con l’altro, l’incontro, la relazione conducono a reciproche comprensioni e alla valorizzazione degli scarti emotivi, dei fraintendimenti, degli errori cognitivi, impliciti nel rapporto e soprattutto nella relazione interculturale, dove l’altro si manifesta nella sostanziale fragilità, nell’assunto emozionale del proprio aspetto interattivo, che provoca conoscenza vicendevole e memoria della storia personale passata, verso progettualità costruttive future, in dimensioni autoeducative tra le differenze.

Le istituzioni scolastiche e formative hanno il compito e la missione imprescindibile di far coesistere identità plurime, organizzando spazi aggregativi e ambiti aperti all’incontro, all’educazione comunitaria, in un clima di reciproca comprensione e condivisione di difficoltà, problematiche esistenziali, sofferenze emotive, ma anche gioie, speranze, idee e progetti rivolti al futuro, dove l’incontro può risultare proficuo di consigli e suggerimenti in merito al vivere quotidiano, per affrontare le vicissitudini dell’esistenza all’interno del gruppo, nell’ambito della classe scolastica, dove maturano esperienze, argomenti, discorsi nell’approccio multietnico tra i vari idiomi, linguaggi ed espressioni, nell’approssimarsi all’altro per conoscerlo meglio in un rapporto empatico, al fine di superare l’egoicità autoreferenziale.

Nell’ambito del territorio d’appartenenza e d’accoglienza risulta necessaria la costituzione di strutture sociali che favoriscano gli approcci intracomunitari di incontro, al fine di far fronte ai preconcetti, agli stereotipi dilaganti, forieri di discriminazioni e razzismi di ogni sorta, alimentati dal pregiudizio e da attitudini autodifensive e arroccate nella protervia dell’appartenenza ad un luogo ben definito e ad una comunità specifica.

I territori vedono l’avvicendarsi di genti, etnie, popoli e minoranze in incontri e scontri che si susseguono nel corso della storia e che è doveroso ricordare e rievocare nella memoria e nelle programmazioni didattiche che educhino alla valorizzazione delle differenze, proprio all’interno di contesti comunitari e sociali dove le diversità entrano in relazione in rapporto al tempo dell’educazione, al momento della festa, all’ambito dell’incontro e nelle occasioni di studio individuale e collettivo, dove tenere sotto controllo i propri personali preconcetti, la sfera egocentrica degli impulsi e degli interessi privati, in modo che l’altro non diventi invisibile e straniero.

Laura Tussi, Istituto Comprensivo Via Prati, Desio (Monza e Brianza)




Italia. IN RICORDO DI VITTORIO ARRIGONI (VIK)

discorso di Egidia Beretta Arrigoni, madre di Vittorio (Vik)

http://www.youtube.com/lauratussi#p/u/3/dVi0yBcyV0k

IN RICORDO DI VITTORIO ARRIGONI (VIK)

di Laura Tussi

“Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini, dalle longitudini ad una stessa famiglia che è la famiglia umana”

Vittorio Arrigoni da Gaza

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/testimoni/Ricordi_1304101616.htm http://serenoregis.org/2011/04/in-ricordo-di-vittorio-arrigoni-vik-laura-tussi/

I funerali di Vittorio Arrigoni, attivista pacifista, militante acceso, schierato a favore del popolo palestinese, si sono svolti alla presenza di migliaia di persone, numerose autorità e movimenti attivi per la Pace, per la Resistenza Nonviolenta, nell’impegno antifascista contro tutti i poteri e contro le conseguenti ingiustizie sociali che ledono i diritti umani imprescindibili e universali.

