Fossa. L’ANTICA AVEIA LA VIA CLAUDIA NOVA

Fossa AQ - Aggr S Eusanio Strada Romana 3
Fossa AQ – Aggr S Eusanio Strada Romana 3

Le indagini archeologiche svelano i resti monumentali del cardo maximus della perduta città di Aveia, unica traccia superstite del basolato dell’antica via Claudia Nova.

Proseguono gli incontri tra le Amministrazioni e i soggetti interessati, per una soluzione condivisa volta a garantire sia la ricostruzione delle abitazioni sia la tutela e la valorizzazione di una delle più importanti e monumentali scoperte archeologiche del territorio aquilano.

 

 

Fossa, 15 giugno 2017 – Grandi basoli calcarei accostati gli uni agli altri con tecnica accurata e raffinata, nei quali si vedono ancora chiaramente le profonde incisioni dovute all’intenso traffico dei carri (a dimostrazione della sua rilevanza nel territorio e nella rete degli scambi): è la strada monumentale – riconducibile all’antica via Claudia Nova, di cui non si avevano finora tracce certe nella conca aquilana – scoperta nell’ambito dei lavori di ricostruzione post sisma. Un tratto integro della lunghezza di circa 30 metri e dellalarghezza stimata di 4-5 metri(la via Appia antica è larga poco più di 4 metri) affiancato da un marciapiede porticato largo oltre 2 metri e dalle adiacenti costruzioni monumentali andate distrutte.

E’ così che doveva mostrarsi nel Isecolo a.C. il cardo maximus della perduta città di Aveia, punto di cerniera e contatto tra la “città alta” (di cui sopravvivono resti nel cosiddetto “torrione” del borgo medioevale) e la “città bassa” (delimitata dalle mura oggi ancora visibili nelle campagne di Osteria), tratto urbano di quell’asse stradale di rilevanza territoriale voluto dall’Imperatore Claudio per dotare di adeguate infrastrutture l’area delle conche amiternina e forconese, già interessate da imponenti e monumentali presenze insediative, da Foruli ad Amiternum, da Forcona a Peltuinum e oltre.

Della perduta città di Aveia scompare ogni traccia dal VII-VIII secolo d.C., probabilmente per i danni dovuti a catastrofi naturali (allagamenti, frane della montagna o terremoti). Nulla resta di visibile fuori terra oltre alle porzioni di mura urbiche nelle campagne e ai pochi resti sulle pendici del colle e inglobati nel borgo. La scoperta della monumentale strada,effettuata nei primi mesi dello scorso anno in via S. Eusanio – a seguito delle indagini archeologiche svolte dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere (USRC) -offre nuove e inedite certezze alle ipotesi di ricostruzione storica dell’importante centro romano.

 

E’ stata dunque attivata, fin dal primo momento, una forte azione di sensibilizzazione ai fini dell’auspicabile valorizzazione dei resti monumentali che muterebbero, d’improvviso, immagine e vocazione del centro di Fossa e della sua area, dalle risorse ambientali e culturali davvero straordinarie, forse uniche.  Risorse così straordinarie che obbligano, senza incertezza alcuna, gli enti, le amministrazioni, le associazioni culturali e i cittadini tutti, ad un forte impegno affinché tesori d’arte e della cultura possano assurgere a ben altri livelli di fruizione. Il Parco archeologico della Necropoli Vestina, benché aperto al pubblico saltuariamente, a solo qualche anno dalla scoperta era già conosciuto con ammirazione e stupore in ogni parte del mondo, e continue sono le richieste di informazioni e di visita.

