ITALIA E FRANCIA, ASSERGI E SAINT-GILLES, SAN FRANCO E SANT’EGIDIO


La storia di due Santi, sul Gran Sasso e in Linguadoca, con singolari coincidenze

di Giuseppe Lalli

L’AQUILA – Forse non tutti gli assergesi sanno che il primo patrono di Assergi non è stato San
Franco, ma Sant’Egidio. Con l’avvento del ‘locale’ San Franco – c’è da supporre fin dalla seconda
metà del XIII secolo, nell’epoca in cui con tutta probabilità la chiesa-santuario di Assergi viene
assumendo l’attuale forma di basilica – Sant’Egidio diviene, di fatto, ‘compatrono’, o ‘patrono
emerito’, come oggi si direbbe, secondo una prassi, verrebbe da pensare, tipicamente italica. Nella
summenzionata chiesa di Assergi, come si vedrà, c’è abbondante traccia di questo riconoscimento.
Le notizie su questo santo sono poche ed incerte, come avviene spesso per i santi dei primi secoli
del Medio Evo. La biografia di Sant’Egidio fu scritta nel secolo X e raccolta più tardi nella
Legenda Aurea da Jacopo da Varazze (o Varagine, 1230-1298), monaco domenicano e vescovo
di Genova che attese alla sua opera agiografica dal 1260 fino alla sua morte. Giova ricordare che la
Legenda Aurea, una sorta di piccola enciclopedia della santità medievale scritta in latino e assai
presto tradotta in volgare, ebbe vasta diffusione fino al XVII secolo, e solo a partire dal secolo
successivo fu di fatto soppiantata dagli studi agiografici dei cosiddetti Bollandisti (chiamati così dal
nome dal loro fondatore, il gesuita belga Jean Bolland, 1556/1665-), che dettero vita agli Acta
Sanctorum (Atti dei Santi), una monumentale opera sulle vite dei santi che consta di ben
sessantasette tomi.
La tradizione vuole che Egidio, nato ad Atene attorno alla metà del VII secolo, fosse giunto nella
Francia meridionale, nei pressi della foce del fiume Rodano, nell’attuale Linguadoca. Quivi, in
un bosco, aveva preso a condurre vita da eremita, trascorrendo il suo tempo, come si può
facilmente immaginare, in preghiere e digiuni. Si nutriva di erbe e frutti selvatici, avendo la nuda
terra per materasso e una dura pietra per cuscino, come San Franco, l’eremita del Gran Sasso.
Il Signore, sempre secondo la leggenda, avrebbe inviato ad Egidio una cerva affinché si nutrisse
ogni giorno del suo latte.
Non si può qui fare a meno di osservare come ricorra spesso nella descrizione delle vicende dei
santi antichi un loro rapporto particolare con gli animali. Viene da pensare al cane di San Rocco,
che reca ogni giorno una pagnotta al pellegrino di Montpellier che giace malato in una grotta, o
all’orsa di San Franco d’Assergi, che conduce l’eremita sprovvisto di viveri verso un favo di
miele. La tentazione, in questi casi, è quella di ricorrere alle categorie “ecologiste”, tanto di moda al
giorno d’oggi. In realtà, in una visione più profonda, questo rapporto armonico con gli animali e
con la natura in generale altro non è che l’equivalente fisico di una dimensione soprannaturale che
reclama i suoi diritti e che annuncia «i nuovi cieli e le nuove terre» che attendono un’umanità
redenta dal peccato e riconciliata, nella Grazia, con il Creatore.
Un avvenimento imprevisto irruppe nella solitaria vita dell’anacoreta. Si narra che nel corso di una
battuta di caccia, Flavio, il re dei Goti, invece di colpire la cerva, a cui aveva mirato, ferì il Santo,
presso il quale l’animale si era rifugiato. Tra i due uomini nacque una sincera amicizia, e per farsi
perdonare il re offrì all’uomo di Dio un grosso appezzamento di terra sul quale costruire
un’abbazia. L’eremita accettò l’offerta e, pur rammaricato per aver perduto la solitudine della
foresta, ebbe la soddisfazione di diventare padre spirituale di una numerosa comunità di monaci,
che adottarono una regola di vita ispirata da quella spiritualità benedettina che aveva segnato fin
dall’inizio il monachesimo occidentale.
Insieme ai suoi compagni di avventura Egidio attese ad una grande opera di civilizzazione della
regione, la Linguadoca, come s’è detto. Furono dissodati campi, fertilizzati terreni incolti, aperte
vie di commercio, e fu condotta un’opera incessante di evangelizzazione: “Ora et labora”, secondo
lo spirito del fondatore antico e sempre attuale, Benedetto da Norcia (480-547). Per i molti
prodigi operati, Egidio divenne noto in Francia come “il santo taumaturgo”. Morì nell’abbazia da
lui fondata il 1° settembre, probabilmente nell’anno 725.
Come stanno a dimostrare molte testimonianze, il suo culto si estese in Belgio, in Olanda e nella
nostra Italia. Non stupisce dunque che sia diventato patrono di Assergi, la cui bella chiesa

