Presentazione “L’Abruzzo nel cuore e nella moda” Va in scena a Pescara un evento unico tra creatività, arte ed eccellenze regionali

 

 

Pescara, giugno 2017 – Si terrà mercoledì 28 giugno, alle ore 11.30, presso la sede diConfindustria Chieti Pescara (via Raiale), la conferenza stampa di presentazione dell’evento “L’Abruzzo nel cuore e nella moda”. La manifestazione, che unisce creatività, sostenibilità, arte ed eccellenze regionali, è frutto dell’impegno della scuola di formazione Pianeta Moda Fashion Academy e dei suoi allievi ed è patrocinata dalla Sezione Sistema Moda di Confindustria Chieti Pescara. L’Abruzzo diventa protagonista a livello nazionale di un percorso che, attraverso artigianato, cultura e qualità, porterà in passerella creazioni uniche. Perché l’Abruzzo si rialza, e lo fa anche attraverso la moda e i suoi operatori.

In conferenza stampa verranno esposti i dettagli e i protagonisti dell’evento che farà accendere i riflettori su una regione che tanto di buono, e bello, ha da offrire.

Saranno presenti in conferenza stampa:

  • Azienda Bond Factory relatore: Annamaria Di Rienzo
  • Azienda Pianeta Formazione: Rita Annecchini
  • Consorzio Atea relatore: Francesco Palandrani
  • Azienda Tescon relatore: Bruno Nardinocchi
  • Azienda Antiche Cantine Bosco relatore: Stefania Bosco
  • Azienda ITV relatore: Claudio Niutti

 




CANCOGNI – MOSTRA PERSONALE dal 4 luglio al 10 agosto 2017

 

 

 

Inaugurazione martedì 4 luglio ore 19,30 con la presenza del Maestro.

 

Nel corso di una passeggiata lungo la riva del mare, durante l’osservazione di una cartolina, incontriamo immagini che conducono a “Marine” di Agostino Cancogni. La mostra in programma dal 4 luglio al 10 agosto, presso la CONTEMPORANEA GALLERIA D’ARTE di Foggia, offre rappresentazioni che confondono passato e presente, mescolandosi nel tempo, a sottolineare l’intrinseca visione romantica. Una serie di opere che perdono nel tempo le tracce della propria connotazione cronologica per favorire l’indagine sull’intramontabile poesia che trasmettono.

 

Orari: dal lunedì al venerdì : 17,30 / 21,00




ANGELICA VOLPI OSPITE DEL TALK SHOW “IL SALOTTO DELLE DONNE” HA DEDICATO L’ANTEPRIMA DEL SUO PRIMO INEDITO ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA,

 

QUELLE CHE NON CI SONO PIU’

 E QUELLE CHE STANNO COMBATTENDO.

E IN AUTUNNO… UN GRANDE EVENTO

 

 

E’ stata una puntata tutta particolare, quella de “Il Salotto delle donne” il fortunato talk show del canale Acqua, andato in onda in diretta nazionale dalle 13.00 alle 14.00 su canale 65 e sulle pagine Facebook “Estenews” e “Il salotto delle donne”.

Puntata particolare non solo perché ha ospitato ANGELICA VOLPI, la cantautrice abruzzese che si sta ritagliando un posto sempre più importante nel panorama musicale nazionale, ma perché Angelica, anche ma non solo alla luce dei fatti di cronaca degli ultimi giorni, che sono solo gli ultimi di una lunga serie di delitti che hanno visto le donne cadere vittime della brutalità maschile, ha deciso di dedicare un momento della sua partecipazione al talk per mandare un messaggio di vicinanza, di speranza e di forza.

Angelica Volpi

 

Invitata negli studi di Milano per raccontare la sua storia di donna, di madre e di artista, Angelica Volpi ha deciso di  dedicare l’anteprima del suo inedito “PER SEMPRE” a tutte le donne vittime dei femminicidi, specificando che intende  con questo termine includere sia le donne che non ci sono piu fisicamente, sia le donne che non sono state uccise ma sono state indelebilmente segnate dalla violenza, “il femminicidio va inteso nell’accezione fisica e anche psicologica – dice la cantautrice – si muore anche dentro”.

Angelica Volpi

Una scelta, come si diceva, anche ma non solo legata ai fatti di cronaca, perché quello della sofferenza è un universo che Angelica purtroppo ha conosciuto, fa parte del suo vissuto e per questo ha voluto che tutto il suo primo disco da autrice dei testi, con le musiche di Vincenzo Irelli, avesse tematiche importanti e profonde come linee guida.

