MOVIMENTO ANIMALISTA, GRANDE SUCCESSO PER LA MANIFESTAZIONE DI ROMA CON L’ON. BRAMBILLA. IN MIGLIAIA IN PIAZZA HANNO CHIESTO PENE PIÙ SEVERE PER CHI MALTRATTA E UCCIDE GLI ANIMALI

 

 

 

Sono stati oltre duemila i militanti e i simpatizzanti scesi in piazza per protestare contro contro l’indifferenza, l’insensibilità, la crudeltà nei confronti dei nostri amici animali, con un corteo e una manifestazione a Roma, la prima indetta a livello nazionale dal

Animalisti

partito nato il 20 maggio scorso: in un mese e mezzo è stato tutto un moltiplicarsi di adesioni, di iniziative sul territorio e in rete, di interventi pubblici e di impegni organizzativi. “Un Movimento in grande crescita – ha spiegato la presidente on. Michela Vittoria Brambilla – che ha deciso di far sentire la sua voce su un tema che sta molto a cuore agli italiani: lo Stato deve tutelare gli animali, selvatici e d’affezione, con leggi penali più severe e veramente deterrenti. Vada in carcere chi infierisce sugli animali e li uccide”.

Davanti ad una piazza gremita e coloratissima, tra cartelli e striscioni e le bandiere delle rappresentanze del Movimento Animalista di tutta Italia e delle numerose associazioni partecipanti, l’ex ministro è andata al punto: “Gli aderenti al Movimento animalista, gli esponenti delle associazioni, i volontari che oggi sono scesi in piazza – ha sottolineato – non si accontentano di scandire slogan, ma pongono una questione precisa: vogliono che l’attenzione agli animali e ai loro diritti entri nell’agenda di governo e Parlamento e vi resti stabilmente, con una completa inversione di rotta rispetto alla sistematica politica di “distruzione” della protezione animale condotta dai governi Renzi e Renziloni. E quelli del Movimento Animalista non hanno più intenzione di delegare ad altri partiti la rappresentanza di questi temi, date l’incapacità e l’insensibilità dimostrate dalla politica. Per questo scendono in campo direttamente, per essere “le istituzioni”, per avere “gente propria” dentro i palazzi, a Roma come nei più piccoli Comuni italiani. Le priorità programmatiche del Movimento animalista – ha proseguito – colmano oggettivamente un vuoto storico nel nostro panorama politico, che sotto gli ultimi governi è diventato imbarazzante”. Tra gli obiettivi, la riforma costituzionale, perché l’esigenza di una maggior tutela degli animali sia recepita al più alto livello, riconoscendo i nostri piccoli amici come esseri senzienti, l’inasprimento delle pene per chi li maltratta e li uccide, il divieto di sfruttarli a maggior ragione se questo avviene per divertimento o per alimentare l’industria del superfluo, la lotta al randagismo, il superamento dei divieti che limitano la libera circolazione con animali al seguito, l’introduzione di un sistema sanitario agevolato per pagare le cure veterinarie nelle famiglie meno abbienti.

“Non è certo la prima volta – ha affermato l’on. Brambilla – che risuona lo slogan “Giustizia per tutti”. Ma è la prima volta che in quel “tutti” sono compresi gli animali. Sì, perché rendere giustizia è difficile in generale, difficilissimo quando si tratta di renderla agli animali. Sarà la crisi, saranno i tempi particolarmente difficili che viviamo, saranno le tensioni in una società in vorticoso cambiamento – sottolinea – sta di fatto che la violenza sugli animali è ormai diventata un’epidemia, tanto più subdola e virulenta quanto più appare oggetto di una frequente e interessata minimizzazione. “C’è ben altro… con quello che succede nel mondo… “: lo conosciamo tutti a memoria questo ritornello. Invece nessuno sa precisamente quanti animali sono abbandonati alla fame e alla sete, uccisi con polpette ai chiodi, impiccati, ammazzati a bastonate, bruciati, trucidati, massacrati. Storie di ordinaria follia. Così ordinaria che quasi ogni giorno abbiamo notizie del genere, ad ulteriore dimostrazione che i casi più eclatanti sono solo più eclatanti, non eccezionali”.

“Perfino questo Parlamento, dominato da un partito anti-animalista, ha dovuto darsi una mossa”, ha proseguito l’ex ministro. “E’ di pochi giorni fa la notizia che la Commissione Giustizia della Camera ha avviato in sede referente, con abbinamenti, l’esame di 7 proposte di legge sulla tutela penale e civile degli animali a mia prima firma, alcune presentate già all’inizio della legislatura. Compresa la proposta che rivede in alcuni punti il codice penale e innalza le sanzioni per maltrattamento e uccisione di animali, quella che introduce l’aggravante per il furto di animali d’affezione, quella che tutela gli animali sequestrati. A queste sette proposte se n’è aggiunta, proprio l’altro ieri, un’ottava, che ho presentato per punire più duramente chi, dopo averli compiuti, divulga su internet atti di crudeltà contro gli animali e per consentire la rimozione di questi contenuti. Siamo quasi alla fine della legislatura, ma abbiamo ancora tempo, se c’è buona volontà da parte di tutti, per compiere un lavoro molto utile in un settore praticamente dimenticato. Poi ci penseremo noi del Movimento animalista, nella prossima legislatura”.

Poiché abbandono e possesso irresponsabile sono varianti del maltrattamento – ha concluso l’on. Brambilla – oggi parliamo anche di randagismo. Noi del Movimento animalista siamo e saremo sempre in prima linea per richiamare le autorità al puntuale adempimento dei doveri loro imposti dalla legge: sappiamo bene che Comuni e Asl troppo spesso fanno finta di niente e che solo il meritorio lavoro delle associazioni impedisce che l’emergenza degeneri ulteriormente. La Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, di cui sono fondatrice e presidente, ha deciso di puntare sulla sterilizzazione, istituendo la Task force “Stop al randagismo”, un’iniziativa senza precedenti per cui stanziamo una somma molto importante e interveniamo direttamente sterilizzando i randagi delle regioni del sud, dove il problema è più acuto e dove l’inadempienza delle istituzioni si fa maggiormente sentire”.