parrocchiale, per la quale si registra un crescente interesse da parte di turisti e studiosi, è
disseminata di tracce benedettine. Un altare dedicato a Sant’Egidio già figura nel 1580 nella visita
del vescovo dell’Aquila mons. Racciaccaris. Era posto nella navata di sinistra, sul lato destro
dell’attuale riscoperta cappella di San Franco (Cfr. D. Gianfrancesco, Assergi e San Franco, nota
269 a p. 163). Venne demolito presumibilmente attorno alla metà del XVIII secolo e in seguito a
detta demolizione, come ci informa il Tomei (N. Tomei, Dissertazione sopra gli Atti, e culto di San
Franco d’Assergi, p. 29) fu rinvenuta una ciotola contenente, insieme ad alcune reliquie, una
piccola pergamena scritta in latino riportante l’atto di consacrazione della chiesa, avvenuto nel 1150
ad opera di Berardo I, vescovo di Forcona (un piccolo miracolo di Sant’Egidio?)
All’inizio della piana di Campo Imperatore, in prossimità del bivio “Campo Imperatore – Fonte
Vetica”, a circa 1.800 metri di altitudine, si scorgono ancora i ruderi di un’antica chiesetta. Il
piccolo edificio, che non a caso era intitolato a Sant’Egidio, apparteneva alla parrocchia di
Assergi, come sta a testimoniare una bolla del vescovo dell’Aquila Paolo di Bazzano diretta al
preposto e al capitolo della chiesa S. Maria Assunta, datata 25 luglio 1362, riportata dal Tomei
nella sua Dissertazione alle pagine 17-22 e la cui copia originale, conservata nell’archivio
parrocchiale di Assergi, è andata perduta. Nel documento il vescovo lamentava il cattivo stato
dell’edificio e auspicava che si procedesse ad un adeguato restauro da parte di un Capitolo cui
spettava, tra l’altro, di nominare e rimuovere il rettore della piccola chiesa.
Singolare appare la vicinanza iconografica tra San Franco e Sant’Egidio nella chiesa di Assergi,
come si accennava all’inizio. Nella lunetta del portale principale, ora del tutto deteriorata
dall’azione implacabile del tempo e dall’incuria delle passate generazioni, era dipinta una Madonna
con Bambino con ai lati i due Santi. La stessa composizione appare in un dipinto che fino a qualche
decennio fa, prima degli ultimi restauri, fungeva da pala d’altare sopra la piccola abside. Figura
altresì nella cripta: nel cassone che contiene le reliquie di San Franco e nella facciata anteriore
dell’urna che raccoglie le ossa del santo eremita. Inoltre, in un altare dedicato alla Madonna degli
Angeli, che doveva ancora esistere nel XVIII secolo, figuravano in basso, di nuovo, Sant’Egidio e
San Franco, questa volta però in compagnia di San Francesco d’Assisi (N. Tomei,
Dissertazione…, pp. 131-132).
Si ha l’impressione che tra i due santi si sia realizzata attraverso i secoli una sorta di “armonia
prestabilita”. Altre sorprendenti analogie saltano agli occhi dello studioso: il santo del Gran
Sasso è, se così si può dire, un ex benedettino; il santo francese è un neo-benedettino; l’uno rifiuta
di diventare abate e si fa eremita, l’altro, da eremita che era, diventa abate di una grande comunità.
Inoltre, la chiesa abbaziale di Sant’Egidio (in francese Saint Gilles) che si trova nel centro di
Saint-Gilles – cittadina francese nel dipartimento di Gard di circa 14.000 abitanti, che prende
nome dal santo – è romanica come quella di Assergi, ed è in prossimità di un parco naturale, il
Parc naturel régional de la Camargue, che molto ricorda il nostro Parco Nazionale del
Gran Sasso.
Fatto ancor più sorprendente, le spoglie mortali di Sant’Egidio, come quelle di San Franco,
sono custodite in un sepolcro posto in una cripta sotterranea, alla quale, come avviene per la cripta
della chiesa di Assergi, si accede mediante una lunga scala in pietra. Chi scrive queste righe, nato
e cresciuto ad Assergi, si è sempre chiesto perché mai questo antico e prestigioso protettore, di cui
la chiesa-santuario conserva tanta traccia, non sia ricordato nel villaggio almeno con una funzione
liturgica. Parlando con una persona non molto avanti con gli anni e di ottima memoria, una di
quelle persone dotate di cultura sapienziale più che scolastica, lo scrivente ha scoperto che fino agli
anni ‘50 del secolo scorso, e forse fino ai primi anni ‘60, il 1° settembre, giorno in cui la Chiesa
Cattolica fa memoria di Sant’Egidio, si celebrava nella chiesa parrocchiale una messa in onore del
santo.
Ci si potrebbe chiedere: perché non ripristinare questa sacra tradizione? E perché in futuro – ma
questa forse è utopia – non adoperarsi per promuovere un gemellaggio tra il borgo di Assergi
e la piccola città di Saint-Gilles? Un impegno – chissà? – per le giovani generazioni, cui queste
modeste ricerche sono in gran parte destinate. Questo scritto vuole essere anche un piccolo atto di
riparazione nei confronti di questo santo francese nato in Grecia (la vecchia Europa cristiana…),
antico e un po’ dimenticato patrono di Assergi.