 

“So cosa significa perdere la serenità, vivere giorni di paura, preoccuparsi della difesa propria e delle persone care, so cosa significa la sofferenza delle donne – racconta Angelica Volpi – ho imparato a trasformare il dolore in forza e voglio mandare un messaggio di sostegno e di speranza,  ma anche la certezza che esista un mondo diverso e un amore vero, auguro a tutte le donne di trovare un amore vero puro e che duri per sempre, per tutta la VITA”.

 

Intanto, la stessa Angelica Volpi, che sarà di nuovo ospite del Salotto delle donne condotto da  Leandra Pavore’ in onda su Canale Acqua venerdì 30 giugno, dalle 13 alle 14 per una puntata interamente dedicata alla violenza sulle donne, sta lavorando al progetto di una serata-evento, di musica e di parole, che potrebbe svolgersi in autunno e che, nel ricordo della dottoressa teramana assassinata, offra di nuovo l’occasione per combattere la violenza sulle donne

 




MONTORIO AL VOMANO. Editoria: “LI PENDÈCHE” di DILVA PANZONE

 

 

La sera di giovedì scorso, nel chiostro del convento degli Zoccolanti di Montorio al Vomano, è stato presentato l’interessante volumetto Li Pendèche (Le Botteghe). Storia delle attività commerciali ed artigianali di Montorio al Vomano (Sigmastudio Comunicazioni). All’appuntamento oltre all’autrice Dilva Panzone, docente di Lettere (in pensione) erano presenti Gianni Di Centa, sindaco di Montorio, Rita Pigliacelli, insegnante anche lei di materie letterarie e la giornalista Catia Di Luigi, in veste di moderatrice.

Dopo le Lotte sindacali a Montorio e nella Valle del Vomano – anni 1945-1951 (Comune di Montorio al Vomano, 2012) e La cucina tipica di Montorio al Vomano – Tra usanze e tradizioni (stampato più volte in diverse edizioni), questo è il terzo lavoro curato dalla Dilva Panzone.

La nascita di questa pubblicazione ha preso le mosse quasi per caso nell’aprile del 2000 con un interessante articolo pubblicato su La Piazza (periodico edito da Radio Centrale di Montorio), nel quale Dilva Panzone, con l’aiuto dei suoi alunni dell’Istituto Tecnico Commerciale “Pascal” (Sezione distaccata di Montorio al Vomano), proponeva un’interessante analisi sugli esercizi commerciali locali degli anni 50 a confronto con quelli rimasti all’inizio del terzo millennio. Successivamente ha condotto ulteriori ricerche che l’hanno portata ad integrare e approfondire sempre di più l’argomento inizialmente analizzato nell’articolo. Nel frattempo, sui social era nato l’Archivio

Fotografico Montoriese (8 dicembre 2012), curato da un altro verace montoriese, Sandro Di Donatantonio, grafico per lavoro e fotografo per passione, il quale ha costituito un vero e proprio «cassetto virtuale dove custodire – come ha avuto modo di spiegare – cartoline e foto rare ed inedite della bella cittadina della Val Vomano». Quindi il gioco era fatto, alla Panzone non rimaneva altro che “attingere” a piene mani da questo ricchissimo bacino fotografico e scegliere cartoline e foto che facessero da corredo alle proprie ricerche.

Li Pendèche può avere anche un’altra chiave di lettura. Da anni il nostro territorio, non solo quello di Montorio, soffre di una profonda crisi economica, già prima che il terremoto aggravasse ulteriormente la situazione. L’ex insegnante di Lettere, ha voluto perciò offrire alla sua comunità un pezzo di storia di un paese, dove fervevano tante attività artigianali e commerciali. Icona di questa epoca era appunto la pendèche, ossia la bottega, che era sia luogo di vendita che quello in cui si fabbricavano manufatti di ogni genere. La sua funzione però andava oltre: era il punto di sosta o di aggregazione, dove si “accoglievano” varie categorie di persone. Qui s’imbastivano discorsi e conversazioni di vario tipo, politici e culturali; si preparavano burle a spese dei più ingenui, si commentavano fatti e misfatti non solo del paese; non mancavano i pettegolezzi. Era anche il posto dove – dopo una faticosa giornata di lavoro – si consumava “il tappo” serale con un bicchiere di vino e un pezzo di pane e “sardella” per scaricare le tensioni. Infine nelle pendèche forse è nato e si è alimentato lo Stù, il tipico gioco di carte motoriese e (con diverse regole) camplese, molto praticato da bottegai ed artigiani.

