Editoria. ANNA VENTURA NELLA LISTA D’ONORE DEL PREMIO “PIEVE SANTO STEFANO”

Anna ventura
Anna Ventura

Anna Ventura
Anna Ventura

Pieve di Santo Stefano

Gentile direttore,
se può essere d’interesse, ecco una mia nota sull’insigne scrittrice e poeta abruzzese Anna Ventura, presente nella Lista d’onore del Premio “Pieve Santo Stefano” 2010, con il suo diario “Tra domenica e lunedì“, straordinaria testimonianza dell’autrice sul terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. Il diario, infatti, va dal 6 aprile fin quasi alla conclusione del 2009. Anna Ventura è una delle figure più in vista della letteratura italiana. Nella nota anche la storia dell’Archivio Nazionale dei Diari e di questo singolare Premio, ideato e fondato dal giornalista Saverio Tutino, compreso qualche riferimento storico sul borgo di Pieve Santo Stefano.
Allegate una foto di Anna Ventura e un’immagine dall’alto di Pieve Santo Stefano.
Con viva cordialità
Goffredo Palmerini

ANNA VENTURA NELLA LISTA D’ONORE DEL PREMIO “PIEVE SANTO STEFANO”

La scrittrice presente al concorso diaristico nazionale con l’opera “Tra domenica e lunedì” sul sisma aquilano

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – Anna Ventura, insigne scrittrice aquilana, è stata inclusa nella Lista d’onore del Premio “Pieve Santo Stefano” con l’opera “Tra domenica e lunedì”. E’ il suo diario sul terremoto dell’Aquila, come il titolo richiama evocando i giorni di quella terribile notte, il 6 aprile 2009. Dolore, emozioni e speranze, con numerosi richiami al mondo letterario, pervade questo straordinario diario che si dispiega dalla drammatica notte fin quasi alla conclusione del 2009, l’annus horribilis. La cerimonia di premiazione del concorso, bandito dalla Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, avverrà nei giorni 10, 11 e 12 settembre 2010. Anche in tale singolare rassegna la scrittrice e poeta abruzzese, dunque, ha il riconoscimento dell’iscrizione nella Lista d’onore del Premio, come frequentemente accade alle sue opere poetiche e narrative, premiate nei concorsi nazionali. Anna Ventura, infatti, è una delle personalità più affermate, fervide e versatili della letteratura italiana. Nata a Roma da genitori abruzzesi, laureata in lettere classiche a Firenze, agli studi di filologia classica, mai abbandonati, ha successivamente affiancato un’attività di critica letteraria e di scrittura creativa. Lunga sarebbe la lista delle opere pubblicate, per molte case editrici italiane: tra esse tredici volumi di poesie, nove volumi di narrativa – soprattutto racconti, ma anche romanzi e diari di viaggio – e sei testi di critica letteraria. Diversi suoi testi sono stati tradotti in francese, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese e rumeno, e pubblicati su riviste, antologie e volumi monografici. Di lei si sono occupati critici italiani e stranieri, anche in monografie: la più recente, Itinerario letterario di Anna Ventura, è di Vittoriano Esposito (Centro Studi Marsicani, Avezzano, 2005). Pubblicista, Anna Ventura collabora a varie riviste, in Italia e all’estero. Socia del Pen Club italiano, è presente nell’antologia delle scrittrici del Pen Club internazionale, curata dall’Università di Salta, in Argentina.

Corposo il “palmares” dei riconoscimenti e dei premi tributati alla grande scrittrice abruzzese: il Premio per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (1983), quindi il Tagliacozzo (1988), il Chianti (1989), il Lerici/Pea (1995), lUTET (1997), lEsuvia (2000), il Capoverso (2003), il Cesare De Lollis (2005), il Venilia (2007), tutti per la poesia. Finalista ai Premi Adelfia (1985), Il Ceppo (1986), Penne (poesia – 1989), Penne (narrativa  – 1990), Teramo (racconto – 1991), ha conseguito il premio Giusti Monsummano (1992), il Parise (1994), il Michetti D’Annunzio (2001), per la narrativa, il Tagliacozzo (1984) per la critica e l’Over Cover Scriba (2007) per la prefazione. Ha avuto il Premio Histonium per la cultura (1977) e il Peltuinum per la carriera (2003). Ha tradotto dal latino il De Reditu di Claudio Rutilio Namaziano e gli Inni di Ilario di Poitiers per il volume “Poeti latini tradotti da scrittori italiani (Bompiani, 1993). Dirige la collana di poesia Flores , per la casa editrice Tabula Fati di Chieti. I suoi diari – tra cui quelli del 1996 ed appunto del 2009 inseriti nella Lista d’onore del Premio “Pieve Santo Stefano” – sono tutti depositati presso l’Archivio Nazionale del Diario.

La poesia e la narrativa di Anna Ventura, con l’inconfondibile cifra stilistica di rara raffinatezza, ti prendono la mente e l’anima, alimentando una suggestione che incanta. “Ella sa evocare – afferma Giorgio Barberi Squarotti in una nota sull’Autrice – da un’ombra fonda di tempo e di mistero, personaggi, vicende in un linguaggio che è, al tempo stesso di narrazione e di sogno. Nel cerchio stesso di ogni testo viene fuori un frammento di verità assoluta che si compone con gli altri in una visione fantastica e, insieme, esemplare invenzione, com’è, ed esperienza profonda dell’essere al di là delle apparenze”. E Stefano Valentini, nella prefazione alla silloge poetica “Non suoni, ma rumori”, vincitrice a Padova del Premio Venilia 2007, così puntualmente annota: “Se alcuni poeti inseguono a lungo una propria voce, un timbro riconoscibile tra i molti, Anna Ventura l’ha trovato sin dagli esordi: il suo fascino deriva dalla leggerezza tonale, dall’ironia lieve, dalla misura cesellata, dalla capacità sopraffina di cogliere il sublime nel consueto e di rendere familiare il sublime, dalla perizia stilistica per cui un dettato fondamentalmente colloquiale diviene lirica perfetta e coinvolgente”, infine accostando la sua poesia – se proprio si vogliono cercare parallelismi e somiglianze – unicamente a quella della polacca Wislawa Szymborska, Nobel per la Letteratura nel 1996. “Qualche altra eco – scrive ancora Valentini – può trovarsi in certa poesia anglosassone e nordamericana, con la differenza che l’understatement di Anna Ventura non equivale a composto distacco o ad un’asettica presa di distanza, ma veicola invece un’empatia profondissima, un’identificazione con gli altri e con le cose che la circondano, un’immedesimazione che trova il suo equilibrio sfuggendo alle risacche di qualsiasi sentimentalismo e radicandosi in una filosofia di vita che non si limita a contemplare il mondo, sia pure con arguzia, ma lo abbraccia cercando un possibile senso ad ogni cosa, senza farne un’ossessione e rispettando il mistero di quanto è inconoscibile”.