L’uccisione di Vittorio Arrigoni a Gaza segue l’assassinio del pacifista pro palestinese Juliano Mer Khamis in Cisgiordania. Tutto il mondo ha condannato l’uccisione di entrambi. Tutti siamo toccati dal dolore della perdita di Vittorio, nel ricordo della sua voce profonda e piena di sorriso e di umorismo. Un uomo dedito alla Resistenza Nonviolenta, per rivendicare il diritto alla vita dei più deboli, assassinato in maniera disumana e brutale. Juliano e Vittorio erano rispettati ed apprezzati entrambi per il loro impegno militante e creativo. Juliano per ispirare una nuova generazione di attori e scrittori a Jenin e per la sua filmografia sulla vita sotto l’occupazione. Vittorio per i suoi apprezzati scritti e per le trasmissioni sulle sofferenze dei palestinesi a Gaza. Vittorio era impegnato nella ricostruzione del clima di resistenza Nonviolenta, denominato ISM, International Solidarity Movement, contro l’embargo, per portare solidarietà, giustizia, pace, fratellanza e libertà ad un popolo oppresso, attraverso la semplice parola e la personale testimonianza sulla violenza razzista e sull’ideologia colonialista.

Due vite dedite ai più deboli, agli ultimi, agli emarginati, agli oppressi. Due esistenze che portano un esempio, un credo profondo nel significato ultimo, sovversivo ed eversivo della creatività rivoluzionaria, dell’umorismo dissacrante, del cambiamento costruttivo anche nelle situazioni più atroci, dove il lume della ragione, dell’ingegno, dell’estro creativo, dell’impegno militante si oppongono alla barbarie distruttrice, all’annientamento umano, al baratro dell’oppressione, all’oscurantismo nazionalista che ottenebra la spinta vitale di persone come Vittorio e Juliano sempre in prima linea sul fronte dell’aiuto solidale, del dibattito leale nel denunciare la verità e la realtà più atroce, nel sostegno degli altri e attivi nell’impegno morale e solerte per la costruzione di una umanità di pace.

Vittorio, amico, attivista della solidarietà è stato ucciso, dedicando la sua esistenza all’opposizione al fascismo e al potere. Non dobbiamo permettere agli assolutismi infami di riuscire nelle loro tattiche terroristiche. Infatti dire la verità nell’epoca dell’inganno e della menzogna è un atto rivoluzionario. È certo difficile non avvertire qualcosa di minuziosamente atroce, di perversamente studiato e abissalmente malvagio nell’omicidio di questo giovane attivista. Tutti ci chiediamo chi sia stato il carnefice. Un gruppo operativo più totalitario di Hamas? i servizi segreti organizzati da Israele e dal mondo arabo conservatore? Sono domande a cui non abbiamo ancora risposta e che solo il corso della storia potrà rivelare al mondo. Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora gli acerrimi fautori di conflitti in Afghanistan e in Libia. Il nostro occidente, il nostro Paese, armano dittatori, golpisti, mafie e perseguitano e fanno morire i migranti vittime delle guerre. Questi tragici avvenimenti devono essere posti in primo piano quando si ricordano le vittime della Nonviolenza e del pacifismo, senza strumentalizzare il conflitto israelo-palestinese, innescato in realtà dall’Europa prima attraverso la crudeltà efferata della Shoah e poi con la costituzione dello Stato di Israele. “Restiamo umani” non deve scadere nella retorica vacua e ripetitiva dello slogan. È il motto di un impegno a riconoscere e soccorrere gli ultimi da tutti i mali e tutte le ingiustizie sociali. Arrigoni è protagonista di un concreto, collettivo, universale attivismo,un ideale per la pace che riscatterà l’umanità intera, nel rivendicare vita, dignità e diritti, nel significato ultimo del comandamento biblico “tu non uccidere”, perché solo la Nonviolenza può salvare il mondo. Laura Tussi




Milano. “PER NON DIMENTICARE” Resistenza antifascista e Nonviolenza

“PER NON DIMENTICARE”

Resistenza antifascista e Nonviolenza

Venerdì 29 Aprile 2011 ore 21.00- AUDITORIUM Nova Milanese (MB)

ISTITUTO COMPRENSIVO VIA PRATI – DESIO (MONZA e BRIANZA)

presenta

Ezio Meroni, docente, scrittore, autore del libro “Angela: una storia d’amore nella guerra partigiana”