Il libro non vuole essere un laudator temporis acti (lodatore del tempo passato), né ha un intento polemico, perché l’autrice pensa che le analisi competano ad altri. Per parte sua, vuole tramandare la memoria di un mondo, «non sappiamo se migliore o peggiore – ha affermato – ma era quello in cui tante generazioni sono vissute e che forse rimpiangono”. La perdita della memoria è anche quella dell’identità, per cui questo libro vuole fortemente contribuire a tenere viva quella di Montorio al Vomano.

Oltre alla topografia delle attività commerciali ed artigianali e delle imprese varie del paese, nel testo si trova il racconto delle “eccellenze”: la centralina elettrica, inaugurata nel 1899, che diede a Montorio l’illuminazione pubblica, quasi un primato per l’epoca; il mattatoio e la tradizione dell’ottima carne esportata  oltre regione, tanto che un montoriese – l’indimenticato Ercole Valle –  per più di dieci anni fu presidente nazionale dei commercianti di carne e di bestiame, con un proprio ufficio a Roma; nel 1948 un altro compaesano, Rodolfo Patriarca, meccanico,  costruì una vettura da corsa – la Patriarca 750 –  che nel 1949 gli fruttò il titolo italiano della classe “750 sport”; la Processione del Carnevale Morto celebrato la sera del Mercoledì delle Ceneri (probabilmente cosa unica nel resto dell’Italia); l’ultracentenaria Banda “Città di Montorio” e via di seguito.

Un capitolo è dedicato al dialetto, elemento importantissimo nel tessuto paesano da cui non si può prescindere per comprendere la storia di Montorio. C’è anche una poesia in vernacolo di Manlio Patriarca, autore di diversi studi sul dialetto montoriese, tra i quali un vocabolario composto da 20.280 lemmi, 314 voci tecniche e 1.671 idiomatismi.

L’opera si chiude con un’appendice che presenta elenchi delle attività del 1923-1935-1956-1957, che costituiscono un argomento di comparazione, con quelli forniti successivamente dalla Panzone.

Il racconto è condito con innumerevoli foto d’epoca, forniti dal citato archivio di Sandro Di Donatantonio, che testimoniano ritmi di vita, rapporti e valori completamente diversi da oggi, ma che creano emozioni, tenerezza e qualche rimpianto per il tempo che fu. Il libro vuol essere, come ha detto Dilva Panzone, un atto d’amore verso il proprio paese in cui è nata e vissuta.

La pubblicazione non è in vendita e la raccolta fondi è destinata all’acquisto di strutture di emergenza, da donare all’Amministrazione Comunale di Montorio al Vomano.

Pietro Serrani

Pubblicato sul quotidiano teramano “La Città” del 25.06.2017

 

 

 

Allegati:

Corso. G. Valentini (foto d’epoca)

Copertina del libro

Da sx a dx: Rita Pigliacelli, Dilva Panzone, Catia Di Luigi e Gianni Di Centa

 




Giulianova. Il Sottotenente Fernando Leone morto in Slovenia

di Walter De Berardinis*

Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.

(Proverbio giapponese)

Fernando Giuseppe Pasquale Giulio Raffaele Leone, il Sottotenente morto a Grazigna (Quota 126)
Nasce a Giulianova il 22 novembre 1889, alle ore 11,15, nella casa posta in Via per Mosciano, al civico 1, dal 33enne Luigi, maestro di musica e Anna Algeste, benestante. Il giorno successivo sarà l’Assessore Battista De Luca a registrare il bambino alla presenza dei testimoni: il 52enne Gaetano Mastrocola e il 44enne Raffaele Del Nunzio, entrambi proprietari.
Il 27 marzo 1911, alla prima visita di leva nel distretto militare di Teramo, viene rinviato per deficienza toracica e cardiopalma e il 20 maggio, di nuovo richiamato a Teramo, sarà riformato per Oligoemia e cardiopalma, come da comunicazione dell’ospedale militare di Chieti. All’indomani dello scoppio della 1° guerra mondiale, sarà di nuovo richiamato il 16 marzo 1916 e giudicato idoneo con le seguenti caratteristiche: alto 1,65 e torace 0,88, capelli neri e ondulati, naso aquilino e mento regolare, occhi castani e colorito roseo, segni particolari: nei sul viso.

