Abruzzo. ODG – PROGRAMMA LISTA “ CONTROCORRENTE ABRUZZO” Per un sindacato autonomo, inclusivo e solidale

In una stagione molto difficile per il giornalismo italiano la lista di Controcorrente vuole impegnarsi anche in Abruzzo per riaffermare alcuni valori essenziali della nostra professione a cominciare dalla libertà d’informazione sancita dall’art. 21 della Costituzione. Non si tratta di un’affermazione astratta ma, al contrario, della necessità di tutelare ogni giorno i colleghi dalle diverse forme di condizionamento derivanti da interessi politici, economici e lobbistici di vario genere. Macroscopico è in questo senso il fenomeno delle querele temerarie che si è manifestato pesantemente nella nostra regione. Per contrastarlo dovremo tutelare i colleghi colpti da queste azioni legali e sostenere con forza la richiesta dell’immediata approvazione di una legge che scoraggi e punisca chi usa in maniera intimidatoria la querela.  Sempre sul piano legislativo saremo partecipi dello sforzo della FNSI per ottenere la revisione di alcune normative di sistema come la legge sull’editoria e quella sulla governance del servizio pubblico ma soprattutto per giungere alla cancellazione dei contratti Cococo che con il Job Act hanno reso il mondo dell’informazione sempre più precario.

Per arginare la crisi dell’occupazione

Nell’ultimo decennio l’uso che gli editori, sia della carta stampata che dell’emittenza, hanno fatto delle innovazioni tecnologiche ha colpito pesantemente l’occupazione e l’organizzazione del lavoro giornalistico. In Abruzzo si è pagato un prezzo altissimo con la scomparsa di una testata storica, Il Tempo, e il ridimensionamento della presenza territoriale del Messaggero mentre segnali di difficoltà si avvertono in tutto il comparto informativo. Inoltre la politica dei pre-pensionamenti e l’utilizzazione indiscriminata del web, ha ottenuto il risultato di far precipitare ai minimi storici la qualità della vita e del lavoro nelle redazioni. Controcorrente vuole invertire questa drammatica deriva e s’impegnerà in una battaglia a difesa dell’occupazione e per realizzare nuove possibilità. La nostra strategia sindacale dovrà ampliare i confini della professione conquistando ulteriori terreni, come quello della comunicazione pubblica dove, anche in Abruzzo, si deve affermare una piena dignità contrattuale sfruttando gli spazi offerti dai recenti accordi sottoscritti in sede ministeriale.

Per superare la precarietà

Anche nella nostra regione è diventata altissima la percentuale dei giornalisti che vivono una forzosa condizione di lavoro autonomo a partita Iva oppure con collaborazione coordinata e continuativa. Molto spesso si tratta di lavoro subordinato camuffato che incatena i giornalisti, specie più giovani, ad una  condizione di precarietà con retribuzioni vergognose. A questi colleghi si deve dare un giusto riconoscimento, con stabilizzazione e inclusione nel perimetro contrattuale dando loro anche una rappresentanza negli organismi sindacali aziendali. Insomma ci vuole un innovativo patto contrattuale che trasformi in una realtà credibile e dignitosa, soprattutto sul piano economico, la legge sull’equo compenso. Contemporaneamente il mondo del precariato ha bisogno di diventare protagonista del sindacato abruzzese che invece negli ultimi anni lo ha lasciato ai margini. Controcorrente s’impegnerà per coinvolgere questi colleghi nell’attività sindacale ai diversi livelli nella convinzione che il superamento del precariato è una sfida decisiva per il futuro dell’intera categoria e per la qualità del nostro lavoro.

Per il futuro dei giornalismi

Le future politiche contrattuali devono dare espressione alle trasformazioni del panorama editoriale rispondendo alle esigenze dei diversi settori. E’ compito del sindacato definire una proposta capace di includere le nuove figure professionali garantendo loro un adeguato assetto contrattuale e difendendo il reddito. Esistono già realtà contrattuali di settore come l’Aeranti Corallo, si tratta di progredire lungo questo percorso prendendo in considerazione l’ampia articolazione dei giornalismi come l’on-line o i periodici a diffusione locale.

Per il rilancio del sindacato in Abruzzo

Il gruppo dirigente che assumerà la guida del sindacato dei giornalisti abruzzesi dovrà affrontare una situazione complessa e non senza pericoli. Da una parte c’è un quadro economico difficile, dall’altra si registra un calo degli iscritti che non ha precedenti. Gli eletti di Controcorrente saranno perciò rigorosi nella gestione del bilancio tagliando ogni eventuale spreco e ottimizzando le spese. Ma l’opera di risanamento si gioca principalmente allargando l’adesione al sindacato, ricostruendo un rapporto positivo con la nostra base e facendo sentire ogni giornalista abruzzese partecipe di un’azione di rilancio. Insomma una rinnovata credibilità che si conquista con scelte molto precise che vanno dalla concreta tutela delle condizioni di lavoro ad un diverso modo di operare del sindacato. Una “casa di vetro” per tutti i colleghi dove si può trovare ascolto, dove si può collaborare nelle diverse strutture sindacali, dove si affrontano i tanti problemi quotidiani ma si partecipa anche al dibattito sul futuro del giornalismo.