INCENDI: COLDIRETTI ABRUZZO, IMPORTANTE EDUCAZIONE AMBIENTALE E PREVENZIONE

 

Per ricostituire la vegetazione ridotta in cenere dal fuoco ci vorranno anni, fino a 15, con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima la Coldiretti sugli effetti degli incendi divampati in questo caldissimo e ventilato fine settimana caratterizzato da incendi e focolai in tutta la Penisola e anche in Abruzzo, dove sono andate a fuoco la costa di punta Penna e la riserva marina di Punta Aderci nonchè una parte del quartiere di San Silvestro a Pescara. “Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, con la caduta del 30% di precipitazioni in meno nei primi sette mesi dell’anno, a preoccupare – precisa Coldiretti – è l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che, a livello nazionale, si stima sia causato volontariamente. In Abruzzo nelle aree bruciate dall’incendio sarà impedita la scoperta del territorio da parte di appassionati e verrà a mancare un importante polmone verde. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare ogni anno su tutto il territorio nazionale perché – conclude la Coldiretti –  manca l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio”.




Teramo. È iniziato il crowdfunding a sostegno di: LINEA DI CONFINE Covid-19 IL LIBRO E IL FILM DOCUMENTARIO UN PROGETTO di GIAMPIERO MARCOCCI.

Teramo, 31 agosto 2020

“Ricordo con estrema nitidezza il primo giorno di lockdown, quando pensai che da lì in poi sarebbe
stato un periodo di grande cambiamento. Dopo tre giorni iniziai ad avere un senso di frustrazione per non poter uscire da casa e ho cercato di esprimerla documentando la quotidianità tra le
quattro mura domestiche. Ho sentito però il bisogno e il dovere di documentare anche ciò che
stava accadendo in città, quindi procurandomi un incarico lavorativo che mi permetteva di muovermi liberamente, ho fotografato e lmato i silenzi e i vuoti di una città, Teramo, che sembrava
ferma, disabitata. Ho voluto poi approfondire nel dettaglio questo periodo storico che stiamo
vivendo, pertanto ho pensato di mettermi in contatto con molti dei miei amici e conoscenti proponendo loro di farsi fotografare fuori dalla porta di casa, nell’androne del loro condominio, nel cortile
della loro abitazione, nel luogo che è stato il conne tra l’appartamento dove si era costretti a stare
e l’esterno dove era vietato recarsi salvo per necessità. Persone fotografate con la mascherina che
rendeva tutti uguali nell’angoscia e nella paura del virus. Ho chiesto poi a ciascuno di raccontarmi
la propria esperienza nel lockdown a livello lavorativo, emozionale e personale, come se stessero
scrivendo pagine del loro diario. Così è nato “ Linea di Conne – Covid-19 ”. Un progetto per
lasciare una traccia indelebile e far sì che il drammatico periodo che ha colpito così come il mondo
intero anche la mia città, nella pur drammatica cosa che è stata per la perdita di uomini e donne,
non resti semplicemente un lontano ricordo sbiadito dal tempo. Sentivo che bisognava fermare
le sensazioni, emozioni, ansie, paure, riessioni, dolori, preoccupazioni, incertezze, visioni,
esperienze di tutti che, con le loro storie personali, hanno saputo rendere la propria esperienza,
una toccante storia universale”.
Il modo migliore per lasciare traccia nel tempo di tutto ciò, è raccogliere queste esperienze con la
pubblicazione di un libro e la realizzazione di un lm documentario.
PER FARLO C’È BISOGNO DEL SUPPORTO DI TUTTI
La raccolta fondi servirà al raggiungimento del budget per pubblicare il libro e terminare la lavorazione del lm documentario.
PER SOSTENERE IL PROGETTO
Si potrà preordinare il libro scegliendo una o più possibilità di donazione tra quelle disponibili.
Per ogni donazione ci sarà anche una ricompensa.
Per gli Enti e le Aziende c’è la possibilità di diventare partner del progetto.
Tutte le informazioni del progetto per fare la vostra donazione, le trovate all’indirizzo web:
https://www.produzionidalbasso.com/project/linea-di-conne-covid-19/
Una delle 85 fotograe del libro
IL FILM DOCUMENTARIO
Il lm sarà realizzato con le immagini girate da Giampiero Marcocci nella città di Teramo e dintorni durante il periodo
del lockdown, la voce narrante dell’attore Marco Cassini, con il montaggio di Barbara Faonio.
IL LIBRO
Edizione in lingua Italiana
Formato chiuso 29 x 21 cm (orizzontale)
184 pagine
85 fotograe a colori + foto di copertina
85 testi + uno dell’autore
Edizione limitata numerata in 500 copie
LINEA DI CONFINE – Covid-19
È il risultato di mesi di lavoro, ricerca, contatti, servizi fotograci, interviste, riprese video e collaborazioni. Ogni fotograa ha una storia ricca d’informazioni e livelli di lettura. Sono ritratti semplici ma
pieni di sensazioni, emozioni, ansie, paure, riessioni, dolori, preoccupazioni, incertezze, visioni,
speranze, esperienze, che traspaiono dagli sguardi delle persone fotografate e trasmesse dal
racconto delle loro storie. Ho cercato di raccontare con ottantacinque ritratti fotograci, uno spaccato della società attraverso varietà di professioni ed età anagrache. Medici, infermieri, farmacisti,
imprenditori, liberi professionisti, commercianti, artigiani, sportivi, studenti, anche persone che
hanno raccontato la loro esperienza nell’aver contratto il virus, poi ancora famiglie, single, coppie,
artisti, registi, attori, insegnanti, musicisti, forze dell’ordine, giornalisti, tante storie ed esperienze
diverse, uniche ma allo stesso tempo universali. Il lm documentario vuole raccontare i vuoti e i
silenzi della città di Teramo durante il lockdown e le immagini sono arricchite dalla voce narrante
dell’attore Marco Cassini.
Una delle 85 fotograe del libro
Un fermo immagine del lm documentario
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GIAMPIERO MARCOCCI
Nato a Teramo nel 1971 dove vive e lavora. Si occupa di fotograa dal 1994.
Ha frequentato un biennio di studi all’Istituto Superiore di Fotograa di
Roma e vari workshop con professionisti come Maurizio Buscarino, Paolo
Pellegrin, Silvia Camporesi, Magdalena Berny. Tra le esposizioni più importan-
ti si ricordano il Premio Arte Mondadori alla Permanente di Milano, la Trienna-
le di Arte Sacra Contemporanea di Lecce, Immagini del Gusto al Centro Nazio-
nale della Fotograa d’Autore di Bibbiena. E’ stato selezionato per il Premio
Termoli, la XIV Biennale di Arte Sacra Contemporanea, la 54. Esposizione
Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia – Abruzzo e la New York Biennale
Art. Si è aggiudicato nel 2005 il Premio Speciale Ventaglio d’Oro all’interno del Premio Arte Mondadori, nel 2006 è stato nalista del Premio Pagine Bianche d’Autore; nel 2008 vince il Premio Bronze
Award e nel 2010 i Premi Gold, Silver e Bronze Award a Orvieto Fotograa Professional Photography
Awards. Nel 2013 è segnalato dalla giuria del Premio Combat Prize e del Premio Celeste. Nel 2014 è
vincitore della Residenza al Premio O.R.A. 2013/14, nel 2017 è nalista del concorso EneganArt.