Alfonso Navarra, scrittore, giornalista, Coordinamento Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari

Enrico Peyretti, docente, storico, Centro Studi Sereno Regis

Laura Tussi, docente, giornalista, promotrice del Progetto “PER NON DIMENTICARE”

Con il patrocinio:

Città di Nova Milanese

Comune di CesateMedaglia d’argento al Valore Civile

Comune di Cormano

Città di Varedo

Città di Bresso

Città di Cinisello Balsamo (Milano)

Comune di Sinalunga (Siena)- Assessorato alla Memoria

In collaborazione con:

ANPI, ANED, APEI, ARCINOVA, CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI, CASA DELLA CULTURA-Milano, CENTRO STUDI SERENO REGIS-Torino, CENTRO INTERDISCIPLINARE DI SCIENZE PER LA PACE-UNIVERSITÀ DI PISA, FLC-CGIL, DIFESA AMBIENTE, EMERGENCY, FONDAZIONE GIANFRANCESCO SERIO, IL DIALOGO.org, ISTITUTO PEDAGOGICO DELLA RESISTENZA, OSSERVATORIO NAZIONALE ED EUROPEO PER IL RISPETTO DELLE PARI OPPORTUNITA’- ONERPO, PEACELINK, RETE ANTIFASCISTA NORD OVEST MILANO, TEATRO DELLA COOPERATIVA, LAVORATORI LARES METALLI PREZIOSI….e tanti altri.

http://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=8268

Venerdì 29 Aprile 2011 ore 21.00- AUDITORIUM Nova Milanese (MB)

ISTITUTO COMPRENSIVO VIA PRATI – DESIO (MONZA e BRIANZA)

presenta

Ezio Meroni, docente, scrittore, autore del libro “Angela: una storia d’amore nella guerra partigiana”

Alfonso Navarra, scrittore, giornalista, Coordinamento Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari

Enrico Peyretti, docente, storico, Centro Studi Sereno Regis

Laura Tussi, docente, giornalista, promotrice del Progetto “PER NON DIMENTICARE”

Con il patrocinio:

Città di Nova Milanese

Comune di CesateMedaglia d’argento al Valore Civile

Comune di Cormano

Città di Varedo

Città di Bresso

Città di Cinisello Balsamo (Milano)

Comune di Sinalunga (Siena)- Assessorato alla Memoria

In collaborazione con:

ANPI, ANED, APEI, ARCINOVA, CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI, CASA DELLA CULTURA-Milano, CENTRO STUDI SERENO REGIS-Torino, CENTRO INTERDISCIPLINARE DI SCIENZE PER LA PACE-UNIVERSITÀ DI PISA, FLC-CGIL, DIFESA AMBIENTE, EMERGENCY, FONDAZIONE GIANFRANCESCO SERIO, IL DIALOGO.org, ISTITUTO PEDAGOGICO DELLA RESISTENZA, OSSERVATORIO NAZIONALE ED EUROPEO PER IL RISPETTO DELLE PARI OPPORTUNITA’- ONERPO, PEACELINK, RETE ANTIFASCISTA NORD OVEST MILANO, TEATRO DELLA COOPERATIVA, LAVORATORI LARES METALLI PREZIOSI….e tanti altri.

http://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=8268




Per non perdere la capacità di indignarci R-esistere oggi R-esistere oggi significa assumere co

Per non perdere la capacità di indignarci

R-esistere oggi

R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacità di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali
di Laura Tussi
La Resistenza non può essere intesa solo come un evento storico limitato agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, ma deve essere soprattutto un atteggiamento e un modo etico e morale permanente di porsi di fronte alle situazioni e agli eventi di rilevanza sociale e politica.