Ma torniamo a Pieve Santo Stefano e alle sue origini, quindi all’Archivio Diaristico e al Premio nazionale. Citata per la prima volta nel 723 d.C. in un atto che riconosceva quel territorio come parte dell’Umbria, Pieve Santo Stefano era inserita nel corridoio bizantino che collegava Ravenna a Roma. All’epoca il borgo si chiamava Suppetia, ossia fornitrice, in riferimento all’ancora attivo commercio del legname. A partire dall’ VIII secolo, però, i Longobardi al comando di Liutprando riuscirono a forzare il blocco bizantino ed a conquistare la Valle del Tevere, prima di lasciare il posto all’avanzata dei Franchi di Carlo Magno. Si deve comunque all’Historia Langobardorum di Paolo Diacono se possiamo sapere che all’epoca, nei pressi dell’attuale Pieve, si era già sviluppato un oppidum, ovvero un borgo fortificato di notevoli dimensioni che i Longobardi avevano ribattezzato “Verona”. Alle porte dell’anno Mille, il borgo fu consegnato all’autorità di Goffredo d’Ildebrando, fedelissimo dell’imperatore tedesco Ottone I, che così venne eretto sovrano d’una vasta zona dell’Appennino tosco-emiliano, mentre l’amministrazione spirituale del borgo rimase sotto la Curia umbra di Città di Castello. Ma lungo sarebbe citare le vicende d’un altro millennio di storia.

Ora Pieve Santo Stefano è un magnifico borgo, in provincia di Arezzo, al confine con Marche ed Emilia Romagna, nel lembo di Toscana in Val Tiberina ancora incontaminato dai flussi turistici, nonostante ci si trovi nella terra di Piero della Francesca, di Michelangelo Buonarroti ed infine di Alberto Burri, uno dei maggiori esponenti della pittura informale. Il paese antico fu completamente distrutto nell’agosto 1944 dalle mine dell’esercito tedesco in ritirata, che proprio sopra Pieve verso nord aveva realizzato le postazioni della Linea Gotica. Tra i pochi edifici rimasti in piedi, il Palazzo Pretorio comunale con gli stemmi delle casate alle pareti. Pur se la ricostruzione concitata del dopoguerra ha largamente cancellato la facies architettonica dell’antico borgo, Pieve conserva tuttavia alcune preziose testimonianze del passato che, insieme ad altre singolari valenze, la rendono assai interessante anche in ragione del contesto ambientale, della qualità del paesaggio verde e incontaminato dove scorre il Tevere, meta ideale per lunghe e tranquille permanenze a contatto con la natura. Orbene, proprio in un’ala di quel Palazzo Pretorio salvatosi dalla distruzione bellica, quarant’anni dopo la fine della guerra è sorta una casa della memoria: un luogo pubblico per conservare scritti di memorie private. Pieve Santo Stefano, infatti, nel 1984 è balzata alla notorietà nazionale come la “Città del Diario”, da quando vi si avviò la costituzione dell’Archivio Nazionale che raccoglie le memorie e gli epistolari degli italiani, giunto oggi a conservare oltre seimila storie di vita. Questo straordinario Archivio, nel frattempo trasformato in Fondazione, è diventato progressivamente un centro rilevante di conservazione della memoria del Paese, recuperando dai recessi di soffitte e dai cassetti di vecchi comò degli antenati lettere di emigrati, diari di guerra, carteggi d’amore, memorie autobiografiche, quaderni con ricordi dell’intimità giovanile, appunti e pagine personali di nonni ed avi vissuti nei secoli precedenti, il tutto catalogato e messo nella disponibilità delle generazioni future, così salvandolo dalla dispersione e da probabile distruzione. Sono tutti documenti autentici, non rielaborati o corretti da altri, che per tale particolarità danno uno spaccato storico dell’Italia attraverso la memoria scritta del suo popolo, della sua gente comune.

L’Archivio ha attirato l’attenzione di studiosi, anche stranieri, per la sua peculiarità. Ne è stato fondatore Saverio Tutino, scrittore e giornalista milanese, classe 1923. Militante nella lotta di Resistenza al nazifascismo, nel dopoguerra Saverio Tutino iniziò l’attività giornalistica come inviato e corrispondente in diversi paesi del mondo e, segnatamente, in America Latina. Nel 1975 prese parte alla nascita del quotidiano “La Repubblica“, dove ha lavorato fino al 1985. L’anno prima, appunto, la sua idea di fondare a Pieve Santo Stefano un luogo dove raccogliere le scritture autobiografiche degli italiani e successivamente quella di creare un concorso nazionale per diari. Il Premio Diaristico Nazionale è affidato ad una Commissione di lettura composta da persone del luogo che, durante tutto l’anno, leggono e discutono sui diari, le memorie e le raccolte epistolari che giungono a Pieve. La Commissione sceglie tra i cento testi ammessi ogni anno al concorso la rosa degli otto finalisti, che vengono poi passati alla Giuria nazionale.

L’Archivio Nazionale dei Diari, che s’avvia a diventare un vero e proprio Museo, attira sempre più curiosi e visitatori provenienti da tutto il mondo. All’interno delle stanze del cinquecentesco Palazzo Pretorio, dove ha sede l’Archivio, una preziosa terracotta realizzata nel 1510 da Girolamo Della Robbia, “La Samaritana al Pozzo”, mentre, nella piazza adiacente, la Collegiata di Santo Stefano ospita, fra le altre opere, una terracotta della bottega di Andrea Della Robbia raffigurante l’Assunzione della Madonna tra Santi, risalente al 1514. Tali casi confermano la notevole attività svolta nell’area dagli artisti della famiglia Della Robbia, dal capostipite Luca (Firenze, 1400-1481), formatosi nella bottega di Donatello, a suo nipote Andrea ed ai figli di questi, Giovanni e Girolamo. Dunque, val proprio la pena fare una visita a Pieve Santo Stefano ed al suo Archivio dei Diari dove, tra gli altri, sono conservati tutti i diari di Anna Ventura e, da ultimo, anche quello dell’orribile 2009, l’anno del terremoto dell’Aquila. Il diario, che con il titolo “Tra domenica e lunedì” sta per essere pubblicato, oltre all’indubbio valore letterario assume il significato d’una preziosa testimonianza dall’intensa forza espressiva, ricca di sentimenti e d’emozioni, come solo una scrittrice straordinaria e sensibile, qual è Anna Ventura, riesce così densamente ad esprimere.




Milano. EKK. L’ABRUZZO IN SINTESI CONQUISTA MILANO

EKK. L’ABRUZZO IN SINTESI CONQUISTA MILANO

Presentato in Lombardia il primo progetto

che unirà in un solo luogo le migliori espressioni dell’Abruzzo:

ospitalità, prodotti tipici, verde ed enogastronomia.

La cantina storica Santangelo, ai piedi dello splendido borgo di Città Sant’Angelo (Pe) si trasforma in polo delle eccellenze d’Abruzzo grazie ad un mercato delle tipicità, ad un ristorante, ad un laboratorio del gusto e ad un centro vivaistico di oltre 6mila metri quadrati.

È questo Ekk. Il progetto innovativo, già presentato in Abruzzo pochi mesi fa, ha conquistato anche la stampa milanese giovedì 8 luglio presso il ristorante abruzzese “Il Capestrano” di Milano. «Si tratta di un progetto ambizioso che vuole far conoscere la nostra regione in modo qualificato, immediato e innovativo – ha spiegato Umberto Febo, l’imprenditore florovivaistico che ha pensato tutto questo – Su una superficie di 10.000 mq coperti troveranno spazio ben 6 attività unite dagli stessi comuni denominatori: la tradizionale ospitalità, il tempo libero e il mangiar bene».

