APRILE 1817 MISURE DEL COMMISSARIO SANITARIO A GIULIANOVA PER SCONGIURARE L’EPIDEMIA

di Ottavio Di Stanislao *

Giulianova era stata già duramente provata nel corso del 1815 quando era stata percorsa dalle truppe di Murat che nel marzo erano avanzate verso nord e, immediatamente dopo, subita la disfatta, quando erano rientrate nel Regno sempre attraverso il suo territorio. A maggio arrivarono poi truppe tedesche dell’esercito imperiale che si trattennero alcuni mesi. La città era già esausta quando al cosiddetto “anno senza estate” del 1816, che provocò la terribile carestia, seguì un’epidemia di tifo petecchiale. Il Commissario Sanitario giunse a Giulianova nel pieno della pandemia; con le autorità locali concordò alcune misure di profilassi per contrastare il diffondersi dell’epidemia che stava decimando la popolazione. Fu infatti deciso: lo spostamento dell’ospedale e dei malati dall’interno del paese all’ex convento dei celestini soppresso da qualche anno; il trasferimento del carcere dai locali sotto il palazzo ducale giudicati non idonei fin dal 1813; la disinfezione degli ambienti, una maggiore pulizia delle strade; la chiusura delle “fosse carnaie” e l’attenzione nelle sepolture. In particolare, si raccomandava di realizzare fosse profonde in maniera da poter interrare sufficientemente i cadaveri, facendo comunque sempre uso della calce, e di assistere i poveri assicurando almeno un pasto giornaliero. Nel corso del 1817 si registreranno ben 777 morti, circa un quarto degli abitanti. La popolazione del comune nel 1810 era infatti di 2779 abitanti (Archivio di Stato, Atti demaniali Giulia). Per avere una idea della drammaticità del fenomeno basta confrontare il numero dei morti del 1817 con quello degli anni immediatamente precedenti e successivi: 117 nel 1813, 93 nel 1814, 87 nel 1815, 222 nel 1816, 61 nel 1818 e 45 nel 1819.

(C) Archivio di Stato di Teramo

“Oggi giorno 17 del mese di aprile 1817 essendoci riuniti col sig. dott. Don Fulgenzio de Petris qui arrivato ieri in qualità di Commissario Sanitario, unitamente ai dottori fisici di questo comune, egli dopo un ragionamento fatto con essi (…) si è portato a visitare gli ammalati tanto nel paese che nella campagna, nonché l’ospedale civile, le carceri, le chiese, camposanto e tutte le strade dell’abitato e poi riunitosi col sig. Giudice di pace, sig.ri membri di carità e galantuomini principali del comune si è risoluto concordamente di traslocarsi l’ospedale nel soppresso monastero dei Celestini sito in campagna e distante bastantemente dall’abitato, chiudersi l’ospedale dopo disinfestato con sfumicazioni muriatiche, farsi chiudere tutte le sepolture delle chiese con lamia e mattonato, facendoci prima buttare molta calce, e non più aprirsi, farsi spazzare maggiormente le strade del paese due volte la settimana, come anche farsi chiudere vari locali terranei abitati da poveri già morti, con disinfettarli prima con le sopradette fumicazioni muriatiche, vari fondaci che servono d’occasione d’immondezze; trasferirsi il carcere attuale ridotto in pessimo stato nel torrione della casa del sig. don Francesco Ciafardoni siti nella Rocca; chiudersi ermeticamente le due sepolture del cimitero, con farsi uso per l’avvenire giornalmente dei scavi della profondità secondo il numero dei morti, che vi saranno alla giornata, e quindi dopo averci buttata della calce coprirsi almeno con quattro palmi di terra e mattonato. (…) inoltre si è risoluto farsi un notamento esatto dei poveri atti alla fatiga ed obbligarsi giornalmente d’andare al travaglio delle strade, come anche farsi una nota degli altri poveri impotenti e ricoverarli nell’Ospedale dove dovranno essere provveduti coi sussidi del Governo, dell’Ospedale stesso e dei buoni cittadini, dandosi loro una zuppa economica.…
Fulgenzio De Petris Commissario Sanitario, Egidio Bucci sindaco, Andrea Castorani arciprete-parroco.”
Archivio di Stato Teramo, Stato civile Giulianova, ultima pagina del registro dei morti: 28 dicembre 1817, numero d’ordine settecentosettatnasette.
* direttore dell’Archivio di Stato di Teramo



Giulianova. 1952, L’ANNO DEI DUE VESCOVI

di Ottavio Di Stanislao*
Locandina per la festa della Madonna dello Splendore del 1952.
Proprio il 20 aprile faceva l’ingresso in diocesi il nuovo vescovo Stanislao Amilcare Battistelli e don Alberto invitava i giuliesi ad accoglierlo alla stazione di Giulianova. La messa del 22 sarebbe stata celebrata da mons. Adolfo Binni, già sacerdote diocesano, appena nominato vescovo di Nola.