Per l’unità degli enti di categoria

Nella nostra visione il sindacato è la ”mente” politica e progettuale della categoria ma per garantirne la forza e la stabilità  è necessaria una stretta collaborazione con gli altri Enti: Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare. Una sinergia che, pur nel rispetto dell’autonomia di ognuno, garantisce una rete di protezione intorno al lavoro giornalistico dando risposte ad esigenze fondamentali come la previdenza e la sanità. La medesima sintonia deve caratterizzare anche il rapporto, sia a livello nazionale che regionale, fra il  sindacato e l’Ordine dei giornalisti. Quest’ultimo deve completare il suo percorso di riforma, soprattutto deve ridefinire l’accesso alla professione per renderlo più rispondente all’attuale realtà del mondo dell’informazione.

I candidati di #ControCorrente, in difesa della professione

Lista Direttivo ( 4 preferenze )

Ezio Cerasi,Rocco Coletti, Paolo Mastri, Pina Manente, Alfredo Primante, Roberto Raschiatore.

Per i Revisori dei conti ( non c’è lista, una preferenza )

Gianni Quagliarella, Luca Pompei

Per i Probiviri ( non c’è lista, una preferenza)

Sandro  Marinacci, Giustino Parisse




Nereto. Presentazione del libro “Come la sigaretta” di Mario Rasicci (Di Felice Edizioni)

 

 

 

Venerdì 6 aprile a1le 18.30 a Nereto (Sala Allende) sarà presentato il libro “Come la sigaretta. Pensieri, poesie e qualche utopia” (Di Felice Edizioni) di Mario Rasicci (Nereto 1936 – 1999). Contadino, figlio di contadini, è ricordato soprattutto per la passione politica che lo animava, per i suoi valori e la solidarietà umana. Ha lasciato un pugno di poesie e un diario di viaggio negli Stati Uniti degli anni Settanta, come alla ricerca delle proprie radici in quei parenti emigrati, uniti in una comune nostalgia per la terra delle origini, l’Abruzzo. Un testo, il diario, che risente del clima sociale che si respirava in quell’epoca in tutto l’Occidente, in un’America stravolta dai conflitti sociali e razziali e in un’Italia lacerata dalle lotte politiche. In complesso pagine condite di valori politici socialisti, molto idealiste, un po’ utopiche, sostanzialmente poetiche.

All’incontro, che ha il patrocinio del Comune di Nereto, interverranno Tito Rubini che ha scritto la prefazione al libro, Luciana Rasicci che ha curato l’edizione, l’editrice Valeria Di Felice. Le letture saranno a cura di Vinicio Ciafrè, Gaetano Polidori e Adele Rasicci.

Dalla prefazione di Tito Rubini: «Alcuni giovani neretesi furono molto attenti al Sessantotto e fondarono il circolo culturale “Gaetano Salvemini”, riproponendo un’azione di sinistra che il paese aveva perso dopo anni di schiacciamento da parte di organismi politici onnipresenti in tutti i settori della vita cittadina. Tra questi giovani emergeva un certo Mario Rasicci, autodidatta, creativo, dignitoso nel contegno, orgoglioso delle sue radici contadine. Di lui ricordo soprattutto la spontaneità, la passione e la tenerezza nell’affrontare i temi istituzionali che sapeva ben argomentare. Era un utopista come può esserlo solo chi crede fermamente in un’idea senza sapere quanto, quando e come essa si trasformi in realtà. Credo che la vera utopia sia quella di avere un’utopia: e Mario incarnava tutto questo.»




Colli&Rubini Duo in concerto al Conservatorio “G.Braga” di Teramo sabato 7 aprile 2018 h 18

L’evento
Il Colli&Rubini Duo (Martina Colli e Rossella Rubini) torna ad esibirsi a Teramo per
inaugurare una raccolta fondi finalizzata alla realizzazione dei futuri progetti del duo
pianistico.

