Teramo. STAGIONE DI PROSA 2010/2011, tutto il programma
STAGIONE DI PROSA 2010/2011
Teramo, Teatro Comunale
Direttore Artistico UGO PAGLIAI
Martedì 19 ottobre ore 21 (Turno A)
Mercoledì 20 ottobre ore 21 (Turno B)
Giovedì 21 ottobre ore 17 (Turno C)
Teatro Eliseo
LEO GULLOTTA
“LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR”
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Fabio Grossi e Simonetta Traversetti
con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer, Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini, Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina, Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano, Gennaro Iaccarino, Federico Mancini, Giampiero Mannoni, Sante Paolacci, Sergio Petrella, Vincenzo Versari
scene e costumi di Luigi Perego
musiche di Germano Mazzocchetti
coreografie di Monica Codena
luci di Valerio Tiberi
assistente alla regia Mimmo Verdesca
regia di Fabio Grossi
Fu per volontà della regina Elisabetta I che il Bardo riesumò Sir John Falstaff, fatto morire nella sua precedente opera, l’Enrico V: nacque così LE ALLEGRE COMARI di WINDSOR.
Ad accreditare questo aneddoto fu infatti John Dennis, che nel 1702 lo riferì per la prima volta affermando che la commedia fu scritta su preciso ordine della regina Elisabetta e su sue precise istruzioni e che, capricciosamente ansiosa di vederla rappresentata quanto prima, diede disposizioni insindacabili affinché la sua scrittura fosse terminata nel giro di soli quattordici giorni. La smania della regina, come precisò pochi anni dopo un altro attento cronista shakespeariano, Nicholas Rowe, derivava da un suo divertito “invaghimento” per la poderosa figura comica di Falstaff così come appariva nelle due parti dell’Enrico IV; invaghimento che le istillò il desiderio (piuttosto balzano , a ben guardare, visto che il grasso cavaliere era stato fatto morire in sordina già all’inizio dell’Enrico V) di vederlo, in un altro dramma, innamorato. Sicché, per non venir meno al dictat dell’imperiosa Elisabetta, Shakespeare avrebbe, non già “resuscitato” Falstaff, che è moderno espediente da soap-opera, ma escogitato l’intreccio narrativo delle Allegre comari collocandone la vicenda in un tempo immediatamente precedente alla morte del cavaliere, narrata da Mistress Quickly nell’ Enrico V. Anche questa Nostra edizione, benché passati parecchi secoli, nasce sotto l’occhio vigile e severo della GRANDE Regina: intrighi, scherzi e maramaldate, sfileranno così secondo il divertito gusto shakespeariano. Protagonista della vicenda è Sir John, con le sue esuberanti smargiassate da guascone, la sua pletorica figura, la sua ridondante simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria. Ma la tessitura della commedia stessa, va oltre l’apparenza e, per andar al di là del detto che “l’apparenza inganna”, proprio d’inganni e scherzi, per lo più perfidi, questa è avviluppata.
Vi si racconta di una società, che vive sotto l’occhio della Corte, dove il dileggio l’uno dell’altro dei componenti della comunità, fa da quotidiano passatempo. Quindi, amori e amanti , guasconi maldestri e burocrati vacui, mariti gelosi e gelosi mercanti, ci racconteranno la storia che, come nelle migliori tradizioni teatrali, verrà in alcuni parti rafforzata dalla partitura musicale. Alla fine, l’amore giovanile uscirà trionfante, la smania tardiva gabbata, in un turbinio, ammantato da magiche visioni, che concluderà riportando nelle proprie case gli astanti, lasciando il Nostro Grasso e Grosso protagonista a tirar le fila di una vita vissuta ai margini, ma con l’onor d’una filosofica consapevolezza. Rispettando appieno la struttura voluta e pensata da Shakespeare, si lascerà indubbia la correlazione ai Nostri tempi e alle Nostre vicende sociali, allo spettatore, sottolineando qua e là lo scherzo, acre e cattivo, dominante una società che pedissequamente ripete i suoi stilemi.