Durante la presentazione Claudio Ucci, responsabile marketing Ekk, ha illustrato il lavoro nel dettaglio partendo dal significato del nome. “Ekk”, che in dialetto abruzzese significa “ecco qui”, è stato infatti scelto per indicare che, in un unico luogo, si può trovare realmente l’Abruzzo in sintesi. Le attività saranno Ekk Hotel, Ekk Tipico d’Abruzzo, Ekk Ristorante, Ekk Garden, Ekk Cafè, Ekk Centro Business. Sebbene autonome, tutte saranno strettamente correlate. Ekk Garden, ad esempio, diverrà il centro di un nuovo polo turistico, quello florovivaistico, che fra l’altro proporrà agli amatori corsi per impostare un giardino pensile, curare un orto da balcone o apprendere i segreti della coltivazione dei fiori. Ekk Hotel apparterrà invece alla catena Ecoworldhotel e sarà unico, non solo per il rispetto dell’ambiente, ma anche per aver fatto rivivere la cantina rendendola un luogo di ospitalità. Un esempio su tutti: le camere saranno ospitate nelle vecchie cisterne di cemento della cantina Santangelo e ogni locale sarà frutto del recupero dei luoghi dove, un tempo, nasceva il vino. Ekk Tipico d’Abruzzo ospiterà poi il mercato permanente del prodotto tipico che farà scoprire al pubblico prodotti dell’eccellenza abruzzese, suddivisi per singola provincia. Sarà quindi dato rilievo al singolo territorio e alla sua produzione. Per meglio orientare l’acquirente, il personale sarà “formato” direttamente anche dai produttori e diventerà un vero e proprio consulente dei prodotti e dei loro abbinamenti. «Stiamo ricevendo tantissime adesioni da parte dei produttori – spiega Tino Fortunato Di Sipio, gastronomo ed esperto di produzioni tipiche agroalimentari – Su oltre 600 realtà locali si arriverà alla scelta di 140, in base alla tipicità del prodotto e della sua lavorazione». Ekk Ristorante ospiterà invece corsi di cucina, serate a tema e veri e propri spettacoli culinari, come la Panarda. Proprio questa cena medievale abruzzese è stata scelta per presentare Ekk a Milano. Sessanta portate, musica e rime hanno accompagnato una serata che verrà ricordata, introdotta da Mimmo D’Alessio e eseguita magistralmente da oltre 15 chef e più di 15 camerieri provenienti dai ristoranti abruzzesi “L’angolino sul mare” di Francavilla, “La lanterna” di Cepagatti, “Degusto” di Spoltore, “S. Eufemia” di Fara Filiorum Petri e “Il Capestrano”, abruzzese a Milano.

Grazie a Ekk si creeranno nuove opportunità per tutto il territorio abruzzese e, in particolare, per Città S. Angelo, che, come ricordato dal sindaco Gabriele Florindi, è stata recentemente riconosciuta Città Slow e  membro del club “Borghi più belli d’Italia”. L’inaugurazione di Ekk è stata fissata per il mese di ottobre. Vi aspettiamo!




Abruzzo. Massimo Esposito, regista foggiano di origini abruzzesi

Massimo Esposito

INTERVISTA A MASSIMO ESPOSITO

D-  Massimo, come hai iniziato la tua carriera di regista?

R- “Ho cominciato nel ‘92 con un piccolo studio di produzione la Talk video e realizzavo principalmente matrimoni, poi piano piano….”

D-  Quali sono stati i tuoi primi lavori?

R- “Nel ‘99 il mio primo corto SOTTOSOPRA”

D-  Quali sono i tuoi riferimenti nel cinema, i registi, gli autori ai quali ti sei ispirato?

R-  “Tornatore, Pier Paolo Pasolini…”

D- Il tuo film preferito?

R- “Il Pianista sull’oceano, Ladri di biciclette”

D- E’ un po’ di tempo che mancavi dalla scena foggiana, di cosa ti sei occupato in questi anni?

R-  “Un po’ di documentaristica, ma fondamentalmente ho fatto altro”

D- Quali sono i tuoi progetti futuri?

R-  “La realizzazione di video musicali e documentari”

D- Si leggono alcuni comunicati relativi alla produzione di alcuni videoclip, si accenna a qualche nome di rilievo nel panorama musicale italiano, tutto velato da un alone di mistero.  Ci puoi dare qualche anticipazione?

R-  “al momento non posso fare nomi, ma vi assicuro che si tratta di personaggi molto conosciuti”

D- Chi sono le due protagoniste del video che girerete a Foggia?

R- “Un duo, le Lexes”

D- Dove sarà girato questo videoclip?

R- “Foggia e provincia”

D- Quale ritieni sia il più bel posto del mondo e in Italia dove poter girare un film?

R-  “Credo che come location la Puglia è fra le prime”

FOGGIA CITTA’ DEI VIDEOCLIP
saranno girati in città e in provincia alcuni video musicali del regista Massimo Esposito che dopo anni di assenza torna sulla scena a suon di musica

Massimo Esposito, regista foggiano di origini abruzzesi e campane, proprietario de “L’Equilibrista”, società specializzata in videoproduzioni cinematografiche, ritorna sulla scena pugliese dopo aver lavorato per anni su territorio nazionale. Si confronta con il mondo della musica e produce il suo primo videoclip “Delusa” del duo emergente ‘Lexes’.

Esposito, inizia la sua carriera di regista nell’ambito delle produzioni video come fotografo e regista di matrimoni, per poi lanciarsi nella realizzazione di alcuni prodotti cinematografici. Dapprima alcuni cortometraggi, poi una serie di documentari distribuiti su circuito nazionale. I suoi lavori, girati a Foggia, ‘Premereinvio’, ‘Semaforo Rosso’ prodotto dalla Provincia di Foggia, ‘Gatti’ di cui si ricorda ancora il set allestito nel centro storico nei pressi del cinema Falso Movimento, nonché L’odore del Freddo, girato sotto una Cerignola innevata, hanno riscosso notevole successo nei festival del cinema italiani, come il Festival del Cinema Indipendente di Foggia e numerosi altri festival quali Arcipelago, Genova Film Festival, Oscarino Film Festival, Immagini a Confronto, Corti da Sogno.

Oltre al video delle Lexes, Esposito produrrà altri videoclip, di artisti emergenti così come di altri già affermati nel mercato discografico.

In attesa di accogliere le star della musica, la città si prepara ad ospitare le due giovanissime Lunia Mistretta e Federica Scropetta, del duo Lexes già molto diffuso trai social network, i cui due brani Lui Mentirà e Nuova Identità (Dielle records), sono attualmente in rotazione sulle principali radio nazionali e il loro video viene trasmesso regolarmente da Match Music e Deejay TV. Le due ragazze hanno ultimato a Giugno le riprese del film All you can dream, nel quale figurano in qualità di attrici (interpretano loro stesse e cantano anche alcune canzoni della colonna sonora). Il film, che avrà come protagonista, la star Anastacia, uscirà nelle sale a febbraio 2011 mentre le riprese del video “Delusa”, sono programmate dal 6 al 9 Luglio a Foggia e in provincia. Massimo Esposito conta di girare i prossimi video in puglia, tra la provincia di Foggia e quella di Bari e in futuro si augura di poter lavorare anche nella sua amata Pescara, a L’Aquila e in Campania, nei luoghi di origine dei suoi genitori.

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INTERVISTA A LUNIA MISTRETTA del duo LEXES

D- Chi sono le LEXES?

Lunia: Lunia Mistretta nata a Milano il 15-02-1986 e Federica Scropetta nata a Milano il 11-06-1985

D- Come nasce questo il vostro progetto musicale? Come vi siete incontrate?