(C) (R) Ph Simone Lisciani Petrini

Martina e Rossella eseguiranno musiche di George Gershwin, Alberto Ginastera ed altri
brani di chiara fama, tra cui anche alcuni tratti dal repertorio jazz. Tutti i pezzi sono stati
arrangiati da Martina per uso esclusivo del Duo. Uno di questi, Malambo, è stato
protagonista di un video musicale, ideato e realizzato dal regista teramano Marco Cassini.
Premesse e prospettive
Il Colli&Rubini Duo, che ormai si accinge a festeggiare i dieci anni dalla sua fondazione, ha
alle spalle una solida formazione accademica, iniziata a Teramo, città natale delle due
pianiste, e poi proseguita a Roma e all’Estero. Infatti, Martina risiede oggi a Berlino, dove
esercita l’attività di pianista, insegnante e compositrice; Rossella vive ad Oxford, dove lavora
come pianista, insegnante e ricercatrice all’Università del Surrey, a sud-ovest di Londra.
Nonostante la formazione classica, il Colli&Rubini Duo è sempre alla ricerca di nuove
avventure e modi originali per proporre i grandi classici della musica. É proprio con questo
scopo che le due musiciste hanno deciso di dedicarsi principalmente alla trascrizione per
pianoforte di musiche più o meno famose. Il loro repertorio include, quindi, brani per
orchestra, arie operistiche, fino ai cult del jazz, opportunamente rivisitati per le quattro
mani.
Il loro prossimo importante progetto prevede la realizzazione di un terzo CD, Riding Americas,
che conterrà le musiche di tre celeberrimi compositori americani, Gershwin, Ginastera e
Copland. Ancora una volta, il Colli&Rubini Duo vuole presentarsi con un’idea originale,
incidendo sul pianoforte dei brani esistenti oggi solo in forma orchestrale. La raccolta fondi
servirà quindi a finanziare i costi di registrazione e produzione, ma anche a rendere possibile
il coinvolgimento di altri artisti teramani. Tra questi, Simone Lisciani Petrini, già fotografo
del Duo, a cui sarà affidata la realizzazione della copertina del CD; e Marco Cassini, a cui
saranno commissionati i prossimi video musicali.
Organizzazione dell’evento
Il Colli&Rubini Duo, in collaborazione con il Conservatorio di Teramo, invita tutti al loro
prossimo concerto, che inizierà alle H18 nella nuova sede del “Braga” in Via Noè Lucidi 19.
L’evento è ad ingresso gratuito, con possibilità di lasciare una donazione spontanea.
Contatti e link utili
mail@collirubiniduo.com
+39 329 81 666 27
YouTube Pagina Ufficiale
Pagina Facebook
Riding Americas
Colli&Rubini Duo
Il Colli&Rubini Duo ha inciso il CD Gino Marinuzzi Piano Works pubblicato dalla
prestigiosa etichetta italiana TACTUS, specializzata nella divulgazione della musica dei
compositori italiani. Il secondo disco, The Voyage, è stato prodotto con l’etichetta londinese
Masterchord Record ed ha partecipato alla preselezione per i Grammy Awards di Los
Angeles. La particolarità del repertorio e la brillantezza esecutiva del Duo ha coinvolto il
pubblico di molti auditorium sia nelle grandi città europee come Vienna, Roma e Londra,
sia nelle città cinesi di Tianjin e Pechino.
www.collirubiniduo.com
Martina Colli
Si diploma in pianoforte principale nel 2005, sotto la guida del M° Piero Di Egidio con il
massimo dei voti, la lode e la menzione speciale, all’Istituto Musicale “G. Braga” di Teramo,
dove prosegue gli studi conseguendo il Diploma di II livello in Discipline Musicali con 110 e
lode. Nel contempo si dedica allo studio della musica jazz con il M° Toni Fidanza e con il
M° Marco Di Battista all’Accademia Musicale Pescarese. È vincitrice in giovane età di
numerosi concorsi pianistici, e continua la sua formazione pianistica perfezionandosi con il
M° Annalisa Bellini e frequentando corsi e masterclasses di musica da camera con i Maestri
A. Jasinski, O. Marschev, A. Persichilli, P. N. Masi, M. Vacatello. Ha collaborato con il
gruppo di interpretazione musicale Metadiapason esibendosi in occasione del Emufest 2009
e del Festival Confluenze 2010 di Roma, e presso l’EXPO2010 e la Facoltà di Architettura a
Shanghai. Si dedica allo studio della composizione diplomandosi nel 2011 presso il
Conservatorio “S. Cecilia” di Roma con il M° Alessandro Sbordoni ottenendo il massimo
dei voti e si perfeziona a Berlino con D. Schnebel. Nel 2014 segue il corso di composizione
di musica da film con il vincitore del premio Oscar Louis Bacalov presso l’Accademia
musicale Chigiana di Siena. Compone musica da film per produzioni nazionali e
internazionali, tra cui La notte non fa più paura – selezionato per il David di Donatello 2018.
Arrangia musica classica e moderna per il Colli&Rubini Duo.
www.martinacolli.com
Rossella Rubini
Si diploma sotto la guida del M° Erika Vicari nel 2000 all’età di 18 anni in pianoforte
all’Istituto Musicale Pareggiato “G. Braga” di Teramo con il massimo dei voti e la lode; nello
stesso anno vince ad una borsa di studio per studiare al Mozarteum di Salisburgo con il
M°Alfons Kontasky. Poi si laurea alla Facoltà di Lettere de La Sapienza (Roma) con il prof.
Pierluigi Petrobelli (2004) e con il prof. Antonio Rostagno (2006), ottenendo in entrambe la
lode. Nel frattempo, si perfeziona con il M° Aldo Tramma, frequenta corsi di
perfezionamento (con Pier Narciso Masi) e masterclasses (con Andrè Jasinski, Laura De
Fusco, Bruno Canino, Mariangela Vacatello ed altri). Diversi sono, inoltre, i concorsi a cui
ha partecipato in tutta Italia, riuscendo sempre a classificarsi tra i primi tre posti.
Attualmente vive ad Oxford e si dedica parallelamente all’attività di insegnante e di pianista,
mentre prosegue un dottorato di ricerca all’Università del Surrey (Londra). Nel 2013
realizza per il progetto Art/Ex, ideato dall’associazione culturale Big Match di Teramo e
finanziato dall’Unione Europea, in collaborazione con il Central Saint Martins College of
Arts di Londra, la video opera Dance for Solo Piano and Premier Pro assieme alla video artista
Tamarin Norwood (Università di Oxford). L’anno successivo viene chiamata a comporre e
registrare le musiche di commento alla mostra Total Potemkin curata da Laura Carlotta
Gottlob al St. John’s College di Oxford.
www.rossellarubini.com