Nuova dirigente scolastica all’IC di Atri. Il Sindaco Ferretti ringrazia Volpini e dà il benvenuto a Graziani

ATRI. “Desidero ringraziare sentitamente il Professor Achille Volpini, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Atri, il quale ha svolto con grande professionalità e dedizione il suo lavoro in questi anni nella nostra città augurandogli le migliori soddisfazioni nel suo percorso professionale. Il nostro Istituto da questo anno scolastico sarà guidato dalla dirigente Nadia Graziani che arriva dalla Scuola Primaria ‘L. Illuminati’ di Pescara e alla quale porgo il mio personale benvenuto e quello dell’Amministrazione Comunale tutta”. Con queste parole il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti, ringrazia e saluta il dirigente Achille Volpini e dà il benvenuto alla nuova dirigente Nadia Graziani alla guida dell’IC di Atri.

Quelli che stiamo vivendo sono mesi difficilissimi a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 – commenta Ferretti – e il mondo della scuola ha vissuto e vive delle grandi difficoltà per questo il mio sentito grazie va al professor Volpini il quale ha saputo gestire la delicata fase della didattica a distanza e con il quale abbiamo sempre lavorato benissimo per garantire a tutti gli studenti le stesse opportunità anche attraverso la fornitura di tablet a quanti ne avevano bisogno. La nuova dirigente Nadia Graziani saprà sicuramente proseguire nel percorso avviato e potrà contare sulla vicinanza dell’Amministrazione nell’ottica della collaborazione e del completo appoggio per scelte che vanno nella direzione del benessere dei ragazzi e del loro diritto allo studio”. 




Morro D’Oro. “Cinque racconti e una fiaba” presentato al Frantoio Montecchia

 

31 Agosto 2020- Ha avuto luogo ieri, domenica 30 Agosto, all’interno del Frantoio Montecchia di Morro d’Oro (TE), la presentazione del libro “Cinque racconti e una fiaba” scritto dalla giornalista Edda Migliori. Patrocinato dal Comune di Morro d’Oro, l’evento si è tenuto alla presenza della Sindaca Romina Sulpizii, degli Assessori Desolina Pagnottella e Claudio Mettimano e della Consigliera Valentina D’Ambrosio, nonché della presidente della locale Pro Loco Concetta Malvone, del presidente dell’Associazione “Atletica Vomano” Gabriele Di Giuseppe e del Maestro “Peppe” figura culturale di riferimento di Morro d’Oro.

 

Dopo il saluto istituzionale della Sindaca Romina Sulpizii è intervenuta Marcella Cipriani, vice presidente dell’Associazione “Pandolea-Le donne dell’olio” e successivamente la moderatrice Francesca Di Giuseppe ha iniziato a dialogare con l’autrice ripercorrendo la genesi del libro e le tematiche in esso trattate.

 

Una presentazione unica nel suo genere: all’interno di un frantoio tra gramole e decanter, in una location scelta con cura, che rafforza il legame con la terra e la riscoperta di valori del territorio di cui parla Edda Migliori nei suoi racconti.