Milano. BORSA ENOGASTROTURISTICA ABRUZZESE, BUONA LA PRIMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Milano, per 14 produttori della Camera di Commercio di Pescara, si sono svolti incontri B2B con buyer lombardi

 

Pescara 7-07-2017. L’Abruzzo deve ripartire dalla gastronomia e dal turismo, è stato questo il leitmotiv della prima edizione della “Borsa Enogastroturistica Abruzzese”. La scelta di traslare a Milano l’ultra-trentennale Mediterranea, e trasformarla in questo nuovo brand è risultata vincente. Il nuovo format ideato e organizzato dalla Camera di Commercio di Pescara è nato con l’obiettivo di promuovere le eccellenze regionali del mondo gastronomico e turistico.

A rappresentare l’Abruzzo, presso la Camera di Commercio milanese, a pochi metri dal Duomo, c’erano 14 produttori che durante la giornata hanno raccontato i loro prodotti a buyer lombardi, giornalisti e blogger di settore. Incontri B2B mirati con ristoratori e catene distributive locali organizzati dall’agenzia Promos di Milano.

Bilancio positivo per la prima edizione della Borsa per il presidente della CCIAA di Pescara Daniele Becci. «Per una giornata intera – ha detto il presidente Becci- a Milano si è respirata l’aria abruzzese, abbiamo portato i nostri quattro punti di forza che sono rappresentati dai quattro segmenti nel nuovo logo della Borsa: mare, monti, gastronomia e borghi. La collaborazione con l’Ente camerale lombardo è stata fondamentale e i nostri produttori sono rimasti soddisfatti, ma questa è solo la prima di varie iniziative che vanno tutte verso questa direzione».

 

Impossibile parlare di gastronomia senza turismo, e così durante l’aperitivo con i prodotti tipici, ha preso la parola il responsabile della DMC Abruzzo Claudio Ucci. «Questo nuovo format – ha aggiunto Ucci- che parte da Pescara potrà essere replicato in tutto Abruzzo. La nostra regione ha tutte le carte in regola per emergere ma sono necessarie azioni di marketing importanti e questa Borsa ne è un esempio».

Poi è stata la volta della cena, nella quale ha preso forma Farmer, il format, che nasce dalla necessità di creare un dialogo diretto tra i produttori e gli chef, con l’obiettivo di puntare i riflettori sul territorio abruzzese e i suoi grandi prodotti rielaborati dalle sapienti mani dei cuochi. A dialogare con i produttori abruzzesi presenti c’era la chef Cinzia Mancini che si è occupata anche di coordinare tutte le portate del menu che sono state realizzate con i prodotti Made in Abruzzo presenti ai B2B.

Durante la cena i 14 produttori coinvolti, si sono detti soddisfatti di aver partecipato alla kermesse organizzata a Milano, città che ad oggi detiene il PIL con il più alto tasso di crescita d’Italia.


PARTECIPANTI BORSA ENOGASTROTURISTICA

 

L. D’Amico srl Dolci Pescara PE
Delixia srl Dolci al latte Spoltore PE
Hermes Claudio Di Mercurio olio Penne PE
Rustichella D’Abruzzo spa Pasta e condimenti Pianella PE
Azienda Agricola Bernardi di Minicucci Domenico Olio Pescara PE
Menozzi De Rosa 1836 srl Liquirizia Atri TE
Fattoria del Torquato Olio Sant’Omero TE
Ciavolich Azienda Agricola Vino Loreto Aprutino PE
Società Agricola Forcella Olio Pescara PE
Bosco Nestore & C. snc Vino Nocciano PE
Agrozootecnica Di Mascio Pierluigi Salumi Loreto Aprutino PE
Consorzio Aprutino Pescarese Olio Pescara PE
Spumanti artigianali Fausto Zazzara Vino-spumante Pescara PE
Azienda Agricola Tocco E. Vino Alanno PE

 




A SULMONA “L’ITALIA NEL CUORE”, IL NUOVO LIBRO DI GOFFREDO PALMERINI

7 luglio 2017

 

Goffredo Palmerini.

Sarà presentato Lunedì 10 luglio, alle ore 19, presso l’Hotel Santacroce Meeting

 

 

SULMONA – “L’Italia nel cuore”, l’ultimo libro di Goffredo Palmerini pubblicato da One Group Edizioni, sarà presentato a Sulmona lunedì 10 Luglio alle ore 19, presso l’Hotel Santacroce Meeting, in viale della Repubblica 55. Dopo il saluto di Domenico Santacroce, proprietario della struttura ed affermato Chef, relatori saranno Franco Ricci, docente di Arti e Letterature moderne all’Università di Ottawa (Canada), Francesca Pompa, presidente One Group, Salvo Iavarone, presidente dell’Associazione Mezzogiorno Futuro (Asmef) e l’autore Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore.

 

Ancora una perla – una ogni anno e mezzo, ormai – ci regala il fecondo scrittore aquilano, di recente insignito del Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia” e della Medaglia del Presidente della Repubblica. In sintesi il volume L’Italia nel cuore: 352 pagine di narrazione con storie coinvolgenti e 276 belle immagini, una copertina originale e una grafica come sempre eccellente su carta di gran pregio. Personaggi, fatti significativi, eventi, racconti di viaggio, illustrano la più bella Italia, dentro e fuori i confini, facendo assaporare al lettore l’orgoglio per la nostra millenaria cultura, le meraviglie del Bel Paese e le straordinarie personalità che con il loro talento rendono onore e prestigio all’Italia ovunque nel mondo.




