Polizia. DIVIETO DI DIMORA IN PROVINCIA DI TERAMO Il provvedimento adottato nei confronti di due donne ROM, spacciatrici di stupefacenti

Nel primo pomeriggio odierno, personale del Distaccamento di Polizia Stradale ha dato esecuzione delle misure del Divieto di dimora nella Provincia di Teramo nei confronti di due donne di etnia ROM residenti nel Comune di Alba Adriatica, provvedimenti adottati a seguito di scrupolose indagini di P.G., dirette dal Sostituto Procuratore Dr. Rosati e poi concesse dal GIP del Tribunale di Teramo, Dr. Veneziano.

Polizia Stradale Teramo – Foto Archivio

L’attività investigativa era nata dallo sviluppo di attività su strada volta alla repressione della guida sotto l’effetto di stupefacenti, che consentiva di individuare giovani automobilisti i quali,  sorpresi positivi alla guida sotto effetto di stupefacenti, venivano trovati in possesso di piccole dosi di eroina e cocaina.

Emergeva così lo spaccio di stupefacenti da parte di due ROM identificate per S. C. e L. I., di Alba Adriatica, già conosciute per essere state sottoposte alla Sorveglianza Speciale con Obbligo di Soggiorno e, nonostante ciò, divenute punto di riferimento per l’acquisto di singole dosi di stupefacente, anche da parte di giovani della parte sud delle Marche.

 




Civitella del Tronto. Incidente mortale, muore un agricoltore del posto

Una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Nereto è stata impegnata per un intervento in via del Vecchio Mulino, a Villa Lempa di Civitella del Tronto, per un incidente mortale. Nell’incidente è rimasto coinvolto un uomo di 69 anni, che con una motozappa stava fresando un terreno agricolo adiacente la sua abitazione. L’uomo, per cause in corso di accertamento da parte dei Carabinieri, ha perso il controllo del mezzo agricolo che lo ha investito, ferendolo mortalmente. L’autorità giudiziaria ha autorizzato la rimozione del corpo, che è stato appena recuperato da parte di un’agenzia di pompe funebri, con la collaborazione dei vigili del fuoco. Sul posto è intervenuto anche personale sanitario del 118 di Teramo, che non ha potuto far altro che constatare la morte dell’agricoltore. Fonte centro documentale dei Vigili del Fuoco di Teramo per www.giulianovanews.it
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Giulianova. Fabrizio Sorbi: la PROEL spa ha come obiettivo fondamentale l’ampliamento costante della gamma ma soprattutto l’innovazione continua dei prodotti.

 

Per questo motivo ha concentrato nella società PROEL LAB tutte le attività strategiche di ricerca e sviluppo del Gruppo, aumentando gli investimenti di oltre il 50% nell’anno 2017, raggiungendo così la quota del 5% su un fatturato di circa 32 mln di Euro.

Forti della presenza d’ingegneri con esperienza maturata negli anni, PROEL LAB è un team specializzato in grado di ideare, progettare e realizzare sistemi audio, lighting e strumenti musicali digitali con l’utilizzo di nuove tecnologie hardware e software.

Presidente PROEL Fabrizio Sorbi

PROEL ha messo in atto un ambizioso piano di sviluppo a breve-medio temine (3 anni)  principalmente concentrato su tre priorità: aumentare la quota di mercato attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti utilizzando nuove tecnologie; Investire sul mercato Europeo e aprire il mercato Nord Americano; Valorizzare il Made in Italy tramite il design strategico e l’affidabilità dei prodotti.

 

I tre obiettivi sono legati con un filo conduttore unico: Prodotto-Mercato; per questo motivo la leva strategica dell’utilizzo di nuove tecnologie è decisiva soprattutto alla presenza di mercati molto specialistici e professionali. Per raggiungere questi obiettivi il team di Ricerca e Sviluppo del Gruppo PROEL ha intenzione di sviluppare una serie di prodotti unici nel settore strumenti musicali digitali  del brand DEXIBELL, impiegando la più innovativa e recente tecnologia hardware, non utilizzata dai vari competitors mondiali. Tramite l’utilizzo dell’elevato potere di calcolo, fornito dalla nuova tecnologia, unito a uno SVILUPPO software molto specialistico con l’inserimento di nuove funzioni, PROEL sarà in grado di migliorare sensibilmente la qualità sonora e semplificare il modo di utilizzo di una nuova linea di prodotti denominati VIVO. Il progetto è di fornire al consumatore un nuovo e professionale approccio nel suonare la musica e di non temere comparazioni qualitative di prodotto con altre marchi di strumenti musicali digitali, leva strategica per entrare in un mercato dominante come quello Nord Americano.