Fernando Leone nella foto ufficiale degli Eroi Caduti per la Patria di Giulianova

Il 29 aprile viene chiamato alle armi e il 16 maggio inquadrato nel 2° Reggimento Artiglieria pesante campale “Vicenza”. Il 1 ottobre, dopo sua richiesta, entra nella scuola militare di Caserta e l’11 marzo 1917 diventa Aspirante ufficiale di Complemento nel deposito reggimento fanteria Bologna. Il 18 marzo viene inviato al fronte e il 25 marzo inquadrato nel 119° reggimento fanteria – Brigata Emilia – 10° compagnia, sul settore Valerisce, a est della città di Gorizia. Il 15 maggio, durante la 10° battaglia dell’Isonzo, il suo reggimento si trova a Castagnavizza – casa diruta e il 16 maggio conquista “quota 126”; durante la battaglia il giovane Fernando Leone, alle ore 10,30, all’età di 27anni, perderà la vita colpito alla fronte da una scheggia di granata, a nord di Grazigna o/e Grassigna (Grčna in sloveno), oggi località della Slovenia (moriranno 30 ufficiali e 850 soldati). Sarà il Tenente Gaetano Guizzardi, responsabile del registro dello stato civile, a trascrivere la morte del giovane ufficiale e controfirmato dai testimoni: i soldati Vittorio Calore, Giuseppe Venturini e Gino Lei (tutti illetterati, firmeranno cin la croce), il Caporale Eugenio Noseva e il Comandante, il Tenente Colonnello Virginio Pizio. La comunicazione dell’avventa morte arriverà a Giulianova l’11 luglio 1917.

Fernando Leone

Il ricordo
La nobildonna, Contessa Isabella Acquaviva d’Aragona, sulla rivista “il Ponte di Pisa”, nell’edizione sabato-domenica 22-23 settembre 1917, ricorderà il giovane Fernando per via dell’antica e solida amicizia che legava la famiglia Leone e gli Acquaviva d’Aragona (articolo ritrovato e donato dallo storico Sandro Galantini al pronipote Alessandro Venieri).
Il 9 gennaio 1918 fu Laureato ad honorem in Giurisprudenza, quale iscritto al IV anno di corso 1915/1916 a Bologna (fascicolo 7064), proveniente dall’Università di Roma 1912/13 I anno. Il 29 agosto 1919, con il bollettino ufficiale del Regno d’Italia del 1919 paragrafo 5057, arrivò anche la nomina a Sottotenente di complemento nell’arma di fanteria con anzianità dal 20 maggio 1917. il suo nome fu inserito nell’Albo d’Oro dei caduti “Abruzzo e Molise, Volume II, pagina 426 e numero caduto 24; sulla foto stampata del gruppo ” Eroi Caduti per la Patria”. Anche il giornalista Francesco Manocchia scrisse il suo nome nel libro “I Salmi della patria” e poi ristampato e aggiornato in “Quando C’Era la Guerra” con l’Artemia editrice. Il suo nome è presente anche sulla lapide posta sul lato est del Duomo di San Flaviano a Giulianova e nel saggio “Su due fronti, Giulianova e i giuliesi durante la Grande Guerra” di Sandro Galantini nella rivista “Aprutium”. Anche la Provincia di Teramo, sul sito www.lagrandeguerra.provincia.teramo.it, a cura di

Dimitri Bosi

, ricorda Fernando Leone. Dal 1938, anno della costruzione del Sacrario dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale, le sue spoglie riposano a Oslavia, frazione di Gorizia. Custodisce i resti di 57.741 soldati (36.000 ignoti), quasi tutti italiani e 540 austriaci.

FERNANDO LEONE

I tragici fatti che colpirono il Reggimento, sono ben argomentati nel libro “Dall’Isonzo al Grappa: i caduti bresciani nella Brigata “Emilia”- 119° E 120° REGGIMENTO FANTERIA, di Stefano Aluisini, Ezio Avaldi e Ruggero Dal Molin, Edizioni Arti – Brescia, 2017.
Recentemente, Fernando Leone, è stato ricordato ne libro di Pierluigi Roesler Franz ed Enrico Serventi Longhi dal titolo “Martiri di Carta – i giornalisti caduti nella Grande Guerra”, edito da Gaspari, nel 2018.
Un particolare ringraziamento va a