Roseto. Al via la 22° edizione di Roseto Opera Prima con la Presidenza della Giuria affidata a Carlo Di Stanislao

 

 

Tutto pronto per l’inizio della 22° edizione del Festival Roseto Opera Prima, rassegna cinematografica dedicata ai migliori registi esordienti nel panorama nazionale. L’iniziativa è promossa ed organizzata dal Comune di Roseto degli Abruzzi con la Direzione artistica affidata a Gida Salvino e Barbara Cinque. Gli appuntamenti si svolgeranno in Piazza della Repubblica con ingresso gratuito da domenica 9 a sabato 15 Luglio a partire dalle ore 21.00.

 

Come di consueto, grande importanza alla Giuria popolare che come ogni anno designerà al termine del calendario il miglior film e dunque il riconoscimento al regista esordiente. La Presidenza della Giuria è affidata anche quest’anno a Carlo Di Stanislao, Presidente dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”. Sei i lungometraggi in concorso con una proiezione speciale nella serata conclusiva.

 

Ospiti d’onore per l’appuntamento inaugurale saranno Simona Izzo e Ricky Tognazzi con la presenza di un grande maestro del grande schermo, Enrico Vanzina mentre chiuderanno la rassegna Rociò Munoz e l’attore avezzanese Lino Guanciale.




Enea Trovarelli, grande flautista e direttore d’Orchestra negli Stati Uniti, era abruzzese. Nacque a Chieti il 19 febbraio del 1875.

Associazione Culturale “AMBASCIATORI DELLA FAME”

Pescara, 7 luglio 2017

Enea Trovarelli, grande flautista e direttore d’Orchestra negli Stati Uniti, era abruzzese. Nacque a Chieti il 19 febbraio del 1875.

Enea Trovarelli nacque a Chieti il 19 febbraio del 1875. Un incontro, assolutamente decisivo, fu quello con un vecchio falegname che abitava vicino casa sua. Enea era poco più che bambino quando iniziò a frequentare la bottega dell’artigiano. Questi oltre ad essere un valente “maestro” nel suo campo era un grande appassionato di musica. Con il tempo riuscì a trasmettere al ragazzo l’amore per entrambe le cose. Fu il falegname a

convincere Enea a recarsi a Napoli per studiare musica (Conservatorio di San Pietro a Majella) dove al tempo stesso continuò nell’arte di intagliare il legno. Nella città partenopea conobbe un realizzatore di strumenti musicali e da lui imparò in particolare a costruire flauti. Non sapendo scegliere tra le due passioni Enea decise, per un po’, di coltivarle entrambe. Fu il Giuseppe Creatore, direttore d’orchestra, a volerlo come flautista nella sua Banda che nel 1906 partì, per una serie di esibizioni, per gli Stati Uniti. Fu la sua fortuna. L’anno successivo fece arrivare negli Stati Uniti la moglie Anna Viola e suo figlio Domenico. In America ebbe l’occasione di formarsi con geniali musicisti del calibro di Victor Herbert, Franz Lehar e John Philip Sousa che per anni lo volle nella sua “Sousa Band”. Nel 1909 la “Ellery Band” lo ingaggiò per un tourée di tre mesi in Scozia. Oltre a suonare con maestria il flauto Enea Trovarelli divenne abilissimo Direttore d’orchestra. Suonò e diresse la “”Vessella Italian Band” di Atlantic City. A Brownsville nel Tennessee fondò e poi diresse la “Woodsmen of the World” (La banda dei boscaioli) che divenne famosa e che tenne esibizioni in tutti gli Stati Uniti. La sua crescente fama lo portò a Waterloo, cittadina situata a sud dell’Ontario, in Canada. Qui diresse, tra il 1916 e il 1918, la locale banda e creò una scuola di musica. Spese tutta la vita per l’insegnamento e sono molti a dovergli l’essere poi divenuti abili musicisti. La musica era comunque un dono familiare per i Trovarelli se il figlio Domenico (nato a Chieti nel 1901) diverrà, tra le altre cose, direttore della “Lima Symphony Orchestra” in Ohio, la nipote Fedora DeMattia sarà ottima pianista e professoressa di musica e il nipote Edmond E. DeMattia sarà bravo oboista e direttore d’orchestra. Enea Trovarelli morì nel novembre del 1968 a Yonkers, Westchester County, nello Stato di New York.

Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”




ORGOGLIO, EMPATIA E AMORE NELL’OMAGGIO PER I 90 ANNI DI MARIO FRATTI

6 luglio 2017

 

 

Mario Fratti, Giorgio D’Ignazio, Giuseppe Di Pangrazio

 

Un ciclone di travolgente giovialità: lo scrittore ha entusiasmato L’Aquila e l’Abruzzo

 

di Goffredo Palmerini

 

 

L’AQUILA – Mercoledì 5 luglio. Con una meravigliosa giornata di sole e un cielo intenso d’azzurro, il coro austero dei monti e il verde dei boschi che circondano la sua conca, L’Aquila saluta l’arrivo da New York d’uno dei suoi figli più insigni e prestigiosi: Mario Fratti. Torna nella città natale per festeggiare il suo 90° compleanno (è nato a L’Aquila il 5 luglio 1927). Accogliendo l’invito del Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio, alle 10 in punto Fratti raggiunge l’Emiciclo per l’omaggio che l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa abruzzese ha pensato di riservargli proprio nel giorno del suo 90° genetliaco. Il primo impegno è l’intervista a tutto campo che egli rilascia a Giampaolo Arduini, capo dell’Ufficio Stampa, per le telecamere del Consiglio Regionale. Il drammaturgo aquilano, come sempre efficace, non si perde in giri di parole ed è netto nelle risposte. Una bella intervista. Alle 10 e mezza si va al 4° piano, per un incontro privato con il Presidente del Consiglio Regionale. Fratti si ferma un attimo per ammirare da una delle finestre del Palazzo la splendida facciata romanico-gotica della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, tra le più preziose meraviglie architettoniche della città capoluogo d’Abruzzo, il monumento insigne dove Celestino V fu incoronato papa il 29 agosto 1294, annunciando l’istituzione della Perdonanza, il primo giubileo nella storia della Cristianità che da 723 anni si celebra aprendo la Porta Santa della basilica, dai Vespri del 28 a quelli del 29 agosto d’ogni anno.