Aveia è ubicata, nella vallata del medio Aterno, alle pendici nord-orientali di Monte Circolo e del borgo fortificato di Fossa, a soli dieci km dall’Aquila. La città romana era strutturata su terrazze urbane degradanti sul versante montano e caratterizzata da una città alta, probabilmentemonumentale, e da una città bassa che lambiva il corso del fiume Aterno, quella legata alle attività commerciali e di servizio del tratturo. Il percorso della Mura è ancora perfettamente leggibile, con il tratto monumentale meridionale che risale il versante fino al cosiddetto “Torrione” del borgo medievale. Una città romana che sembrava quasi completamente perduta, che viveva nella memoria di pochi, torna così prepotentemente a rivivere splendori e magnificenze di un antico e nobile passato. Dal 1773, allorquando l’Abate archeologo e filosofo Vito Maria Giovenazzi ebbe l’intuizione e il merito di riconoscere e identificare i monumenti di Fossa come quelli di Aveia, mai erano tornate alla luce resti monumentali così importanti.

Le modalità di indagine, studio e valorizzazione dovranno contemperare le esigenze di tutela con le esigenze di ricostruzione del tessuto urbano e edilizio: Su questo delicato tema sono in corso da mesi gli opportuni e indispensabili confronti tra tutti gli enti e i soggetti coinvolti, alla comune ricerca di soluzioni di revisione progettuale, spostamento, delocalizzazione e/o ridefinizione viaria dell’intera area.

 

Nuovo incontro, questa mattina, tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila e cratere, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere USRC, il Comune di Fossa e la Provincia dell’Aquila per verificare congiuntamente le concrete possibilità di rivedere le progettazioni pregresse (interventi edilizi, rete stradale locale e rete provinciale) adeguandone le previsioni al mutato quadro della situazione e i possibili scenari di recupero e valorizzazione.

 

Siamo da mesi impegnati in una attenta valutazione condivisa della situazione – affermano la Soprintendente Alessandra Vittorini e il Responsabile dell’USCR Paolo Esposito – con l’obiettivo prioritario di individuare gli strumenti e le procedure più idonee a garantire la salvaguardia e la valorizzazione di un contesto archeologico di straordinaria importanza per il territorio e il corretto svolgimento del processo di ricostruzione pubblica e privata. All’impegno congiunto profuso nella prima fase di conoscenza e indagine archeologica si è aggiunto da diversi mesi il lavoro sui tavoli tecnici interistituzionali, in cooperazione con tutti gli enti e i soggetti coinvolti. Confidiamo nella collaborazione di tutti per una celere definizione dei programmi futuri.”

 




Legge contro omofobia. Art.1 Mdp incontra le associazioni

Legge contro omofobia. Art.1 Mdp incontra le associazioni
 
 

Art.1 – Movimento Democratico e Progressista (Mdp) ha incontrato stamane le associazioni LGBTQ+ abruzzesi per presentare la legge regionale contro l’omofobia. 

Discriminazioni di genere ed omofobia rappresentano una piaga sociale cui l’Abruzzo non è esente, ne sono testimonianza le gravi aggressioni avvenute negli ultimi tempi a Pescara. 

Art.1 – Movimento Democratico e Progressista Abruzzo, come già annunciato, si è fatto promotore di una proposta di legge in tal senso elaborata da tempo, già vagliata dall’ufficio legislativo del Consiglio Regionale e che sarà presentata dal Capogruppo Art.1 Mdp e Sottosegretario alla Presidenza Regionale Mario Mazzocca e dall’Assessore Regionale con delega alle Politiche Sociali Marinella Sclocco. 

A tal fine, i membri del gruppo Art.1 Mdp in Regione incontreranno le associazioni LGBTQ+ abruzzesi mercoledí 21 giugno ore 17.00 a Pescara nella sala “Corradino D’Ascanio” Sede Consiglio Regionale – Piazza Unione, per un confronto sulla proposta di legge e, anche attraverso i contributi che scaturiranno da questo e altri incontri, condividere i punti della proposta medesima. 

 

Gruppo Consiliare Art.1 Mdp Abruzzo 




JACOPO SIPARI DIRIGE LA PRIMA ASSOLUTA DI CENERENTOLA DI ROSSINI IN MONGOLIA

 

Ulan Bator – Mongolia. Un italiano alla corte di Gengis Khan. Sara’, infatti, il direttore abruzzese Jacopo Sipari di Pescasseroli, direttore principale ospite della Fondazione Festival Pucciniano a dirigere la prima assoluta in Mongolia ne l Teatro Nazionale d’Opera e Balletto della capitale Ulan Bator  della straordinaria opera “La Cenerentola” di Gioachino Rossini.