Teramo. Dal 6 al 15 aprile, Museo itinerante della Polizia di Stato

MUSEO ITINERANTE DELLA
POLIZIA DI STATO
dal 6 al 15 aprile 2018.

Polizia di stato di teramo




LA MADONNA D’APPARI E…DINTORNI TRA STORIA E POESIA di Giuseppe Lalli

 

PAGANICA (L’Aquila) – La piccola chiesa della Madonna d’Appari, a Paganica, abbarbicata com’è sulla roccia, e l’arco che la sovrasta, me li sono sempre raffigurati, con gli occhi della mente, come la porta d’ingresso di un piccolo mondo, un angolo di paradiso terrestre nel quale volentieri indugiava la mia fantasia di ragazzo. Sarà per questo che quando l’autobus che ci riportava al nostro villaggio, Assergi, attraversava il breve tunnel scavato nella roccia adiacente al santuario, ci facevamo il segno della croce…

Paganica, poi, l’ho sempre pensata per quello che è: una piccola capitale. Ha sempre assolto, nell’immaginario degli abitanti di Assergi e di Camarda, villaggi situati più a nord, al ruolo di capoluogo della ridente valle del Raiale, contrada ai piedi del massiccio del Gran Sasso tra le più suggestive d’Abruzzo, luogo pieno di magia, come ebbe a definirlo il poeta assergese Silvio Lalli, che della sua valle era letteralmente innamorato.

A lungo sede di “mandamento” (vecchia divisione amministrativa tra il Comune e il Circondario), Paganica ha conosciuto in epoca moderna momenti di vera passione civile. Accadde nel 1799, al tempo della rivolta antinapoleonica, e negli anni ’40 dell’Ottocento, quando una parte della popolazione fu coinvolta nei moti risorgimentali. Episodi, questi, che interrompevano nelle nostre contrade un isolamento ancestrale, e sembravano ricollegare, per un momento, le piccole patrie ai destini di una patria più grande. A Paganicasono nati, in uno stesso palazzo del quartiere di Pietralata, a poche centinaia di metri dalla piccola chiesetta di cui parliamo, due protagonisti di primo piano della cultura del Novecento: lo storico Gioacchino Volpe e il giornalista, scrittore e critico teatrale Edoardo Scarfoglio.

Tornando a parlare della Madonna d’Appari, piccolo restaurato gioiello incastonato in un angolo naturale di rara bellezza, c’è da dire che in essa il martedì successivo alla Pasqua si celebra la messa e la successiva processione, nell’ambito della festa della Madonna, che la voce popolare vuole essere apparsa in età medievale in quel luogo ad una pastorella, Maddalena Chiaravalle (da qui l’espressione “Madonna d’Appari“) I nostri genitori e nonni di Assergi e di Camarda usavano andare a piedi in pellegrinaggio alla chiesetta per assistere alla messa e partecipare alla processione. Partivano al mattino, di buonora, portando, avvolti in una “sparra”, un pezzo di pizza pasquale avanzata dai giorni precedenti e del salame fatto in casa.

Ad Assergi c’era poi, fino al primo decennio del secolo scorso, un’originale e toccante tradizione, detta delle “verginelle”. Un’anziana signora, detta la “crollara” (cioè la fabbricante di corolle di paglia, oggetti utilizzati dalle donne di casa per poggiare sulla testa la conca piena dell’acqua attinta alla fontana pubblica) radunava un gruppo di bambine – le “verginelle” – e le incaricava di andare a pregare alla chiesa della Madonna d’Appari per una persona malata, nella convinzione, radicata nella fede cristiana, che le richieste dei piccoli trovassero più facile udienza presso il trono di Dio. Al ritorno dalla pia ambasciata, la persona che aveva commissionato il piccolo pellegrinaggio invitava a casa sua le adolescenti, e offriva loro una sostanziosa merenda.