 

“Benvenuto! Come la debbo chiamare? Professore?”, l’accoglie così il Presidente Di Pangrazio, andandogli incontro. “Presidente, chiamami Mario, tra abruzzesi diamoci del tu”, replica Fratti con un sorriso solare che gli illumina il volto, gli occhi cerulei e il pizzetto di barba bianca che, di profilo, tanto lo fa somigliare a Pirandello. E subito il dialogo lascia le felpate formalità istituzionali e diventa colloquio amichevole, che apre immediatamente alla conoscenza reciproca, alla confidenza, al racconto delle esperienze. E’ un ciclone di simpatia, Fratti. Travolgente. Empatico. Diretto. Una straordinaria capacità di dialogo e di chiarezza, la sua. Con lampi di parole e opinioni monde da ogni circonlocuzione illustra al Presidente Di Pangrazio, in risposta a puntuali domande – e al Consigliere Segretario Giorgio D’Ignazio che gli siede accanto -, il pensiero sull’America, la storia della singolare sua “emigrazione” a New York nel 1963, il suo amore per l’Italia – “…quando vedo la bandiera dell’Italia, mi commuovo!” -, il segreto del grande successo come scrittore che, con una modestia non comune, egli imputa per metà a semplice fortuna. E poi il valore del sorriso e del dialogo, specie nella politica, e della collaborazione per il bene comune. Quindi l’amore per l’Abruzzo. E per L’Aquila, la sua città dove ha nitidi ricordi dei primi suoi venti anni, delle tragedie della dittatura fascista e dell’occupazione nazista, dei giovani 9 Martiri aquilani catturati e uccisi dai tedeschi, ai quali avrebbe potuto aggiungersi anche lui, se avesse accettato la sollecitazione dell’amico Giorgio Scimia. Ne ha scritto un dramma di questa storia, parlando della sua “codardia”. Ha poi raccontato quegli anni terribili in un romanzo scritto negli anni Cinquanta, ma che nessun editore volle pubblicare per la sua crudezza. E’ uscito solo nel 2013 per Graus Edizioni, sotto il titolo “Diario Proibito. L’Aquila anni Quaranta”. Bastano appena una ventina di minuti perché Fratti si riveli a tutto tondo, nel suo pensiero letterario e politico, nella sua umanità, nel suoi valori di fondo. Con gli occhi sempre rivolti agli ultimi, ai diseredati, ai meno fortunati, alla libertà e alla giustizia. Ma dell’incontro con il Presidente del Consiglio Regionale la giovialità, la semplicità del tratto e il sorriso sono la cifra.

 

Sono quasi le 11, è l’ora di scendere nella Sala Pinacoteca “Benedetto Croce” per la cerimonia, il pubblico e la stampa attendono l’arrivo di Fratti con curiosità e interesse. L’evento, annunciato da giorni, ha riempito intere pagine di numerose testate abruzzesi e italiane, di agenzie internazionali e anche sulla stampa italiana all’estero. Alcuni registi ed autori di teatro sono venuti anche da lontano per abbracciarlo. Il Presidente Di Pangrazio invita il drammaturgo a sedere al centro, tra lui e il Consigliere D’Ignazio. Porge all’illustre ospite il saluto dell’istituzione, con parole intense, per nulla di circostanza. Parla dei 90 anni dello scrittore che non pesano sul suo entusiasmo e la sua energia. Ricorda come nel 2007 Fratti venne all’Aquila per il suo 80° compleanno, vivendo la festa a sorpresa che il Comune e il TSA gli prepararono. Connotate d’orgoglio, di affetto, di stima profonda e di gratitudine le parole del Presidente, per l’onore che in ogni angolo del mondo Mario Fratti rende all’Abruzzo con il suo prestigio di drammaturgo, grazie alle sue opere tradotte in 21 lingue e rappresentate in oltre 600 teatri in tutti i continenti. Gli consegna quindi una Targa con un medaglione tondo di bronzo dov’è raffigurato il Guerriero di Capestrano – il re vestino Nevio Pompuledio, VI secolo a.C. – simbolo di libertà e dell’Abruzzo. Legge poi la pergamena che accompagna il riconoscimento.

 

a Mario Fratti

drammaturgo insigne e docente universitario emerito

punto di riferimento della Cultura italiana negli Stati Uniti d’America

il Consiglio Regionale d’Abruzzo

in segno di ammirazione e gratitudine  

per l’onore e il prestigio che in ogni angolo del mondo

Egli rende all’Abruzzo sua terra d’origine

L’Aquila, 5 luglio 2017

nel giorno del suo 90° Genetliaco

 

Il Presidente del Consiglio Regionale

Arch. Giuseppe Di Pangrazio

 