DEXIBELL Organo Digitale Classico L3

Anche nel settore dei sistemi audio della linea AXIOM saranno immessi nel mercato nuovi prodotti dalle sonorità performanti ma anche e soprattutto di semplice installazione, garantendo un competitivo rapporto prezzo–prestazioni. La linea strategica che distinguerà il prodotto AXIOM dalla concorrenza sarà di aggredire il vasto mercato Nord Americano degli eventi locali con un prodotto performante, affidabile e con il supporto tecnico di personale specializzato per la scelta del sistema audio più adatto alle specifiche esigenze e fornire un valido supporto alla migliore configurazione. La strategia prodotto-servizio è molto apprezzata anche dalle società di service perché possono avvalersi delle competenze e cooperazione con la casa costruttrice.

 

La missione di PROEL LAB, per tutte le linee di prodotto, è inoltre la realizzazione del  “  Total Made in Italy” con l’obiettivo di sviluppare prodotti con un “industrial design” fortemente italiano.  Uscire dagli attuali standard di mercato proponendo forme innovative più vicine ai gusti contemporanei differenzieranno i prodotti PROEL dall’attuale offerta dei nostri competitors. Inoltre il Gruppo PROEL ritiene strategico che il “Made in Italy” sia anche sinonimo di qualità e di affidabilità del prodotto al fine di sviluppare al massimo la “customer satisfaction” del cliente finale.

 

La PROEL vuole sostenere nel prossimo triennio un importante piano di sviluppo con il raggiungimento di un fatturato di 50mln di Euro. Per il raggiungimento di quest’ obiettivo PROEL effettuerà importanti  investimenti: Investimenti per lo sviluppo dei nuovi prodotti (4,5 mln di Euro su 3 anni)  L’investimento in R&S è finalizzato a sostenere la crescita del mercato internazionale. Alta qualità, prestazioni, design e bassi costi di gestione sono l’obiettivo fondamentale. Investimenti sulle partecipate estere (1 mln di Euro) Potenziamento della PROEL NORD AMERICA per garantire una struttura adeguata per quello che rappresenta il più grande mercato a livello globale. Aumento di capitale che porterà ad acquisire una percentuale del capitale del 40% su consociata Francese. Aumenti di capitale sono previsti su PROEL Tunisia e PROEL UK e soprattutto la costituzione di due nuove filiali estere, PROEL GERMANIA e presidio commerciale a DUBAI.Investimenti differenziati, legati all’incremento delle vendite (oltre 2 mln di Euro) Concentrazione su investimenti in capitale umano e marketing

 




USA. Benny Manocchia: la dura vita del direttore di una testata giornalistica

Hanno paragonato il direttore di un giornale a un netturbino. Come? Si’,si’: ogni giorno deve raccogliere con una enorme ramazza, notizie da tutte le parti del mondo,lamentele di chi ha

benny a casa dal fratello Franco Manocchia

subito offese sul giornale,mamme che hanno “le piu’ belle ragazze del mondo” e vorrebbero
foto delle loro figlie su carta stampata (oggi anche ,e soprattutto,sul web). Per non parlare del
collaboratore  che crede di essere il nuovo Montanelli o Buzzati o Hemingway ed e’ infuriato
perche’ il direttore  non ha dato la necessaria importanza al suo lavoro. Ci sono,poi, gli
annunci ufficiali dei  politici che pretendono vedere i loro concetti,le loro proposte apparire
sul giornale, come si trattasse di nuovi comandamenti oltre i famosi dieci…
Non e’ assolutamente facile fare il direttore di un quotidiano. Lo hanno detto e ridetto a
San Francisco,durante una tavola rotonda di un  gruppo di capi, decisi a mettere in evidenza
il loro lavoro quotidiano. Si sono presi un paio di ore di “riposo”,anche per frustare un po’ i giovani che chiamano redattori ma che vorrebbero essere direttori. No,non e’ facile “fare” il direttore. Anche  perche ‘ il piu’ delle volte i direttori devono vedersela con gli editori,chi insomma ha versato un grosso capitale per creare  una nuova testata. Con loro i direttori non
devono preoccuparsi di questioni puramente giornalistiche; con  loro devono parlare di spese ,di copie vendute,non  piu’ netturbini ma ragionieri. Dura, faticosa vita di chi dirige una
pubblicazione. E se non bastasse tutto questo,c’e’ sempre all’angolo la possibilita’ di una
querela. Molto meglio,naturalmente,degli attentati di chi non ama i netturbini al servizio
dei lettori.



