Abruzzo e Puglia con “L’Italia dei sogni” illuminano Milano di Francesco Lenoci

Abruzzo e Puglia con “L’Italia dei sogni” illuminano Milano

 

di Francesco Lenoci

Docente Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano

Vicepresidente Associazione Regionale Pugliesi – Milano

 

 

MILANO, 6 giugno 2014 – Ho avuto la fortuna di conoscere Goffredo Palmerini tre anni fa, il 28 giugno 2011, all’Aquila. Riesco ad essere così preciso, perché Goffredo ha menzionato il mio intervento di quella sera in un suo pezzo, poi collocato in “L’Altra Italia”, il secondo libro della sua trilogia  con One Group Edizioni. Senza quel preciso riferimento, a chi di voi mi avesse chiesto da quanto tempo conosci Goffredo avrei risposto, senza alcuna esitazione . . . “Ci conosciamo da sempre”. Non credo di sbagliare affermando che anche Goffredo avrebbe dato la stessa risposta . . . “Ci conosciamo da sempre” con riguardo al suo amico Francesco. Non ho citato invano il 28 giugno 2011: se io e Goffredo ci siamo ritrovati a Milano questa sera, 6 giugno 2014, se voi vi trovate qui questa sera, presso la meravigliosa Sala Auditorium del Credito Valtellinese, è perché quel 28 giugno 2011 avevo preso un impegno e, sia pure con qualche variazione rispetto all’originario intento, riesco finalmente ad onorarlo.

 

Devo citare l’incipit del mio intervento di tre anni fa, all’Aquila, presso la Sala Conferenze Tre Marie. “Da Milano, il 28 giugno 2011, alle 6,07, ho inviato un sms a Dino Abbascià, presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano. Gli ho chiesto di poter riproporre gli eventi di quel giorno (presentazione del Libro “Quel Ramo di Mandorlo – il leggendario ristorante aquilano Tre Marie e inaugurazione della Mostra d’Arte), dopo L’Aquila, a Milano. Mi ha risposto con un altro sms alle 6,20. “Sei autorizzato e pregato di riproporli a Milano. Porgi i saluti a tutti i presenti all’Aquila: ogni italiano ha un pezzo di cuore in quel territorio”.

 

LA CURA DELLE GLORIE AQUILANE

Quel Ramo di Mandorlo io l’ho visto. . . il 18 marzo 2009. Se ne stava freddo e morto, come il resto del Ristorante Tre Marie. Mi venne in mente la frase di Robert De Niro in “C’era una volta in America”, quando portò la ragazza di cui era perdutamente innamorato in un ristorante stranamente deserto: “Avevi detto che ti sarebbe piaciuto un ristorante al mare. Fuori stagione sono chiusi. E io l’ho fatto aprire”.

 

Nel 2009, il Ristorante Tre Marie era “fuori stagione” già da qualche anno. Oggi (6 giugno 2014) il Ristorante Tre Marie, un tempio della cultura culinaria, artistica e letteraria, è ancora chiuso,  è ancora  “fuori stagione”. È un errore blu . . . non mi stanco di ripeterlo dal 18 marzo 2009 . . . è un errore blu! L’Aquila non può permettersi di trascurare le sue glorie. L’Aquila deve curare le sue glorie come un vaso di fiori alla finestra. La cura delle glorie è un grande, inestimabile valore, che va trasmesso ai bambini, ai giovani.

 

“Tradizione”, diceva Gustav Mahler, “non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”. Tradizione è custodia del fuoco . . . come sapeva benissimo don Peppe Scipioni. Sapete qual era il  principio etico e professionale che don Peppe Scipioni applicava nel Ristorante Tre Marie?…“Semplicità”. “Semplicità vuol dire pure rifuggire dall’innovazione fine a se stessa e sapersi attenere alla tradizione, pur senza rinunciare a interpretare con garbo ogni ragionevole esigenza di attualizzazione”. (Cfr. Errico Centofanti, “Quel Ramo di Mandorlo”, One Group Edizioni, 2011, pag. 131).

 

Tenetevi forte. Sapete qual è il dono che Papa Francesco ha chiesto a San Francesco il 4 ottobre 2013, raccogliendosi in preghiera sulla sua tomba ad Assisi? L’ha rivelato ad una donna di una parrocchia romana. “Ho chiesto”, le ha detto Papa Francesco, “per me e per tutta la Chiesa il dono della Semplicità”.

 

Tenetevi ancora più forte. Goffredo Palmerini a chi ha dedicato il terzo libro della sua trilogia “L’Italia dei sogni”?. . . a Chiara e Francesco.

 

“L’Italia dei sogni”. . . vi ho svelato la dedica. Permettetemi di parlare della copertina. È di colore azzurro, con dei puntini neri in basso che nella parte alta si trasformano in stelle, che circondano il tricolore. Il tricolore è collegato ad un trolley tramite una maniglia, che mi piace definire “di servizio”, eccezionalmente lunga, che funge da scala. La scala, collegata al trolley e al tricolore, unisce la terra al cielo, realizzando il sogno.

 

IL SOGNO DI DON TONINO BELLO

Non so perché, ma fin dal primo momento che ho visto la copertina, l’ho associata a tre meravigliosi pensieri di don Tonino Bello.

 

Il primo pensiero concerne il trolley e la vita. Osserva don Tonino Bello “La vita non è come una valigia: una valigia quanto più è piena . . . tanto più è pesante; la vita quanto più è vuota . . . tanto più è pesante.

 

Il secondo pensiero riguarda la scala e i giovani. Se don Tonino Bello fosse qui, pensando che il tasso di disoccupazione nel primo trimestre 2014 ha toccato il nuovo record del 13,6% e, addirittura,  del 46% per i giovani da 15 a 24 anni (scomponibile in 35,9% Nord, 42,9% Centro, 60,9% Sud), direbbe: “Ragazzi, non lasciatevi suggestionare dal mito di dover camminare con i piedi per terra, perché quello è un mito che viene adoperato moltissimo, strumentalmente dal mondo degli adulti. A furia di camminare con i piedi per terra, ci stiamo appiattendo alla banalità più assurda. Io credo che siete voi, invece, che dovete impregnare di luce, di sogno, di entusiasmo, di passione la vita così arida, così secca degli adulti”.

 

Il terzo pensiero si riferisce ai giovani e ai loro avi. Chiarisce don Tonino Bello: “La Terra non ci è stata data in eredità dai nostri genitori, ma l’abbiamo ricevuta in prestito dai nostri figli”. “L’Italia dei sogni”. . . Sapete qual è il sogno di don Tonino Bello? . . . “Il mio sogno è portare il sorriso, il coraggio, la speranza a tutti coloro che incontro”. Mi piace sottolineare che al primo posto poneva il sorriso.