Il Maestro, tornato dai successi in Messico e al Teatro Nazionale di Belgrado dove ha recentemente diretto il balletto “La bella Addormentata” di Tchaikovsky con l’Opera di Stato, porta l’Opera Italiana anche in Mongolia, invitato dal Mongolian Cultural Envoy to UK and EU e dal Ministero degli affari esteri dello Stato.

Il progetto, ideato dal soprano e regista Ayana Sambuu con la collaborazione di Nathalie von Rittersberg, vede la presenza di noti solisti internazionali provenienti da diversi paesi unitamente al coro e all’Orchestra del Teatro Nazionale di Mongolia.

Tra i solisti anche gli italiani Concetta Pepere nel ruolo di Clorinda, Franco Cerri nel ruolo straordinario di Dandini e Pietro Toscano in quello di Don Magnifico.

“E’ indubbiamente una esperienza unica” dice Sipari “Cenerentola e’ una delle opere piu’ belle e divertenti sia da ascoltare che da suonare. E’ un onore per me poter portare la musica operistica italiana anche in Mongolia”.

Il maestro Sipari tornera’ in Italia il 3 Luglio per dirigere WEST SIDE STORY al Teatro Romano di Benevento con l’Orchestra Filarmonica e il Corpo di Ballo di Benevento.

“Rossini mi ha sempre trasmesso una profonda gioia e allegria – dice sempre Sipari – e lo dirigo sempre con grande piacere. E’ per questo che quest’anno abbiamo inserito l’Opera di Rossini “Il Barbiere di Siviglia” per la regia di Alberto Paloscia al Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo in programma il 15 Agosto 2017″.

La Cenerentola è un melodramma giocoso od un’opera lirica di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Il titolo originale completo è La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo.

Il soggetto fu tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, ma Ferretti si servì anche di due libretti d’opera: Cendrillon di Charles Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e Agatina, o la virtù premiata di Francesco Fiorini per Stefano Pavesi (1814).

L’opera fu composta in circa tre settimane e Rossini, come fece in altre occasioni, affidò ad un assistente (in questo caso Luca Agolini) la composizione dei recitativi secchi e delle arie meno importanti, quelle di Alidoro e Clorinda.

La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma.

Il debutto, pur non provocando uno scandalo paragonabile a quello del Barbiere, fu un insuccesso, ma dopo poche recite, l’opera divenne popolarissima e fu ripresa in Italia e all’estero.




Tortoreto. Il 18 giugno, dalle 18 in poi, i locali della Consulta Giovanile Comunale di Tortoreto ospiteranno la presentazione dell’associazione “In Senso InVerso” 

Segue nota dell’Associazione:
“Vi aspettiamo nel pomeriggio di Domenica 18 Giugno, presso la sede della Consulta Giovanile di Tortoreto, in via Trieste 50, per la presentazione della nostra nuova Associazione di Scienze Olistiche e Bio-Naturali : “In Senso InVerso ” A.S.D affiliata Libertas. Parleremo di noi, e delle nostre idee per il territorio; presenteremo i progetti che vorremmo realizzare, sopratutto con l’aiuto delle persone che vorranno ritrovarsi dentro i nostri sogni, e che credono in un mondo piu’ naturale e pulito.
Avremo un ospite d’eccezione:
Il Prof. Bartolomeo Lacagnina, medico ed oncologo di medicina integrata, docente della scuola di Naturopatia Riza Psicosomatica, ricercatore dell’ARTOI e dell’HUMANITAS . Esso ci parlera’ dell’approccio alle malattie oncologiche in visone appunto integrata alla medicina Ufficiale. Seguira’ un piccolo rinfresco agli ospiti che interverranno. Ringraziamo tutti coloro interessati all’evento.”