Guido Petter – storico, pedagogista e presidente onorario dell’Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano – ha sostenuto a questo proposito principi sociali ed etici importanti ed imprescindibili. La memoria non deve essere un vacuo esercizio retorico, ma un processo di accrescimento culturale che coinvolga le scuole in percorsi e processi educativi, formativi, didattici che aprano al dialogo tra culture, tra generi e generazioni: memoria quale fattore propulsivo di consapevolezza dei diritti umani. La Resistenza  deve attivare una coscienza morale ed etica perenne.

Il padre costituente Pietro Calamandrei, in questo senso profondo intendeva l’espressione “ora e sempre Resistenza”. Come anche, in anni più recenti, il procuratore Borrelli incita a “Resistere, Resistere, Resistere”. I fratelli Rosselli, prima di rifugiarsi in Francia, dove dopo alcuni anni furono uccisi su mandato fascista, avevano fondato con Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e altri, un giornale clandestino, dal titolo emblematico “Non mollare!”. Ricordiamo anche che durante la lotta armata, le formazioni partigiane, anche dopo le sconfitte più dure, seppero ogni volta, riprendersi, riorganizzarsi e tornare a combattere. Resistenza non è solo memoria del passato, ma linfa ed esercizio del presente, come sostiene anche Moni Ovadia.

Il magistrato antimafia Antonino Caponnetto disse: “Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali.
Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli”.

R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacità di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali. R-esistere oggi significa avere la capacità di indignarsi e prendere posizione, ieri contro il fascismo, attualmente contro la corruzione, il malcostume, le mafie, il terrorismo, il razzismo, le guerre, contro il degrado morale, sociale, politico e istituzionale.

Hessel, uno dei padri costituenti della Dichiarazione Universale dei diritti umani sancita a Parigi nel 1948, ha scritto, recentemente, un libro dal titolo “Indignatevi!”, che incita a prendere coscienza e posizione. R-esistere oggi significa avere la capacità di essere responsabili delle proprie azioni ed opinioni, per lanciare ponti di dialogo (Langer), messaggi di pace, per intessere reti di relazioni, per aprire varchi di speranza in un avvenire migliore, per un futuro dove il concetto di pace divenga la forma mentis di tutti i soggetti, di noi donne e uomini, di tutti i politici: proprio la pace per cui si sono battuti i partigiani antifascisti, perché la guerra finisse per sempre.

Note:Per questo 25 aprile il nostro pensiero non può che essere rivolto a Vittorio Arrigoni che era ed è la forza terrena della lotta contro l’ingiustizia, una lotta pacifica di chi presta la propria voce a chi non ha voce e si esprime attraverso la solidarietà umana che soccorre chi ha bisogno di aiuto.
RESTIAMO UMANI… lo diceva Vittorio, ed noi continuiamo a ripeterlo oggi perché quella che Vittorio ci ha lasciato è una eredità preziosa: “Io vengo – diceva – da una famiglia di partigiani. I miei nonni materni hanno combattuto e sono morti per lottare contro un’occupazione. Per cui probabilmente nel mio DNA e nel mio sangue ci sono delle particelle che mi spingono a combattere per la libertà e per i diritti umani”.

E non mi dimenticherai…

Io non sono che una piccola cosa, e il mio nome sarà presto dimenticato, ma l’idea, la vita e l’ispirazione che mi pervasero continueranno a vivere.

Li incontrerai ovunque, sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino, in un breve e dolce sorriso.

Incontrerai ciò che ebbe un valore per me, l’amerai e non mi dimenticherai.

Kim Malthe-Bruun

21 anni
partigiano danese
arrestato
torturato
fucilato il 6 aprile 1945




LE COSE SI TOCCANO. Raimon Panikkar e le scienze moderne http://www.peacelink.it/storia/a/33817.html Libro di Paolo Calabrò

LE COSE SI TOCCANO.Raimon Panikkar e le scienze moderne

http://www.peacelink.it/storia/a/33817.html

Libro di Paolo Calabrò

Recensione di Laura Tussi

Editrice Diabasis – Collana Asteroidi, diretta da Pietro Barcellona, Roberto Mancini, Fabio Merlini.