“Non è né l’unico, né l’ultimo riconoscimento – aggiunge Di Pangrazio -, basti questo a far comprendere che il Consiglio sta ragionando su ulteriori iniziative per rendere onore ai meriti dello scrittore. Chi vuole intendere…”, lasciando capire che l’Assemblea abruzzese si va orientando nella decisione di concedere la più alta onorificenza regionale al grande drammaturgo aquilano. Ha infine concluso affermando che “questo è un giorno straordinario, carico di emozioni. Per la comunità abruzzese è un onore reale, forte, avere tra noi Mario Fratti, è un simbolo per la nostra terra!”. Lo scrittore, toccato dall’emozione, ma con il grande sorriso aperto, afferma: “Sono felicissimo di essere tra la mia gente, nella mia città dove sono nato 90 anni fa. Mi sento amato e rispettato, forse per la mia cordialità e positività. Cerco di costruire un futuro migliore. Nelle mie opere, contrariamente a certi film o drammi teatrali dove non si capisce mai come finiscono, c’è sempre una conclusione positiva e chiara. Secondo me il dovere principale di un autore è proprio questo. Il sorriso mi ha aiutato tutta la vita a parlare con tutti. Rompe la diffidenza, aiuta a dialogare anche con chi ha un’avversione. Io credo nell’Uomo, nonostante l’uomo. Credo nell’Uomo…, nonostante Trump! La mia qualità è l’essere sempre ottimista e persistente. Quando parlo con i giovani, li invito ad essere persistenti. Anche quando si hanno sconfitte bisogna persistere, perché arriverà il momento del trionfo. Essere ottimisti e impegnarsi, le cose miglioreranno. Sono anche felice perché ho visto che L’Aquila sta rinascendo. Ieri pomeriggio ho fatto una passeggiata nel centro storico. Ho visto la mia casa in via Cembalo de’ Colantoni, i lavori non sono cominciati, ma molti cantieri in città sono all’opera e la ricostruzione procede spedita. Anche quando ho visto case lacerate, ho avuto gioia al pensiero che presto saranno restaurate. Vuol dire che gli amministratori stanno lavorando bene. In America si parla bene dell’Aquila, la percezione è positiva, c’è simpatia dopo un terremoto disastroso. Abbiamo cercato di portare il nostro aiuto. L’Aquila rinascerà, avremo una città molto più bella di prima!”

 

Il presidente Di Pangrazio chiama infine chi scrive a portare una testimonianza. Cerco con poche parole di dare un tratto della personalità dello scrittore e della sua sensibilità umana, aperta ai valori positivi, all’attenzione verso gli umili, alla pace. “Non è ora l’occasione per parlare del drammaturgo e delle sue opere, se ne trova ampio riferimento in quanto s’è scritto anche in questi giorni su tutta la stampa abruzzese, italiana e anche all’estero, dagli Stati Uniti al Brasile, dall’Argentina alla Svizzera e oltre. Voglio invece annotare come Mario Fratti, con la sua semplicità e bonomia, dà il senso di come stare bene nel mondo. Chiunque l’abbia visto nel suo ambiente, a New York, ha avuto la percezione immediata della considerazione e del prestigio di cui gode questo straordinario ambasciatore dell’Abruzzo, dell’Aquila e della cultura italiana nel mondo. Lì a New York basta solo dire Mario perché si sappia già che si parla di Mario Fratti. Una relazione non costruita e senza orpelli lui ha con le più alte personalità ma anche con l’homeless, con il senzatetto che chiede per strada l’elemosina, cui non solo egli dà il suo aiuto ma anche una parola di saluto e d’incoraggiamento. Diceva bene il Presidente Di Pangrazio, cui va il merito insieme all’Ufficio di Presidenza per questa memorabile giornata: Mario rende migliore il mondo e l’Umanità con le sue opere. Lo credo anch’io che ci sia un quid in più nelle sue opere e nella sua scrittura teatrale, ma sopra tutto nel suo modo di vivere, sempre con l’attenzione rivolta verso ogni essere umano. C’è in fondo un nuovo umanesimo in tutta la quotidianità della sua esistenza. Fratti accende speranze. Ha entusiasmato L’Aquila e il Consiglio Regionale. E’ uno dei figli d’Abruzzo davvero straordinario.” Ha dunque ragione, Mario Fratti, quando dice che tutti possiamo migliorare un po’ il mondo e l’umanità. Ciascuno facendo con amore e passione la propria parte. C’è da credergli.

 

 

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Italia. UNA COPPIA SU 5 HA DIFFICOLTA’ A PROCREARE PER VIE NATURALI. NASCE LA PRIMA FONDAZIONE A SOSTEGNO DELLA FERTILITÁ

Nel 2016 nati  470mila bambini: 20mila in meno del 2015, e 100mila in meno del 2010; Italia agli ultimi posti in Europa per numero di figli pro-capite. Una coppia su cinque ha difficoltà a procreare per vie naturali

Presentata a Firenze presso il Consiglio Regionale della Toscana la prima Fondazione che unisce centri pubblici e privati per contrastare il calo delle nascite. Hanno aderito 37 centri pubblici e privati che nel 2014 hanno eseguito oltre 19.200 cicli di PMA

 

È la prima organizzazione di centri nazionali pubblici e privati nel campo della procreazione medicalmente assistita, nata con l’obiettivo di contribuire alla lotta contro la sterilità umana, promuovendo studi e ricerche e valorizzando il rapporto con i pazienti: è la Fondazione di Partecipazione PMA Italia, presentata a Firenze, presso Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana.

Un progetto innovativo volto a trasformare lo scenario della Medicina della Riproduzione nel nostro Paese a beneficio sia degli operatori che dei pazienti. Scopo principale della Fondazione è divenire l’interlocutore di riferimento per tutti i Centri di PMA sia per gli aspetti tecnici che per quelli scientifici.

Attraverso l’innovativo strumento della “Fondazione di partecipazione” per la prima volta i centri di PMA pubblici e privati faranno parte di una medesima organizzazione allo scopo di collaborare nell’elaborazione di azioni e strategie comuni per migliorare gli standard di qualità e di efficacia delle tecniche di PMA, valorizzare i rapporti con i pazienti, contrastare le cause di infertilità umana e tutelare gli interessi degli operatori della PMA.