 

“A seguito della situazione creatasi con la pandemia del Covid 19 per tutta l’estate ho preferito non organizzare eventi perché volevo che gli incontri di presentazione di “Cinque racconti e una fiaba” non perdessero quella particolarità e unicità che li ha contraddistinti fino ad oggi. Ho deciso di aspettare che si creasse la condizione favorevole affinché anche la scelta del luogo assumesse un significato importante. Ed è stato così che, grazie a Martina Montecchia e alla sua famiglia, ho trovato il posto giusto: una presentazione in un frantoio che sorge tra gli ulivi, l’orto, le erbe aromatiche e la lavanda; un luogo sospeso, poetico, tra i profumi, i colori e i suoni della campagna. Un’immersione nella natura con lo sfondo del panorama di Morro d’Oro. Una location davvero suggestiva” ha spiegato Edda Migliori.

 

“Cinque racconti e una fiaba”, edito da Epigraphia, narra storie ambientate in Abruzzo in epoche differenti, vissuti di dolore e di forza, coraggio e speranza. Un libro fortemente declinato al femminile in cui emerge uno spaccato di un tempo che è stato e che continua a vivere attraverso la resilienza delle donne. Radici da riscoprire, amicizia, amore, senso di appartenenza e riscatto, sono alcuni dei valori che emergono dalla lettura dei brani che trattano argomenti profondi e significativi quali la violenza di genere, la malattia, il terremoto, la diseguaglianze e lo sfruttamento sul lavoro. Racconti in cui forte appare il legame con la terra, la natura e il territorio. Un legame molto evidente anche nella fiaba, fortemente metaforica, che chiude i racconti.

 

“Ogni volta rimango colpita dall’entusiasmo che si scatena intorno al mio libro e dalla quantità di pubblico che partecipa alle mie presentazioni. Anche ieri è stato così: un pomeriggio ricco di sentimento, emozioni forti, commozione e bellezza. La bellezza di condividere, di dare voce a tante donne che rappresentano tasselli fondamentali nella nostra società, di riflettere su tematiche importanti. Sono davvero grata a tutti coloro che hanno partecipato, alla Sindaca Sulpizii e all’Amministrazione tutta per aver sostenuto con forza questa iniziativa. Ringrazio nuovamente la famiglia Montecchia, la vice presidente dell’Associazione Pandolea-Le donne dell’olio Marcella Cipriani, la giornalista Francesca Di Giuseppe e Manuela Nazzaro che ha curato il reading. Nel periodo del lockdown, alla domanda sulla ripresa delle presentazioni, rispondevo che l’avrei fatto solo nel momento in cui ci sarebbero state le condizioni ideali per farlo e che quando sarebbe successo sarebbe stato bellissimo. E così è stato: abbiamo creato la condizione giusta ed è stato davvero stupendo!’.




Priorità Alla Scuola Pescara. Ora si svegliano tutti e rischiamo di ripartire in ritardo: dov’erano a maggio quando abbiamo lanciato l’allarme?

Il comitato “Priorità alla Scuola” attivo anche in Abruzzo a Pescara, torna a denunciare l’inaccettabile immobilismo che ha caratterizzato da marzo ad oggi gran parte del mondo istituzionale chiamato a rispondere e a stabilire un piano chiaro e trasparente sulla riapertura delle scuole a settembre.

Il sistema dei tavoli di concertazione chiusi, lo ribadiamo, ha prodotto una sostanziale assenza di responsabilità, un disaccordo costante delle parti ed un blocco totale nei confronti di scelte definite. Non avere certezze sul piano epidemiologico non significa non poter comunque decidere cosa sia necessario fare.

Rappresentiamo la comunità educante attiva e “sul pezzo” dallo scorso aprile rispetto alla necessitá improrogabile e non procrastinabile di un rientro a scuola a settembre IN PRESENZA E IN SICUREZZA PER TUTTE  E TUTTI.

E siamo molto arrabbiat* quando constatiamo che a breve si tornerà a scuola NON tutt* in presenza e NON in sicurezza. E ancora di più quando leggiamo che si valuta l’ipotesi, nella nostra regione, di far slittare di 10 giorni l’apertura delle aule. Dieci giorni in più per porre rimedio a ciò che non è stato affrontato per tempo e per risolvere  il problema dei seggi elettorali nelle scuole che poteva essere affrontato reperendo sedi alternative alle scuole, come accaduto in altri territori italiani.

Niente spazi in più, niente docenti in più, niente trasporti in più, niente medici a scuola (non vogliano farci credere che il referente covid a scuola o il referente nella Asl, uno per almeno 23 istituti scolastici, lo siano!). Ma solo direttive, linee guida fumose e contrastanti, pareri su pareri, preghiere di deroghe alle norme sulla sicurezza sanitaria per poter ripartire visto che ci troviamo, come in un viaggio nel tempo, catapultat* nelle scuole al 4 marzo 2020. Ci si accorge adesso che i trasporti regionali, che non hanno mai retto adeguatamente neppure alle esigenze di un anno scolastico pre pandemico, non possono sostenere la riduzione del 50% dei passeggeri su ogni corsa. E tra le soluzioni spuntano le più fantasiose tra le quali il gruppo abituale di giovani che possono stare insieme sul bus o la magica idea dei 15 minuti di tragitto che tutelano da ogni infezione. E se poi, salit* i fortunati dei 15 minuti, un imprevedibile ingorgo nel traffico rallentasse la corsa? Che si fa? I fortunat* scendono al volo?