USA. Benny Manocchia: dove si incontreranno Trump e Kim?

Due le domande che si sentono ripetere a Washington. Una e’: si terra’ veramente l’incontro tra Trump e  Kim? Se lo chiedono proprio le persone piu’ vicine al presidente degli Stati Uniti.

L’altra domanda e’: dove si terra’ l’incontro tra i due capi di stato? Nessuno si pronuncia in merito,
perche’ in effetti non si sa nulla di ufficiale,nonostante il fatto che il meeting dovrebbe avvenire
entro ilmese di maggio.La CIA,guidata da Mike Pompeo, si affida al no comment di rito.

Benny Manocchia con Lillian Gordy Carter, mamma del Presidente USA Jimmy Carter

Si sa

che Kim ha chiesto un  incontro a sei: Corea del Nord,USA, Cina,Russia,Giappone,Corea del Sud. Ma dove? Ci sono suggerimenti da molte parti. Quale sarebbe la localita adatta per questo
incontro? Hanno detto: le Nazioni Unite. Washington.La zona demilitarizzata (DMZ) tra le due
Coree. Hanno anche suggerito Stoccolma. Panmunjom.Pyeongchang. Ginevra.Perfino Ulaan Baatar,in Mongolia. Un giornale ha chiesto ai suoi lettori dove vorrebbero che il meeting si svolgesse. Molte le risposte analoghe: Mar a Lago,la residenza estiva in Florida di Trump,dove il capo cinese
Xi trascorse alcuni giorni in  piena  tranquillita’.C’e’ stata un’ ultima proposta di un americano: dovrebbero incontrarsi su una nave,al largo… Ma non
e’ stato chiaro se  si trattava di una proposta seria o di un invito di natura…maligna.
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Giulianova. Lega Nord: Costantini non ci rappresenta

Riceviamo e pubblichiamo

Apprendiamo dalla stampa la proposta del neo consigliere Costantini – al quale vanno i nostri

Gianni Matrilli, Lega Nord

migliori auguri di buon lavoro – di riunire, nell’ area di cdx, tutti i partiti, liste civiche e persone
più o meno note, provenienti e ancora militanti nel csx. Costantini evidentemente parla da
coordinatore di tutti i soggetti ma di certo non può parlare per la Lega. Noi non riconosciamo tale
ruolo al neo consigliere, né possiamo condividerne il pensiero perchè tali inclusioni sarebbero, a
nostro giudizio, fortemente in contrasto con la nostra idea di rappresentanza politica e quanto meno
irriguardoso nei confronti dell’ elettorato giuliese.
Mai, infatti, abbiamo dato mandato a Costantini di parlare per nostro conto, né ci sono mai stati
incontri in tal senso. Tale progetto non può non essere visto come il maldestro tentativo di
assicurarsi la vittoria a tutti i costi a discapito dell’ interesse del cittadino e della buona
amministrazione. Ancor meno siamo convinti che il “ riciclo” di soggetti pronti al salto della
quaglia, possa apportare un fattivo contributo alla causa comune visto che, fino ad oggi, hanno solo
dimostrato l’ attaccamento alle poltrone/ incarichi partecipando attivamente alla gestione
Mastromauro & co. sonoramente bocciata dai cittadini anche nelle ultime elezioni
politiche.Restiamo comunque disponibili a un serio confronto.