Don Alberto di Pierto (1907-1990) fu uno dei sacerdoti più conosciuti e più stimati della diocesi. Arciprete di Giulianova dal 1945, precedentemente era stato parroco prima a Torricella Sicura e poi a Controguerra. Durante gli anni ’50 e ’60 era considerato di fatto il capo dell’opposizione alle giunte social-comuniste per la sua ferma battaglia culturale contro il comunismo.

Don Alberto Di Pietro

1952 Giulianova

Vescovo di Teramo

Mons. Adolfo Binni (1902-1971) era originario di Monsampolo del Tronto, allora in diocesi di Teramo, prevosto di Corropoli per un ventennio era stato poi vicario generale. Nel mese di giugno di quell’anno (1952) prese possesso della diocesi di Nola (vedi foto). Un anno dopo fu alla ribalta delle cronache per essersi opposto, ad Ottaviano, ai “voli degli angeli” che caratterizzavano la processione di S. Michele, che riteneva per niente religiosi se non addirittura reminiscenze pagane, e per aver abolito la raccolta delle offerte in “presenza simulacro”, per cui le statue dei santi venivano ricoperte da corolle di banconote. Mons. Battistelli (1885-1981), frate passionista, già vescovo di Sovana e Pitigliano, in Toscana, fu vescovo di Teramo dal 1952 al 1967, quando si dimise per raggiunti limiti di età, anche se morirà solo nel 1981. La foto, di qualche anno dopo il suo arrivo a Teramo, lo ritrae in occasione della benedizione della prima pietra di un edificio IACP, con don Giulio Di Francesco, Luigi Lolli, presidente dell’IACP, il prefetto Di Pangrazio e alle spalle un giovanissimo Antonio Tancredi. Questa foto e quella giovanile di don Alberto provengono dal Fondo Nardini della Biblioteca Provinciale, ringrazio Fausto Eugeni che me le segnalò; la foto dell’ingresso in diocesi di Binni è in F. DI FILIPPO, “Maria icona di un popolo devoto”, Colonnella 2014.
*direttore dell’Archivio di Stato di Teramo



Giulianova. La cinta muraria: da struttura difensiva a mura ad tenimen.

di Ottavio Di Stanislao*
Ancora nel corso dell’Ottocento, all’occorrenza la cinta muraria era oggetto di lavori di restauro o di rifacimento vero e proprio. Ciò anche se ormai su gran parte di esse erano addossate le abitazioni civili. L’atto di concedere parti di mura o lo spazio attiguo però destava sempre qualche remora da parte di chi pensava alle esigenze difensive o comunque era geloso delle prerogative dell’interesse pubblico nei confronti delle particolari richieste dei privati. Tuttavia la stessa espressione comunemente usata: mura ad tenimen, che italianizzata diveniva “mura a tenime” o muratteinme”, ci indica che la funzione prevalente di queste era considerata quella di sostegno, di appoggio dell’edilizia privata.

Le mura di Giulianova antica

Giulianova antica

D’altronde lo stesso fenomeno era avvenuto anche negli altri borghi fortificati dei dintorni di Giulianova (Mosciano, Montone, Tortoreto, Montepagano), con case appoggiate alle mura e bastioni di proprietà di privati. Va comunque rilevato che il regolamento comunale di polizia urbana del 1823 (Fondo Intendenza borbonica Archivio di Stato di Teramo), tendeva a tutelare l’integrità della cinta muraria proibendo: “… di fare de guasti nelle mura che circondano la città e nelle porte che la chiudono (…)di tenere aperte le porticine dalle quali i proprietari delle case rispettive possono entrare ed uscire dall’abitato nel caso il paese sia chiuso dalle porte e da da mura ma dovranno chiuderle murandole (…) di fare nelle proprie case nuove aperture di finestre o di porte che riguardano una strada pubblica o vero un vico senza precedente permesso …”.