 

Perché vi ho parlato di don Tonino Bello? Perché Goffredo Palmerini ha scritto dei pezzi ricollocati ne “L’Italia dei sogni” su Santi e prossimi Santi: San Celestino V, San Giovanni Paolo II, il Venerabile don Gaetano Tantalo, il Servo di Dio don Tonino Bello. Quello su don Tonino Bello, colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Goffredo Palmerini, è un pezzo su un mio libro, tanto piccolo quanto prezioso: “Spalancare la finestra del futuro”, ED INSIEME, 2011.  È collocato a pag. 46 de “L’Italia dei sogni”.

 

DUE SOGNI CHE SI UNISCONO

L’Italia dei sogni” contiene a pag. 194 un pezzo scritto a quattro mani da me e Goffredo Palmerini. Concerne Milano, Martina Franca e L’Aquila. Cosa le collega? Un sogno chiamato “Teatro”.

 

A Milano, nel 1947, due ragazzi di 26 e 28 anni, Giorgio Strehler e Paolo Grassi, inventarono un sogno: il Piccolo Teatro di Milano. Al loro fianco c’era una ragazza: Nina Vinchi. Strehler, Grassi, Vinchi, un sodalizio a tre che ha fatto la storia del teatro, a Milano, in Italia, nel mondo, che ha saputo fare della sala di via Rovello uno dei maggiori centri culturali europei.

 

A Martina Franca, nel 1975, un gruppo di appassionati musicofili, capeggiati da Alessandro Caroli, con il determinante supporto di Franco Punzi, allora Sindaco della città pugliese e di Paolo Grassi, all’epoca sovrintendente del Teatro alla Scala, inventarono un altro sogno: il Festival della Valle d’Itria.

 

È proprio vero (e non mi stancherò mai di ripeterlo): “Se non si sogna, non si progetta. E se non si progetta, non si realizza”. È incredibile a dirsi ma, ogni anno, nel ricordo di Paolo Grassi, i due citati sogni annullano i 1.000 km che li separano e si uniscono. Ciò avviene ogni anno, senza soluzione di continuità,  al punto che Sergio Escobar è solito dire: “Il Festival della Valle d’Itria è una costola del Piccolo Teatro di Milano. E il Piccolo Teatro di Milano è una costola del Festival della Valle d’Itria”. È un pensiero che  arriva dritto al mio cuore, facendomi emozionare.

 

Così come mi fa emozionare la strategia del Festival. “Tempi di crisi e di paure diffuse, di necessaria prudenza e di rinunce forzose, ma per un Festival che sente l’alto richiamo del servizio pubblico alla Cultura arretrare e chiudersi in difesa è una soluzione semplicemente non percorribile. Il Festival della Valle d’Itria accetta la sfida, nella convinzione che l’unica risposta possibile, per una società smarrita, sia stringersi intorno ai propri valori. E quindi rilancia, scommettendo sulla curiosità e qualità del suo pubblico, trovando coraggio nelle proprie radici e cercando di trasformarsi con sempre maggior convinzione in un laboratorio pubblico di idee, creatività, emozioni, dibattito”.

 

Ciò, nonostante lo straordinario monito di Paolo Grassi, ricordato da Alberto Triola,  Direttore artistico del Festival della Valle d’Itria il 21 maggio 2014 presso il Piccolo Teatro di Milano: “Un’idea di fare teatro, in un modo diverso dagli altri, non vi servirà molto. Anzi, vi farà soffrire di più. Ma sarà anche il segno del vostro orgoglio. Portate con voi l’esempio di una moralità teatrale per un mondo migliore e più buono. Non dimenticatevi: in epoche oscure anche le luci più tenui brillano come stelle. E ricordatevi anche che, nonostante tutto, il Mondo non finisce qui. Che il Teatro non finisce qui”.

 

Martina Franca, la Città che porta i protagonisti e il pubblico del Festival della Valle d’Itria, grazie a programmi di musica vocale spirituale, mottetti e madrigali, a scoprire le sue chiese, i suoi chiostri  e dintorni  in fasce orarie inedite: il mezzogiorno domenicale (All’ora sesta), tutti i sabati alle ore 18,00 (I concerti del sorbetto) e nella suggestiva atmosfera notturna (Canta la notte ha inizio a mezzanotte). Sia lode e gloria al Festival della Valle d’Itria, un sogno pugliese-milanese che da 40 anni inorgoglisce ed emoziona nel nome della Cultura.

 

UN MESSAGGIO DI PACE

Qual è il legame tra il Festival della Valle d’Itria e L’Aquila?. . . È l’opera Nûr (“Luce” in lingua araba). È un’opera da camera in un atto dell’aquilano Marco Taralli. Nûr è un’opera appositamente commissionata dal Festival della Valle d’Itria, che è stata eseguita per la prima volta il 21 luglio 2012 presso il Teatro Verdi di Martina Franca. La replica ha avuto luogo il 28 luglio, trasmessa in diretta da Radio3 Rai.

 

Nûr si svolge in una notte, tra i letti di un improvvisato ospedale da campo allestito nel prato di Collemaggio, l’indomani del terribile terremoto che ha distrutto la città dell’Aquila. Narra la storia di una donna senza nome, che ha  perso la vista nel crollo della sua casa e che trascorre una notte di delirio, tormenti e visioni. I compagni di corsia, disturbati dal suo continuo lamentarsi per il buio che la circonda, la chiamano Luce. Si prendono cura di lei un vecchio Frate (Celestino V), che nessuno tranne Luce può vedere e Samih, un giovane Medico arabo contrastato dalla concretezza spiccia del Primario, che nell’emergenza del momento rimuove lo spazio della compassione umana. Questa drammatica vicenda notturna  approda a una scoperta salvifica per la coscienza della donna allo spuntare dell’alba.

 

Nûr trasmette un messaggio di fondamentale importanza. Se è vero che parla di angoscia e sofferenza, è anche vero che rappresenta un cammino alla ricerca della luce: la luce della compassione e dell’accoglimento di  chi è diverso da noi o, più semplicemente, lontano, altro da noi. È un messaggio di Pace, che ha riempito di gioia la mente, il cuore e l’anima di chi ha visto l’opera. Tutti, ripeto tutti, ci siamo commossi quando Luce e Samih hanno visto aprirsi la Porta Santa della Basilica di Collemaggio e l’hanno oltrepassata. Sia lode e gloria a Nûr, una meravigliosa Opera  che ha portato tanta luce aquilana al Festival della Valle d’Itria.