Alessandro Venieri

,

Roberto Venieri

,

Carlo Di Marco

e

Sandro Galantini

per aver custodito documenti e foto del giovane ufficiale. Spero, in futuro prossimo, di dedicare una targa agli ufficiali giuliesi morti nella 1° Guerra Mondiale. #unitiperlapatria #primaguerramondiale

Articolo ritrovato e donato da Sandro Galantini al pronipote Alessandro Venieri

Albo d’Oro

Il Sacrario di Oslavia – Gorizia

 

Ecco le altre puntate

Biagio Abbondanza

Pietro Quaranta

Sabatino Acquarola

 

 

© Walter De Berardinis*

ricercatore sui caduti giuliesi nella Grande Guerra

walterdeberardinis@gmail.com




TUA. AGGIORNAMENTO SERVIZI ZONA AVEZZANO/L’AQUILA

 

 

Tua Spa comunica che i provvedimenti annunciati martedì scorso, 20 giugno 2017 riguardanti il potenziamento dell’organico aziendale con le figure professionali dei manutentori, stanno già sortendo gli effetti auspicati.

 

Infatti, presso l’unità produttiva di L’Aquila sono stati già inseriti 4 manutentori su 6 in programma, mentre nell’unità produttiva di Avezzano sono stati inseriti 2 manutentori su 4 da previsione.

 

Tali incrementi d’organico, indispensabili per far fronte alle esigenze manutentive della flotta aziendale, stanno contribuendo, in modo tangibile, a normalizzare la situazione, garantendo l’effettuazione della quasi totalità dei servizi programmati.

 

Nella giornata di oggi, infatti, la situazione non ha fatto registrare grosse criticità.

 

Tua Spa, in ogni caso, si scusa con la clientela per alcune corse non effettuate, soprattutto nelle primissime ore di questa mattina e relative ad alcune linee locali.

 

Tua Spa annuncia, infine, che la linea Pescara-Roma, da sabato prossimo, 1 luglio 2017, sarà oggetto di una ristrutturazione ma che, comunque, saranno garantiti gli stessi servizi agli stessi orari di quelli attuali.

 

Lanciano, 23.06.2017                                                            TUA SPA




SILENTI | presented yesterday the new performance by Thomas De Falco at Palazzo dei Priori, Città di Castello

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Thomas De Falco, Silenti, performance and textile installation, Palazzo dei Priori, Città di Castello (PG), 2017. Photo: Hisayuki Amae

SILENTI
performance e installazione tessile

THOMAS DE FALCO

a cura di Beatrice Schivo

Palazzo dei Priori di Città di Castello

È stata presentata ieri sera la performance dell’artista, tra i pochi in Italia a operare manualmente mediante la tecnica del “wrapping”, che ha origine dall’antica arte della tessitura di arazzo a telaio verticale.

 

“Silenti”, la nuova performance e installazione tessile di Thomas De Falco si è svolta ieri sera (22 giugno) presso il Palazzo dei Priori, oggi sede comunale, di Città di Castello. L’artista ha collocato il suo nuovo lavoro nell’atrio principale del Palazzo del Comune della cittadina umbra, opera incompiuta di Angelo da Orvieto (1322-38), dopo essersene innamorato per la severa ed elegante architettura.

 

Tra i due imponenti pilastri ottagonali che sostengono le volte dell’atrio, si sono trovati due soggetti, un uomo e una donna. Alla donna erano collegati lunghi wrapping, che a partire dai capelli si prolungavano verso l’alto dell’architettura, mentre dalle mani e dalle braccia del soggetto maschile si estendeva una grande radice di scultura tessile verso la pavimentazione dell’atrio.

I due performer, inizialmente rigorosamente immobili e a occhi chiusi, si muovevano impercettibilmente nello spazio scultoreo, congiungendosi tramite i wrapping all’antica architettura. Questa materia tessile, che ha dato corpo all’installazione, è stata protagonista fondamentale della performance e mezzo che l’artista ha usato per “dare vita e parola alla materia”, ottenendo una sintesi artistica tra corpo, tessitura e architettura.

In questo lavoro De Falco affronta il tema dell’incomunicabilità, intesa nel suo significato più universale. Come due linee rette e parallele, tra i due soggetti, non c’è possibilità di incontro.

Resta il silenzio, che ha dato titolo all’opera, ancor più amplificato dalla solenne architettura medioevale del Palazzo dei Priori.

 

La performance è stata accompagnata dalla presenza di uno strumento musicale.