Nella prima foto avanzi di mura a scarpa del lato ovest inglobate in abitazioni civili (casa Massei).
Nell’altra foto (lato est), sono ancora visibili i caratteri del borgo fortificato, con avanzi di torricino e l’edificato delle abitazioni sulla linea delle mura.
* direttore dell’Archivio di Stato



Giulianova. Che cos’è una “scoperta archivistica”?

di Ottavio Di Stanislao *
La tavola che riporto, trovata più di 15 anni fa (Fondo Intendenza borbonica dell’Archivio di Stato di Teramo), richiamò subito la mia attenzione. Si tratta della pianta che rappresenta il perimetro delle antiche mura di Giulianova ed è una testimonianza unica. Tale documento consente di sciogliere i dubbi sulla conformazione delle mura di cinta di Giulianova, sui bastioni e sulle porte perché proprio la mancanza di documentazione grafica ed iconografica ha determinato imprecisioni e confusioni in vari autori, che hanno prodotto ricostruzioni ampiamente congetturali, come rilevò M. Bevilacqua nel pregevolissimo “Giulianova. La costruzione di una città ideale del rinascimento”, Napoli 2002.

Pianta di Giulianova (C) Archivio di Stato di Teramo

La tavola è inserita in un progetto redatto da due tecnici giuliesi dell’Ottocento, gli ingegneri Gaetano De Bartolomei e Gaetano De Maulo (che erano anche cognati), contenuto in un fascicolo dal titolo “Accomodo del pomerio esterno del Comune di Giulianova”. Siamo nel 1853, il Decurionato, come opera pubblica al fine principale di impiegare i disoccupati nella stagione invernale, decise di iniziare il riempimento del fossato, “il pomerio esterno” esterno alle mura. L’opera avrebbe consentito l’impiego di molte braccia prive di specializzazione in quanto lavoro consistente nel movimento di terra: “uomini con zappe e pale, donne con panieri”. Si realizzava però un’opera utile dal punto di vista igienico perché nel fossato ” una mala intesa abitudine suole ammonticchiare letami in danno della pubblica salute”. Ma era presente anche un’esigenza di pubblico decoro:”regolarizzare le così dette terraje e convertire così tali siti insalubri in piazze e comode passeggiate”.

Da questa “scoperta” prese le mosse un’indagine archivistica sistematica sulla città acquaviviana di cui diedi conto prima con un saggio pubblicato nel vol. 7 dei “Documenti dell’Abruzzo teramano”, Tercas 2007, poi nella monografia “Giulianova. Le modifiche ottocentesche alla città acquaviviana”, edita nel 2012 dalla Banca di Teramo grazie a quel grande mecenate che è stato Tonino Tancredi.
*direttore dell’Archivio di Stato di Teramo



Giulianova. Al via gli interventi di manutenzione straordinaria sul collettore fognario di via Mazzini

Strada FOTO ARCHIVIO

Il Comune di Giulianova informa, su comunicazione pervenuta dalla Ruzzo Reti Spa, che sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria del collettore fognario (pozzetti tombati dalla massicciata stradale) di via Mazzini, al fine di scongiurare l’insorgere di problematiche igienico-sanitarie nonché alla circolazione stradale. I lavori, salvo avverse condizione metereologiche, continueranno fino al completo ripristino dello stato dei luoghi.




Cologna spiaggia. Andrea Di Stanislao: tempistica sbagliata nella realizzazione degli interventi pubblici.

“Seppur favorevole ai lavori, ritengo che la tempistica nel realizzarli sia completamente sbagliata. Per non parlare dei ritardi nella realizzazione della palestra”.