Veniamo a sapere che a Pescara, laddove si sono adeguati gli spazi, questo ha comportato il sacrificio di palestre per creare aule di fortuna che però non hanno finestre  adeguate e quindi saranno illuminate costantemente da luce artificiale.

A pochi giorni dalla riapertura paiono tutti svegliarsi e preoccuparsi quando giá da tempo manifestazioni e assemblee sono state organizzate in Italia e nella nostra cittá e dunque, per tempo. Abbiamo chiesto un incontro con l’assessore all’istruzione regionale più volte rimandato per impegni dell’Assessore e ad oggi ancora avvenuto. Abbiamo preso parte e parola al consiglio comunale straordinario aperto alla cittadinanza a tema riapertura della scuola, al quale nessun esponente della Provincia o della Regione ha ritenuto di dover partecipare e che comunque si è concluso con un sostanziale “é tutto a posto, ripartiremo in sicurezza e in presenza”.

Invece siamo convint* che il ricorso alla didattica digitale sarà massiccio e che resterá l’unica soluzione prospettabile in cambio della sicurezza.  E,visto che ne denunciamo l’inadeguatezza da mesi, non possiamo restare a guardare, proprio non possiamo.

Per questo il movimento “Prioritá alla Scuola” ha giá chiamato indetto una manifestazione nazionale a Roma il 26 settembre perchè la scuola diventi il primo pensiero nel nostro paese che senza garantire il diritto/dovere all’istruzione non può garantirne nessun altro.

Per questo a Pescara chiamiamo la comunità educante e la società civile a riunirsi per la seconda volta in assemblea pubblica per denunciare lo stato dei fatti e continuare  a proporre soluzioni.

Il 7 settembre alle ore 17,00 presso Villa De Riseis: per essere parte attiva di un processo del quale va invertita assolutamente la rotta finora seguita dal Governo che sembra portare  inevitabilmente alla deriva la scuola ed il diritto all’istruzione.

Comitato Priorità alla Scuola Pescara




“UN MOSAICO PER TORNARECCIO”, DOMENICA CERIMONIA CONCLUSIVA E ANNUNCIO DEL VINCITORE

Tornareccio

Tornareccio (Ch), 27 agosto 2020 – Domenica 30 agosto alle 17.00, nella sala polifunzionale “Remo Gaspari” in viale don Bosco, si terrà la cerimonia conclusiva della XII edizione di Un Mosaico per Tornareccio, la rassegna d’arte contemporanea ideata dal mecenate Alfredo Paglione che nel corso degli anni ha contribuito a trasformare Tornareccio in uno straordinario museo a cielo aperto, fatto di bellissimi mosaici installati sulle facciate delle case.

Nel corso della cerimonia, sarà annunciato il vincitore della rassegna in svolgimento nel borgo museo dal 1 agosto scorso. Come da regolamento, l’artista il cui bozzetto avrà ottenuto il maggior numero di consensi della giuria popolare e di quella di esperti, avrà diritto nel 2021 alla trasformazione dell’opera in mosaico e alla realizzazione di una mostra personale. In questo modo, il borgo museo di Tornareccio, fatto attualmente di 93 mosaici, continuerà a crescere, soprattutto se nel tempo si dovessero palesare ulteriori sponsor desiderosi di sostenere la realizzazione di mosaici dalle altre opere non vincitrici.

Come per la cerimonia inaugurale, l’associazione Amici del Mosaico Artistico, che cura l’evento, garantirà lo svolgimento di quella conclusiva nel rispetto delle norme anticovid. L’appuntamento, aperto al pubblico, sarà anche trasmesso in diretta Facebook sulla pagina Un Mosaico per Tornareccio e Instagram sul profilo Un Mosaico per Tornareccio, e vedrà la partecipazione tra gli altri del sindaco, Nicola Iannone, della curatrice dell’edizione, Ida Mitrano, e di alcuni artisti.

Tutte le opere di Tornareccio sono state realizzate a Ravenna, nella bottega del Gruppo Mosaicisti di Marco Santi, in virtù di un’amicizia e di una storica collaborazione.




Basket. IL NOSTRO RINGRAZIAMENTO VA A TUTTI VOI


“Se ho visto lontano è perchè stavo sulle spalle dei giganti” (Isaac Newton)

Parafrasando la famosa frase pronunciata nel 1676 da Isaac Newton, per Giulianova quella che si appresta ad iniziare sarà l’ottava stagione consecutiva in serie B, senza dimenticare le oltre quaranta consecutive di partecipazione a campionati nazionali, record tra le formazioni abruzzesi, e se siamo arrivati fin qui il nostro ringraziamento va in particolare a chi negli ultimi sette anni ci ha guidato.
Sette stagioni nel terzo campionato nazionale, due partecipazioni ai play-off, due volte vincitori del premio per il maggior utilizzo dei giocatori “under”… come direbbero i giovani di oggi, veramente ‘tanta roba’.