Mercoledì 24 novembre ore 21 (Turno A)
Giovedì 25 novembre ore 17 (Turno C)
Giovedì 25 novembre ore 21 (Turno B)
A.T.D.C. – Fondazione Sciascia – Teatro di Racalmuto
SEBASTIANO SOMMA
“IL GIORNO DELLA CIVETTA”
di Leonardo Sciascia
adattamento teatrale di Gaetano Aronica
con Gaetano Aronica, Morgana Forcella, Roberto Negri, Alessio Caruso, Maurizio Faraoni, Paolo Gattini, Federico Vigorito
e con la partecipazione di ORSO MARIA GUERRINI
regia di Fabrizio Catalano
Un paese di poche migliaia di abitanti, nell’entroterra siciliano. Un freddo mattino d’inverno. La luce d’un pallido sole riflessa sull’asfalto bagnato. Una piazza. Un autobus – il motore già acceso – che s’appresta a partire. Gli ultimi passeggeri s’affrettano a salire, mentre gli altri aspettano fiduciosi la partenza dell’autobus, dietro i finestrini appannati. Un uomo, vestito di scuro, s’avvicina, di corsa. Posa il piede sinistro sul predellino dell’autobus, sta per rivolgersi all’autista.
All’improvviso, un bagliore, seguito da un rumore sordo: l’uomo rimane quasi sospeso, per qualche istante, prima di afflosciarsi sull’asfalto. Morto. “Il giorno della civetta” racconta la storia dell’inchiesta condotta, a partire da questo omicidio, da un capitano dei carabinieri appena arrivato in Sicilia, dalla lontana Parma, all’inizio degli anni ’60. Il capitano Bellodi è un uomo onesto ed intelligente, pronto ad affrontare qualunque difficoltà, pur di far bene il proprio dovere. Davanti a lui, c’è adesso un cammino lungo, faticoso, irto di ostacoli. In fondo a questo percorso, c’è la verità; ma la verità, spesso, in Sicilia, ha troppe facce. La Sicilia di questo spettacolo è poco convenzionale. L’azione si svolge principalmente in una piccola caserma dei carabinieri, in una cittadina dell’entroterra. Umido, freddo, freddissimo, durante l’inverno. Negli anni ’60, la sera, le famiglie si riuniscono attorno al braciere, in cerca d’un po’ di calore, prima d’andare a letto, dove, avvolti in lenzuola e coperte bagnaticce, uomini, donne, bambini, si addormenteranno ascoltando l’ululato dei cani randagi, per essere infine svegliati dallo stridio delle ruote d’un carretto, sulle strade lastricate di porfido. Un’isola silenziosa, dura, che a Bellodi sembra incomprensibile, a tratti ostile. È la Sicilia dei grandi spazi, dove gli uomini e le menti si perdono. Paesaggi immoti, rischiarati da una luce senz’aria, incorniciati dentro una finestra priva d’infissi od un muro scrostato. Atmosfere che fanno della Sicilia un luogo metafisico, un avamposto in cui l’Europa, l’Africa e l’Oriente s’incontrano, ma il cui orizzonte è perennemente vuoto. Nella riduzione teatrale de “Il giorno della civetta” che intendiamo mettere in scena, l’azione si svolge in una Sicilia trasfigurata, territorio dell’anima prima ancora che elemento geografico. “Il più grande peccato della Sicilia è stato ed è sempre quello di non credere nelle idee. Ora, siccome questa sfiducia nelle idee, anzi, questa mancanza di idee, si proietta su tutto il mondo, la Sicilia ne è diventata la metafora”. Ne “Il giorno della civetta”, Salvatore Colasberna, unico impresario onesto della provincia, viene minacciato, ricattato ed infine ucciso, perché non ha voluto piegarsi ai voleri della