È quanto dichiara Andrea Di Stanislao, cittadino di Cologna Spiaggia, in merito ai progetti contro il dissesto idrologico che sono in corso di realizzazione a Cologna Spiaggia. “La tempistica di tali interventi risulta a mio avviso totalmente sbagliata.  Andavano avviati prima i lavori in Via della Stazione, strada principale per l’accesso al mare, così come quelli in Via dei Campi, dove per un periodo la scuola è stata chiusa per Covid, permettendo per fortuna di ammortizzare i problemi alla viabilità. Gli interventi in Via della Stazione hanno reso quasi impraticabile l’accesso al lungomare in questi giorni di riapertura della stagione balneare, arrecando non pochi problemi alla viabilità e agli addetti al cantiere. Favorevole ai lavori, ribadisco, anche se dubbi mi sorgono in merito alla realizzazione di nuovi marciapiedi all’altezza della Statale Adriatica. Il passaggio riservato ai pedoni vedrà la luce grazie all’impiego di fondi del Ministero che, però, risultano essere destinati esclusivamente all’attuazione di opere che possano concretamente mitigare le conseguenze legate al dissesto idrogeologico. Sarebbe bello capire a quanto ammonta, all’atto pratico, la percentuale di incidenza dei fondi del Ministero sui lavori di dissesto, e a quanto quella sui marciapiedi. Anche la realizzazione della palestra procede fortemente a rilento: era stata annunciata la riconsegna alla comunità per la primavera 2021. Sarebbe altrettanto bello sapere cosa ne pensa di ciò qualche consigliere di maggioranza. Sono tutti interventi che vengono portati avanti a passo di lumaca con lo scopo, suppongo, di poterli concludere proprio a ridosso delle prossime elezioni, sperando che forse questo possa essere sufficiente per incantare i cittadini”.




Ad un anno dalla scomparsa la Provincia chiede alla Regione l’intitolazione di una sala della Delfico a Dalmazio Di Dalmazio.

Italo Di Dalmazio

Teramo 11 maggio 2021. Il presidente Di Bonaventura ha chiesto alla
Regione di intitolare una delle sale dei fondi antichi della Biblioteca
Delfico a Dalmazio Di Dalmazio, più conosciuto come Italo, scomparso
un anno fa.
“Raccogliendo le istanze pervenute dal mondo culturale – scrive il
Presidente all’assessore regionale con delega alla cultura, Daniele
D’Amario – le esprimo la volontà della nostra Amministrazione di
dedicare una delle sale della Delfico al professor Di
Dalmazio…….amministratore provinciale, più volte assessore al turismo
e alla cultura, sindaco di Civitella del Tronto”.
Di Bonaventura ricorda le innumerevoli manifestazioni e gli originali
eventi ideati da Di Dalmazio e, soprattutto, tutte le iniziative a sostegno
di una sede dignitosa per la Biblioteca, all’epoca della sua
amministrazione ospitata nel piano terra del Liceo convitto di Piazza
Dante.
Grazie all’impegno dell’Assessore, la Biblioteca (la più antica e ricca
della Regione Abruzzo) per la prima volta poté godere di adeguati
finanziamenti che consentirono non soltanto di accrescere e aggiornare
le dotazioni librarie ma permisero di garantirne la conservazione
introducendo, fra i primi in Italia, la microfilmatura.
Durante il suo assessorato promosse il periodico "Notizie dalla Dèlfico"
che a partire dal 1987 e poi per ventisette anni ha rappresentato uno
strumento di informazione libraria e documentaria di grande utilità e,
ancora, una rivista che progressivamente si affermò in Abruzzo e nel
Paese come periodico di studio e di divulgazione culturale e di confronto
Fondamentale il suo impegno per dotare la Biblioteca Provinciale di una
sede idonea.
Prima l’ individuazione di Palazzo Dèlfico come il luogo più naturale e
prestigioso per accogliere la nuova biblioteca, poi l'avvio dei primi lavori
di ristrutturazione dell'edificio e la realizzazione della Sala Polifunzionale
ipogea come primo momento per la definitiva sistemazione della

Via G. Milli, 2 – 64100 TERAMO • Tel. 0861 331 313 • ufficio.stampa@provincia.teramo.it
www.provincia.teramo.it
istituzione bibliotecaria. Il lavoro di ristrutturazione fu poi ultimato
dall’Amministrazione guidata da Claudio Ruffini nel 2004 che lo volle ad
aprire la cerimonia di inaugurazione.