Questo, in un Paese che da anni sta vivendo un drastico calo delle nascite: nel 2016 in Italia sono nati 470mila bambini: 20mila in meno del 2015 e 100mila in meno del 2010. Un vero e proprio minimo storico:l’Italia è tra i Paesi in Europa dove nascono meno bambini (1,39 per donna nel 2013) e tra quelli dove l’età media delle donne al primo parto supera i 30 anni; a questo ritmo, nel 2022 ci saranno in Italia 4.000 classi di prima elementare in meno rispetto a oggi. Anche la Toscana segue il trend negativo: solo nel 2015, il calo delle nascite rispetto all’anno precedente è stato del 4,2%, con quasi 1.200 nascite in meno. In un panorama di questo tipo, l’apporto delle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita è significativo e la loro rilevanza non può essere negata, considerando che un bambino su cinquanta viene al mondo grazie a questo tipo di trattamenti.

Tra le cause, anche la crescita dell’infertilità: su 10 coppie il 20% circa (una su cinque) ha difficoltà a procreare per vie naturali (20 anni fa la percentuale era circa la metà); circa il 40% delle cause di infertilità riguardano prevalentemente la componente femminile, l’altro 40% riguarda la componente maschile ed un 20% invece è di natura mista. Alla luce dell’aumento della necessità di questi trattamenti, lo standard europeo prevede che gli stati debbano garantire 1500 cicli ogni milione di abitanti, numero che nel nostro Paese ancora non è stato raggiunto.

La presentazione della Fondazione di Partecipazione PMA Italia del 30 giugno si aprirà con i saluti di Eugenio GianiMarco Stella, Presidente e Vicepresidente del Consiglio Regionale della Toscana, per poi proseguire con gli interventi di presentazione del progetto e le comunicazioni della Senatrice Donella Mattesini, Relatrice del DDL di riforma della Legge 40/04, e di Pasquale Giuseppe Macrì, co-estensore della Legge Bianco/Gelli sulla responsabilità medica. La giornata continuerà con l’intervento della Senatrice Michela Montevecchi, che riporterà il punto di vista delle  Istituzioni e dell’importanza della condivisione dei dati. Prenderà parte ai lavori anche Giulia Scaravelli del Registro nazionale PMA. Il pomeriggio sarà dedicato a tavoli tematici di discussione, dove saranno approfondite le seguenti tematiche: le linee guida in Medicina della Riproduzione, le biobanche nei centri PMA, i costi della PMA alla luce dei LEA, l’utilizzo dei Farmaci nella PMA.

«Oggi prende avvio un progetto ambizioso diretto ad unire tutto il mondo della PMA italiana, che si propone come obiettivo da un lato di uniformare e migliorare gli standard delle prestazioni a beneficio dei pazienti e dall’altro di raccordare l’attività dei centri di PMA al fine di porsi come interlocutore forte ed autorevole delle istituzioni e di tutti i soggetti operanti nel campo della medicina della riproduzione» dichiara Luca Mencaglia, Presidente della Fondazione.

 

«Invero la medicina della riproduzione – precisa Gianni Baldini, Direttore della Fondazione– per effetto di un complesso di fattori come la scelta procreativa sempre più tardiva, stili ed abitudini di vita scorretti, problematiche di infertilità in aumento, e altre concause, assumerà un rilievo sempre maggiore in futuro. Si calcola che la già preoccupante percentuale del 20% di giovani coppie che presenta problemi di infertilità sia destinata nel giro di pochi anni ad aumentare ulteriormente, rendendo la PMA una soluzione obbligata per realizzare un proprio progetto genitoriale per una significativa parte della popolazione».

 

«Questa iniziativa ha suscitato un grande interesse negli operatori. – conclude Luca Gianaroli, membro del Direttivo della Fondazione – Lo dimostra il fatto che ad oggi all’evento del 30 giugno hanno aderito i rappresentanti di 37 centri pubblici e privati che nel 2014 hanno eseguito oltre 19200 cicli di PMA. Questo corrisponde a più del 21% di tutti i trattamenti di questo tipo effettuati in Italia nello stesso anno. Ci auguriamo che questi numeri, già importanti, possano crescere ulteriormente in un prossimo futuro».




Presentazione Volume GRAN SASSO E SCIENZA | L’AQUILA, GSSI, lunedì 17 luglio, ore 18

Il volume bilingue (Italiano-Inglese), in elegante veste grafico-editoriale (240 pagine su carta patinata di pregio stampate a 4 colori, copertina rigida), si propone di raccontare con linguaggio chiaro e accessibile, ma con assoluto rigore scientifico, il passato e il presente della ricerca scientifica che si compie sul Gran Sasso d’Italia, attraverso le sue tappe più importanti.

Il massiccio del Gran Sasso d’Italia, che si alza nel cuore dell’ Appennino  e dell’ Abruzzo , è uno straordinario monumento di natura, dal 1995 Parco Nazionale . Ma è anche un importante luogo della  scienza   italiana e mondiale . E’ una storia che inizia nel  1794 , con la salita alla Vetta Orientale del Corno Grande da parte del giovane gentiluomo teramano Orazio Dèlfico, e che prosegue alla fine del  secolo XIX  quando un altro teramano, Vincenzo Cerulli, fonda alle porte della città l’ Osservatorio Astronomico di Collurania . Nel  1948  nasce un altro  Osservatorio Astronomico , quello di  Campo Imperatore , alle dipendenze dell’ Osservatorio Astronomico di Roma , questa volta in piena montagna, lontano dai centri abitati. Negli stessi anni, con i primi rilievi ai piedi delle vette del Corno Grande, iniziano a operare sul massiccio anche i glaciologi che studiano il Ghiacciaio del Calderone, l’unico dell’Appennino e il più meridionale d’Europa. Geologi, botanici e zoologi studiano regolarmente e con continuità la montagna da secoli. Alla metà degli  anni Ottanta , negli enormi ambienti artificiali scavati accanto al Traforo della A24 Roma-L’Aquila-Teramo, nascono gli straordinari  Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN , vera eccellenza della ricerca scientifica internazionale. Nel 2013 , nel centro dell’Aquila, inizia la sua attività il  Gran Sasso Science Institute , scuola internazionale di dottorato, che nel  2016 , dopo tre anni di sperimentazione come centro di studi avanzati dell’INFN, viene promosso dal Miur a istituto Universitario autonomo.
 