Ciccantelli (Sinistra Italiana) : “Ripartire dai programmi e dalle idee, con il politicismo Teramo muore”

 

Dopo mesi di discussione estenuante sullo sfaldamento della maggioranza di centrodestra il dibattito politico teramano scopre nel giro di pochi giorni che se Atene piange, Sparta non può certo ridere. Nel Partito democratico teramano si consuma l’ennesima rottura con la fuoriuscita del capogruppo D’Alberto e dei consiglieri a lui vicini dando l’ennesimo colpo alla già debole minoranza istituzionale, divisa e incapace da tempo di prospettare un’alternativa ad un centrodestra ormai alla canna del gas. Per chi lavora alla costruzione di un polo di sinistra autonomo dal Partito democratico ogni fibrillazione o scomposizione di quel  presunto moloch è apprezzata ma nel caso di Teramo città dopo tanti anni di “vorrei ma non posso” ci si arriva tardi e male. Dopo le dimissioni di un segretario dimezzato dell’Unione comunale e l’assalto alla diligenza da parte di esponenti PD di Campli o Bellante su quel che rimaneva del PD teramano era compito dell’ultima rappresentanza (quella istituzionale) definire strategie e direzione politica in attesa dei passaggi congressuali interni. Questo non è stato fatto. Fino ad oggi solo una forza autenticamente civica come Prospettiva Comune con l’adesione di Sinistra Italiana ha lanciato la sfida di un tavolo per la città prima ancora che per le sigle, un luogo di confronto per tutti gli attori interessati. In una città ferita dall’assenza della politica sulle principali questioni sociali, culturali, abitative, economiche ed ambientali si rischia di veder morire Teramo di politicismo. Conosciamo i particolari dello scontro tra bande interne al PD e non sappiamo nulla del tessuto culturale della città, abbiamo letto consiglieri di opposizione tra i più “duri e puri” proporre governi di unità civica a Brucchi, sentiamo parlare di primarie, di alleanze senza aver contribuito a scrivere uno straccio di programma o messo in fila alcune idee per il rilancio della città. La federazione teramana di Sinistra Italiana condivide la linea nazionale del partito sulla ricerca della massima unità delle forze di alternativa ma l’unità senza programmi e autocritica produce dei mostri elettorali. Non ne abbiamo bisogno.

Stefano Ciccantelli – coordinatore provinciale Sinistra Italiana Federazione di Teramo 

Visita il blog di Sinistra Italiana – Provincia di Teramo
https://sinistraxteramo.wordpress.com/




Abruzzo: la nuova Guida di Repubblica è in edicola

 

 

Le Guide di Repubblica tornano in edicola con un nuovo volume ad arricchire la collana dedicata alle regioni d’Italia, che si rinnova anno dopo anno. Protagonista di questa uscita è l’Abruzzo, raccontato attraverso la quarta edizione della Guida ai sapori e ai piaceri della regione 2017-2018.

Links:
——
[1] http://inedicola.gruppoespresso.it/prodotto/le-guide-di-repubblica/

Disponibile in edicola (9, 90 euro più il costo del quotidiano), la Guida offre al lettore la possibilità di intraprendere un percorso di scoperta attraverso l’enogastronomia locale, ma non solo, perché diventa sempre più un vademecum che raccoglie preziose indicazioni e idee per conoscere le bellezze dell’intero territorio, attraverso storia, cultura e percorsi che ne raccontano i meravigliosi patrimoni naturali.

 

“L’Abruzzo riesce a mantenere intatta la voglia di tuffarsi in un mondo più rassicurante, più congeniale a chi vuole fare un bagno di territorio e immortalare sequenze che appartengono alla memoria di un popolo”. Queste le parole con cui il direttore delle Guide di Repubblica, Giuseppe Cerasa, presenta la quarta edizione del volume. Tavole d’autore, paesaggi mozzafiato, prodotti della terra e del mare invitano a scoprire gli angoli noti, ma soprattutto quelli segreti della regione.