 

LE RADICI E LE ALI

Goffredo Palmerini con “L’Italia dei sogni” narra, facendo emozionare, che due sono le cose importanti della vita: le radici e le ali. Per certificare la valenza delle radici, faccio ricorso ai versi in dialetto salentino dei Sud Sound System.

 

“Se nu te scierri mai

delle radici ca tieni

rispetti puru quiddre

delli paisi lontani.

Se nu te scierri mai

de du ede ca vieni

dai chiù valore 

alla cultura ca tieni”.

“Se non dimentichi mai

le tue radici

rispetti anche quelle

dei paesi lontani.

Se non scordi mai

da dove vieni

dai più valore

alla cultura che hai”.

 

Questi versi dovrebbero essere ben presenti in tutti i Comuni della Puglia, dell’Abruzzo, del Molise, della Lombardia. . . dell’Italia, perché c’è difficoltà per le ali e confusione per le radici. Consideriamo le 7 nazioni più importanti del Mondo: Italia, USA, Inghilterra, Francia, Germania, Cina, Giappone. Il Rapporto 2013 di UnionCamere e Symbola contiene un’analisi culturomica con riguardo a 7 attività culturali: Arte, Architettura, Cinema, Design, Moda, Teatro, Enogastronomia.

 

All’inizio del Novecento l’Italia:

­   è prima nell’arte e nell’architettura;

­   non si classifica nel cinema, perché il cinema deve ancora fare la sua comparsa;

­   è seconda nel design e nella moda;

­   è sesta nel teatro;

­   è settima nell’enogastronomia.

Spostiamoci con la macchina del tempo di un secolo, arrivando al 2000. Nel 2000 l’Italia è:

­   settima nell’arte;

­   sesta nell’architettura;

­   settima nel cinema;

­   quarta nel design;

­   terza nella moda;

­   settima nel teatro;

­   terza nell’enogastronomia.

 

Nel 2000 la miglior posizione che occupa l’Italia è la terza nella moda e nell’enogastronomia. In un secolo l’Italia ha perso posizioni nell’arte, nell’architettura, nel design, nella moda, nel teatro. Siamo ultimi nel cinema. Stiamo guadagnando posizioni solo nell’enogastronomia.

 

Purtroppo, le brutte notizie non sono finite qui. Consideriamo 5 marcatori di significato: lusso, stile, bellezza, genio, immaginazione.

All’inizio del Novecento l’Italia:

­   è prima per lusso e stile;

­   è seconda per bellezza;

­   è terza per genio e immaginazione;

­   è sesta per estetica.

Nel 2000 l’Italia:

­   è settima per lusso;

­   è quinta per stile;

­   è seconda per bellezza;

­   è quinta per genio;

­   è settima per immaginazione;

­   è settima per estetica.

 

In un secolo l’Italia ha perso posizioni per lusso, stile, genio, immaginazione e estetica. È riuscita a mantenere la seconda posizione solo per bellezza. Abbiamo dilapidato buona parte del patrimonio trasmessoci dai nostri avi! Non siamo riusciti a mantenere le promesse del passato! Un delitto!

 

Dalla difficoltà per le ali passo alla confusione per le radici. Ne parlo con riferimento a due casi concreti, che concernono la Puglia e Milano. “Smart Puglia 2020”: è così denominato il progetto della Regione Puglia che dovrebbe portarci nel futuro. Si tratta di denominazione del tutto inadeguata per la terra dei Messapi e della Magna Grecia, che non può limitarsi a fare “copia e incolla” di una terminologia ultra adottata negli ultimi anni. Mi permetto, inoltre, di far osservare che, pronunciandola, il volto non si apre al sorriso.

 

Provate a pronunciare “Puglia Gentile”. È il titolo della silloge “Puglia Gentile”, 1986, del Poeta  Angelo Semeraro, vissuto a Paganica e all’Aquila, figlio di Francesco Semeraro di Massafra.

È agevole per me constatare che i vostri volti si sono illuminati. E, adesso, vi faccio emozionare con i versi di “Puglia Gentile” che “L’Italia dei sogni” riporta a pag. 225.

 

“Mi sono ubriacato di sole,

mi sono ubriacato di mare,

mi sono ubriacato d’amore.

Amore per la Puglia stupenda;

amore per le contrade che nel mito

trovano la loro essenza di essere”.

 

Completo il quadro dello stato confusionale in cui versa il nostro Paese con il secondo caso. “Made of Italians”: è lo slogan coniato da EXPO 2015. Si tratta di uno slogan del tutto inadeguato per la terra di Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi.

 

Concludo. Sia lode e gloria a Goffredo Palmerini che, con “L’Italia dei sogni”, ribadisce che radizione è custodia del fuoco.

E ancora, che semplicità è un dono prezioso.

E ancora, che il colore azzurro implica speranza.

E ancora, che per passare dal buio alla luce, dai punti neri alle stelle, non basta, come ci ha insegnato don Tonino Bello, enunciare la speranza, ma occorre organizzarla:

  • magari riempiendo o svuotando una valigia;
  • magari ricorrendo ad una scala;
  • magari  – che è l’immagine che più mi intriga – utilizzando le nostre ali.



Teramo. NON DI SOLA DANZA… La grande danza italiana incontra i ragazzi per parlare di anoressia e disordini alimentari

 

 

E’ stata proprio Mariafrancesca Garritano a puntare i riflettori sulla correlazione tra “danza e anoressia” nel dicembre 2011, quando aveva denunciato la presenza dei disturbi alimentari nel mondo della danza in un’intervista rilasciata al domenicale inglese The Observer . E proprio le dichiarazioni pubbliche rilasciate alla stampa internazionale e alle tv hanno portato il Teatro milanese a licenziarla per “per giusta causa”.

Da allora Mariafrancesca, o Mary Garret , nick name usato sul web , col quale ha anche firmato il suo libro autobiografico “La verità, vi prego, sulla danza!” alla sua seconda edizione, combatte la sua battaglia personale e collettiva a colpi di testimonianze dirette e incontri, per mettere in guardia da certe pericolose esagerazioni e alcuni meccanismi malati che rischiano di far cadere ragazze e ragazzi in un baratro spesso senza ritorno.

Il maestro Michele Villanova, già Primo ballerino del Teatro alla Scala, ha scritto la postfazione del libro schierandosi in prima linea a difesa della ballerina licenziata e del bisogno immediato di informare sui rischi che si corrono quando ci si trova in ambienti che stimolano l’eccessiva competitività attraverso errati metodi di insegnamento.