mafia, perché s’è rifiutato d’uniformarsi ai comportamenti dei suoi rivali, perché costruiva le case con il cemento piuttosto che con sabbia e sterco. Chi comanda non può permettere che non si rispettino le regole, anche se queste nascono dal sopruso e dall’ingiustizia. Oggi, guardandoci intorno, leggendo i giornali, viaggiando, possiamo, in tutta sincerità, dire che soltanto in Sicilia i soprusi e le ingiustizie vengono imposti con la violenza? Ed in Italia, in Europa, nel mondo, non vige forse la legge del più forte? Chi tocca gli interessi dei potenti, che quasi mai coincidono con quelli del comune cittadino, muore. Chi ha il potere, ne abusa. In pochi protestano, in pochi si oppongono. Per queste ragioni, in questo spettacolo, dovremo curarci di rifuggire ogni rassicurante stereotipo: è comodo avere dei cattivi con un accento pronunciato, con la voce roca ed un sigaro cubano tra i denti, ma i mafiosi che ne “Il giorno della civetta” violentano la giustizia non potrebbero essere faccendieri, rappresentanti del clero, industriali, ministri e perfino presidenti dei
giorni nostri? Superfluo precisare che Bellodi, alla fine, perderà la sua battaglia. Dopo essere arrivato ad arrestare tutti i veri colpevoli, su, fino al vertice della piramide mafiosa, fino a don Mariano, anello di congiunzione con il principale partito di governo, il capitano sarà premiato con una licenza ed una promozione, e trasferito; e così anche il maresciallo, d’origine siciliana, che lo aveva coraggiosamente seguito nell’inchiesta; mentre i mafiosi verranno scagionati dalla testimonianza di persone insospettabili, mentre la responsabilità morale del delitto cadrà su Rosa, moglie dell’uomo che aveva riconosciuto l’assassino e poi misteriosamente scomparso, colpevole soltanto d’essere bella, ma ingiustamente accusata d’avere una relazione con Colasberna. Anche Rosa andrà via, come Bellodi, come il maresciallo. Chi sta dalla parte della giustizia, deve ritirarsi. Ancora una volta. Ma non sarà sempre così.
Mercoledì 1 dicembre ore 21 (Turno A)
Giovedì 2 dicembre ore 17 (Turno C)
Giovedì 2 dicembre ore 21 (Turno B)
Nausicaa
MANUEL FRATTINI
“ALADIN” Il Musical
di Stefano D’Orazio
con Valentina Spalletta, Simone Sibillano, Andrea Spina, Silvia Di Stefano, Antonio Romano, Alex Mastromarino, Maurizio Semeraro
e con la partecipazione di ROBERTO CIUFOLI
Ensemble: Bianca Balido, Samuele Cavallo, Alessio Conforti, Aldo Esposito, Chiara Monteforte, Gianluca Roncari, Chiara Scipione, Gioia Vicari e Claudia Campolongo
musiche dei Pooh
scene di Aldo De Lorenzo
costumi di Sabrina Chiocco
direzione musicale Giovanni Maria Lori
regia e coreografie di Fabrizio Angelini
“…che le storie degli antichi siano un esempio per i moderni affinchè l’uomo rispetti le parole di coloro che furono e impari considerando ciò che ad essi toccò. Perciò sia fama a colui che conservò i racconti degli antichi come esempio per i posteri. Tali sono i racconti chiamati MILLE E UNA NOTTE con tutto ciò che essi contengono di fatti straordinari…” (Le mille e una notte – prologo)
Sulle ali di un vero tappeto volante lasciatevi trasportare nella favola di “Aladin, il Musical”, nel mondo di Stefano D’Orazio e dei Pooh. Lo “scugnizzo” coraggioso e scapestrato Aladin è Manuel Frattini che ritorna in questa nuova avventura al fianco di Roberto Ciufoli nel ruolo del magico e mirabolante Genio della Lampada.
Entreremo nell’incanto delle notti arabe, percorreremo le strade della fatata Baghdad e ci immergeremo nei tesori della Caverna delle Meraviglie per poter esprimere ogni giorno tre nuovi desideri che faranno sì che l’amore trionfi e che le avventure dei nostri eroi finiscano volando verso nuove storie e nuovi incontri.
Una bella favola per grandi e piccini all’insegna dell’evasione e del divertimento intelligente perché noi produciamo quella cultura chiamata teatro, mettiamo un tetto sopra la realtà quotidiana, cercando di creare quella magia propria dell’oscurità in cui ogni spettatore possa, con il nostro aiuto, costruire una nuova relazione con essa.