 

Per la Lega il Coordinatore cittadino
Gianni Mastrilli




SIRN – Ictus: in Italia 120mila nuovi casi ogni anno, di questi 1 su 3 avrà gravi disabilità. A Trieste il 18° Congresso

500 specialisti della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica a Trieste

 

Secondo una recente indagine l’incidenza dell’ictus passa dallo 0,2% nella fascia 55-64 anni allo 0,8% nella fascia 65-74. Si sale al 2,2% nella fascia 75-84 sino al 3,2% degli over 84. L’incidenza tra sessi è similare oltre i 75 anni, mentre sotto questa soglia di età le donne sono colpite meno.

In Italia, l’ictus colpisce circa 120mila persone ogni anno. È il più grande produttore di disabilità grave in tutti i paesi sviluppati, incluso il nostro, nonché la seconda causa di morte, con l’11,1% di decessi. Il 30% di questi 120mila hanno come conseguenza dei deficit motori, cognitivi o di linguaggio, e necessitano di trattamento riabilitativo. Circa il 50% dei pazienti che afferiscono alla riabilitazione neurologica sono infatti pazienti con effetti di ictus.

Undici persone su 100 muoiono, in seguito a un ictus, nell’arco di trenta giorni, mentre salgono a 16 quelli che non ce la fanno nell’arco di un anno. Un problema che non solo potrebbe essere fatale, ma che comporta spesso anche gravi conseguenze a lungo termine. Nel 35% dei pazienti colpiti, infatti, residua una disabilità grave. Nell’80% dei casi italiani si tratta, per l’esattezza, di ictus di tipi ischemico, mentre nel restante 20% è di natura emorragica. Secondo una recente indagine l’incidenza dell’ictus passa dallo 0,2% nella fascia 55-64 anni allo 0,8% nella fascia 65-74. Si sale al 2,2% nella fascia 75-84 sino al 3,2% degli over 84.

 Se ne parla a Trieste, presso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima, durante il 18° Congresso Nazionale della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica – SIRN, presieduto dal Prof Carlo Cisari, Presidente SIRN , sino a domani 7 aprile. Al centro dell’attenzione, ictus, robotica, disabilità: questi i principali filoni che verranno seguiti. Ma i temi relativi alla neuroriabilitazione che verranno trattati saranno numerosi. Cinquecento gli specialisti presenti.

 La riabilitazione è un lavoro di gruppo che riguarda più professionalità: il medico, il fisioterapista, il terapista occupazionale, lo psicologo, l’infermiere, il bioingegnere. Nella SIRN, infatti, non sono iscritti solo medici, ma tutti gli operatori del team riabilitativo.

Dal 1990 al 2013 l’incidenza dell’ictus ischemico si è ridotta, passando da 128 a 114/100.000/anno. Nel dettaglio, si è ridotta significativamente nei soggetti di età maggiore di 60 anni, soprattutto grazie al controllo dei fattori di rischio, ed è rimasta sostanzialmente immodificata in quelli di età compresa tra i 45 ed i 59 anni. Per quanto riguarda l’ictus emorragico, nello stesso arco temporale, la sua incidenza è risultata stabile, con 53 casi per 100.000 all’anno.

con 120.000 i nuovi casi ogni anno e con circa 930.000 casi di sopravvissuti, con postumi più o meno invalidanti. L’incidenza tra sessi è similare oltre i 75 anni, mentre sotto questa soglia di età le donne sono colpite meno”.

COME COMPORTARSI – I recenti dati sottolineano un lieve miglioramento, ma ciò nonostante non occorre mai abbassare la guardia, perché un fenomeno del genere potrebbe essere fatale anche senza preavvisi e senza piccoli episodi che lo precedono. Massima attenzione, quindi, nel riconoscere i sintomi principali: improvvisa diminuzione della forza, difficoltà nel parlare e bocca asimmetrica.

Importante è intervenire prima possibile, ma altrettanto importante è la riabilitazione che deve limitare le conseguenze disabilitanti dell’ictus. Anche la riabilitazione deve essere iniziata fin dai primi giorni dopo l’esordio dell’ictus, deve essere effettuata con una sufficiente intensività e deve essere il risultato di diversi professionisti che curano i vari aspetti della riabilitazione motoria, cognitiva, del linguaggio e deve accompagnare il recupero fino al miglior reinserimento possibile nelle attività quotidiane.