Echi lontani di un mondo che la mia generazione ha appena sfiorato, voci di un secolo che ci appare innocente, dove le feste liturgiche scandivano la vita delle persone e le devozioni sacralizzavano la dura fatica dei campi. Ho spesso pensato che da queste e simili tradizioni le generazioni che ci hanno preceduto traevano i tesori del passato e i presentimenti dell’avvenire. Nato e crescuito all’ombra del ruscello che lambisce e quasi accarezza la suggestiva chiesetta, ogni volta che mi si offre l’occasione di passeggiare nei suoi pressi, ho la sensazione di accompagnarmi ad una voce amica, quella allegra e rassicurante dell’acqua del Raiale. L’ultima volta ho creduto di afferrare, per poterle fissare nella carta, parole e suoni che scorrevano tra le pietre, insieme all’acqua, per andare… chissà dove.

Cara chiesetta
un tempo solitaria,
luogo di bellezza rara,
gemma opalescente
di luce tenue,
incastonata tra
la bianca roccia
e l’acqua chiara
e fresca del Raiale,
piccolo angolo
d’incanto,
verde come
il manto
che scorre
insieme al fiume,
dove le acque
mormorano e
natura e poesia
si rincorrono ;
amica da sempre
dei miei pensieri,
a te sempre corre
il mio cuore di
ragazzo coi
suoi desideri,
a te ricorre
la mia mente
di adulto coi
suoi sospiri,
alla tua vista
riposa la mia
anima di uomo,
che aspira
alla speranza,
e all’eterna gioia
mira…

 




I LIMONI PER LA RICERCA 

Un progetto di Fondazione Umberto Veronesi, realizzato in partnership esclusiva con Citrus – L’Orto Italiano, per finanziare la ricerca scientifica – Dal 4 al 22 aprile 2018, per ogni retina di limoni venduta nei punti vendita aderenti all’iniziativa 40 centesimi saranno devoluti alla ricerca

(Milano, 3 aprile 2018) – “Citrus – l’Orto Italiano”, azienda ortofrutticola di Cesena da sempre al fianco di Fondazione Umberto Veronesi, è stata scelta come partner esclusivo per la seconda edizione di questa iniziativa. Dal 4 al 22 aprile, le speciali retine da 500gr di limoni (varietà primofiore) di Fondazione Umberto Veronesi saranno distribuite in tutta Italia da Citrus – l’Orto Italiano in più di 2.500 supermercati (la lista completa sul sito www.citrusitalia.it) al costo di 2,00 euro.

I Limoni per la Ricerca sono un esempio di collaborazione possibile tra fornitore e grande distribuzione, nell’obiettivo comune di un’azione di responsabilità sociale: 40 centesimi a retina saranno devoluti alla Fondazione Umberto Veronesi per finanziare la ricerca scientifica. La prima edizione de “I Limoni per la Ricerca” si è svolta dal 19 al 30 aprile 2017 e, grazie all’adesione di 1.800 punti vendita, ha permesso di raccogliere 90.000 euro che hanno finanziato il lavoro di 3 ricercatrici: Lorena Coretti, Benedetta Raspini e Laura Simoni.

L’idea nasce dalla volontà di diffondere l’uso del limone per le sue proprietà nutritive e preventive, come la molecola antitumorale contenuta nella buccia: il limonene. Per questa ragione Citrus – l’Orto Italiano, da sempre vicina a queste tematiche, offre solo limoni italiani e non trattati in superficie. Il limone è più comunemente conosciuto come una buona fonte di vitamina C, tuttavia, come la maggior parte degli altri agrumi, contiene un ampio elenco di altri nutrienti essenziali: carboidrati (zuccheri e fibre), potassio, acido folico, calcio, tiamina, niacina, vitamina B6, fosforo, magnesio, rame, riboflavina, acido pantotenico e una varietà di composti fitochimici. La vitamina C svolge un ruolo chiave nella formazione del collagene, entra in gioco nell’assorbimento del ferro inorganico (non –eme); inoltre come antiossidante, la vitamina C può aiutare ad evitare il danno cellulare da “radicali liberi” implicato nella progressione di diverse malattie tra cui il cancro, le malattie cardiovascolari e la formazione della cataratta. Nel limone, in particolare nella buccia, sono presenti fitochimici come monoterpeni, limonoidi, flavonoidi, carotenoidi ed acidi idrossicinnamici. Questi composti hanno dimostrato in diversi studi scientifici capacità antiossidanti, effetti sulla differenziazione cellulare e potere detossificante che renderebbero i limoni, se regolarmente consumati, una componente importante di una dieta volta a ridurre il rischio di malattia.

Il packaging, prodotto dall’azienda Sorma Group e donato per l’iniziativa de I Limoni per la Ricerca, si sposa con la filosofia di Citrus – l’Orto Italiano che lo utilizza abitualmente per tutti i suoi agrumi, poiché realizzato con un minor impiego di plastica e completamente riciclabile.

Siamo lieti di partecipare alla seconda edizione de “I Limoni per la Ricerca” – ha dichiarato Marianna Palella, 25enne CEO e Founder di Citrus – l’Orto Italiano – in quanto crediamo fortemente nella ricerca scientifica come motore di innovazione e principale leva competitiva del nostro Paese, come sinonimo di pace, di speranza e di valori”.