Nella trama delle relazioni che legano la realtà, tramite l’intreccio di differenti culture, per una conoscenza altra delle cose, fulcro del pensiero del filosofo indo-catalano, Raimon Panikkar, descritto dalla straordinaria sensibilità di Paolo Calabrò, il pluralismo consiste nella rinuncia a credere di possedere la verità ultima della realtà e nella resa alla pretesa di poter imporre una opinione assoluta, tramite l’interiorità che si sviluppa in ogni essere umano, attraverso i sensi, le esperienze affettive, l’incontro con l’altro da sè, i discorsi emotivi che tendono a realizzare quella che Panikkar definisce “comunione”: una forma dello stare insieme in cui non sussiste una valutazione di convenienza, ma un rapporto relazionale, un legame affettivo, restituendo alla relazionalità il carattere della condivisione di esperienze. Il pensiero di Panikkar rappresenta un punto di incontro tra Oriente e Occidente, dove convergono diverse realtà con origini multiple, indù e cristiane, istanze accademiche e intellettuali, tramite cui si pone l’importanza del dialogo nel pensiero, tra le discipline, le culture e le religioni. Il problema del pluralismo sorge quando si presenta una incompatibilità tra visioni diverse del mondo e, allo stesso tempo, esse sono forzate a coesistere e cercare la propria sopravvivenza. Il pluralismo inizia con il riconoscimento dell’altro che esplica la propria identità, nella relazione e nella scoperta della propria diversità, nella ricerca di un linguaggio ricco, plurale e aperto, per cui il sapere non sia finalizzato ad una conoscenza asettica e sterile, ma sia intriso di esperienza personale nell’importanza della saggezza come arte di vivere, verso un’impostazione di universalità del dialogo tra religioni e all’interno di esse, dove la varietà delle fedi e delle confessioni sono come sentieri, che diversi e distanti in partenza, conducono verso l’unica cima, in prossimità della quale essi tendono ad unirsi. L’intento dell’Autore, Paolo Calabrò, è presentare l’esistenza di una filosofia, la metafisica cosmoteandrica, grazie a cui è possibile dissolvere le contraddizioni tipiche delle idee di soggettività della realtà, aspirando invece all’accordo tra il sapere che per Panikkar è fondamentale e irrinunciabile, in quanto le parti vanno tenute insieme, perché nessuna di esse è superflua e ridondante nella conoscenza complessiva dell’essere, conducendo alle conclusioni epocali tangibili della nostra storia, di fronte ai problemi globali e di importanza vitale, come i conflitti bellici, la tutela ambientale, il disarmo nucleare, le esigenze di energie alternative, rinnovabili e pulite, nell’evidenza che occorre una complessità dell’approccio ai saperi, perché nessuno è in grado di risolvere, in maniera individuale e isolata dagli altri, le problematiche globali. Occorre il contributo di tutti. Nessuno può vantare pretese di autosufficienza e velleità di isolamento, ma è necessario far tesoro della filosofia di Panikkar al fine di stabilire un dialogo fecondo tra le diverse forme umane del sapere, dalle religioni alle scienze, alle filosofie per realizzare la più alta aspirazione del pensiero, ossia liberare l’umanità dall’angoscia esistenziale, creando e sviscerando dai saperi, slanci ideali e i motivazioni di speranza nel valore dell’incontro tra culture, nell’aspirazione alla pace tra i popoli, come senso e significato ultimo dell’esistenza.