Lunia:  “Il tutto è cominciato circa un anno e mezzo fa… Federica era in questo progetto che al’inizio era un trio vocale prima di me. Io sono arrivata per ultima, grazie al grande autore Philippe Leon il quale mi ha presentato al produttore, Mimmo Latino, che dopo un provino mi ha dato il là!!”

D- Che studi avete fatto, quali sono le vostre passioni?

Lunia: “Io e Federica veniamo da due mondi completamente diversi. Federica ha studiato come grafica pubblicitaria e poi ha assecondato la sua passione per la danza frequentando tutt’oggi il Mas, una nota accademia milanese. Io ho fatto fino alle superiori un percorso umanistico (Liceo delle Scienze Sociali) e oggi mi mancano 4 esami per laurearmi in Scienze della Comunicazione presso lo Iulm di Milano,  con una tesi sul Cinema spagnolo degli ultimi 30 anni, altra mia grande passione.”

D- il significato del vostro nome LEXES, come nasce questo gruppo?

Lunia: “Lexes, è un gioco di parole…  Il nostro produttore Mimmo Latino è prima di tutto un avvocato da qui Lex  e la nascita del neologismo Lexes”
D- Quali sono i vostri riferimenti musicali, gli artisti che preferite?

Lunia: “diversissimi tra loro. Per  Federica gioca una gran parte tutto il mondo dell’hip pop, del soul e dell’rnb. Per me,  che ho studiato canto per 6 anni,  tutto gira attorno alla musica leggera italiana e internazione: Mina,  Giorgia, Whitney Huston,  Venditti, Baglioni, Cocciante, Gino Paoli…”
D- Parlateci della vostra esperienza sul set di “All you can dreams”

Lunia: “La nostra esperienza americana sta procedendo alla grande, per noi questa è una grande opportunità che speriamo ci porti visibilità, insomma non è da tutti ad un anno dall’inizio di un progetto avere l’opportunità di un piccolo cameo affianco ad Anastacia! Ne siamo veramente onorate. Da qui la
nascita del brano Delusa, che una volta avuto la conferma della nostra partecipazione da parte del regista Valerio Zanoli ha iniziato a prendere forma nelle menti diaboliche del nostro produttore Latino e di Leon. Subito ha avuto la nostra approvazione. è un brano fresco, estivo, dai suoni innovativi che richiamano le atmosfere British. Niente di meglio per l’estate appena cominciata!”




Marina di Pescara. Per l’apertura di “Estatica” Michele Di Toro presenta “Puzzle”

Per l’apertura di “Estatica” Michele Di Toro presenta “Puzzle”

Inizia domani mercoledì 16 giugno “Estatica – Esclusive Sensazioni Terracquee”, la prima stagione eventi del porto turistico “Marina di Pescara” che propone tra il 16 giugno e il 29 agosto 2010 trenta appuntamenti che permetteranno al Marina di accogliere la città in serate di intrattenimento. Concerti musicali, performance teatrali, artisti di strada, proiezioni di film e grandi ospiti, tutto ad ingresso gratuito.

Mercoledì 16 giugno sarà una data doppiamente importante. Non solo verrà dato il via alla stagione, ma nell’ambito di “Una sera piano” il pianista e compositore abruzzese Michele Di Toro presenterà in prima esecuzione nazionale il suo nuovo disco “Puzzle”.

Quinto di una serie di cd di piano solo, “Puzzle” è la registrazione di un concerto dal vivo tenuto al celebre locale milanese “Blue note” lo scorso 8 settembre, ma per il resto è abruzzese doc. È stato infatti realizzato dalla casa discografica di Nepezzano “Wide Sound”, e la sua copertina rappresenta una caricatura del pianista, originario di Sant’Eusanio del Sangro, disegnata dal giovane illustratore, ex studente del liceo artistico Misticoni, Roger Angeles.

La serata sarà presentata dalla giornalista Anna Di Giorgio.

In caso di maltempo l’appuntamento non sarà annullato ma si svolgerà al chiuso.

L’appuntamento è alle 21.30 presso l’arena.

Michele Di Toro ha mostrato sin da piccolo una grande predisposizione verso la musica e, in particolare, del pianoforte del quale è divenuto un vero talento. Si è diplomato con il massimo del voti, la lode e la menzione speciale. In seguito si è perfezionato presso l’Ecole Normale de Musique Alfred Cortot di Parigi ottenendo il Diploma d’Esecuzione all’unanimità, e successivamente a Milano seguendo i Civici Corsi di Jazz. Vincitore di numerosi Concorsi Nazionali ed Internazionali tra cui il Premio per pianisti jazz F. Gulda ed una nota di merito al Concorso Internazionale Martial Solal di Parigi, suona regolarmente nelle maggiori città italiane ed europee. Ha effettuato tour in Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Finlandia, Slovenia.

E’ invitato in qualità di solista ed in trio nei maggiori festival e sale concertistiche di grande prestigio. Per citarne alcune: MiTo Settembre Musica, Auditorium, Museo della Scienza, Blue Note, Conservatorio Verdi, Teatro Strheleer, Teatro Studio, Società dei Concerti, Società Umanitaria, Camera del Lavoro (Milano), Teatro Verdi (Trieste e Pordenone), Rocca dei Principi Borromeo (Angera), Museo Pigorini, Anfiteatro Auditorium, Alexander Platz (Roma), Yacht Club (Porto Cervo), Museo Debussy (Parigi), Borgo Jazz Club, Teatro della Gioventù (Genova), Festival Jazz di Pori (Finlandia), Umbria Jazz, Iseo Jazz, Stresa Jazz. Ha suonato in Piazza del Popolo di Roma davanti a 35.000 persone. Gode della stima di grandi pianisti tra cui: Maurizio Pollini, Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea, Danilo Rea, Enrico Intra.Collabora con i più grandi nomi del panorama musicale: Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Irio de Paula, Franco Cerri, Gianni Ferrio, Barbara Casini, Mardy Byers, Roberto Prosseda.Nel 2005 ha formato un trio a proprio nome con Yuri Golubev al contrabbasso e Marco Zanoli alla batteria.Il trio ha all’attivo due dischi che hanno ottenuto ottimo consenso di pubblico e critica. Michele Di Toro predilige esibirsi in piano solo ed in trio ma il suo eclettismo lo porta spesso ad affiancarsi in contesti svariati tra cui il  duo, il quartetto e l’orchestra. È reduce da uno strepitoso successo in un tour londinese suonando alla Royal Albert Hall, Teatro Nazionale, Pizza Express Jazz Club, Istituto Italiano di Cultura.




Pescara. Il 16 giugno arriva Estatica, il primo cartellone eventi del “Marina di Pescara”

Presentazione alla stampa

Michele Di Toro

Il 16 giugno arriva Estatica, il primo cartellone eventi del “Marina di Pescara”

Il suo nome è già una novità: Estatica come estate della costa Est adriatica, ma anche come estate unica, che promette “Esclusive Sensazioni Terracquee”. Il primo cartellone eventi del porto turistico “Marina di Pescara” propone tra il 16 giugno e il 29 agosto trenta appuntamenti che permetteranno al Marina di accogliere la città in serate di intrattenimento che vanno da concerti musicali a performance teatrali, passando per gli artisti di strada e proiezioni di film.