PROGETTO AZIONI PER LA DENOMINAZIONE AGROALIMENTARE PROTETTA DEL VINO COTTO TERAMANO

 

 

Vinum Defrutum: così lo definiva nel 191 a.C. il commediografo romano Tito Maccio Plauto nella commedia “Pseudolus”. Morbido, avvolgente, complesso, intrigante, elegante, poetico, con il suo fascino irresistibile il vino cotto ha saputo conquistare pagine importantissime della storia mondiale iniziando dalla culla della civiltà del Mediterraneo.      I patrizi della Roma antica e i loro imperatori degustavano questa bevanda al termine dei loro fastosi banchetti; il politico e scrittore Marco Porcio Catone lo annoverava tra le più ricercate bevande prodotte in Italia e ne descriveva  il metodo di preparazione, che è ancora quasi del tutto simile a quello attuale.

Perché, a oggi, questa eccellenza sembra non avere ancora avuto un riconoscimento proporzionato alla sua storia immensa? Pensare che il suo valore si è mantenuto intatto attraverso i secoli: nel Settecento era un vero e proprio ambasciatore di quello che già si stava imponendo come stile italiano, e veniva esportato, in barili, su navi in partenza dai territori Piceni – in particolare dell’odierna provincia teramana – verso molti Paesi d’Europa che lo conoscevano, gradivano e desideravano.

Il vino cotto teramano in Abruzzo

 

Tutta la provincia di Teramo, dal mare fino ai piedi del Gran Sasso D’Italia, ha avuto a cuore la questione della fattura e conservazione del vino cotto durante tutto l’800, fino agli anni Sessanta del ‘900. Oltre a essere la bevanda reintegrativa preferita dai contadini durante i lavori sui campi, in piccole quantità veniva somministrato quasi come medicinale alle donne in gravidanza, ma anche come ricostituente tanto ai bambini quanto agli animali. Era uno dei prodotti principali sulle tavole delle famiglie teramane, anche durante le cerimonie. Veniva servito ai forestieri a fine pasto, insieme a una brocca di acqua purissima, in segno di ospitalità e vanto.

E che dire delle botti in bella vista nelle case dei grandi proprietari terrieri abruzzesi, ma anche nelle famiglie contadine, in tutto il periodo che va dal Risorgimento d’Italia fino al termine del secondo conflitto mondiale? Un vero capitale domestico oggetto di spartizione ereditaria.

Verso la Denominazione di Origine

 

L’autenticità di una delle tracce più vere della nostra storia va assolutamente preservata. È con quest’animo che  sono riuscito a formare una squadra di ricerca che ha l’obiettivo di  disciplinare il vino cotto teramano all’interno di una vera e propria Denominazione di Origine. Il titolare dell’Azienda produttrice del Cotto D’Amore Ezio Di Giacomo, che da vent’anni produce il noto e storico vino cotto, ha deciso di essere parte integrante del “Progetto di denominazione di origine”  dell’Università degli Studi di Teramo.

Il Magnifico Rettore Luciano D’Amico si è subito dimostrato un solido alleato, così come alcuni docenti della Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali, tra questo il Prof. Andrea Piva, Ricercatore e Docente Universitario per il settore scientifico-disciplinare, che ha fatto dello studio sul vino cotto una delle sue grandi missioni professionali, il Prof. Arfelli Preside e docente del CdL di Viticultura e Enologia per la chimica enologica; Prof. Mastrocola Prorettore Vicario e Tecnologo Alimentare e la Prof.ssa Suzzi  Docente di Microbiologia. Progetto sostenuto dal delegato del Rettore, Prof. Corsi. Il gruppo si và così delineando per un lavoro di sicuro ed inedito interesse scientifico.

Il processo di produzione.

Ezio ripete il miracolo dopo ogni vendemmia.  E’ dalla lavorazione delle uve autoctone di Montepulciano d’Abruzzo, Passerina, Trebbiano d’Abruzzo, Moscato e Montonico che si arriva alla lenta bollitura del mosto, a una riduzione drastica delle uve e all’antichissimo metodo della conservazione in botti di rovere. Il prodotto evolve lentamente raggiungendo la sua rotondità e morbidezza, e solo in questa azienda viene affinato con lo storico metodo Soleras, tendenzialmente utilizzato per i grandi vini liquorosi mondiali quali il Porto e lo Sherry, usato però con un procedimento metodologico custodito gelosamente dal produttore.