Italia. Resistenza significa non essere indifferenti e avere la capacità di indignarsi e prendere posizione contro tutte le ingiustizie sociali, contro le guerre, il terrorismo, il razzismo, le mafie, contro il degrado sociale, politico

Resistenza significa non essere indifferenti e avere la capacità di indignarsi e prendere posizione contro tutte le ingiustizie sociali, contro le guerre, il terrorismo, il razzismo, le mafie, contro il degrado sociale, politico e istituzionale…perchè il 25 Aprile sia “ora e sempre Resistenza”   http://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=8281&id_topic=48 http://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=8285

ANPI sezione “Eugenio Bruni” Bergamo città

invita ad un incontro pubblico dedicato a

Intitolazione della sezione ANPI Bergamo città ad

Eugenio Bruni

ed un incontro sulla

Memoria della deportazione

domenica 17 aprile 2011 dalle ore 15.30

presso ANPI Bergamo, via Borgo Palazzo,n.16

con i seguenti interventi

Salvo Parigi partigiano, presidente provinciale ANPI Bergamo

Carlo Salvioni presidente Comitato Bergamasco Antifascista

Roberto Bruni figlio di Eugenio Bruni, già Sindaco di Bergamo, membro direttivo ANPI sez Bergamo cittadina. Saranno presenti familiari di Eugenio Bruni

Laura Tussi, docente, scrittrice e giornalista, autrice dei libri Memorie e Olocausto (Aracne 2009) e Il Dovere di Ricordare (Aracne 2010), promotrice del progetto “PER NON DIMENTICARE”,

Al progetto hanno aderito: Città di Nova Milanese, Comune di Cesate, Comune di Cormano, Città di Varedo, Città di Bresso, Città di Cinisello Balsamo, Comune di Sinalunga (Siena); ed inoltre il patrocinio e la collaborazione di:

ANPI, ANED, APEI, ARCINOVA, CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI, CASA DELLA CULTURA-Milano, CENTRO STUDI SERENO REGIS-Torino, CENTRO INTERDISCIPLINARE DI SCIENZE PER LA PACE-UNIVERSITÀ DI PISA, FLC-CGIL, DIFESA AMBIENTE, EMERGENCY, FONDAZIONE GIANFRANCESCO SERIO, IL DIALOGO.org, ISTITUTO PEDAGOGICO DELLA RESISTENZA, OSSERVATORIO NAZIONALE ED EUROPEO PER IL RISPETTO DELLE PARI OPPORTUNITA’- ONERPO, PEACELINK, RETE ANTIFASCISTA NORD OVEST MILANO, TEATRO DELLA COOPERATIVA, LAVORATORI LARES METALLI PREZIOSI….e tanti altri.

Giuseppe Valota, presidente ANED di Sesto San Giovanni e Monza, (figlio del deportato Guido, morto a Mauthausen) ricercatore e autore del libro Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-45 (Guerini e Associati 2008).

Emilio Bacio Capuzzo, Presidente ANPI di Nova Milanese

“PER NON DIMENTICARE”

Città di Nova Milanese

Comune di CesateMedaglia d’argento al Valore Civile

Istituto Comprensivo Via Prati, Desio (Monza e Brianza)

Lunedì 18 Aprile 2011 ore 21.00- Biblioteca- CESATE (MI)

presentano

Sergio Fogagnolo, storico, video “PARTITI PER BERGAMO”- strage nazifascista 10 Agosto 1944

Emilio Bacio Capuzzo, Partigiano, Presidente ANPI Nova Milanese

Laura Tussi, docente, giornalista, promotrice del Progetto “PER NON DIMENTICARE” Nova Milanese

Con il patrocinio:

Città di Nova Milanese

Comune di CesateMedaglia d’argento al Valore Civile

Comune di Cormano

Città di Varedo

Città di Bresso

Città di Cinisello Balsamo (Milano)

Comune di Sinalunga (Siena)- Assessorato alla Memoria

In collaborazione con:

ANPI, ANED, APEI, ARCINOVA, CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI, CASA DELLA CULTURA-Milano, CENTRO STUDI SERENO REGIS-Torino, CENTRO INTERDISCIPLINARE DI SCIENZE PER LA PACE-UNIVERSITÀ DI PISA, FLC-CGIL, DIFESA AMBIENTE, EMERGENCY, FONDAZIONE GIANFRANCESCO SERIO, IL DIALOGO.org, ISTITUTO PEDAGOGICO DELLA RESISTENZA, OSSERVATORIO NAZIONALE ED EUROPEO PER IL RISPETTO DELLE PARI OPPORTUNITA’- ONERPO, PEACELINK, RETE ANTIFASCISTA NORD OVEST MILANO, TEATRO DELLA COOPERATIVA, LAVORATORI LARES METALLI PREZIOSI….e tanti altri.