«Per la prima volta il Marina esce dai suoi confini e sceglie di integrarsi con il territorio: una sorta di abbraccio simbolico attraverso una via “di terra” e una “di acqua”, che scavalca il fiume e comincia ad interagire con il versante nord sin dal centro della città – spiega Vincenzo Di Baldassarre, alla sua prima estate di presidenza del porto turistico – Le distanze si accorceranno: grazie ad un nuovo, inusuale ingresso pedonale che affiancherà l’ex mercato ortofrutticolo sarà ancora più facile raggiungere il cuore del porto turistico».

Due totem riportanti il ricco programma, uno in piazza Salotto e uno ai piedi del Ponte del mare, attireranno l’attenzione di cittadini e turisti già dal centro città; la curiosità dei visitatori sarà inoltre stuzzicata da una segnaletica colorata verticale e una orizzontale visibile già dal Ponte del mare: con il verde sarà contraddistinto il “percorso di terra” e con il blu il “percorso di acqua”, che condurrà invece attraverso l’ingresso consueto. Le due strade si congiungeranno nella piazza, dove si svolgerà la maggior parte di Estatica.

L’evento inaugurale è fissato per mercoledì 16 giugno alle 21,30: dopo i saluti delle autorità, il compositore abruzzese Michele Di Toro si esibirà in un concerto a piano solo. Il 18 e il 19 giugno saranno dedicati agli artisti di strada, il 20 vedrà in scena “Pinocchio on the road” con la Compagnia dei Folli e il 26 l’associazione “*Didee” proporrà danze popolari internazionali con la direzione di Donatella Di Iulio.

Il mese di luglio vedrà due interventi dell’associazione S.M.O. Village (“Lectura Dantis” il 2 e “Il teatro dei cretini” il 23), performance musicali di alto livello (i Pizzica Salentina il 3 e Giuliano Palma & the Bluebeaters il 17), una serata cabaret con Andrea Perroni, serate di cinema e di cover contest. Sono previste le proiezioni di “Dragon trainer” (4 luglio), “Genitori e figli” (18) e “Basilicata coast to coast” (25). Il 14 luglio si esibiranno i Bisbetica Beat e i De Bitols, il 15 le due tribute band Osvaldo Bianchi & Luca Mongia (Rino Gaetano) e I notte fonda (Fabrizio De Andrè), e il 16 I Ragazzi del Giubocs e Banda Larga.

Il mese di agosto è dedicato alla passione: dalla musica di Rossana Casale e il Maurizio Di Fulvio Trio (il 5) alle colonne sonore del cinema italiano eseguite dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese (il 6), al tributo a Nat King Cole ad opera di Adrienne West & Dado Moroni trio (il 7). Ci sarà la musica tzigana di Budabest di Antal Szalay, i Flamenco Vivo (l’11), il ritmo dei Tango Tres (il 13) e dell’associazione Calesita “Milonga Porteña”, per arrivare alla musica della Brass & Brass band (il 14), al gospel di Harold Bradley (il 17) e alla New Harmony Big Band (il 20). Le proiezioni del Cineporto hanno in programma per agosto “Sherlock Holmes” (l’8), “Agorà” (il 22) e “Io loro e Lara” (il 29). L’ultimo grande concerto sarà quello di Samuele Bersani il 28 agosto.

Tutte le iniziative avranno luogo a partire dalle ore 21,30.

Per l’apertura di “Estatica” Michele Di Toro presenta “Puzzle”

Mercoledì 16 giugno sarà una data doppiamente importante.

Non solo verrà dato il via al cartellone 2010 di “Estatica”, ma nell’ambito di “Una sera piano” il pianista e compositore abruzzese Michele Di Toro presenterà in prima esecuzione nazionale il suo nuovo disco “Puzzle”. L’appuntamento è alle 21.30 presso l’arena.

Quinto di una serie di cd di piano solo, “Puzzle” è la registrazione di un concerto dal vivo tenuto al celebre locale milanese “Blue note” lo scorso 8 settembre. È stato realizzato dalla casa discografica di Nepezzano Wide Sound, e la sua copertina rappresenta una caricatura del pianista originario di Sant’Eusanio del Sangro, disegnata dall’illustratore Roger Angeles.

In caso di maltempo l’appuntamento non sarà annullato ma si svolgerà al chiuso.

Ingresso gratuito.

Michele Di Toro è di ritorno da due tour, uno londinese e uno ad Istanbul, dove si è esibito anche insieme agli altri due componenti del trio che ha fondato nel 2005 e con cui ha all’attivo due dischi: Yuri Golubev al contrabbasso e Marco Zanoli alla batteria. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, Michele Di Toro suona regolarmente nelle maggiori città italiane ed europee. È stato in tour in Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Finlandia, Slovenia. Collabora con i più grandi nomi del panorama musicale, da Paolo Fresu a Fabrizio Bosso, da Mardy Byers, a Roberto Prosseda.




USA. Quando Forsythe e Fabi fecero tremare Indy di Lino Manocchia

Quando Forsythe e Fabi fecero tremare Indy di Lino Manocchia

INDIANAPOLIS, 17 Maggio ’10 – Il colosseo d’acciaio ha spalancato i cancelli del campo di battaglia motoristi-ca e già i concorrenti della “corsa più bella del mondo”, hanno lanciato i loro bolidi sull’ovale di 2 miglia e mezzo. Allo scadere della giornata il brasiliano  Helio Castrone-se – che  ha conquistato tre allori nel passato – si è subito piazzato in testa al gruppo col miglior risultato.

Il mulino a vento della memoria non ha resistito dal rimuginare tante memorie del passato. Corsa o spettacolo? Qualche purista dell’auto storce il naso, ma se è vero che la parte spettacolare può apparire predominante, è altrettanto vero che la perizia e la potenza delle auto garantiscono un elevato  contenuto tecnico. Il libro d’oro di Indy annovera una cornucopia di patron, organizzatori, concorrenti, ognuno ricco di episodi che il tempo non riesce a cancellare.

Prendiamo ad esempio Teodoro “Teo” Fabi (foto) – nato il 1955 – e il suo primo patron della serie Cart, Gerald “Jerry” Forsythe. Il pilota milanese, sposato con Gloria, madre di Stefano e Marina, offre una panoramica ricca di avvenimenti che vanno dalla Cart.PPG Indycar, alla Can Am e alla Formula Uno.

Il giovane ingegnere di aeronautica, “auto-pensionatosi” dallo sport sciistico, nel 1983 entrato nello speedway di Indy emise subito un giudizio molto critico: «Questo posto non è per me. Le macchina girano troppo velocemente.» Ma il “minuscolo di statura” dopo un po’ di prove fermò il tachimetro sulle 203 miglia, sbalordendo la stampa e impressionando gli avversari. Ironia della sorte il magnate Jerry Forsythe aveva deciso di far correre con la sua March-Cosworth  il famoso Johnny Ruterford, se non che un patron offrì una borsa più ricca al texano lasciando di stucco Forsythe il quale, per tutta risposta ingaggiò Teo Fabi.

Durante le qualifiche, l’americano Mike Mosley schiacciava 205 miglia che ben presto salivano a 207.2273, ma un’ora dopo lo speaker annunciava che un “atalian of Milan” aveva registrato 208.049 miglia (record sul giro) conquistando la pole position. Vi  lascio interpretare il maremoto morale in seno allo speedway!… E sopraggiunse la corsa. Grande tensione nei pit per il fatto che Teo per circa una quarantina di giri  (dei 200 in programma) guidava con disinvoltura e decisione, tanto da meritarsi il nomignolo di “Terror of the track”.