 

Attraverso i 60 chalet segnalati si intraprende un percorso che attraversa la costa adriatica dal Tronto al Trigno. In questo viaggio lungo il mare che bagna l’Abruzzo ci si sofferma a scoprire il brodetto, piatto tipico raccontato in Guida svelando i segreti dei cuochi del chietino, del pescarese e del teramano. Così il mare diventa protagonista di storie che spiegano le stagioni del pesce e nei percorsi che si aprono sull’incantevole Costa dei Trabocchi. Ci si sposta poi verso l’interno della regione, in quella parte di Abruzzo attraversata dai cammini sulle tracce di Celestino V o di San Tommaso: eremi ed angoli di natura incontaminata accendono i riflettori su luoghi da ammirare e questo avviene anche con gli itinerari all’interno del Parco Nazionale della Majella, attraversato dal treno storico ribattezzato “Transiberiana d’Italia”. La Sulmona-Carpinone, con i suoi vagoni d’epoca, permette di immergersi nel cuore della regione esplorandone il volto più profondo.

 

E sarà difficile scegliere dove mangiare tra i 353 ristoranti presenti in Guida che rappresentano le eccellenze del territorio, differenziandosi per tipologia di proposte, dalle tavoli più tradizionali a quelle gourmet. Si passa poi alle 148 botteghe del gusto, realtà produttive che diffondono il meglio della gastronomia locale. Non mancano le proposte dedicate ai più sportivi, a cui è dedicata la sezione che raccoglie 10 percorsi ciclabili suddivisi in base alla difficoltà del tracciato, una novità della quarta edizione.

 

Per chi fosse poi interessato a proseguire l’appassionate avventura, la Guida segnala dove dormire, offrendo la possibilità di selezionare tra luoghi suggestivi in cui soggiornare, dalle camere di un antico castello alle raffinate stanze di un edificio antico circondato da vigneti.

 

Molte altre le eccellenze raccolte all’interno della Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo, tra cui i birrifici artigianali, un’altra novità ma soprattutto una realtà in crescita all’interno della regione.

E il viaggio prosegue tra la storia e il fascino dei borghi, le manifestazioni di piazza, appuntamenti annuali durante i quali scoprire le antiche radici del folclore popolare, e ancora il comparto enologico, rappresentato in guida da 42 produttori di vino, senza dimenticare i 14 produttori di liquore.

 

La Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo 2017-2018 di Repubblica è disponibile in edicola al costo di 9,90 euro più il prezzo del quotidiano, si trova inoltre in libreria e sarà presto anche online su Amazon, Ibs e sullo store delle Guide di Repubblica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Federconsumatori Abruzzo osservatorio sulla mobilità: Chiusura linea Pescara-Roma

 

Foto Archivio Un vecchio Treno a Giulianova

Noi della Federconsumatori Abruzzo siamo lieti quando possiamo riconoscere i meriti di chi amministra la cosa pubblica.

Non abbiamo perciò nascosto la nostra gratitudine per i nostri amministratori regionali che hanno ridotto i tempi di percorrenza dei treni  da Pescara a Roma dalle 3h e40′ a 3h e 22′ (anche se nel 1970 i treni impiegavano 3h e 3′ per collegare Pescara a Roma).

Non ci siamo nascosti neanche quando i responsabili regionali sono riusciti a consentire, come i vecchi tempi, che i treni Pescara-Roma si attestassero a Roma Termini, anziché in un ramo sperduto della stazione di Tiburtina (anche se non si può neanche dimenticare che questo ritorno a Roma Termini è stato pagato a carissimo prezzo: erano 12 i treni che collegavano Roma a Pescara , ne sono rimasti solo 6).

Adesso che i pendolari marsicani si stavano abituando ai nuovi piccoli vantaggi (i piccoli vantaggi resteranno solo un piccolo patrimonio dei marsicani, fino a quando i responsabili regionali non riusciranno a dare un treno no-stop da Pescara a Roma – 2h e 45′ circa), che Rete Ferroviaria Italiana ha deciso di sospendere dal 16 luglio al 3 settembre  il servizio ferroviario tra Pescara e Roma (i treni verranno sostituiti dai bus).

Dicono che si tratta di effettuare lavori per migliorare la sicurezza della linea; ed è difficile protestare di fronte a queste ragioni, ma:

 

  1. speriamo che non si tratti di lavori come sulla linea Sulmona-L’Aquila. Lavori che hanno comportato la chiusura della linea per un paio di mesi ogni anno, per una decina di anni (a luglio ed agosto, come nel nostro caso), e poi questi lavori non li ha visti nessuno.