Aspettando il Giro D’Italia a Notaresco con la campionessa Marta Bastianelli

Notaresco Giro d’Italia

Notaresco

Teramo 11 maggio 2021. Insieme a Marta Bastianelli, super premiata campionessa mondiale di ciclismo, questa mattina a Notaresco, un paese in festa ha celebrato l’arrivo del Giro D’Italia atteso venerdì 14 maggio. Insieme al sindaco e presidente della Provincia, anche il presidente del BIM, Gabriele Minosse e il consigliere regionale, Toni Di Gianvittorio, il giornalista Jacopo Forcella.
Sono dodici mesi che sognamo – ha sottolineato Di Bonaventura –  Lo abbiamo voluto come segno di speranza con l’augurio di di lasciarci alle spalle questa pandemia sanitaria che ha aggravato la pandemia economica e psicofisica. Lo abbiamo pensato per i tanti sportivi, appassionati e ciclisti amatoriali. Lo abbiamo pensato per la promozione turistica del territorio. Lo abbiamo pensato per le tante Partite IVA che da un anno e più stanno soffrendo. Era importante generare entusiasmo. L’entusiasmo genera benessere e aiuta anche il Pil.  Da giorni il nostro territorio si sta riempiendo dei tanti appassionati e ciclisti amatorali. Ringrazio tutti quelli che ci hanno creduto e agli enti come il Bim e la Regione che ci hanno sostenuto anche economicamente”.
Il Presidente ha poi ricordato le iniziative “Aspettando il Giro d’Italia” e fra queste, quella di giovedì sera in Piazza San Pietro a Notaresco: “Un giro per la pace” organizzato dal Servizio Missionari Giovani che segue la Corsa Rosa e organizza incontri con le comunità delle città di tappa portando un messaggio di pace e solidarietà.
ascolta il presidente Diego Di Bonaventura
https://drive.google.com/file/d/1hMOUu5LBCM8VPC2Q9v-Uay5vY_CVnOtO/view?usp=sharing
ascolta Marta Bastianelli



ROTARY FOR THE ARTS in occasione della celebrazione dei 700 anni della scomparsa del sommo Poeta