Ma, yella cattiva!, una valvola difettosa del bocchettone, alla 44.ma passata, troncava “il sogno nell’ovale” di uno dei più brillanti personaggi dell’auto italiana.

JERRY FORSYTHE

Il magnate di Wheeling è affabile, premuroso, cortese, dal tono didattico, instillato dalla esperienza. Ha lo stile, compunto e distaccato del signore. Gli amici lo definiscono un Concord.

Il malaugurato dettaglio del bocchettone non  riuscì a frenare la passione e la decisione del ricco industriale. Tornato alle piste, fa lega col noto tecnico Barry Green – del quale ci siamo interessati di recente – e comincia a puntare il dito su alcune operazioni di sviluppo sportivo. Crea la Formula Atlantic, nel 1994 entra a gareggiare nella Cart PPG con Jaques Villeneuve che vince il titolo di “Rookie of the year.” Nel 1995 decide di partecipare nella  serie CART (Championship Auto Racing Team), in netto contrasto con Tony George, nipote del grande Tony Hulman fondatore dello speedway di Indianapolis, che aveva  “creato” la Indycar, di valore al di sotto della rivale serie  CART.

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ABRUZZOpress – N. 174 del 17 maggio ’10                                                                                                                            Pag 2

Dal Canadà giungono drivers come Greg Moore, Patrick Carpentier Alex Tagliani, Paul Tracy, i quali difendono i colori bianco blu delle vetture di Forsythe (nella foto con Paul Tracy).

Numerose, eccitanti e meritate le vittorie di Paul Tracy che lo premiarono col  titolo di campione della serie. Intanto i regolamenti anti tabacco assotti-gliano la serie e gli sponsors, e Forsythe, con i partner Kalkhoven e Gentilozzi decidono di acquistare tutti i motori Cosworth della serie mentre pone il controllo della gara Molson Indy di Toronto e del G.P. di Long Beach, tutt’ora in vigore.

Nel 1995 Jerry amplia il suo potere d’acquisto incamerando la pista di Monterrey e Mexico City.

Qualche anno dopo la scarsità di sponsors, la guerra fredda con Tony George, in cerca di “assoluto comando” pur non essendo all’altezza della situazione, non accetta di collaborare con la Irl e abbandona il campo motorizzato.

Nel settore commerciale le attività del magnate di Wheelings, alla periferia di Chicago, avrebbero ovviamente, bisogno di un libro.

Jerry Forsythe è Chairman e CEO della ditta INDECK che produce, vende e affitta in tutto il mondo, gigantesche caldaie che scaldano l’acqua producendo vapore, al 90% “asciutto,” ad alta pressione. La ditta si avvale di 75 ingegneri, tecnici e finanzieri, ed un centinaio di addetti alle operazioni giornaliere. La Indeck qualche anno fa fu inclusa al settimo posto tra le numerose compagnie  americane, private, di rapido sviluppo.

Come noto Indeck era il familiare logo che appariva sulle vetture bianco blu (foto) di Jerry. 

Proprietario di vasti ranch e immense estensioni di terreno, nella natia Marshall (Illinois), un anno fa acquistò il Garland Resorts in Lewiston (Michigan), fornito tra l’altro di 4 golf course (campi da gioco di 18 buche) e di tutte le comodità per tutte le stagioni. E chiudiamo qui, senza prima chiedere:

Jerry, quellapassionaccia” per le corse, dove èandata a finire?

«Come sai ho partecipato anche al campionato Atlantic con piloti capaci di concludere in testa alla classifica, ma ormai, cercare di rinverdire un  campionato monoposto appassito, è pressoché sciocco.  Se si osservano gli ostacoli che, quotidianamente, la Irl deve superare,» prosegue Forsythe, «la mancanza assoluta di sponsors che spesso lasciano sul lastrico ottimi piloti (come  il figlio di Bobby Rahal – n.d.r), la mancanza di decisioni in seno al quartier generale della serie, i costi  in continua avanzata, e tanti altri dettagli di vasta portata, vien fatto di dire: Buona fortuna!…»

E chi vincerà quest’anno la 500 miglia?

«Indianapolis è  come una roulette, quando la bandiera a scacchi si abbasserà di sicuro offrirà qualche grande sorpresa. Del resto Indy è fatta così.»

LINO MANOCCHIA




Teramo. Aspettando il Primo Maggio VI Edizione. Venerdì 30 aprile, area ex Villeroy (quartiere Gammarana) dalle 18.00 a notte fonda

Aspettando il Primo Maggio VI Edizione. Venerdì 30 aprile, area ex Villeroy (quartiere Gammarana) dalle 18.00 a notte fonda

Teramo anticipa tutti! Torna venerdì 30 aprile 2010 per la sua sesta edizione l’ormai classico appuntamento di Aspettando il Primo Maggio, il grande concerto organizzato dall’associazione culturale Big Match che anima da cinque anni la notte del 30 aprile.

Sul palco di Aspettando hanno suonato alcuni dei più importanti artisti del panorama italiano e molti giovani musicisti emergenti. Il concerto, che nell’arco di questi cinque anni ha portato all’area dell’ex Villeroy&Boch oltre 30.000 persone e più di 150 musicisti, è diventato un appuntamento atteso in tutto il centro-sud e conosciuto dagli esperti del settore musicale italiano.

Di notevole rilievo i nomi dei super ospiti che suoneranno durante questa sesta edizione: Giuliano Palma & The Bluebeaters che ci regaleranno sonorità sfaccettate che spaziano tra ska, reggae, soul e rhythm’n’blues e le Vibrazioni, band milanese che ha debuttato nel 2003 con il singolo Dedicato a te e che porterà, per la prima volta in Abruzzo, alcuni brani del loro ultimo lavoro discografico.

Ad arricchire ancora di più il palco di Aspettando il Primo Maggio,  altri artisti come  Paolo Benvegnù, Nidi d’Arac, Afrodesir,Vega’s, i vincitori del concorso Teramo Music Festival e tante altre sorprese.

In allegato logo della manifestazione e locandina.    Con preghiera di massima diffusione   Per info: www.aspettandoilprimomaggio.it www.bmidea.it Associazione culturale Big Match_ BM idea




Teramo. Film nelle sale in provincia di Teramo, dal 9 all’11 aprile 2010

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Green Zone Valutazione
Greengrass non si ferma all’attualità ma mira a fare del vero nuovo cinema d’azione militare

Regia di Paul Greengrass
con Matt Damon, Jason Isaacs, Greg Kinnear, Brendan Gleeson, Amy Ryan
Genere: Drammatico, Gran Bretagna, USA, Francia, Spagna – 2010
Durata: 156 minuti circa.

Incaricato di trovare le introvabili armi di distruzione di massa all’indomani della presa di Bagdad, l’ufficiale Miller decide di non eseguire più gli ordini e scoprire la verità

Smeraldo
Via Maestri del Lavoro
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L’uomo nell’ombra Valutazione
Ewan McGregor in un thriller hitchockiano

Regia di Roman Polanski
con Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Timothy Hutton, James Belushi
Genere: Thriller, USA, Germania – 2010
Durata: 131 minuti circa.
Smeraldo
Via Maestri del Lavoro
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Odeon (Roseto degli Abruzzi)
SS 16 loc. Fonte dell’Olmo
orari aggiornati »
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Dragon Trainer Valutazione
L’eterno mito dell’amicizia tra un ragazzo e un animale con un guizzo di comicità in più

Regia di Dean DeBlois, Chris Sanders
con Jay Baruchel, Gerard Butler, America Ferrera, Craig Ferguson, Jonah Hill
Genere: Animazione, USA – 2010
Durata: 98 minuti circa.