 

  1. Perché i bus che sostituiranno i treni sulla Pescara-Roma non vengono fatti arrivare a Roma Termini, come i treni. Almeno in questo caso non possono dirci che mancano i binari!

 

  1. Perché i pendolari che debbono pagare un notevole prezzo per questi lavori, non vengono informati esattamente sui lavori che verranno realizzati e sui vantaggi che saranno conseguiti ?

 

Speriamo che la chiusura di quasi due mesi della linea Pescara-Roma non sia solo una prova generale per testare le reazioni del “popolo”. Se le reazioni dovessero essere tiepide, forse qualcuno sta già pensando ad altro.

 

 

Federconsumatori Abruzzo

osservatorio sulla mobilità




Tortoreto. Medical Sport: studenti in forma gratis per una vita più sana.




Siena. Migranti e HIV: servono informazione e prevenzione

Se ne è parlato all’Università di Siena in occasione della IX edizione del Congresso ICAR SIMIT alla presenza di oltre mille specialisti provenienti dall’Italia e dall’estero

 

La maggior parte contrae l’infezione in Europa. “Serve maggiore informazione e un ampio piano di prevenzione. L’obiettivo può diventare quello di debellare la malattia” dichiara la prof.ssa spagnola Julia Del Amo

 

HIV E MIGRANTI. Il fenomeno delle migrazioni non è di per sé causa dell’aumento delle infezioni da HIV, ma costituisce una componente che aggrava il problema dei contagi. “Nel 2015,i migranti hanno rappresentato il 39% dei nuovi casi diagnosticati di HIV in Europa. In alcuni paesi, in Svezia ad esempio, raggiungono il 75%, delle nuove diagnosi. In Italia sono il 28%” dichiara Julia Del Amo – Professoressa in scienze biomediche presso l’Istituto Sanitario Carlo III di Madrid. “È importante tuttavia sottolineare che solo una parte dei migranti arrivano in Europa affetti dalla malattia: in relazione per esempio all’Africa Sub Sahariana, una delle aree del mondo più colpite, solo la metà di coloro che giungono nel nostro continente hanno già l’HIV. È necessario dunque fare maggiore prevenzione. Per alcuni gruppi specifici, come i migranti omosessuali (MSM), la probabilità di contrarre il virus dopo la migrazione è assai elevata, arrivando al 72%. Non meno preoccupante il fenomeno che scaturisce dai contatti eterosessuali, che provocano il contagio tra gli immigrati provenienti dall’Africa Sub Sahariana in oltre il 50% dei casi”. Meno rilevante il fenomeno legato all’uso di droghe, comunque non trascurabile quando il discorso si sposta su immigrati provenienti da altri Paesi (Russia, Ucraina, Estonia). Complessivamente, non c’è abbastanza consapevolezza di ciò che accade: troppo spesso infatti si pensa che i migranti portino l’HIV dall’Africa nei nostri paesi. In realtà, in alcuni casi, come in Grecia, il 95,3% delle infezioni tra migranti avviene proprio nelle aree di accoglienza.

Serve dunque una campagna di sensibilizzazione e di informazione, che deve essere accompagnata da un’adeguata campagna di prevenzione. Oggi persiste una disparità nei trattamenti a danno dei migranti, che a causa di un ridotto accesso non possono usare strumenti di prevenzione e non riescono ad eseguire test per valutare lo stato dell’infezione. “Il messaggio deve essere di lotta alla discriminazione, al razzismo e alla xenofobia” continua la prof.ssa Del Amo. “Il rischio di trasmissione diretta di HIV dai migranti alla popolazione europea non esiste, ma resta il problema della trascuratezza nei rapporti sessuali non protetti. Ma questa è una responsabilità che deve essere condivisa: bisogna ricordare che i migranti che provengono da determinate aree geografiche come l’Africa Sub sahariana o l’America latina sono originari di regioni dove la diffusione di HIV è più elevata che in Europa, quindi c’è un maggiore rischio di contrarre il virus se si fa sesso non protetto”.La UN AIDS (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS) ha varato norme riguardanti i diritti umani nei principi di tutela della salute pubblica per migliorare il controllo dell’HIV. “Se l’Europa riconoscesse questi diritti e migliorasse i sistemi di prevenzione si potrebbe raggiungere un obiettivo molto ambizioso, la fine dell’AIDS. Questo è il progetto che è stato proposto nei maggiori istituti sanitari del mondo. Non possiamo lasciare i migranti fuori dalla risoluzione del problema della lotta all’AIDS” conclude ancora la prof.ssa Del Amo.

