IL SENTIERO DELLA LIBERTA’ -FREEDOM TRAIL -XX EDIZIONE. In tre tappe il percorso da Sulmona a Casoli: 3 Aprile, 25 Aprile, 14 Maggio 2022

 

 

 

SULMONA – Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1943 e il 1944, l’Abruzzodivenne area di confine e angolo di speranza. La linea Gustav, che attraversava la regione, aveva tagliato l’Italia in due: il Nord occupato dai tedeschi e il Sud liberato dagli Alleati. La memoria dei drammatici eventi di guerra e la resistenza che nacque spontanea tra la popolazione costituiscono un eccezionale patrimonio da salvare. La resistenza, nell’Abruzzo interno, è stata soprattutto «resistenza umanitaria», nel nome dei valori fondamentali e universali dell’uomo.

 

Il via alla ricerca arrivò da un ex-prigioniero inglese, J. Keith Killby, che aveva costituito un’istituzione in Inghilterra, il Monte San Martino Trust, per ricambiare l’aiuto ricevuto dagli italiani, durante la guerra. Consegnava alle scuole interessate due libri in inglese: Spaghetti and BarbedWire di John E. Fox ed Escape from Sulmona di Donald I. Jones. Libri che testimoniavano l’aiuto, l’ospitalità e la fuga verso gli alleati. La via del Guado di Coccia, al sud della Maiella, assunse il ruolo di via maestra nell’attraversamento delle linee tedesche per ricongiungersi con l’esercito alleato. Le associazioni degli ex prigionieri inglesi hanno voluto celebrare la memoria del FreedomTrail, la traversata da Sulmonaa Casoli, superando la linea Gustav.

 

Era il sentiero che intraprendevano, accompagnati da coraggiose guide locali, ex prigionieri alleati, oppositori al nazismo e perseguitati politici. Fra costoro l’allora sottotenente Carlo Azeglio Ciampi, che il 17 maggio 2001, Presidente della Repubblica Italiana, inaugurando la prima edizione della “Marcia Internazionale Sentiero Della Libertà/FreedomTrail”, ricorda:

«Oggi un gruppo si accinge a ripercorrere quegli aspri sentieri, i sentieri della libertà. Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona, la sera del 24 marzo del 1944. […] Vedo qui oggi tanti giovani, che sono partecipi, con tutta la passione dei loro anni, di questa straordinaria manifestazione. […] A quegli eroi, noti o sconosciuti, noi rinnoviamo con commozione il nostro grazie. E a voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione. Questo è ciò che la miagenerazione e la generazione dei vostri nonni vi trasmette, vi affida come messaggio che saprete onorare ed affermare sempre di più».

https://www.youtube.com/watch?v=2pahgHMpBXU&t=137s

L’associazione “Il Sentiero della Libertà/FreedomTrail” ha l’obiettivo di consegnare ai giovani quell’ideale di libertà, ottenuta con i sacrifici e il sangue dei caduti anglo-americani e degli italiani che si schierarono nelle loro file, da nord a sud e da sud a nord. Il FreedomTrail come metafora della lotta per la libertà. Di ieri, di oggi, di sempre. In Abruzzo, in quegli anni, si verificava un fenomeno particolare, che meritava la massima attenzione: la “Brigata Maiella“, nata a Casoli nel dicembre 1943.

Un corpo paramilitare, volontari, patrioti e soldati senza stellette, a fianco dell’esercito alleato, che riuscì a liberare l’Abruzzo dai tedeschi e continuò nella lotta per la liberazione dell’Italia intera. A Taranta Peligna, sul sentiero Sulmona-Casoli, c’è ora il Sacrario della Brigata. Non solo un mausoleo, ma anche e soprattutto un luogo per il silenzio e la meditazione.

Non per nulla, prima di raggiungere Sulmona in elicottero, il presidente Ciampi si era recato al Sacrario di Taranta Peligna per commemorare i 55 caduti abruzzesi della Brigata Maiella. Altrettanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Casoli, il 25 aprile 2018. L’Associazione Culturale Il Sentiero della Libertà/FreedomTrail ha lo scopo di programmare e contribuire alla realizzazione della Marcia, che riprenderà quest’anno, dopo le tristi vicende del Covid 19.

 

 

Maria Rosaria La Morgia

Presidente associazione “Sentiero della Libertà – FreedomTrail”

 

Mario SettaStorico

 

Info e contatti: info@ilsentierodellaliberta.it – 

 




25 aprile, La Liberazione politicizzata

 

 

 

Il 25 aprile di ogni anno dovrebbe sancire un evento gaio quale la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista. Negare e non trasmettere il valore della libertà riconquistata dai Partigiani e dalle truppe alleate, sono l’anteprima della ripetizione.

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Non sarà così a Roma, dove il corteo dell’Associazione Nazionale dei Partigiani ha invitato alcuni gruppi filo palestinesi figli di quel Gran Muftì di Gerusalemme sorridente con Hitler. Una scelta politica senza significato storico ed in antitesi con i valori succitati. Quella libertà riagguantata risalendo lo Stivale dopo lo sbarco in Sicilia, grazie anche al coraggio degli italiani che si ribellarono alla dittatura, citiamo non a caso Franco Cesana, il più giovane partigiano ucciso a solo 14 anni. Un ragazzo ebreo che lottò per il proprio paese, l’Italia.

Fra le truppe inglesi si distinse la Brigata Palestinese composta da soli soldati ebrei e per questo di seguito chiamata “Brigata Ebraica”, ma non da tutti evidentemente afferrato. Esattamente come la creazione della Orchestra Palestinese – formata interamente da musicisti ebrei costretti a lasciare l’Europa – creata da Toscanini per raccontare al mondo intero cosa stava accadendo per opera del nazismo.

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Non scrivo questo articolo soltanto come antifascista, come giornalista, come ebreo. Lo scrivo come figlio e responsabile dell’Archivio di Eva Fischer, socio onorario dell’ANPI, che dopo essere stata rinchiusa in un campo italiano al centro dell’Adriatico, riuscì a giungere a Bologna dove divenne attivista di Giustizia e Libertà. A mia madre il nazifascismo uccise 34 parenti fra i quali il padre.

Sono cresciuto assieme ad importanti figure dell’antifascismo italiano, primo fra tutti Aldo Garosci, che iniziò la sua guerra lottando contro il franchismo nel 1936. Negli anni “recenti” dalla reciproca ammirazione ed amicizia con Massimo Rendina nacque l’idea di donare nel 2006 un significativo quadro di Eva alla “Casa della Memoria” di Roma, dal titolo “Un bambino perduto tu fosti e un nome …”.

Nel 2009 ho avuto il grande piacere di allestire due mostre di Eva ad Alfonsine, dove mi hanno parlato della battaglia del Senio e del valore della Brigata Palestinese. Anche lì l’ANPI diede a Eva una tessera onorifica.

Lasciatemi adesso rammaricare per le politiche pacifinte di alcuni, che forse conoscono poco ma certamente non intendono guardare il mondo per quello che è stato e per quello che rischia di ridiventare. Queste mosse azzardate offendono gli italiani di oggi e del periodo bellico, coloro che hanno lottato per la nostra libertà, nonché i veri cittadini presenti a Roma da molto prima del cristianesimo.

Sarebbe stato più opportuno invitare Pippo e Topolino, visto che il 25 aprile dovrebbe significare la gioia suprema per la libertà riconquistata, da trasmettere ai figli come i nostri genitori lo hanno fatto, loro, combattendo.

Alan David Baumann

 

Nelle foto

Eva Fischer e Massimo Rendina

Eva Fischer con la Brigata Palestinese