 

La ballerina Mariafrancesca Garritano, dopo il licenziamento dalla Scala, torna ad esibirsi al fianco del fratello Massimo, chitarrista, compositore e arrangiatore, docente per i corsi pre-accademici di Chitarra Jazz e di Armonia, Conservatorio di Musica di Cosenza.

I due fratelli in scena, uno con chitarra acustica e live electronics, l’altra con scarpette da punta e tutù, spazieranno dal repertorio del balletto classico rivisitato dal chitarrista, come “Il Cigno” di Saint-Seans e

 




Teramo. In Abruzzo c’è voglia di fondi europei: i Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo si confrontano con l’europarlamentare Lara Comi e il Governatore Gianni Chiodi

 

Martedì 7 gennaio il terzo appuntamento dell’iniziativa “Aperitivo con…”

 

Impresa, Europa, Giovani, Economia, ma anche programmi e strategie per allontanare con coraggio e determinazione le ombre che ruotano intorno all’Abruzzo,  all’esito dell’ultimo rapporto sull’economia, che conferma una situazione di enorme difficoltà.  Questi i macrotemi sui quali s’incentrerà il nuovo appuntamento “Aperitivo con…” promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo.   L’incontro, in programma martedì 7 gennaio, alle ore 18:30,  nella sede dell’Associazione degli industriali, a Sant’Atto, vedrà come protagonisti e interlocutori diretti l’europarlamentare Lara Comi ed il Governatore della Regione Abruzzo,Gianni Chiodi.

 

Con  l’Onorevole  Comi,   dichiara il presidente del Gruppo GI di Teramo, Giammaria de Paulis – analizzeremo le opportunità che, tramite la prossima programmazione dei Fondi strutturali europei 2014-2020,  potranno essere sicuramente colte e messe a disposizione del nostro territorio,  che ha ancora  bisogno di essere sostenuto.  Con il Governatore Chiodi,  parleremo delle principali  sfide che attendono l’Abruzzo nel 2014.  Il nostro “Aperitivo con” – che vedrà prossimamente presenti anche  altri esponenti del mondo politico, per esaminare punti di vista diversi –  intende favorire il dibattito sulle best practice e sulle idee, sale della crescita e dello sviluppo economico”.

 

Nata a Garbagnate Milanese nel 1983 e residente a Saronno, Lara Comi si è laureata con lode in Economia all’Università Bocconi ed ha poi lavorato come stagére in banca,  presso il Consolato dell’Uruguay   e, successivamente come brand manager per alcune importanti aziende.  Alle elezioni europee del 2009, candidata al Parlamento Europeo per il Popolo delle Libertà nella circoscrizione Italia Nord Occidentale, ha riportato 63.158 preferenze, risultando la quarta eletta della lista.  Di recente, è stata nominata co-presidente della commissione Sviluppo sostenibile, ambiente, politica energetica, ricerca, innovazione e tecnologia all’interno dell’Assemblea parlamentare mista euro-latinoamericana Eurolat.

 

Teramo, 3 gennaio 2014




Teramo. In Abruzzo c’è voglia di fondi europei: i Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo si confrontano con l’europarlamentare Lara Comi e il Governatore Gianni Chiodi

Martedì 7 gennaio il terzo appuntamento dell’iniziativa “Aperitivo con…”

 

Impresa, Europa, Giovani, Economia, ma anche programmi e strategie per allontanare con coraggio e determinazione le ombre che ruotano intorno all’Abruzzo,  all’esito dell’ultimo rapporto sull’economia, che conferma una situazione di enorme difficoltà.  Questi i macrotemi sui quali s’incentrerà il nuovo appuntamento “Aperitivo con…” promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo.   L’incontro, in programma martedì 7 gennaio, alle ore 18:30,  nella sede dell’Associazione degli industriali, a Sant’Atto, vedrà come protagonisti e interlocutori diretti l’europarlamentare Lara Comi ed il Governatore della Regione Abruzzo,Gianni Chiodi.

 

Con  l’Onorevole  Comi,   dichiara il presidente del Gruppo GI di Teramo, Giammaria de Paulis – analizzeremo le opportunità che, tramite la prossima programmazione dei Fondi strutturali europei 2014-2020,  potranno essere sicuramente colte e messe a disposizione del nostro territorio,  che ha ancora  bisogno di essere sostenuto.  Con il Governatore Chiodi,  parleremo delle principali  sfide che attendono l’Abruzzo nel 2014.  Il nostro “Aperitivo con” – che vedrà prossimamente presenti anche  altri esponenti del mondo politico, per esaminare punti di vista diversi –  intende favorire il dibattito sulle best practice e sulle idee, sale della crescita e dello sviluppo economico”.

 

Nata a Garbagnate Milanese nel 1983 e residente a Saronno, Lara Comi si è laureata con lode in Economia all’Università Bocconi ed ha poi lavorato come stagére in banca,  presso il Consolato dell’Uruguay   e, successivamente come brand manager per alcune importanti aziende.  Alle elezioni europee del 2009, candidata al Parlamento Europeo per il Popolo delle Libertà nella circoscrizione Italia Nord Occidentale, ha riportato 63.158 preferenze, risultando la quarta eletta della lista.  Di recente, è stata nominata co-presidente della commissione Sviluppo sostenibile, ambiente, politica energetica, ricerca, innovazione e tecnologia all’interno dell’Assemblea parlamentare mista euro-latinoamericana Eurolat.

 

Teramo, 3 gennaio 2014




Pointstic® e Decathlon una partnership strategica

Pointstic® e Decathlon

una partnership strategica

 

Milano, 16 dicembre 2013Pointstic® – l’innovativa App sviluppata e realizzata dalla startup milanese Pointstic Srl che “premia” i consumatori per azioni legate allo shopping – è stata scelta da Decathlon – azienda francese leader in Europa nella creazione, produzione e distribuzione di prodotti e tecnologie sportive – come partner tecnologico per la nuova campagna walk-in. L’iniziativa, cominciata durante il week end e che terminerà il 22 Dicembre, ha già fornito ottimi risultati in termini di partecipazione da parte degli utenti.

 

La campagna proposta è semplice, immediata e divertente: gli utenti dovranno entrare in un qualsiasi store della catena Decathlon e scattare una foto ai due prodotti indicati.

Tutti i consumatori che aderiranno all’iniziativa riceveranno dei punti che andranno ad accumularsi al loro saldo. Al raggiungimento di determinate soglie l’utente potrà scegliere fra moltissimi regali all’interno del vasto catalogo messo a disposizione da Pointstic.