 

IL CONGRESSO – Il contributo della professoressa Del Amo si è svolto all’interno della nona edizione di ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research), dal 12 al 14 giugno 2017 a Siena. Il congresso, presieduto dai professori Maurizio Zazzi (Siena), Andrea Antinori (Roma) e Andrea De Luca (Siena), si è svolto presso l’Università degli Studi di Siena – Centro Didattico del Policlinico S. Maria alle Scotte. Presenti 1100 specialisti, tra medici e ricercatori di vari settori, coinvolti nell’assistenza e cura dell’infezione da HIV e volontari delle associazioni impegnate nella lotta contro l’AIDS. ICAR(Italian Conference on Antiviral Research) è organizzata sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali,e con il patrocinio di tutte le maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica.

D.T.




Sulmona. Valorizzazione degli Eremi abruzzesi attraverso l’arte contemporanea

DCF 1.0 Madonna-del-Cauto-Morino-qui-lintervento-di-Alice-Cattaneo

Il progetto, giunto alla sua seconda edizione, è volto alla riscoperta dei luoghi storici legati alla spiritualità dei romitaggi dell’Appennino centrale per rendere attuale il messaggio universale di spiritualità, ecologia e civiltà radicato nell’identità del territorio abruzzese.

Inaugurazione 15 luglio Abbazia di Santo Spirito al Morrone – Badia Sulmona

A cura di: Maurizio Coccia, Marco Cianciotta, Enzo De Leonibus, Silvano Manganaro

Pescara 16 giugno 2017 –Dopo il successo mediatico, di pubblico e di critica, dell’edizione dello scorso anno, EREMI – Percorsi tra arte, natura e spiritualità intende proseguire la strada intrapresa con un’edizione ancora più articolata e ambiziosa. Facendo seguito a quanto dichiarato dal Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso il 30 luglio 2016 (“[in questo progetto] c’è una condizione di estremità che chiama in causa l’unicità… Adesso si tratta di contrastare l’estemporaneità dell’iniziativa perché questo sarebbe una caduta a picco verso il niente. Bisogna quindi organizzare la continuità e con essa la crescita della qualità; come inizio dieci e lode”)l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, promotrice del progetto, con questa seconda edizione ha inteso dare sempre maggiore respiro all’iniziativa coinvolgendo anche nuovi Eremi e nuovi comuni, organizzando incontri, mostre di carattere storico e dibattiti nonché la produzione di un catalogo che possa riportare e conservare il lavoro svolto.

EREMI – Percorsi tra arte, natura e spiritualità offre l’opportunità di far conoscere la storia, la tradizione, l’ambiente e il fascino del territorio abruzzese, dove le testimonianze del romitaggio (legate alla figura di Pietro da Morrone, ma non solo) sono parte essenziale della sua identità, ma anche una tappa fondamentale di un percorso incentrato al recupero e alla valorizzazione del Patrimonio storico, culturale e ambientale.

L’obiettivo del progetto è far comprendere, ancora di più, l’importanza della conservazione e della valorizzazione degli Eremi e come questi ultimi siano parte integrante della cultura delle popolazioni locali nonché patrimonio culturale e spirituale a livello globale. Una specificità che fa di questi luoghi una tappa (anche turistica) imprescindibile sia sul piano culturale che religioso e naturalistico. L’inaugurazione è prevista per il 15 luglio prossimo presso