Anche nel più gracile dei vichinghi può nascondersi la più clamorosa delle scintille rivoluzionarie

Moderno Multiscreen (Giulianova)
Piazza Bruno Buozzi, 1
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Happy Family Valutazione
La vitalità del cinema nel nuovo sogno di mezza estate (milanese) di Gabriele Salvatores

Regia di Gabriele Salvatores
con Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris
Genere: Commedia, Italia – 2010
Durata: 90 minuti circa.
Odeon (Roseto degli Abruzzi)
SS 16 loc. Fonte dell’Olmo
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La vita è una cosa meravigliosa Valutazione
Alla ricerca di un cinema più personale i Vanzina sembrano rifiutare la stoccata finale

Regia di Carlo Vanzina
con Vincenzo Salemme, Luisa Ranieri, Enrico Brignano, Luigi Proietti, Nancy Brilli
Genere: Commedia, Italia – 2010
Durata: 103 minuti circa.
Comunale
Via Ignazio Rozzi, 9
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Moderno Multiscreen (Giulianova)
Piazza Bruno Buozzi, 1
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Odeon (Roseto degli Abruzzi)
SS 16 loc. Fonte dell’Olmo
orari aggiornati »
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Colpo di fulmine – Il mago della truffa Valutazione
Commedia colta e grottesca tratta da una storia vera

Regia di Glenn Ficarra, John Requa
con Jim Carrey, Ewan McGregor, Leslie Mann, Rodrigo Santoro, David Jensen
Genere: Commedia, USA, Francia – 2009
Durata: 102 minuti circa.

Lasciata la moglie, Steve Russell si trasferisce a Miami e inizia una nuova vita con un uomo. Capisce subito che il tenore di vita va al di là delle sue possibilità. La truffa è la soluzione più a portata di mano.

Smeraldo
Via Maestri del Lavoro
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Cagliari. Tre giorni di versi: a Cagliari dall’1 al 3 febbraio la seconda edizione del festival “Traghetti di poesia”.

Tre giorni di versi: a Cagliari dall’1 al 3 febbraio la seconda edizione del festival “Traghetti di poesia”.

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Forte del riuscito debutto dello scorso novembre, riattracca a Cagliari “Traghetti di poesia”. Fra l’1 e il 3 febbraio, il festival diretto dal poeta milanese Guido Oldani (curatore della collana “Argani” della casa editrice Mursia), affiancato dalla poetessa Lorena Carboni, sfoglia le pagine della sua seconda edizione.

Come nella prima, sarà un piccolo viaggio nei territori della poesia in tre serate di letture, incontri e riflessioni in compagnia di autori e testimoni della scena nazionale e isolana, non senza uno sguardo anche oltre confine. Con una dedica speciale a Franco Loi, il grande poeta milanese di origini sarde (il padre era cagliaritano) che pochi giorni fa ha compiuto ottant’anni (è nato a Genova il 21 gennaio del 1930, ma si è trasferito a Milano a soli sette anni).

L’epicentro ruota idealmente attorno alla capitale, si sofferma sull’estremo sud, fucina di iniziative editoriali e talenti noti ed emergenti, e dà ampia voce alla Sardegna dove il dialetto con i suoi suoni, ritmi a volte aspri e sempre incisivi, assurge a stato di limba. Senza trascurare il nord, rappresentato anche nella variante dialettale.

Così, dopo aver ospitato nomi del calibro di Tiziano Rossi, Patrizia Valduga, Ida Andersen e Ersi Sotiropoulos, “Traghetti di poesia” imbarca ora Maria Luisa Spaziani, Elio Pecora, il premio Viareggio 2009 Ennio Cavalli, Luca Morricone,  Francesco Piscitello,  Sandro Boccardi, Franco Dionesalvi, Lino Angiuli, l’italo-ungherese Tomaso Kemeny, il siro-libanese Fuad Rifka. E poi, naturalmente, i poeti locali: tre scrivono in sardo: Giovanni Fiori,  Vincenzo Pisanu e Paola Alcioni; gli altri in italiano: Giovanni Nuscis, Rossana Abis, Ennio Meloni e Maria Grazia Esu. 

Il cuore dell’iniziativa sono gli incontri coordinati da Guido Oldani: letture di versi scelti e brevi istantanee su ogni autore. Anche l’esperienza delle riviste poetiche, Lìnfera, Controverso e Incroci trova spazio all’interno della rassegna.

In programma anche tre approfondimenti letterari: con Maria Luisa Spaziani e la sua riflessione sulla poesia del Secondo Novecento; la dissertazione sull’“utopia” di Arrigo Colombo, il “Tommaso Moro del terzo millennio”; e l’omaggio a una delle voci più limpide del Novecento, il grande poeta perugino Sandro Penna, da parte del suo amico e biografo Elio Pecora.

A far da cornice alla manifestazione – allestita anche stavolta nello spazio SEARCH, nel sottopiano del Palazzo Civico in Largo Carlo Felice – gli scatti d’autore del romano Dino Ignani: fotografie in bianco e nero dedicate ai poeti. La cantante e attrice Simonetta Soro  presta invece la sua voce e il suo talento per le traduzioni in italiano delle poesie di Fuad Rifka e Paola Alcioni.

L’appuntamento, organizzato dalla Provincia di Cagliari (Assessorato al Turismo, Politiche Culturali e Promozione Sportiva) con il Patrocinio del Comune, è la seconda sezione di un più ampio progetto che prevede ancora un terzo ciclo, sempre di tre giorni, ad aprile.

  • I poeti sardi

 

Anche il secondo ciclo di “Traghetti di Poesia” dedica uno spazio particolarmente significativo alla scena poetica della Sardegna. A partire dall’atto inaugurale: lunedì 1 febbraio alle ore 17,30 saranno infatti gli autori isolani già ospiti della prima edizione ad aprire la nuova tre giorni cagliaritana, leggendo ognuno una propria poesia: Paolo Zedda, Anna Cristina Serra, Giulio Angioni, Alberto Lecca, Roberto Belli, Lorena Carboni, Antonio Fiori e Franco Fresi.

Replicata anche la formula che vede i poeti sardi in cartellone (sette, in questa seconda tranche del festival), riuniti in due sezioni ideali: da un lato quella degli autori che compongono in limba, dall’altro quella dei poeti che eleggono invece l’italiano come lingua in cui comporre i propri versi.

I cantori della tradizione e della sperimentazione linguistica che si esprime con le parole antiche de sa limba avranno il compito di rompere il ghiaccio in apertura di ogni serata, alle 20.30. Ad applicare per primo la regola, lunedì 1 febbraio, sarà Giovanni Fiori (Juanne Fiori), poeta identitario nato a Ittiri, nel Sassarese, nel 1934, allievo ed erede del leggendario poeta improvvisatore Remundu Piras di Villanova Monteleone. A introdurlo, il giornalista ed esperto di letteratura e di lingua sarda Paolo Pillonca, con Vincenzo Pisanu e Paola Alcioni.

 

Quest’ultima sarà invece al centro dell’incontro d’apertura la sera dopo, martedì 2: cagliaritana, poetessa e scrittrice in lingua sarda, Paola Alcioni ha visto alcune sue poesie pubblicate e tradotte in inglese, in tedesco e in galiziano. Il “testimonial” della poesia in sardo nella terza serata, mercoledì 3,  è invece Vincenzo Pisanu, autore che utilizza la variante del Campidano, attivo da anni e vincitore di numerosi concorsi letterari, tra cui, nel 1978, il premio Città di Ozieri.