Il Rotary Club Hatriaticum Piceno (Distretto 2090 Italia), con il patrocinio dell’Associazione Agape Caffè Letterari d’Italia e d’Europa e la partecipazione dei Rotary Club di Policoro (Distretto 2120 Italia),  e di Capitan Bermudez (Distretto 4945 Argentina-Uruguay), organizza il 15 Maggio 2021 – ore 21:00, in forma digitale con collegamento su piattaforma Zoom per il ciclo ROTARY FOR THE ARTS in occasione della celebrazione dei 700 anni della scomparsa del sommo Poeta Dante l’evento Rotariano interclub intercontinentale: DANTE ALIGHIERI: Nascita della Pedagogia nella Letteratura. Porgerà i saluti iniziali Antonio Lera (Presidente Rc Hatriaticum Piceno) che in qualità di Ospite cederà poi la parola a Gabriela Gialleonardo (Presidente Incoming del Rc Capitain Bermudez ed a seguire a Nino Oriolo (Presidente Rc Policoro). Relatore della serata GABRIELE GAUDIERI (Professore di PEGAGOGIA GENERALE presso il Dipartimento MESVA – Università degli Studi de L’Aquila) Moderatori: FRANCA BERARDI e VITO SFORZA (entrambi soci del RC HP ROSETO). Dell’evento parla cosi l’organizzatore e Presidente del RC Hatriaticum Piceno, Antonio Lera (Psicoterapeuta e critico artistico).Tutti noi nella vita, ad un certo punto dopo aver attraversato varie traversie abbiamo come Dante abbandonato l’idea di poter fare a meno di un maestro, comprendendo che non è possibile vivere contando solo sulle nostre forze e sulle nostre energie poiché è evidente che abbiamo bisogno di aiuto esterno in varie e disparate occasioni, a partire dai 2 momenti topici in cui l’apporto esterno diviene determinante, ovvero l’infanzia e la vecchiaia. Ciò che ci salva è proprio la capacità nostra innata di domandare aiuto; in questo nostro eterno conflitto tra bisogno di sostegno e desiderio di indipendenza s’inserisce a volte una vera e propria fase di mendicanza, che diviene grande in funzione pedagogica, poiché è infinita la nostra fame di sapere e come Dante diviene discepolo che segue il maestro Virgilio cosi noi seguiamo Dante nei suoi cantici ed in particolare nel cantico dei cantici, ovvero quella Commedia che è cosi fondante in chiave magistrale da divenire Divina. E le nostre paure e timori iniziali assomigliano molto a quelle Dantesche con moti di riflessione ed incertezze: “Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno/ toglieva li animai che sono in terra/ de le fatiche loro”. Come Dante ci rendiamo conto che affronteremo prevalentemente da soli il cammino esistenziale e che la responsabilità delle scelte è nostra: i vari percorsi scolastico, affettivo, amicale, professionale. Dobbiamo imparare a decidere, ovvero privilegiare qualcosa a scapito di qualche altra, scegliendo quello che è più confacente alle nostre esigenze e caratteristiche. E seppur vincolati alla necessità di seguire un Maestro proviamo a svincolarci appena possibile alla piega pedagogica, come se la nostra fiducia o fede nei suoi confronti sia soggetta a continui vacillamenti tanto da rendere poi necessari interventi di soccorso eccezionali che riportano l’attenzione giusta del discepolo sulla necessità pedagogica del nostro piano esistenziale che Dante descrive cosi bene: “Oh pietosa colei che mi soccorse!/ e te cortese ch’ubidisti tosto/ a le vere parole che ti porse!/ Tu m’hai con disiderio il cor disposto/ sì al venir con le parole tue,/ ch’i’ son tornato nel primo proposto./ Or va, ch’un sol volere è d’ambedue:/ tu duca, tu segnore e tu maestro”. Ma questo non ci impedirà comunque di perderci nelle nostra ataviche paure che cosi fortemente sanciscono l’inizio di ogni viaggio esistenziale tanto che la figura del Maestro diviene gigantesca per ciascuno di noi cosi come accade per Dante che viene soccorso e preso per mano da Virgilio quando sulla porta dell’Inferno viene turbato dall’epigrafe: “Per me si va ne la città dolente,/ per me si va ne l’etterno dolore,/ per me si va tra la perduta gente./ Giustizia mosse il mio alto fattore;/ fecemi la divina podestate,/ la somma sapïenza e ‘l primo amore./ Dinanzi a me non fuor cose create/ se non etterne, e io etterno duro./ Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Il Magister ci accompagna cosi come Dante nelle nostre fasi esistenziali, quando cioè abbiamo bisogno di compagnia, di motivazioni, di rassicurazioni, di speranza, di fede e di carità per poter comprendere la bellezza ed il dono esistenziale. Una pegagogia quella Dantesca che educa, ovvero ci porta con sé, ci fa crescere attraverso l’esempio e la testimonianza di alternanze fisiologiche di forza e fragilità, di spinte in avanti e ritorni all’indietro, verso la ricerca esistenziale, come dei veri e propri cercatori di bellezza, di verità, di senso. E Dante, mentre si pone in ottica di allevo diviene per noi Maestro, suggerendoci di rischiare sul piano decisionale, di superare le nostre paure e soprattutto di non cadere nella tentazione di illudersi di poter vivere tranquilli al riparo da tutto, vivendo come esseri ignavi. Ma la tenerezza pedagogica unita alla forza della mission del Maestro si osserva in tutta la sua suggestione espressiva nelle parole di Virgilio che sostiene in modo mirabile Dante nell’incontro con “Caron dimonio con occhi di bragia” che risponde a questi: “Caron, non ti crucciare:/ vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare” che riconduce il moto pedagogico ad un più grande e sconfinato mondo, ovvero quello della fede e della ricerca di un Maestro Universale, ovvero riconduce a Dio.




Italia. Perché conviene traslocare in una Smart Home 

REDAZIONALE

 

Meta: perché traslocare in una smart home, tutti i vantaggi della domotica e come una casa intelligente ci permette di ottimizzare i consumi e aumentare il risparmio energetico

 

Intro: Traslocare in una smart home offre numerosi vantaggi soprattutto in merito all’aumento del comfort domestico e al risparmio energetico. Un impianto domotico ci permette infatti di tenere sotto controllo i nostri consumi domestici e risparmiare fino al 20% sulle bollette di casa. Vediamo perché conviene la domotica e tutti i vantaggi che derivano dall’abitare in una casa intelligente. 