In questa logica, “I Limoni per la Ricerca” rappresentano non solo un’occasione di raccolta fondi – ha spiegato ancora Palella – ma anche di sensibilizzazione e divulgazione in merito alla sana alimentazione e alla prevenzione a tavola. Sono affascinata dalla magia che si crea intorno a questo progetto che vede tutti coinvolti allo scopo comune di sostenere la ricerca scientifica: GDO, Produzione, Clienti, Scienza insieme per contribuire a un futuro migliore e a una società più consapevole. In virtù di questo spirito di collaborazione e della bontà di questa iniziativa, noi di Citrus – l’Orto Italiano abbiamo volontariamente deciso di sospendere la commercializzazione dei limoni a marchio nostro per l’intera durata de “I Limoni per la Ricerca” allo scopo di favorire e focalizzare l’attenzione del consumatore finale sul progetto”.

Grazie alla seconda edizione di questo progetto – ha affermato Monica Ramaioli, Direttore Generale della Fondazione Umberto Veronesi – e al prezioso sostegno di Citrus – l’Orto Italiano, azienda lungimirante accanto alla Fondazione da anni, sarà possibile finanziare il lavoro di ricercatori che quotidianamente si impegnano a trovare soluzioni di cura sempre più efficaci per malattie che ancora oggi colpiscono numerose persone. Il numero dei ricercatori finanziati dalla Fondazione Umberto Veronesi cresce anno dopo anno, grazie al contribuito delle persone e soprattutto delle aziende che condividono con noi l’importanza del sostegno alla ricerca scientifica, per il bene di tutti. Un ringraziamento particolare a tutti gli ambassador coinvolti per il supporto nella diffusione del progetto”.




“POTENZIALITA’ DELLA PATATA DEL FUCINO IGP” STAMPA E OPERATORI DI SETTORE PER L’EVENTO DEL 5 APRILE 2018 A CELANO (L’AQUILA) PROMOSSO DALL’AMPP

 

Associazione Marsicana Produttori Patate

 

 

La campagna di promozione della Patata del Fucino IGP, promossa l’Associazione Marsicana Produttori Patate – AMPP, prosegue con azioni mirate indirizzate, questa volta, alla stampa e agli operatori di settore.  Rappresentanti di importanti testate giornalistiche e televisive e della Grande Distribuzione hanno aderito all’evento del 5 aprile a Celano (L’Aquila) che prevede un press tour nella prima parte della giornata tra le bellezze e le tipicità del luogo, oltre a visite nelle strutture aziendali.  A seguire un worshop per la presentazione della ricerca appena conclusa sulle potenzialità di inserimento della Patata del Fucino IGP nella GDO, nel e-commerce e nella trasformazione industriale.

 

“Il recente riconoscimento del marchio IGP – sottolinea il direttore Sante Del Corvo –  rappresenta un traguardo importante sia a garanzia del consumatore sia per lo sviluppo del Fucino, uno degli orti più importanti d’Italia tra monti e parchi naturali d’Abruzzo”. Al worshop, che ha inizio alle ore 15,30 presso l’Auditorium E. Fermi di Celano, intervengono i Sindaci di Celano e Aielli, Settimio Santilli ed Enzo Di Natale, il presidente dell’AMPP Rodolfo di Pasquale ed il presidente del COVALPA ABRUZZO Angeloni Vittoriano.

 

Ad illustrare “Wine e Food” Mario Nucci, referente del progetto, mentre Alberto Clementelli della Netword presenta i risultati della ricerca. A portare il loro contributo anche rappresentanti di importanti realtà commerciali, industriali e associative, come Carlo Palmieri presidente COAL, Gloria Lombardi direzione Marketing e R&D Vegetables Findus e Alessandro Notaro,  presidente  Associazione  Ancel Keys (Dieta Mediterranea).

 

A trarre le conclusioni dell’incontro, moderato dal direttore dell’AMPP Sante Del Corvo, il responsabile della Misura 3 della Regione Abruzzo, Giuseppe Cavaliere. Partecipano inoltre Giovanni Lolli, Vice Presidente Giunta Regione Abruzzo, Dino Pepe, Assessore Agricoltura Regione Abruzzo e le organizzazioni professionali CIA, CCDD e Confagricoltura.

 




L’emigrazione nei libri di scuola per l’Italia e per gli italiani all’estero Un volume della Fondazione Migrantes

 

ROMA – “L’emigrazione nei libri di scuola per l’Italia e per gli italiani all’estero” è il titolo di un nuovo volume pubblicato dalla Fondazione Migrantes nella collana “Rapporto Italiani nel Mondo”. Il testo di Lorenzo Luatti nasce da un accurato lavoro di studio e ricerca in biblioteche e archivi italiani ed esteri e ha il merito di accendere l’attenzione e di sistematizzare un ambito storiografico rimasto sino ad oggi inesplorato, ma estremamente significativo non solo per la memoria storica nazionale di cui costituisce un tassello importante, bensì anche per sollecitare una riflessione sul presente. Come recita il titolo, l’emigrazione raccontata nei testi scolastici rappresenta il tema di tale poderosa ricerca che si traduce in un manuale che rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per gli studiosi e le studiose che, auspicabilmente, troveranno in esso l’incentivo per continuare ad indagare una parte della storia nazionale da una prospettiva così inedita e innovativa, alla cui ricostruzione Luatti ha contribuito in maniera sostanziale.