Italia. GLI ATTIVISTI PER LA PACE: IL DIGIUNO CONTRO LA GUERRA

GLI ATTIVISTI PER LA PACE: IL DIGIUNO CONTRO LA GUERRA

Il Centro Studi Sereno Regis di Torino e tutti gli Istituti di Ricerca e i movimenti attivi per la pace e la Nonviolenza si oppongono con il digiuno, con l’astensione dalla parola, con l’Azione Nonviolenta, ad una società oligarchica e militarizzata, consegnata a rischi inaccettabili, nell’interesse di poche caste potenti dei signori dell’atomo e del petrolio.

Tutti noi vogliamo che i diritti fondamentali siano garantiti per ogni persona.

Tutti noi vogliamo che i bisogni legati alla vita e alla dignità umana siano soddisfatti per una comunità realmente solidale.

Tutti noi vogliamo una società in cui l’acqua, diritto universale e inalienabile, non sia sottoposta alla logica del mercato e trasformata in fonte di ricchezza privata e pretesto di contese, di violenze e di guerre, come il petrolio.

Tutti noi vogliamo contrastare il nucleare per investire sulle energie rinnovabili, alternative, pulite e sulla frontiera delle innovazioni ecologiche, migliorando così la qualità della vita in contesti democratici, aperti al dialogo tra le istituzioni che accolgano le vittime delle guerre e offrano asilo e ospitalità a tutti i migranti per creare società dove si privilegino principi di saggezza, scelte di pace e percorsi di Nonviolenza, nei rapporti tra individui, tra politici, tra partiti e stati.

La guerra imperversa con conseguenze devastanti e massacri quotidiani di cui i canali di comunicazione di massa non fanno menzione.

La guerra del colonialismo, dell’imperialismo, delle dittature, dello sfruttamento produce fame, desertificazione, morte e ingenera sempre violenza.

La guerra, le connivenze e le complicità con i conflitti imperialisti hanno privato di sensibilità la coscienza civile che non reagisce: non si prova più orrore, sdegno e vergogna.

La violenza diventa abitudine. Gli attivisti dei movimenti in favore della pace, del disarmo e della Nonviolenza continuano a Resistere, portando avanti campagne di digiuno e di astensione dalla parola, per opporsi alle guerre e alla catastrofe nucleare. Queste iniziative intraprese da singole persone amiche della Nonviolenza costituiscono, tutte insieme, un modo per mettersi in gioco personalmente, per assumersi delle responsabilità e per indicare la strada concreta della Nonviolenza e della pace, per uscire dalla follia, dal baratro senza fine dei conflitti bellici e dell’era del nucleare. Vogliamo la pace come umanità che si deve riconoscere una, plurale e solidale, concretamente esistente nei singoli esseri umani tutti uguali per diritti e dignità e differenti per caratteri, propensioni e opinioni, nell’umana convivenza, nella comune responsabilità, nella reciproca solidarietà di cui ogni persona è promotrice.

La pace è un processo lungo di preparazione e meditazione dei popoli.

La pace è una forma mentis che deve investire ogni essere umano nelle proprie scelte e predisposizioni. Ringraziamo tutti gli amici della Nonviolenza che giorno dopo giorno incorrono in gravi rischi di salute e mettono a repentaglio la propria incolumità per un ideale: la Pace.

Laura Tussi

http://serenoregis.org/2011/04/il-cammino-della-saggezza-recensione-di-laura-tussi/

IL CAMMINO DELLA SAGGEZZA.