 

Antonio Giannetto CEO e Founder di Pointstic SrlPointstic è il trait d’union tra il reale e il virtuale, è la nuova forma di marketing che rende i consumatori attori protagonisti e non solo spettatori. Ed è per questo che Decathlon si è rivolta a noi, non solo per entrare in contatto con i consumatori attuali e potenziali, ma per renderli ambasciatori spontanei del brand.

 

La ludicizzazione (gamification) e il coinvolgimento del consumatore sono le carte vincenti per creare un legame positivo con il brand. Pointstic grazie a un network che ha da poco superato i 170.000 download e alle continue innovazioni apportate sull’App, rappresenta per Decathlon la piattaforma ideale per rafforzare la brand awareness e portare consumatori nei propri punti vendita.

——

Pointstic (www.pointstic.com) è la prima piattaforma mobile di rewarding che grazie ad un’App innovativa basata su una tecnologia all’ avanguardia, supporta brand e retailer ponendosi come strumento ideale per ingaggiare gli utenti in mobilità, renderli ambasciatori spontanei dei brand ed incentivare gli acquisti attraverso offerte esclusive. Fondata da Antonio Giannetto e Alessandro Regonini, ha ricevuto capitale e supporto strategico da I-Next Ventures e Xandas NMV per raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissati.

 

I-Next Ventures (www.i-nextventures.com), basata in Lussemburgo, è un investitore internazionale specializzato nello scouting di società innovative ed ad elevato potenziale, guidate da imprenditori dinamici.

 

Xandas New Media Ventures (www.xandas.com), basata a Milano, si focalizza sul lancio di progetti e iniziative Web e Mobile altamente innovative, tipicamente in fase ‘early stage’. Xandas affianca iniziative imprenditoriali e garantisce non solo un apporto di capitali ma anche strategico e manageriale.




La Rete Antifascista Nord-Ovest Milano organizza: ANTIFASCISTI in PIAZZA!

La Rete Antifascista Nord-Ovest Milano organizza:

ANTIFASCISTI in PIAZZA!

LIBRI e DOCUMENTI sulle nuove destre, con la presenza di autori e giornalisti.
MUSICA con i Ciapanò e La banda degli Ottoni

http://www.peacelink.it/pace/a/39371.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

La Rete Antifascista Nord-Ovest Milano organizza:

ANTIFASCISTI IN PIAZZA!

LIBRI e DOCUMENTI sulle nuove destre

Con la presenza di autori e giornalisti

MUSICA con i Ciapanò e La banda degli Ottoni

Sabato 30 Novembre 2013

Piazza Dalla Chiesa – Bollate (Milano)

No stop dalle 10:30 alle 17:30

Alla Rete Antifascista Nord-Ovest aderiscono Comitati, Associazioni, circoli ANPI, Forze sociali e politiche di:

Arese, Cesate, Bollate, Garbagnate Milanese, Lainate, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Senago, Solaro

Perché essere Antifascisti oggi?

L’antifascismo non avrebbe senso di esistere se non ci fosse fascismo.
E il fascismo invece c’è, e striscia, ora nascosto ora prepotente e spavaldo,
nei nostri paesi e nella nostra quotidianità.

Fascismo è la violenza verbale e fisica perpetrata da soggetti protetti contro vittime indifese, l’attacco codardo del più forte sul più debole, è istigare odio verso i diversi

Fascismo è il razzismo e la privazione di diritti umani e sociali

Fascismo è l’arricchimento di pochi, basato sull’esistenza e sfruttamento dei più deboli. E’ il fomentare la guerra tra poveri, messi in competizione tra loro

Fascismo è produrre ignoranza e qualunquismo, togliere capacità di critica, ridurre il diritto allo studio, negare la storia e la scienza

Fascismo è creare e fomentare la “paura” di tutti e di tutto, del vostro prossimo, del vostro futuro, di chi vi appare diverso o “non conforme”

Fascismo è imporre “Tribunali Speciali”, usare una “giustizia” che segua le volontà ed umori dei capi e dei potenti. Fascismo è sovrapporre, concentrare e confondere i poteri i legislativi, giudiziari ed esecutivi

Fascismo è dirottare i problemi delle persone e le tensioni sociali su nemici esterni, inventati di volta in volta, esaltando la violenza e la guerra come strumento di soluzione dei problemi

Fascismo è devastare un circolo culturale, è chiudere e sgomberare aree di cultura democratica, è minacciare chi difende giustizia e legalità. Fascismo è rifiuto della democrazia

Fascismo è morte civile e sociale. E’ negazione della ragione e dell’Umanità

  • Antifascismo è invece non avere paura, è pretendere l’affermazione della verità, della libertà di pensiero, della cultura universale, del rispetto reciproco, dell’uguaglianza tra esseri umani. È cercare progresso e trovare risposte con le armi dell’informazione, del dialogo e della cultura.
  • Antifascismo è difendere la separazione dei poteri dello Stato, autonomi ed indipendenti tra loro, il cui equilibrio è l’architrave della società.
  • Antifascismo è riconoscere l’importanza del lavoro per il progresso morale e sociale. Antifascismo è riaffermare continuamente le ragioni della nostra moderna ed attuale Carta Costituzionale.
  • Antifascismo è la vita in armonia tra gli esseri umani, e tra loro e l’ambiente. È il progresso senza prevaricazione. È la Democrazia applicata
  • Antifascismo è la forza delle idee democratiche contro le forze delle tenebre e della distruzione sociale, civile, culturale ed economica.

Antifascismo è resistenza attiva e non passiva,
è partecipazione ed impegno.

Il pericolo fascista esiste ora, nei nostri territori

Sembra che non ci si voglia accorgere, cominciando dalle Istituzioni, di tentativi di riemersione e di ricerca di visibilità nelle nostre piazze di formazioni e gruppi che fanno evidente apologia del fascismo e ne perseguono i medesimi lugubri, tristi e farneticanti obiettivi.

Sembra che non ci si voglia neanche accorgere che in via Alfieri a Bollate esiste un luogo di ritrovo per fascisti e neonazisti, italiani e stranieri, che mette a rischio la vita democratica della città e di tutto il nord-ovest milanese.

Noi tutti abbiamo il dovere di reagire con decisione e razionalità, non abbassare la guardia, ricordare e rivendicare la natura antifascista delle nostre comunità.

Alla Rete aderiscono Comitati, Associazioni, circoli ANPI, Forze sociali e politiche di:

Arese, Cesate, Bollate, Garbagnate M., Lainate, Novate M., Paderno D., Senago, Solaro

Rigettiamo il Fascismo il Razzismo ed il Nazismo nella pattumiera della storia

Fermare i rigurgiti fascisti e neonazisti, vanificare i loro tentativi revisionistici di nuova legittimazione e difendere i valori contenuti nella nostra Costituzione devono essere gli obiettivi di ogni cittadino italiano e di ogni Istituzione.