Il volume presenta almeno due risvolti significativi. Il primo ha carattere storiografico, poiché offre una visione di un secolo di storia italiana, dagli anni Settanta dell’Ottocento, a partire dai libri di scuola dedicati sia ai bambini d’Italia che ai figli degli italiani all’estero: una prospettiva rivelatrice dei climi culturali, politici e ideologici che si sono susseguiti all’indomani dell’Unità nazionale. Per la prima volta la storia dell’emigrazione italiana viene raccontata attraverso i libri scolastici circolati nelle scuole durante un secolo (dagli ultimi decenni dell’Ottocento agli anni Sessanta). E per la prima volta è offerta una ricostruzione completa e dettagliata delle vicende editoriali e della produzione libraria per le scuole italiane all’estero, dai testi pioneristici di fine Ottocento promossi dalla “Dante Alighieri” ai testi unici fascisti imposti tra il 1929 e il 1943.

La seconda caratteristica degna di menzione del volume riguarda invece i suoi risvolti attuali, data la scelta di leggere la manualistica scolastica attraverso la lente dell’emigrazione. Si tratta infatti di una questione ancora oggi spinosa, poco raccontata o mitizzata, che dovrebbe invece entrare nel dibattito pubblico senza alcuna strumentalizzazione, al fine di diffondere un pensiero consapevole attorno a un’esperienza di massa che molto potrebbe insegnare alla nostra contemporaneità. L’analisi dei libri scolastici illustra le radici di tale visione ancora oggi problematica. Da segnalare infine il sostanzioso apparato iconografico (oltre 300 illustrazioni a colori e in b/n) che arricchiscono il volume di Luatti di una dimensione che è sempre stata consustanziale ai testi scolastici: l’immaginario degli alunni si costruisce infatti anche a partire dalle illustrazioni che, numerosissime, accompagnano e avallano la riflessione dell’autore. L’analisi delle scritture scolastiche contenute in un quaderno appartenuto ad un alunno italiano vissuto con la famiglia emigrata nella Savoia francese, conferma infine il senso e l’importanza di questa ricerca, che fa riflettere su quanto le istituzioni educative e i libri, che ne sono gli strumenti, abbiano inciso, e possano ancora farlo, sull’immaginario e sul pensiero collettivi. Lorenzo Luatti è ricercatore dei processi migratori e delle relazioni interculturali presso Oxfam Italia.

Lorenzo Luatti, L’emigrazione nei libri di scuola per l’Italia e per gli italiani all’estero. Ideologie, pedagogie, rappresentazioni, cronache editoriali 

Fondazione Migrantes, Tau editrice, Todi (PG), 2017, 415 pp., 15 euro.




Mi prende d’amore una forma di Nadia Alberici: i consueti verdi su per salite strane

 

Quel che dissi/ era un albero alto e diritto/ Beveva l’acqua dal canale/ e l’acqua si faceva forma/ e corteccia dura di tempo/ Raccoglieva visioni dall’azzurro/ e cuciva l’aria con disegni ritorti/ E dissi/ l’albero cresciuto materia/ era quel me/ che sarei divenuta/ se fossi cresciuta sola sotto la luna/ […]” ‒ “Quel che dissi”

In una dimensione senza tempo, l’Io si individua in albero, nella materia in cui avrebbe potuto esprimere ciò che l’acqua rievocava. L’Io sibila i versi tra la folla per coloro che prestano attenzione al valore delle parole, simboli raccolti nell’azzurro, nel cielo.

“Mi prende d’amore una forma” è la seconda raccolta poetica di Nadia Alberici, edita nel 2018 in coedizione tra Negretto Editore e Gilgamesh Edizioni. La prima silloge, “Terre incolte” è stata pubblicata nel 2015 da Gilgamesh Edizioni.

Claudio Borghi, insegnante di matematica e fisica, firma la presentazione della raccolta e Silvano Negretto cura, in chiusura, la nota dell’editore.

La fusione con la natura, desiderata e desiderante, che ispiravan gran parte delle poesie di “Terre incolte”, pare molto attutita, quasi messa tra parentesi; si percepisce un continuo, teso scambio di sensazioni e pensieri tra il centro vivente e la realtà che lo circonda e ne minaccia il corpo, lo confina nel cerchio, pulsante tra sogno e coscienza, desiderio e paura, dell’esistenza.” ‒ Claudio Borghi

Il sentire che genera pensiero in corrispondenza al centro interno ed alla realtà che si percepisce e che si crea. La minaccia del corpo, la manifestazione materiale. Il discorrere interiore che pone limiti all’evoluzione dell’imago che, necessariamente, orienta le percezioni dello stesso. È l’Io che, in viaggio, percepisce Anima come soffio che s’accende quando è riconosciuta.