 

H2 Cos’è la domotica e perché conviene 

 

Case intelligenti sempre più in voga. Cresce il numero di persone che scelgono di trasferirsi in case dotate di dispositivi smart, approfittando dei benefici in termini di risparmio energetico e comfort domestico. Il concetto di smart home (oppure casa intelligente) va di pari passo con il risparmio energetico e l’ottimizzazione dei consumi:  difatti la domotica non è altro che una scienza interdisciplinare il cui obiettivo è lo studio delle tecnologie volte a rendere più efficiente la qualità della vita all’interno di un’abitazione, con un occhio di riguardo ai consumi energetici. Gli allacci delle utenze luce e gas sono cresciuti nelle abitazioni dotate di impianto di domotica. Questo sottolinea come le persone prediligono traslocare in una casa intelligente e di come il numero di queste case stia crescendo notevolmente sul mercato. Lo stesso è stato riscontrato anche nelle operazioni di voltura e subentro, normalmente eseguite in caso di trasferimento in una casa con il contatore già attivo. Per varare e approfondire l’ipotesi di risparmio energetico contatta i vari comparatori di energia a disposizione tramite i quali sarà possibile venire a conoscenza delle migliori offerte luce e gas proposte dai fornitori di energia.

 

In una smarthome sarà possibile collegare gli impianti dotati di sistema domotico tra di loro, gestendoli da remoto e controllando ogni tipo di consumo nella nostra abitazione.

 

Alcuni esempi di gestione della casa con la domotica:

 

  • Regolare l’accensione delle luci
  • Comandare l’apertura di porte e finestre
  • Impostare il timer della climatizzazione e del riscaldamento
  • Gestire i controlli di sicurezza

 

H3 Vantaggi di una casa intelligente

 

Domotica e l’Internet of Things sono due strumenti che ci aiutano a raggiungere l’obiettivo dell’aumento del comfort abitativo e del risparmio energetico, grazie a un monitoraggi costante dei nostri consumi domestici e una gestione smart dell’immobile. Potrai verificare i consumi e gestire la tua casa da Smartphone semplicemente verificando la migliore copertura internet nella tua zona ed attivare l’offerta più adatta alle tue esigenze.

 

Complici gli incentivi statali per la riqualificazione energetica e le nuove soluzioni fai da te, ad oggi, realizzare una casa intelligente è ancora più conveniente. Se non vogliamo appoggiarci a un professionista qualificato, in questo caso il progettista domotico, per supervisionare le fasi di realizzazione dell’impianto, possiamo acquistare sul mercato dei pratici kit domotici da assemblare in breve tempo, che presentano un costo molto più contenuto, tra i 200 e i 700 euro a seconda di quanto dispositivi vogliamo collegare al nostro impianto centrale domotico.

 

H3 Il risparmio energetico con la domotica

Come accennato, traslocare in una smart home ci fornisce diversi vantaggi, perché permette di gestire in modo efficiente i nostri consumi, mentre il risparmio energetico si traduce in bollette più basse e minori emissioni di C02 nell’ambiente. Basti pensare che, secondo le stime, entro il 2040, saranno oltre 11 miliardi gli elettrodomestici connessi in tutto il mondo e grazie all’Intelligenza Artificiale si potrebbe ottenere una riduzione del consumo energetico domestico del 10%.

 

L’integrazione della domotica e di altri dispositivi intelligenti, quali elettrodomestici, illuminazione, impianti di riscaldamento e condizionatori assicura vantaggi economici non indifferenti, proprio perché tengono costantemente monitorato ogni consumo domestico, andando a intervenire autonomamente per migliorarne la resa e ottimizzarne il consumo energetico. L’Intelligenza Artificiale ha un ruolo determinante nel risparmio energetico all’interno di una smart home: soluzioni come la termoregolazione degli ambienti domestici, ad esempio, sono in grado di modificare in modo autonomo la temperatura in base alle condizioni ambientali. Parallelamente integrando un sistema IOT ai nostri elettrodomestici questi si avvieranno nella fascia oraria più conveniente per noi.

Funzionalità identiche si ottengono anche per gli impianti elettrici, grazie a piattaforme in grado di monitorare i consumi, inviando all’utente suggerimenti pratici per ottenere un risparmio energetico o, in alcuni casi, agiscono in modo autonomo per ridurre i consumi e i costi della bolletta.

Ultimo esempio di intelligenza artificiale sono le prese intelligenti. Queste, oltre a monitorare i consumi dei dispositivi collegati, possiedono un meccanismo di spegnimento forzato, ovvero si spengono automaticamente qualora si dovesse superare la soglia di consumi stabilita, evitando ogni possibile spreco di energia.

 

Infine a rendere tutto ancora più tech ci hanno pensato gli assistenti vocali, i quali, collegandosi agli impianti domotici della nostra casa, ci aiutano ad impartire ordini alla nostra Smart Home direttamente dal divano.