Rete Antifascista Nord-Ovest Milano

No al Razzismo

Difendere la Costituzione

Chiudiamo la Skinhouse




Questa settimana doppio appuntamento al Pin Up Music club!!!!!

Questa settimana doppio appuntamento al Pin Up Music club!!!!!

Due tributi di grandissimo livello.

Sabato 26 ottobre ore 22.30 una serata dedicata a Lorenzo Jovanotti Cherubini con lo spettacolo NOTTE-JOVA
In occasione dei 25 anni di carriera di Jovanotti,
tutte le più belle canzoni di Lorenzo, dai suoi esordi fino ad oggi, in uno show brillante, colorato, pieno di ritmo ed energia!
Da “Vai Così” a “La Mia Moto” fino a “Ora” passando dagli album che lo hanno reso più famoso, i successi si susseguono senza interruzione così come il look del nostro cantante che si trasforma adattandosi alle varie fasi che Jovanotti ha attraversato da un disco al successivo nel corso degli anni.
Jova- Notte è il tributo dedicato a Lorenzo ed alle sue canzoni.
Una notte piena di ricordi ed emozioni.

Domenica 27 ottobre ore 22.30 invece sarà la volta dei Calibro 35 con Italian Soundtracks Funkateers!
Le colonne sonore dei film-poliziesco anni 70 saranno suonati e arrangiati al ritmo di funk.
I Calibro 35 fanno uso di strumenti vintage per ricreare l’ambiente milanese tra cocktail e malavita, AlfaGiulia e Punt e Mes. Il progetto dei Calibro35 nasce dalla passione per questo dimenticato repertorio italiano, con l’intento di riproporne suoni e atmosfere.

Questi i film che li hanno ispirati:
Milano Calibro 9, La Mala Ordina, Roma Violenta, Italia a Mano Armata, Napoli Violenta, Roma a Mano Armata, La Polizia Ringrazia, La Polizia Sta a Guardare, Milano Odia: La Polizia Non può Sparare, Milano Trema, Il Cittadino si Ribella, Cani Arrabbiati e questi i musicisti:
Ennio Morricone, Franco Micalizzi, Stelvio Cipriani, Edda Dell’Orso, Luis Bacalov, Francesco De Masi, Piero Umiliani, Piero Piccioni, Goblin, Guido e Maurizio De Angelis, Nino Rota, Lesiman, Armando Sciascia, Ritz Ortolani… Medeski Martin & Woo

Due spettacoli nuovi, due serate incredibili
insomma… da non perdere
e dopo ogni concerto “Disco d’oRock” la musica rock più bella degli ultimi 20 anni con i dj Pino Morelli !!

Pin Up music & beer uscita a/14 Giulianova-Teramo www.thepinup.it




Italia. Quale Italia? Aggregare per cogliere le opportunità

Quale Italia?
Aggregare per cogliere le opportunità

Il presente e il futuro del nostro Paese al centro del dibattito organizzato da Cultura&Solidarietà e People in touch

ANSO partner dell’evento che vede attivi

associazioni e personaggi di rilievo.

14 Ottobre 2013, Teatro Dal Verme, Milano

Ore 10.30 – 23.30
Sarà una giornata densa di incontri quella del prossimo 14 ottobre al Teatro Dal Verme di Milano. Protagonista è la nostra Italia e la direzione da prendere nei prossimi tempi, l’atteggiamento da avere per saper valorizzare le sinergie messe a disposizione dalle tante anime associative e imprenditoriali che la popolano.

L’evento “Quale Italia? Aggregare per cogliere le opportunità” organizzato da La Community di People in Touch insieme a Cultura e Solidarietà e che vede, fra le altre, la partnership di ANSO – come associazione che rappresenta gli editori di informazione locale online – vuole dare spazio alla discussione e al confronto temi peculiari per il presente del nostro Paese, pensando alle chiavi di volta su cui investire per il futuro dell’Italia.

“È importante partecipare al dibattito – dichiara il presidente ANSO Betto Liberati – ed essere aperti al confronto. Ascoltare voci diverse per capire come poter dare il proprio contributo in maniera armonica ed efficiente alla crescita imprenditoriale italiana, nel nostro caso quello degli editori digitali, in un momento critico come quello attuale dove investire tempo, denaro, risorse ed energie sembra così difficile. Siamo ottimisti: il tempo e le nuove opportunità di Internet ci stanno dando ragione”.

Il programma della giornata prevede tre tavole rotonde e un appuntamento serale con la premiazione “Social Commitment Award” per conferire un riconoscimento per meriti di carattere sociale.

Si inizia alle 11.00 con un workshop dedicato a “Cultura e Società” con l’analisi dell’attuale contesto sociale e la necessità di rinnovare i sistemi culturali; il dibattito, moderato da Marco Biscella de Il Sole 24Ore, vedrà protagonisti relatori di rilievo fra i quali Alessandro Rosina, Professore associato di Demografia presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, impegnato nel tema Disuguaglianza e pari opportunità, Ida Regalia, Università degli Studi di Milano, per discutere dei tabù che frenano il cambiamento.

Alle 15.00 saranno protagonisti gli scenari economici radicati nel nostro Paese, confrontandoli con quelli possibili. Partendo dall’interrogativo “Cosa fare per rimettere in moto il Paese?” si discuterà con la moderazione di Fabio Tamburini, ANSA – Corriere della Sera e la partecipazione di Mario Martino, Direttore Generale Milano Serravalle-Milano Tangenziali, il quale esporrà il ruolo strategico delle infrastrutture all’interno di scenari economici. Si parlerà inoltre del ruolo della Pubblica Amministrazione con Giovanni Valotti, Presidente Metropolitana Milanese.

Nel tardo pomeriggio, dalle ore 18.00, il dibattito verterà sul nodo cruciale: qual è il futuro dell’Italia? Considerazioni di Enrico Pazzali, Amministratore Delegato Fiera Milano, Nicolò Boggian, Advisor Michael Page e Claudio Ceper, Senior Advisor Egon Zehnder International, i quali toccheranno il tema del valore del capitale umano, insieme a condsiderazioni sulla buona politica e le istituzioni con Fabrizio Sala, Sottosegretario ad Expo Regione Lombardia.