Corpo morto corpo fermo corpo vacuo/ corpo denso corpo intenso/ cuoce l’anima fresca/ come una goccia di vento/ Io la sento che c’è e non c’è/ che s’inebria di me// […] e quella foce di fiume loquace/ che corre davanti alle braccia e segue la traccia/ stringendo la terra/ Emersa.” ‒ “Corpo morto corpo fermo corpo vacuo”

Nadia Alberici, nelle sue liriche, esercita la volontà di esplorare l’istante, di sciogliersi in frammenti disperdendo la coscienza in parole ‒ simili a capelli attorcigliati ‒ che sgorgano da una sorgente generando connessioni nuove ed autentiche.

L’Io indaga sullo scorrere e correre della vita, ogni domanda è ricerca dell’amica ‒ Anima ‒ che “congiunta e inseparabile” osserva e canta. Ogni domanda è elevarsi dalla “distanza abissale” per vestire la brezza dell’imitarne il canto, come una cascata “di miele disciolto/ che chiama una memoria”.

Le parole non bastano mai, anche se aiutano, per rispondere ai nostri dubbi; e il dubbio non è mai sofferenza, è presa d’atto cosciente della misteriosa bellezza della Materia o Natura vivente di cui Nadia si sente parte. L’anima, anche quando appare sconvolta dalle emozioni, anche quando rischia di “perdere il senso”, trova stabilità nella “terra inerte”, nella natura stabilmente viva, nella quale con meraviglia siamo immersi.” ‒ Silvano Negretto

“Mi prende d’amore una forma” è una sequenza di colori nella quale rigoglia il verde– emblema della Natura ‒. In ben undici liriche, infatti, siamo trasportati in questa figurazione: “il vento/ il verde”, “e gli odori dei passaggi sul verde prato”, “anime molto/ folte/ verdi e scure”, “le pagine verdi”, “sono viaggi di ritorno/ in ranghi desueti/ nei consueti verdi”, “e verdi fiordi dei boschi”, “s’interroga con i segni dell’erba”, “quasi un’erba infestante”, “di erba e capelli”, “col vento e nell’erba alta”, “i colori di erba”.

I consueti verdi, le anime verdi, il vento verde. Quasi a dir che l’evadere dell’Io dal corpo sia un rientrare nello status consueto di Natura nel quale si raccoglievano “fiati di animali e generi umani” e, di alberi. È uno “svanire nell’Universo” “nelle albe ancora piene della notte”, è la determinazione dell’incontro con l’altro che abita nel corpo da quando si ha reminiscenza.

Ed in questa condizione d’astrazione la poesia diviene anamnesi, rievocazione, ricordo.

Ogni volta con lei diverrò marea/ abbandonandomi/ a quell’entrare discreto e inondante/ nelle gole mie infinite./ Ci unisce un filo ininterrotto di memoria/ Un filamento elastico di saliva/ che srotola piano dall’incavo profondo/ dei miei occhi senza/ che fonema gorgogli e si congiunga/ […]” ‒ “Ogni volta con lei diverrò marea”

“Un filo ininterrotto di memoria” che Nadia Alberici insegue, evadendo dalla percezione sensoriale del mondo materiale, per avanzare “su per salite strane” in cui la sensazione non avviene tramite i sensi ma attraverso la volontà di contemplazione.

La meta ‒ se così possiamo nominare lo scopo del tendere dell’Io attraverso l’atto del moto spirituale in unione con la Mente Creativa ‒ è l’Armonia.

[…] La mia ombra là appariva e spariva come se fosse un niente/ trasparente/ Transitare in un paesaggio che è sensazione/ e indossare l’armonia vivente/ fino alla sua eclisse/ Ti dico che era così prima che il giorno mi prendesse.” ‒ “E se ti dico che il mare era un velo di sfumature liquide”

 

Written by Alessia Mocci

Ufficio Stampa Negretto Editore

 

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Fonte

http://oubliettemagazine.com/2018/03/26/mi-prende-damore-una-forma-di-nadia-alberici-i-consueti-verdi-su-per-salite-strane/

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Cordiali saluti Alessia Mocci http://oubliettemagazine.com/




USA. Le pagelle di Juventus – Real Madrid di Benny Manocchia

I giornalisti, Lino e Benny Manocchia 31 maggio del 1964

Preparazione fisica

Juventus 5                        Real Madrid  10
Forte presenza in campo
Juventus 4                        Real Madrid 10
Controllo palla
Juventus 6                      Real Madrid 10
Superiorita’ atletica
Juventus 7                      Real Madrid 10
Inistenza con palla al piede
Juventus 4                       Real Madrid 10
Difesa
Juventus 7                      Real Madrid 10
Attacco
Juventus 5                      Real Madrid 10
Correttezza in campo
Juventus 9                       Real Madrid 10
CT
Juventus 5                      Real Madrid 10
Migliori in  campo
Juventus nessuno                 Real Mdrid  tutti
Arbitro
due-tre errori pacchiani