Il nostro ringraziamento va quindi a tante persone che a differente titolo ci sono state vicine negli anni, in primis Carlo Tribuiani, permetteteci di definirlo “il presidente per eccellenza”. Giuliese tra i giuliesi, per oltre 15 anni ha legato indissolubilmente il suo nome alle sorti del basket a Giulianova, accompagnando i colori giallorossi nella scalata ai vertici nazionali.

Un ringraziamento particolare va poi a tutte quelle aziende che a vario titolo negli anni hanno sostenuto la pallacanestro di Giulianova.

Non possiamo poi non ricordare chi ha guidato la truppa giallorossa nel corso di questi splenditi campionati: gli allenatori e i loro staff che negli anni si sono succeduti sulla panchina giuliese. Da Ernesto Francani, il più longevo con i suoi quattro anni in giallorosso e le due partecipazioni ai play-off, passando per Davide Tisato, che ha conseguito una brillante salvezza iniziando il ciclo delle squadre basate sui giovani. Per finire con Cesare “Cece” Ciocca che nei suoi due anni giallorossi, oltre agli ottimi risultati conseguiti sul campo, ci ha spinto a puntare verso traguardi sempre più ambiziosi. A loro va il nostro più sentito ringraziamento… da loro Giulianova ha ricevuto tanto, a loro Giulianova ha dato tanto.

Citare e ringraziare tutti i giocatori che negli anni hanno vestito i colori giallorossi i è doveroso ma è impresa ardua, visto che se ne sono succeduti circa 90. In rappresentanza di tutti, senza far torto a nessuno, permetteteci di citare tre persone: Giuseppe Sacripante, il capitano, il giocatore con più presenze in giallorosso, il giocatore che con la sua esperienza ci ha sempre traghettato verso porti sicuri. Danilo Gallerini, il primo e per noi unico “Gallo”, recordman di punti in giallorosso e giocatore straordinario, a lui sono legate alcune delle più belle partite disputate dal Giulianova. Infine Antonello Ricci, il suo lay-up ad un minuto dalla fine di gara tre di play-out contro Taranto lo mettiano tra i nostri ricordi più belli!

Infine il nostro ringraziamento va a tutte quelle persone che, più o meno nell’ombra, spesso sottraendo tempo al lavoro e agli affetti familiari, quotidianamente si adoperano per mantenere Giulianova nella cartina geografica del basket nazionale, il loro lavoro è per noi prezioso e fonte di ispirazione… grazie! il cuore pulsante di Giulianova siete voi!




San Gabriele. Sarà virtuale la 40° Tendopoli dei giovani

Tendopoli – Foto ARCHIVIO

 

Martedì 25 agosto 2020, alle ore 18, al santuario di San Gabriele (TE) inizierà la 40° Tendopoli dei giovani. Un anniversario storico, i quarant’anni, come storica sarà questa edizione, perché virtuale, causa covid-19.  Virtualtend, il titolo di questa edizione 2020, vedrà una sola tenda piantata nel piazzale del santuario e tanti giovani che da casa parteciperanno virtualmente.

Una scelta obbligata, visto che, come spiega l’ideatore della Tendopoli, il passionista padre Francesco Cordeschi, “il coronavirus ci ha impedito di piantare le tende, ma non riesce a fermare il nostro desiderio di esserci, di incontrarci, di raccontarci la vita che si dilata nel nostro cuore: perché essere tendopolisti non è abitare una tenda, ma essere tenda. Per questo la “Virtualtend” è l’occasione per vederci e sentirci, non dentro le tende piantate, ma dentro tende vissute”.

Mercoledì mattina, alle ore 9, la prima relazione di padre Francesco “La tenda si vive” aprirà la serie di incontri virtuali. Nei giorni seguenti altri incontri virtuali, momenti di preghiera (come il collegamento di venerdì 28, alle 21, con il santuario del Beato Bernardo Silvestrelli a Moricone (RM) per l’adorazione eucaristica), testimonianze dei giovani, momenti di festa.

La 40° edizione della Tendopoli si concluderà sabato 29 agosto, alle ore 11.30, con la messa celebrata all’aperto, alla quale parteciperanno in presenza numerosi giovani tendopolisti, a conclusione di un’edizione che non sarà facile dimenticare.