Il volume, riccamente illustrato, è quindi dedicato a queste quattro eccellenze scientifiche che operano sul Gran Sasso: i  Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN il  Gran Sasso Science Institute ,   l’ Osservatorio  Astronomico di Campo Imperatore  l’ Osservatorio Astronomico di Teramo.
 
Un’occasione da non perdere per gli appassionati di storia e di scienza!



Italia. Tanti gli emigrati italiani quanti nell’immediato dopoguerra: oltre 250.000 l’anno

 

Anticipazioni del Dossier Statistico Immigrazione 2017 di Idos e Confronti

 

L’emigrazione degli italiani all’estero, dopo gli intensi movimenti degli anni ’50 e ’60, è andato ridimensionandosi negli anni ’70 e fortemente riducendosi nei tre decenni successivi, fino a collocarsi al di sotto delle 40.000 unità annue. Invece, a partire dalla crisi del 2008 e specialmente nell’ultimo triennio, le partenze hanno ripreso vigore e, secondo stime, hanno raggiunto gli elevati livelli postbellici, quando erano poco meno di 300.000 l’anno gli italiani in uscita.

Gli Emigranti, raffigurazione di Angiolo Tomasi, 1895, Galleria d’Arte Moderna di Roma

Sotto l’impatto dell’ultima crisi economica, che l’Italia fa ancora fatica a superare, i trasferimenti all’estero hanno raggiunto le 102.000 unità nel 2015 e le 114.000 unità nel 2016, mentre i rientri si attestano sui 30.000 casi l’anno.

A emigrare sono sempre più persone giovani con un livello di istruzione superiore. Tra gli italiani con più di 25 anni, registrati nel 2002 in uscita per l’estero, il 51% aveva la licenza media, il 37,1% il diploma e l’11,9% la laurea ma già nel 2013 l’Istat ha riscontrato una modifica radicale dei livelli di istruzione tra le persone in uscita:  il 34,6% con la licenza media, il 34,8% con il diploma e il 30,0% con la laurea, per cui si può stimare che nel 2016, su 114.000 italiani emigrati, siano 39.000 i diplomati e 34.000 i laureati. Le destinazioni europee più ricorrenti sono la Germania e la Gran Bretagna;  quindi, a seguire, l’Austria, il Belgio, la Francia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e la Svizzera (in Europa dove si indirizzano circa i tre quarti delle uscite) mentre, oltreoceano, l’Argentina, il Brasile, il Canada, gli Stati Uniti e il Venezuela.

Questi dati meritano già di per sè un’attenta considerazione anche perché ogni italiano che emigra rappresenta un investimento per il paese (oltre che per la famiglia): 90.000 euro un diplomato, 158.000 o 170.000 un laureato (rispettivamente laurea triennale o magistrale) e 228.000 un dottore di ricerca, come risulta da una ricerca congiunta condotta nel 2016 da Idos e dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” sulla base di dati Ocse.

In realtà, i flussi effettivi sono ben più elevati rispetto a quelli registrati dalle anagrafi comunali, come risulta dagli archivi statistici dei paesi di destinazione, specialmente della Germania e della Gran Bretagna (un passaggio obbligato per chi voglia inserirsi in loco e provvedere alla registrazioni di un contratto, alla copertura previdenziale, all’acquisizione della residenza e così via). Come emerso in alcuni studi, rispetto ai dati dello Statistisches Bundesamt tedesco e del registro previdenziale britannico (National Insurance Number), le cancellazioni anagrafiche rilevate in Italia rappresentano appena un terzo degli italiani effettivamente iscritti. Pertanto, i dati dell’Istat sui trasferimenti all’estero dovrebbero essere aumentati almeno di  2,5 volte e di conseguenza nel 2016 si passerebbe da 114.000 cancellazioni a 285.000 trasferimenti all’estero, un livello pari ai flussi dell’immediato dopoguerra e a quelli di fine Ottocento. Peraltro, non va dimenticato che nella stessa Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero il numero dei nuovi registrati nel 2016 (225.663) è più alto rispetto ai dati Istat. Naturalmente, andrebbe effettuata una maggiorazione anche del numero degli espatriati ufficialmente nel 2008-2016, senz’altro superiore ai casi registrati (624.000).

Sono queste le conclusioni cui si giunge nel capitolo che il Dossier Statistico Immigrazione 2017, in uscita in autunno, dedica di consueto agli italiani nel mondo. Anche quest’anno il rapporto viene curato da Idos insieme al Centro Studi Confronti, con la richiesta di un sostegno dell’Otto per Mille della Tavola Valdese. I flussi degli italiani verso l’estero, così si conclude nel rapporto, meritano maggiore attenzione. Innanzi tutto sotto l’aspetto quantitativo, avendo raggiunto, se non superato, i livelli conosciuti dall’Italia quando si concepiva ancora come un paese di emigrazione. Ma va preso in considerazione anche l’aspetto qualitativo, perché è elevato  il numero di diplomati e laureati coinvolti. Seppure in un contesto globalizzato la mobilità rappresenti una prospettiva normale, è necessario attuare una politica occupazionale più incisiva e occuparsi con maggiore concretezza dell’assistenza a quanti si sentono costretti a emigrare, assicurando loro in pieno il diritto di essere cittadini italiani, incluso il voto.