Lev Tolstoj

Gandhi Edizioni

Recensione di Laura Tussi

“Il cammino della saggezza” di Tolstoj indica un percorso di vita spirituale, un insegnamento etico e morale, attraverso i più importanti temi e più alti ideali dell’esistenza, dal pensiero alla verità, dalla fede all’anima, dall’amore alla morte, in cui il pensatore elabora concetti tramandati e rievocati da un passato remoto, comunque sempre attuale, orientato a condurre l’umanità in percorsi di proposizione di pace, di comunione solidale e fraterna e di liberazione e affrancamento dalle vanità dell’esistenza.

Nell’opera, come in un intenso breviario dello spirito, sono raccolti i pensieri e le massime dei grandi maestri della saggezza di tutti tempi, di ogni luogo e contesto storico, allo scopo di restituire all’uomo moderno confuso, spaesato, alieno dalle autentiche mete dell’essere, il senso più vero della vita, dell’umana condizione esistenziale, realizzando quella lirica osmosi “con la compresenza dei morti e dei viventi” che Capitini riteneva essere una caratteristica precipua di ogni elevata creazione del pensiero umano.

“Il cammino della saggezza”, secondo Tolstoj, è finalizzato ad una vita autentica, vera, felice, in cui la persona comprenda la pienezza essenziale dell’esistere, il senso di una condotta basata sui significati ultimi e imprescindibili dell’essere, che travalichino le passioni, oltre gli errori, le superstizioni, i pregiudizi, che inquinano e ingannano la coscienza più genuina, lasciandosi, invece, condurre in un impervio, quanto mai appagante “cammino della saggezza”, dalle dottrine di coloro che furono i più saggi fra tutti i popoli, i cui insegnamenti si sintetizzano nelle basi concettuali, riguardanti le questioni fondanti dell’essere e dell’esistere. L’opera di Tolstoj rivela gli scopi, le finalità della vita umana e la condotta da osservare, non per mero moralismo e spirito puritano e devoto, ma per riconoscere, recuperare e riattualizzare il vero senso dell’umanità, al di là delle grandi orchestrazioni metafisiche, elaborando così pensieri che liberino dalle prigioni anguste del male, dell’egoismo esacerbato, del solipsismo esasperato, dell’individualismo patologico portato all’eccesso e per questo deleterio della libertà altrui.

L’Autore fa tesoro dei concetti alti e ultimi del sentire disinteressato prodotto dalla saggezza delle genti e dei popoli per andare oltre l’angusto delle prigioni dell’essere, per liberare l’umanità dalle tentazioni, dalle superstizioni, dai pregiudizi, attraverso le elaborazioni e le creazioni concettuali più elevate dello spirito e le elaborazioni veritiere del pensiero. Il principale ausilio, per l’umanità, nel liberarsi dalle abiezioni, consiste nel potersi unire, in un afflato umanistico, nell’attività del ragionamento, in percorsi spirituali di pace e assenza di violenza, a tutti i saggi e i santi del mondo che sono vissuti in tempi passati e remoti, nella magnifica economia della storia umana, in cui, nonostante l’eclissarsi dei grandi slanci creativi dello spirito, nulla di essenziale va perduto e il flusso e riflusso delle vicendevoli relazioni con i nostri padri, gli antenati, per la trasmissione ai posteri, formano una corrente di saggezza, un fluire umano di valori e significati che arricchiscono le persone e fecondano l’umanità di alti ideali di pace, solidarietà e altruismo, tramite orizzonti e ponti ideali di dialogo, libere reti culturali di relazioni, nell’aprire laici e spirituali varchi di speranza, per favorire prospettive di pace che superino gli odi ancestrali tra popoli, genti e minoranze, oltre le barriere ideologiche, i muri caratteriali, creando così contesti di fraternità, accoglienza, legami e relazioni di idee, nel bisogno di amore per la comunione tra esseri umani, tra donne e uomini in cammino, in ricerca e confronto comunitario, attraverso la forza della verità, per un avvenire migliore.

Laura Tussi, Istituto Comprensivo Via Prati, Desio (Monza e Brianza)