 

Fino a oggi, 23 di giugno, è inoltre visitabile presso la Galleria delle Arti di Luigi Amadei di Città di Castello una scultura tessile dell’artista Thomas De Falco esposta a novembre 2016 al museo MAXXI di Roma in occasione della sua performance ed installazione tessile ROOTS.

 

 

Il wrapping

 

La ricerca scultorea di De Falco sin dagli esordi è racchiusa in una particolare tecnica tessile, il wrapping, che consiste nell’avvolgere attorno ad un’anima di materia tessile altra materia tessile, creando forme che ricordano quelle delle radici degli alberi.

Il rapporto con la natura per De Falco si concretizza nel momento in cui l’artista cuce delle foglie su dei quaderni: si tratta di un’operazione di studio e di ricerca, combinata all’uso del disegno, durante i quali fa nascere l’idea di quello che poi diventerà un arazzo, una scultura tessile o una performance ed installazione tessile. Nelle pere di De Falco, l’elemento naturale è quindi tramutato il forme della materia tessile che l’artista plasma a suo piacimento.




Bellante. “ACQUA NOSTRA. Per conoscere la situazione dell’acquifero del Gran Sasso da cui proviene l’acqua che beviamo”.

L’Associazione culturale NUOVE SINTESI, in collaborazione con “Arco Consumatori Abruzzo”, “Indipendent TV”, Associazione “Liberi Cittadini 5 Stelle, vi invita all’incontro pubblico SULL’ ACQUA DEL GRAN SASSO:

Interverranno:
– Serafino Pulcini (geologo)
– Franco De Angelis (Presidente di “Arco Consumatori Abruzzo”)
– Claudio Della Figliola (Portavoce dell’ Associazione “Liberi Cittadini 5 Stelle”)
– ed altri esponenti di associazioni territoriali…

Introduce: Giuseppe Roscioli (Nuove Sintesi)

– All’incontro parteciperà anche il vice Sindaco di Bellante Teresa Di Berardino

Domenica 25 GIUGNO 2017, ore 21.00 – SALA CONSILIARE del MUNICIPIO, BELLANTE (TE)




Ambiente. Il Sottosegretario Mazzocca presenta il Profilo climatico regionale  

 
 
 
 
“Disporre di uno studio come questo – cont i nua  il Sottosegretar io  – consente di mettere in campo progetti per ridurre i fattori climalterant i ed  è la base per tutta una serie di attività quotidiane per  i  cittadini, a partire dagl i  accorgimenti per migliorare l’efficienza degli impianti di riscaldamento o condizionamento delle abitazioni. Senza considerare le implicazioni sugli investimenti in agricoltura o in altri settori nei quali gli aspetti climatici giocano un ruolo chiave, come il turismo”.
 

“Allo scultore Prof. Gianpiero Gigliozzi di L’Aquila assegnato il Premio San Venceslao 2017“

IL MAESTRO GIGLIOZZI E LA SUA OPERA[2]
 

Si è tenuta a Bolzano presso la sede del sodalizio, la cerimonia di consegna del “Premio Culturale Internazionale San Venceslao” 13^ edizione 2017, organizzato dall’Accademia Culturale Internazionale San Venceslao, presieduta da Sergio Paolo Sciullo della Rocca, che anche quest’anno ha visto impegnato il collegio accademico, per l’esame delle opere giunte che dopo lo scrutinio ha visto l’attribuzione del premio, al professore Gianpiero Gigliozzi docente di discipline della scultura per la realizzazione dello studio e della scultura “La passione del Cristo” dove ha saputo evidenziare sapientemente lo strazio della Vergine Maria, rappresentando nell’insieme sia il dolore terreno e sia il dolore spirituale, lavoro di notevole pregio che ha meritato oltre all’attribuzione del premio, l’esposizione permanente nella Sala Consiliare del Comune di Mdina Notabile, capitale storica della Repubblica di Malta, dando notevole prestigio all’Arte italiana. Il premio è stato consegnato alla presenza del Collegio Accademico dal presidente Sciullo della Rocca coadiuvato da Franco Leasi e Gabriele Di Lorenzo. L’opera scultorea del professore Gigliozzi, ha così meritato il premio e la medaglia del presidente del senato della Repubblica Italiana Pietro Grasso.

 

 

ALLEGATE : Foto del Prof. Gianpiero Gigliozzi – di Foto Arte Asmodeo Rennes