 

 

 

 

 

 

 

 

progetto

  • Qualificazione e tutela

Nel nostro progetto di qualificazione e tutela del prodotto e della sua storia si lega all’Innovazione in diversi settori. Il primo campo è quello della comunicazione, perché intendiamo divulgare  il marchio in modo da mettere sempre più in luce la multifunzionalità del vino cotto.

 

  • Innovazione

L’obiettivo sarà quello di dimostrare che non è “solo” una bevanda alcolica da dessert, ma capace di una declinazione assolutamente contemporanea quale la degustazione meditativa,  capace di essere protagonista in cucina al servizio della sperimentazione culinaria in abbinamento con dolci ma anche con piatti salati. La scienza, specie quella microbiologica, tramite l’osservazione della fermentazione, della cottura e dell’affinamento permetterà di capire quali altre potenzialità ha in serbo ancora questo prodotto spettacolare.

 

  • Costituzione di una associazione dei produttori

Il produttore, ideatore del progetto per la denominazione protetta del vino cotto teramano, darà vita ad azioni atte al coinvolgimenti di tutti i produttori dell’area teramana interessati  all’inserimento del prodotto, già compreso nella mappa dei prodotti tipici italiani della Regione Abruzzo, in un disciplinare che dapprima ottenga il marchio europeo di Specialità Tradizionale Garantita unitamente all’ Identificazione Geografica Protetta. A tal fine la associazione di produttori potrà offrirsi come interlocutore accreditato presso le Istituzioni locali e Regionali per l’ottenimento di una alleanza di scopo, forti della propria identità territoriale e storica.

 

  • Confini di attribuzione

I confini di attribuzione dei marchi saranno definiti in base all’appartenenza storico-enolo-geografica. L’area di attribuzione verrà individuata coinvolgendo le aziende a vocazione enologica che si occupano della produzione di vino cotto teramano strettamente collegate alla continuità storico- antropologica culturale attraverso il legame con il mondo antico in un ottica di sviluppo e di ricerca.

 

  • Codificazione

Ci muoveremo, infine, anche nel campo della giurisprudenza, perché il nostro proposito è far sì che il vino cotto teramano possa raggiungere, oltre al riconoscimento già ottenuto di Prodotto agro-alimentare protetto, l’inserimento ufficiale come Denominazione di Origine nel Disciplinare territoriale della Regione Abruzzo e del territorio teramano. Tra i nostri auspici c’è anche l’inserimento di una deroga speciale sulla cottura del mosto nel disciplinare della D.O.C.G. Montepulciano Colline Teramane del Vino Cotto Teramano.




Teramo. Il coro di voci bianche Nisea ottiene il premio nella fascia oro al XXIX concorso internazionale di canto corale che si è tenuto a Verona dal 4 al 7 di aprile.

Il rinomato concorso ha visto la partecipazione di 32 cori provenienti da 4 continenti ed 11 nazioni (Italia, Turchia, Svezia, Stati Uniti, Russia, Croazia, Irlanda, Austria, Germania, Slovenia, Ungheria). La giovane compagine teramana ha ottenuto un prestigioso secondo posto con punteggio di 92/100 (il primo posto è stato assegnato ad un coro di adulti tedesco con punteggio di 94/100) eseguendo tra gli altri il brano “La fede, la Speranza, la Carità” di G.Rossini, omaggio al compositore pesarese nel 150 anniversario della sua morte.

Associazione musicale Nisea

Tutti i cori sono stati accolti per un saluto nel palazzo del Municipio dal Sindaco di Verona Federico Sboarina e premiati poi nel Teatro Filarmonico. Al termine della premiazione si sono esibiti a voci unite nella splendida cornice dell’Arena.

Il coro Nisea, che vanta già importanti traguardi in contesti internazionali (tra gli ultimi lavori la registrazione della colonna sonora di un musical hollywoodiano dal titolo “Lovaganza” in uscita nelle sale cinematografiche nel 2019), conferma ancora una volta l’alto valore tecnico ed artistico che lo ha sempre contraddistinto. Una raggiante Claudia Morelli, direttrice del coro Nisea, ha dichiarato: “Siamo estremamente soddisfatti del risultato conseguito, ulteriore riconoscimento della qualità del nostro lavoro che ci autorizza a sperare in una maggiore attenzione da parte di coloro che devono promuovere la cultura sul nostro territorio”.