Puntuale anche lo spazio giornaliero dedicato ai poeti sardi che compongono in italiano, il secondo appuntamento di ogni serata. Ad aprire la serie, lunedì 1 febbraio, sarà Giovanni Nuscis, reduce dalla pubblicazione della silloge “La parola data” (per L’arcolaio, Forlì, 2009), e attivo anche su Internet con un proprio blog, “Transito senza catene” (www.giovanninuscis.splinder.com).

Martedì 2 febbraio è protagonista invece un’autrice: Rossana Abis. Poetessa e performer cagliaritana, quarantenne, uscita nel 2007 con la silloge “La cifra del Nulla” (Zonza editore). Due ospiti per la serata conclusiva (mercoledì 3): Ennio Meloni e Maria Grazia Esu. Il primo, classe 1946, dopo aver scoperto la scrittura nella maturità, ha pubblicato nel 2009 la sua prima raccolta: “Centellino amore” (LietoColle Editore). Musicista e operatrice culturale, la seconda ha invece esordito nel 2008 con la raccolta poetica “Nuda, Cruda Poesia” (LietoColle).

  • Gli ospiti italiani e stranieri

 

Ad aprire la prestigiosa lista di nomi in arrivo dall’altra parte del mare, lunedì 1 febbraio, è Luca Morricone, direttore editoriale del quadrimestrale “Línfera”, organo del “movimento della ‘neorinascenza della letteratura’”, vivace progetto editoriale che ospita nomi prestigiosi del panorama letterario nazionale.

Sulle ali del recente successo riscosso col Premio Viareggio 2009 per la poesia, con “Libro Grosso”, edito da Aragno, approda a Cagliari Ennio Cavalli: cinquantadue anni, nato a Forlì, romano di adozione, caporedattore culturale del Giornale Radio Rai, è autore di opere poetiche, romanzi e racconti.

Poi la scena sarà tutta per un’indiscussa protagonista di una lunga stagione letteraria, Maria Luisa Spaziani. Classe 1924, torinese trapiantata nella capitale, è voce critica e testimone dei fermenti e rivolgimenti della poesia italiana contemporanea dell’ultimo settantennio. Tre volte candidata al Nobel, Premio Viareggio nel 1981 e “Dino Campana” nel 2009, tra le sue importanti frequentazioni la Spaziani annovera quella con Eugenio Montale: un sodalizio intellettuale e un’intima amicizia attestata anche da un fitto carteggio, 360 lettere custodite presso l’Università di Pavia. Vastissima la sua produzione tra poesie, il poema-romanzo Giovanna D’Arco, racconti, lavori teatrali e saggi.  Le sue opere saranno pubblicate quest’anno nei “Meridiani” di Mondadori.

La sera dopo, martedì 2, “Traghetti di poesia” approda idealmente in terra lombarda con i versi dialettali di Francesco Piscitello, cardiologo, giornalista e poeta. Ha pubblicato “Tra el lusch e ’l brusch”, una raccolta di versi in dialetto milanese e “M’affumico d’incenso”, una rivisitazione in chiave irriverente e licenziosa delle principali liriche della poesia italiana.

Dall’Italia all’Ungheria, culla della vecchia Mitteleuropea: il grande poeta magiaro-milanese Tomaso Kemeny legge le sue poesie in ungherese e affida la versione italiana alla voce di Simonetta Soro. Classe 1938, nato a Budapest, Professore Ordinario di Lingua e Letteratura Inglese all’Università di Pavia, è firmatario nel ‘98 di un manifesto che ripropone il ritorno alla Bellezza.

Si prosegue con Elio Pecora, “poeta di nascosta classicità”. Romano d’adozione, classe 1936, é autore di raccolte di poesie, racconti, romanzi, saggi critici, testi per il teatro e promotore di iniziative letterarie. Il suo esordio poetico risale al 1970 con “La chiave di vetro”. Con “Simmetrie” (Mondadori 2007) ha vinto il premio Mondello. Amico e biografo di Sandro Penna, ha istituito la fondazione a lui intitolata. Curatore di antologie di poesia, dirige la rivista internazionale Poeti e Poesia.

L’ultima serata, mercoledì 3 parte dal nord di Sandro Boccardi con i suoi versi connaturati nel paesaggio lombardo. Nato a Villanova Sillaro (Lodi) nel 1932, Boccardi ha esordito in poesia con “A dispetto delle sentinelle” (Magenta, 1963). Appassionato di musica colta, ha fondato e curato per trent’anni, dal 1976, la rassegna “Musica e Poesia a San Maurizio” del Comune di Milano.

Si ritorna al sud e al tema legato all’editoria col cosentino Franco Dionesalvi, redattore di “Capoverso”, semestrale di poesia e punta di diamante del gran fermento poetico calabrese. Classe 1956, Dionesalvi è redattore del “Quotidiano della Calabria”.  Oltre a diverse raccolte di poesia, tra cui, “La fragola e il pianoforte” ha scritto un romanzo, saggi e un poemetto drammatico.

Dall’esperienza editoriale calabrese a quella pugliese con Lino Angiuli, classe 1946, fondatore di una rivista semestrale, “Incroci”, che dirige con Raffaele Nigro. Un progetto editoriale che dà voce e spazio alla produzione poetica che viene dal sud Italia. Angioli, che vive e lavora a Monopoli, ha pubblicato più di dieci raccolte poetiche in lingua italiana e dialettale.

Con il poeta siro-libanese Fuad Rifka, “Traghetti di poesia” getta uno sguardo sul Medio Oriente. Nato in Siria nel 1930 ma emigrato da giovanissimo in Libano, vive a Beirut e fa parte di una minoranza nella minoranza, quella cristiani ortodossi. Il suo lavoro poetico ruota intorno all’idea del poema assoluto: Rifka dice infatti che tutte le sue poesie potrebbero essere un solo poema. Nel 2008 ha vinto la prima edizione del Premio Mediterraneo per la poesia con il libro “L’ultima parola sul pane”. Grazie alle sue traduzioni in arabo ha fatto conoscere la poesia tedesca nel mondo mediorientale.

  • Approfondimenti

 

Tra i protagonisti assoluti della poesia del secondo Novecento Maria Luisa Spaziani apre (lunedì primo febbraio alle 18) la pagina dedicata agli approfondimenti critici con un excursus che dalla fine dell’ermetismo giunge alla nascita del neorealismo, la neo-avanguardia, fino alla fine dei movimenti e alla morte del canone nell’arte.

Martedì 2 (sempre alle 18) è la volta invece di un omaggio a Sandro Penna, una delle voci più limpide del secondo Novecento. Sarà Elio Pecora, amico e biografo del grande poeta perugino nato nel 1906 e scomparso nel ’77 e di cui ha istituito la fondazione, a parlare del “canone di Sandro Penna”.

Chiude la serie di approfondimenti (mercoledì 3) Arrigo Colombo, membro e anima del Centro di ricerca sull’Utopia dell’Università di Lecce. Intellettuale e filosofo controcorrente, Colombo affronterà un tema a lui caro: “Poesia e Utopia: ipotesi per un manifesto”. Il manifesto è quello per la riumanizzazione dell’arte che lui propone per dimostrare come il mondo stia andando verso una società umana, giusta e fraterna.