Dalle 20.30 inizierà la “Notte delle Stelle” nel corso della quale saranno conferite le stelle al merito sociale ovvero il “V Social Commitment Award”. Il premio verrà assegnato a ventuno personalità nazionali di primo piano del mondo del cinema, dell’imprenditoria e del volontariato, come Paolo Jannacci, che ritirerà un premio alla memoria del padre Enzo, e Carlo Visconti, Segretario Generale del Consiglio Superiore della Magistratura.

www.anso.it
e-mail: segreteria@anso.it



Teramo. Premio Di Venanzo per la migliore Fotografia Cinematografica Italiana Esposimetro d’Oro a Luca Bigazzi

Premio Di Venanzo per la migliore Fotografia Cinematografica Italiana

Esposimetro d’Oro a Luca Bigazzi

Premiato per il film di Paolo Sorrentino La grande bellezza

Individuato anche il terzo autore della Fotografia al quale assegnare l’Esposimetro d’Oro della 18^ edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo. La scelta della Giuria, presieduta dal critico cinematografico Stefano Masi, è caduta su Luca Bigazzi al quale va l’ Esposimetro d’Oro per la migliore Fotografia Cinematografica Italiana per il film La grande bellezza di Paolo Sorrentino. L’opera di Sorrentino illuminata da Bigazzi è stata scelta per rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar nella categoria riservata ai film stranieri.

Luca Bigazzi sarà a Teramo sabato 26 ottobre prossimo per ritirare l’Esposimetro d’oro per la Fotografia Cinematografica Italiana. Gli sarà consegnato il riconoscimento nel corso della gran cerimonia di premiazione che si terrà presso il cineteatro Comunale alle ore 17:00.

Luca Bigazzi è tra i più originali “maghi della luce” italiani e tra i più premiati: ha vinto ben 6 David di Donatello come miglior Direttore della Fotografia: nel 1995 con Lamerica di Gianni Amelio, nel 2000 con Pane e Tulipani di Silvio Soldini, nel 2005 con Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, nel 2006 con Romanzo criminale di Michele Placido e ancora nel 2009 e nel 2012 con altri due film di Paolo Sorrentino, Il Divo e This Must Be the Place. A questi aggiungiamo cinque Nastri d’Argento (1995 con Lamerica, 2002 con Brucio nel vento di Silvio Soldini, 2005 con tre film Le chiavi di casa di Gianni Amelio, Le conseguenze dell’amore e Ovunque sei di Michele Placido, nel 2012 con This Must Be the Place, nel 2013 premiato per tre film L’intervallo di Leonardo Costanzo, La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Un giorno speciale di Francesca Comencini), un’Osella d’Oro a Venezia, tre Premi Giuseppe Rotunno e quattro Ciak d’oro.

Luca Bigazzi, nato a Milano il 9 dicembre 1958, con il suo talento visuale si pone come “un personaggio originale ed unico nel panorama della fotografia cinematografica italiana, lontano dai gruppi e dalle stesse associazioni italiane di categoria” (Stefano Masi in “Dizionario mondiale dei direttori della fotografia”, Le Mani Edizioni).

Figlio del regista di pubblicità e Caroselli, Vieri Bigazzi, si avvicina al cinema nel 1977 lavorando per la pubblicità al fianco del padre e di altri, tra cui Paolo Taviani e Maurizio Nichetti. Insieme al regista Silvio Soldini, suo compagno di classe al liceo, fonda la Bilicofilm: i due (Soldini regista e Bigazzi operatore) realizzano un mediometraggio in bianco e nero Paesaggio con figure (1983) e poi Giulia in ottobre (1984). Bigazzi diviene ben presto un punto di riferimento nell’ambiente milanese dei filmaker indipendenti. In quegli anni fotografa cortometraggi, mediometraggi e documentari per Daniele Segre, Donatello Alunni Pierucci, Bruno Bigoni e Giancarlo Soldi. Nel 1989 arriva il salto verso la produzione professionale e lo compie insieme a Soldini con il film L’aria serena dell’ovest. Due anni dopo il regista teatrale napoletano Mario Martone lo vuole al suo fianco nell’esordio cinematografico nel film Morte di un matematico napoletano (1991): Bigazzi di Napoli “restituisce un’immagine assolutamente antiretorica, cupa e notturna”. (Stefano Masi, op. cit.). Grazie a questi lavori Bigazzi viene scelto dai cineasti italiani emergenti dei primi anni Novanta. Tra un film di Soldini e l’altro, Bigazzi dà luce ai più interessanti progetti del giovane cinema italiano, come Manila Paloma Blanca (1992) di Daniele Segre. Ma si accorgono di lui anche i più sensibili cineasti della generazione precedente. Primo fra tutti Gianni Amelio che gli affida la responsabilità delle immagini e delle luci di Lamerica (1995), lavoro con cui Bigazzi vince i primi prestigiosi premi: un David di Donatello e un Nastro d’Argento. Sempre nel ’95 firma le luci e gira le scene alla macchina (lui non abbandona mai il lavoro di operatore sul set) di Lo zio di Brooklyn di Daniele Ciprì e Franco Maresco “girato con uno stile fotografico elegante e funereo, esaltato dai filtri sul cielo…” (Stefano Masi, op.cit.). Di quell’anno anche L’amore molesto di Mario Martone, in cui Bigazzi rilegge i colori di Napoli in una forma raggelata. L’autore della fotografia milanese lavora molto in questo periodo firmando le luci per i film di Michele Placido, Maurizio Nichetti, Pappi Corsicato, Antonio Tibaldi, Pasquale Pozzessere, Mimmo Calopresti, Francesca Archibugi, Francesca Comencini. Continua la sua collaborazione con Soldini, fotografando quasi tutti i suoi film, lo struggente Le acrobate (1997), la commedia Pane e tulipani (1999) e Brucio nel vento (2002). Al tempo stesso Amelio, dopo Lamerica, gli affida la responsabilità dell’immagine per tutti i suoi film da Così ridevano (1998) a Le chiavi di casa (2004), passando per La stella che non c’è (2006) e arrivando all’ultimo lavoro L’intrepido (2013) che Amelio ha portato alla 70^ edizione del festival cinematografico di Venezia.

Bigazzi negli anni “ha messo a punto un modello fotografico flessibile e moderno, basato su una gentilezza del tocco che si ritrova in film di diversa impostazione, da Preferisco il rumore del mare (2000) di Mimmo Calopresti a Le parole di mio padre (2002) di Francesca Comencini, da La forza del passato (2003) di Pier Giorgio Gay a L’amore ritrovato (2004) di Carlo Mazzacurati…Suggestivo l’impasto di basse luci per un altro film diretto da Placido, Romanzo criminale (2005)” (Stefano Masi, op. cit.).