Per informazioni: www.tendopoli.it




IL 27 AGOSTO A TERAMO DAMIANO CROGNALI PRESENTA IL SUO NUOVO LIBRO PODCAST IL NUOVO RINASCIMENTO DELL’AUDIO

Damiano Crognali


Come raccontare, pubblicare, promuovere storie da
ascoltare
Il primo libro che spiega l’esplosione del fenomeno in Italia che, durante e dopo il lockdown,
ha subito una forte accelerazione creando una nuova generazione di creators
“Considero il podcast un’opportunità per fare del buon giornalismo e delle belle narrazioni. La voce è molto
importante, ha un profondo potere. Ma online è sempre stata considerata al servizio dell’immagine. Oggi
invece grazie ai podcast anche la voce ha un palcoscenico su Internet, dove è la protagonista”
Giovedì 27 agosto alle 18.00 a Teramo presso l’area eventi Parco Fluviale si terrà la presentazione del nuovo libro del
giornalista e podcast producer Damiano Crognali, un’inchiesta giornalistica sull’universo dei contenuti della voce, che
vede l’alba di una nuova generazione di creators: PODCAST – IL NUOVO RINASCIMENTO DELL’AUDIO. Come raccontare,
pubblicare, promuovere storie da ascoltare, edito da Roi Edizioni in uscita il 26 agosto.
Abruzzese doc, Crognali è un giornalista, realizza video e racconti, produce podcast. Ha collaborato con La Stampa, Agi,
La7, si occupa di podcast per Now, la rubrica di approfondimento sull’innovazione di SkyTg24, e vive tra Milano e Kuwait
City.
Preludio del libro la prefazione firmata da Pablo Trincia – giornalista, autore televisivo, creatore di podcast dallo
straordinario successo come Veleno e Buio – che racconta la sua esperienza e la scoperta di questo nuovo terreno su cui
esprimersi ritrovando l’amore per l’ascolto, ovvero il podcast. Il testo di Damiano Crognali fornisce tutte le risposte alle
domande che si fanno i nuovi autori che vogliono diventare podcaster, le sfide e le opportunità che privati, aziende e
professionisti che vogliono affacciarsi sul mondo dei podcast hanno davanti a sé prima di sbarcare su Spotify, Audible o
su una delle altre piattaforme di questa nuova podcast economy.
Nell’ultimo anno gli italiani hanno scoperto il mondo dei podcast, ovvero questo nuovo modo di fruire di contenuti
online che non è quello tradizionale della visualizzazione sullo schermo o della lettura, bensì quello dell’ascolto. Il
fenomeno ha avuto un’esplosione grazie allo user generated podcast, ossia la produzione e pubblicazione di podcast da
parte degli utenti, un impulso che è stato dato soprattutto da Spotify. Durante il lockdown, a causa dell’emergenza
Coronavirus, gli utenti italiani che si sono messi a fare podcast sono aumentati del 500% e su Spotify c’è stato un
aumento del 200% di questi contenuti non musicali. CROGNALI stesso, che ha vissuto il periodo di lockdown bloccato a
Kuwait City, ha avuto modo di realizzare nuovi contenuti legati alla pandemia, come “Medioriente nell’Emergenza
Coronavirus”, un podcast giornalistico di storie, viaggi e notizie d’attualità sulle questioni aperte di quest’area del
mondo.
Questo libro è stata l’occasione per DAMIANO CROGNALI di mettere nero su bianco la sua esperienza e le lezioni
apprese creando podcast e i suoi ricordi da creatore di contenuti alla radio. Anche se, spiega Crognali, il futuro dei
contenuti audio online va oltre il modello della radio di flusso ma è nell’on demand, nell’ascolto quando, dove e come ci
pare.
Il libro è denso di racconti, esempi e segreti che l’autore ha appreso ascoltando e seguendo i migliori podcaster al
mondo, ed è anche un viaggio attraverso i protagonisti della podcast economy. Non mancano ovviamente gli aspetti
pratici, come quando si entra nel vivo della produzione: quale microfono acquistare, come registrare, quale software di
montaggio usare, dove trovare le basi musicali. Il libro dà spazio anche al podcast marketing, ovvero come far crescere e
promuovere il podcast, e a come “vivere di podcast”, con le strategie e le tecniche per monetizzare la professione di
podcaster.
Il libro non manca di analizzare sfide e criticità che si troveranno ad affrontare i player del settore, da Spreaker ad Apple
Podcasts, da Audible a Spotify. Audible, nata per la diffusione di audiolibri, si sta specializzando sempre più nella
diffusione e nella produzione di podcast originali – in soli tre anni ha prodotto oltre 60 serie per il suo catalogo italiano.
Spotify ha conquistato il mercato del podcast (in Italia ha di gran lunga superato gli ascolti di qualsiasi altra piattaforma)
ma ha il suo tallone d’Achille nel non redistribuire i guadagni che trae dalla pubblicità anche ai creator stessi, rischiando
così di cedere terreno a piattaforme che applicano un modello più sostenibile per i podcaster.
PODCAST DI DAMIANO CROGNALI ha lo scopo di raccontare a un autore come si diventa podcaster e come si può usare
il podcast per creare un brand e un canale di comunicazione, con la promessa di mostrare come realizzare storie
destinate a essere ascoltate. Questo libro non è solo la fotografia di un momento entusiasmante e frenetico di un
mondo, quello del podcast, ma anche un approfondimento su un fenomeno che riguarda i creatori di contenuti, gli
editori e i media.
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DAMIANO CROGNALI, giornalista, youtuber e podcast producer, è tra i creatori di La7.it. Ha iniziato la sua carriera all’Ansa, poi a La7
e successivamente al sito LaStampa.it dove ha fatto video-reportage dagli Stati Uniti ed è stato inviato in Siria. Ha collaborato come
giornalista con La Stampa, l’AGI, La7 e SkyTg24. È stato anche speaker in una storica radio milanese, Radio Atlanta. Come Podcast
Producer, ha ideato e realizzato i podcast di Ninja.it e di Radio Atlanta e ha un seguito canale YouTube, dove fa divulgazione su che
cosa sono i podcast e come realizzarli.
www.roiedizioni.it