 

 

 

 

 

ITALIA. Espatriati/cancellati dall’anagrafe (1946-2016)

Periodo Numero emigrati Anni Numero emigrati
1946-1950 1.127.720 2011 50.057
1951-1960 2.937.406 2012 67.998
1961-1970 2.646.994 2013 82.095
1971-1980 1.082.340 2014 88.859
1981-1990 658.292 2015 102.259
1991-2000 470.884 2016 (archivio Istat) 114.000
2001-2010 402.681 2016 (stima del Dossier) 285.000

FONTE: Elaborazioni del Centro Studi e Ricerche Idos su dati Istat

 

 

 

ITALIA. Espatri e rimpatri degli italiani negli anni (2000-2016)

FONTE: Elaborazioni del Centro Studi e Ricerche Idos su dati Istat

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per informazioni:

Centro Studi e Ricerche IDOS, 06.66514345 int. 1 o 2

www.dossierimmigrazione.i




Torano Nuovo. Tuttuva: dalle colline di Torano ai banconi di Eataly

 

L’innovativo prodotto “firmato” da Guido Strappelli e Luca Filiaci, ottiene un risultato

che è  frutto della sapienza e della coraggiosa capacità di innovazione

 

Dalle colline di Torano ai banconi di Eataly. “Tuttuva”, innovativo prodotto made in Teramo, tra poche settimane comparirà, con ambizione e propositi di eccellenza, negli scaffali della famosa catena specializzata nella vendita e nella somministrazione di generi alimentari italiani.

L’accordo è stato siglato tra l’azienda agricola OfGrape di Torano e la catena di ristoranti fondata da Oscar Farinetti, nella sede barese del colosso agroalimentare e certifica – proprio per la filosofia imprenditoriale che contraddistingue la proposta di Eataly – la qualità e le caratteristiche innovative del prodotto abruzzese.

 

“Tuttuva”si inserisce nei settori delle bevande analcoliche e degli energy drink; è un brand abruzzese, un autentico succo di frutta, biologico e non pastorizzato, in due versioni: da uve Montepulciano d’Abruzzo e da Pecorino, entrambe Dop. E’ prodotto da un’azienda creata da un vignaiolo esperto e noto come Guido Strappelli e da Luca Filiaci, anche lui titolare di un’azienda vinicola; i due hanno condiviso l’idea e la realizzazione del progetto, creando filari d’uva destinati a tale produzione in appezzamenti di terreno delle colline vibratiane. Entrambe le famiglie dei soci hanno coltivato vigneti in Abruzzo da generazioni, così la sinergia e la combinazione è avvenuta naturalmente, anche perché i due produttori condividono una visione comune, concentrata sulla produzione bio, nel rispetto della natura.

“Tuttuva”, già diffuso in Belgio, Francia e Svizzera, approda ora al mercato italiano, pronto a sfidare colossi del settore, con la forza della propria innovazione, sia per quanto riguarda le modalità produttive sia per ciò che concerne l’utilizzo. Si presenta ad un vasto pubblico di fruitori. Unico nel suo genere, è realizzato con un metodo altamente innovativo da cui si ricava succo d’uva al 100%, non pastorizzato, senza aggiunta di zuccheri e con una shelf life, una durata, di otto mesi dopo l’imbottigliamento; ovviamente è un prodotto che segue la catena del freddo. Si parte dalla vigna, dalle cure agronomiche nei vigneti rispettose del terreno, della pianta, dell’ambiente, per arrivare alla raccolta a mano delle uve, che vengono diraspate, pressate sofficemente, filtrate; il succo che se ne ricava viene immesso in vasche ad 1 o 2 gradi circa. Prima dell’imbottigliamento avviene una nuova filtrazione e il prodotto imbottigliato non si pastorizza, per far conservare al succo tutte le proprietà nutrizionali e organolettiche, salvo ovviamente l’abbattimento delle componenti insalubri con un processo di pressione a 6000 atmosfere.

Il prodotto non è un concentrato ma puro succo, certificato biologico, senza aggiunta di solfiti, zuccheri, acqua o coloranti; gli zuccheri naturali consentono all’organismo un facile assorbimento e il conferimento di un’immediata sferzata di energia, ottima per bambini e atleti.

Dal punto di vista nutrizionale, questo succo d’uva al 100%, contiene livelli molto elevati di antiossidanti, tra cui licopene e polifenoli, che possono essere di valido aiuto nella lotta contro lo stress ossidativo, causa primaria del processo di invecchiamento, così come nelle malattie cardiovascolari e degenerative.

 

Il prodotto che arriva nei calici dei degustatori, perciò, è particolarmente adatto per aperitivi ghiacciati analcolici, per succhi di frutta naturali al 100% e per gli atleti, che possono gustare una bevanda energetica priva di additivi non naturali.

 

Insomma un prodotto che ha colpito i vertici di Eataly, tanto da indurli a proporlo alla propria clientela. Come noto, Eataly è una catena che presenta, nelle diverse sedi italiane e in quelle all’estero, la produzione agroalimentare della cucina mediterranea, della cultura e della storia enogastronomica del nostro Paese; il nome, infatti, nasce dalla fusione di due parole: Eat, cioè ‘mangiare’ in inglese, e Italy, Italia. Una proposta che continua a riscuotere apprezzamento e che valorizza ed è valorizzata dalle offerte che compaiono negli scaffali: tutte ricercate, selezionate e di qualità.

 

Un risultato importante e significativo, perciò, per l’azienda abruzzese, che è il frutto della sapienza e dell’intelligenza creativa di due maestri quali Strappelli e Fliliaci e della loro coraggiosa capacità di innovazione.