Il corto Timballo in corsa per i Nastri d’Argento 2018

Nuovo riconoscimento per il lavoro sull’integrazione di Maurizio Forcella girato a Campli

 

 

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Nuovo prestigioso riconoscimento per Timballo, il cortometraggio sull’integrazione diretto dall’atriano Maurizio Forcella, con attori da Oscar come Maria Grazia Cucinotta e Ivan Franek: il lavoro è stato selezionato dai Giornalisti Cinematografici Sngci (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) per comporre la griglia dei 50 ammessi alla finale per la sezione corti ai Nastri d’Argento. La premiazione è prevista per il 18 aprile 2018 nella Sala del Cinema di Roma. Timballo – promosso dall’Associazione Itaca e dalla produzione cinematografica Officina Azzurra, in collaborazione con la Bro Company Napoli e Acciaierie Sonore e con il supporto del comune di Campli e ARAN Cucine – racconta la storia di una cuoca che sogna di far assaggiare il suo timballo alla conduttrice di un programma di cucina. Riuscirà nell’intento grazie a tre idraulici migranti che la aiuteranno nell’invenzione di una ricetta che sposa elementi tradizionali a altri innovativi: un timballo al cous-cous.

Il corto, vanta un cast d’eccezione, oltre a Maria Grazia Cucinotta e Ivan Franek, anche Niko MucciNunzia SchianoFabio Balsamo e Manuel D’Amario e si avvale di molte valide firme del panorama cinematografico abruzzese: la sceneggiatura, insieme a Forcella, è di Pietro Albino Di Pasquale e le musiche sono di Gianluigi Antonelli. La selezione ufficiale per la sezione dedicata ai cortometraggi dei prestigiosi Nastri d’Argento è l’ultimo di una lunga serie di riconoscimenti, costantemente motivati da una originale, ricercata, mai canonica visione di tutti gli elementi del cinema: la sceneggiatura, la scenografia, la musica, la recitazione.

Tra i riconoscimenti sinora ottenuti: miglior cortometraggio della prima edizione del Premio Emanuele Luzzati nell’ambito del Pitigliani Kolno’a Festival 2017, l’aggiudicazione del Bando MIBACT SIAE “SILLUMINA” 2016 – sezione Cinema; il premio della giuria al Salento Finibus Terrae, il premio nell’ambito della XXII Edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo di Teramo; la recente partecipazione al concorso I Love GAI. Giovani Autori Italiani nell’ambito della 74esima Mostra del Cinema di Venezia. Il lavoro è stato inoltre selezionato dal Centro Nazionale per il Cortometraggio in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per essere veicolo della cultura italiana nelle Ambasciate, nei Consolati e negli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo nell’ambito dell’edizione 2018 dell’iniziativa 10 Corti Italiani in giro per il Mondo.

La partecipazione ai “Nastri d’argento” – dichiara il regista Maurizio Forcella – è coronamento e incoraggiamento a una costante ricerca estetica che mi permetto di definire coraggiosa. Essa è stata possibile anche grazie ai miei collaboratori e ai silenziosi e invisibili lavoratori del cinema. Sono già in lavorazione per una nuova opera che segue le orme estetiche di “Timballo” che avrà ancora al centro un Abruzzo tanto grottesco, quanto vero“.

Siamo molto orgogliosi e fieri – commenta Mauro Vanni, presidente dell’Associazione Itaca che ha promosso il corto – di questo ulteriore e prestigioso riconoscimento. Abbiamo deciso di sostenere questo lavoro perché ha al centro l’integrazione tra culture, tema più che mai attuale, ma trattato con leggerezza e con uno stile originale e non scontato. Un lavoro che parla della cucina abruzzese, in particolare del Timballo teramano che diventa strumento di incontro e di scambio culturale e che ha al centro l’Abruzzo anche per le immagini veicolate e per i professionisti coinvolti, dal regista allo sceneggiatore, passando per alcuni attori”.