Nel 2004 l’inizio della collaborazione con il regista Paolo Sorrentino per il quale firma l’immagine e la fotografia di tutti i suoi lavori escluso L’uomo in più (2001): da Le conseguenze dell’amore (2004) a L’amico di famiglia (2006), dal pluripremiato Il Divo (2008) a This Must Be the Place (2011) arrivando all’ultimo La grande bellezza (2012). E’ Bigazzi dunque a determinare l’immagine dei lavori del celebrato regista napoletano, film che si impongono per la forza delle storie e delle immagini sulla grande scena internazionale del cinema.

Il Premio Di Venanzo ogni anno individua in quattro categorie i maestri della luce da premiare. La Giuria assegnerà 4 Esposimetri d’Oro:

– all’autore della migliore fotografia cinematografica italiana      LUCA BIGAZZI

– all’autore della migliore fotografia cinematografica straniera

– alla carriera di un autore della fotografia cinematografica:       CLAUDIO CIRILLO

– alla memoria di un autore della fotografia cinematografica:     GIUSEPPE RUZZOLINI

Viene assegnata anche una targa speciale all’autore della migliore fotografia per una fiction televisiva.

Filmografia di Luca Bigazzi

Paesaggio con figure di Silvio Soldini (1983)

Giulia in ottobre di Silvio Soldini (1984)

Cuore in gola di Stefania Casini (1988)

L’aria serena dell’ovest di Silvio Soldini (1990)

Morte di un matematico napoletano di Mario Martone (1991)

Ultimo respiro di Felice Farina (1992)

Manila Paloma Blanca di Daniele Segre (1992)

Nero di Giancarlo Soldi (1992)

Un’anima divisa in due di Silvio Soldini (1993)

Miracoli. Storie per corti di Silvio Soldini (1994)

Lamerica di Gianni Amelio (1995)

Lo zio di Brooklyn di Daniele Ciprì e Franco Maresco (1995)

L’amore molesto di Mario Martone (1995)

Un eroe borghese di Michele Placido (1995)

Luna e l’altra di Maurizio Nichetti (1996)

Correre contro di Antonio Tibaldi (1996)

I vesuviani di Pappi Corsicato (1997)

Testimone a rischio di Pasquale Pozzessere (1997)

Le acrobate di Silvio Soldini (1997)

Così ridevano di Gianni Amelio (1998)

Totò che visse due volte di Daniele Ciprì e Franco Maresco (1998)

Fuori dal mondo di Giuseppe Piccioni (1998)

L’albero delle pere di Francesca Archibugi (1998)

Pane e tulipani di Silvio Soldini (1999)

Tipota di Fabrizio Bentivoglio (1999)

Preferisco il rumore del mare di Mimmo Calopresti (1999)

Domani di Francesca Archibugi (2001)

Le parole di mio padre di Francesca Comencini (2001)

Brucio nel vento di Silvio Soldini (2002)

Un viaggio chiamato amore di Michele Placido (2002)

Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino (2004)

Le chiavi di casa di Gianni Amelio (2004)

L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati (2004)

Mi piace lavorare (Mobbing) di Francesca Comencini (2004)

Ovunque sei di Michele Placido (2004)

Romanzo criminale di Michele Placido (2005)

La guerra di Mario di Antonio Capuano (2005)

A casa nostra di Francesca Comencini (2006)

La stella che non c’è di Gianni Amelio (2006)

L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino (2006)

La giusta distanza di Carlo Mazzacurati (2007)

L’ora di punta di Vincenzo Marra (2007)

Il Divo di Paolo Sorrentino (2008)

Fuga dal call center di Federico Rizzo (2008)

Giulia non esce la sera di Giuseppe Piccioni (2009)

Magari le cose cambiano di Andrea Segre (2009)

Lo spazio bianco di Francesca Comencini (2009)

Copia conforme di Abbas Kiarostami (2010)

La passione di Carlo Mazzacurati (2010)

Il gioiellino di Andrea Molaioli (2011)

This Must Be the Place di Paolo Sorrentino (2011)

Io sono Li di Andrea Segre (2011)

Medici con l’Africa di Carlo Mazzacurati (2012)

L’intervallo di Leonardo di Costanzo (2012)

Un giorno speciale di Francesca Comencini (2012)

La grande bellezza di Paolo Sorrentino (2012)

L’intrepido di Gianni Amelio (2013)




APRE LA FIERA ELETTROMECCANICA “COILTECH” A PORDENONE

APRE LA FIERA ELETTROMECCANICA “COILTECH” A PORDENONE

(Milano, 23 settembre 2013) – Tra le eccellenze della produzione industriale italiana c’è quella della componentistica per motori elettrici, un comparto fondamentale dell’elettromeccanica, caratterizzato da tecnologie avanzate. E’ un settore in cui l’Italia è seconda soltanto alla Germania e nel 2012 ha fatto registrare un fatturato di 4 miliardi di euro, con una quota di esportazione del 45%.  Il mondo del cosiddetto “coil & winding” (bobine e avvolgimenti) si troverà nell’unica fiera italiana di settore, “Coiltech”, allestita presso Pordenone Fiere dal 25 al 26 settembre 2013.

Le aziende italiane del comparto sono 500, per lo più dislocate nei distretti industriali del Triveneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, e producono: bobine di acciaio elettrico, lamierini magnetici tranciati ed impaccati, macchinari per tranciare e impaccare, sistemi di controllo e gestione della produzione automatica dei motori, motori elettrici completi dei trasformatori e dei cavi, ed altro.

Le innovazioni tecnologiche in questo comparto sono importanti per lo sviluppo delle energie rinnovabili, degli elettrodomestici, delle auto elettriche ed altro ancora. Notevole l’interesse internazionale per questo comparto e per la fiera Coiltech, che vanta il 42% degli espositori esteri, e molti visitatori stranieri (nell’edizione 2012 provenivano da 22 diversi Paesi). Coiltech rappresenta un’occasione di incontro tra produttori, buyer ed esperti del settore per favorire scambi commerciali e conoscere nuove tecnologie; il momento espositivo è affiancato da workshop e seminari (per informazioni su Coiltech: www.quickfairs.net).

Giunta alla sua quarta edizione, Coiltech è l’unica fiera italiana di settore, organizzata dalla milanese QUiCKFairs®, che organizza fiere definite “low cost”, con costi ridotti per gli espositori, mirate esclusivamente al mercato, e organizzate in quartieri fieristici di piccola-media superficie espositiva, inseriti nel cuore di distretti economico-industriali.