Mercoledì 15 dicembre ore 21 (Turno A)
Giovedì 16 dicembre ore 21 (Turno B)
Venerdì 17 dicembre ore 17 (Turno C)
Elledieffe srl
Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
LUCA DE FILIPPO
“LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE”
di Eduardo De Filippo
con Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo, Gioia Miale, Giuseppe Rispoli, Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio, Carmen Annibale, Boris De Paola
scene di Gianmaurizio Fercioni
costumi di Silvia Polidori
luci di Stefano Stacchini
regia di Luca De Filippo
Nella seconda parte dell’anno 2010, continuer. il nostro lavoro sulla drammaturgia di Eduardo, in particolare su quella del dopoguerra con la messa in scena de ”Le bugie con le gambe lunghe”, commedia scritta nel dicembre 1946 – subito dopo il debutto napoletano di ”Filumena Marturano” – che venne rappresentata solo un anno dopo: lo straordinario successo di Filumena infatti ne fece rinviare continuamente il debutto. Come sar. poi ”Le voci di dentro”, ”Le bugie con le gambe lunghe” . una commedia sul tema della verità e della menzogna, in cui la vena amara che scorre in sottofondo alla comicità a tratti quasi farsesca del primo atto si accentua con il procedere dell’azione, tanto da far scrivere a Gerardo Guerrieri come Eduardo ”…scansa gli effetti e le situazioni gi. fatte, accenna, colpisce di striscio con una padronanza del mezzo tecnico impressionante…”, conferendo al testo un suo carattere insieme ”antico” e sperimentale. La storia vive dei reciproci intrighi che alcune coppie intrecciano intorno a Libero Incoronato, un uomo modesto, onesto, insieme dignitoso e fiero, la cui vita tranquilla viene sconvolta dai vicini che tentano in ogni modo di coinvolgerlo, suo malgrado, nelle loro squallide storie. Prima ingenuamente ostinato nello smascherare le clamorose menzogne spacciate per verit., di cui . testimone, Libero decide alla fine di adeguarsi in modo provocatorio alla regola generale, rilanciandola e amplificandola fino al paradosso. Ed ecco il titolo della commedia, che rovescia il proverbio popolare: le bugie con le gambe corte sono quelle dei bambini, quelle puerili, mentre quelle con le gambe lunghe sono quelle ”che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non far cadere l’impalcatura della società” (Eduardo nell’intervista a Sergio Romano).
Un personaggio e una commedia che anticipano modalità drammaturgiche molto moderne, fortemente presenti nell’Eduardo a venire.
Lunedì 31 gennaio ore 21 (Turno A)
Martedì 1 febbraio ore 21(Turno B)
Mercoledì 2 febbraio ore 17 (Turno C)
Chi è di scena
VINCENZO SALEMME
“L’ASTICE AL VELENO “
di Vincenzo Salemme
con Benedetta Valanzano, Antonella Morea, Nicola Acunzo, Domenico Aria, Antonio Guerriero, Giovanni Ribaud
scene di Alessandro Chiti
musiche originali di Antonio Boccia
regia di Vincenzo Salemme
L’astice al veleno è una commedia scritta nell’autunno appena trascorso. E’ basata su un meccanismo comico farsesco ma ha un linguaggio tipico della commedia brillante e romantica. Protagonisti sono Barbara e Gustavo. Lei è un’attricetta, amante, addolorata e delusa, del regista dello spettacolo che sta provando, il quale regista è a sua volta è un inseparabile ammogliato.
Gustavo invece è un pony express che porta in giro pacchi dono per il natale imminente. La vicenda infatti nasce e finisce nella giornata del 23 dicembre. Si svolge nel teatro dove Barbara debutterà tra pochi giorni ma in scena coi protagonisti ci saranno 4 figure molto particolari: sono le statue raffigurate nella scenografia, una lavandaia del cinquecento, uno scugnizzo di Gemito, un poeta rivoluzionario tratto dal Regno delle Due Sicilie, un “munaciello”, figura mitologica dell’iconografia popolare napoletana, che si esprime come un primitivo. Barbara è una bellissima donna ma molto suscettibile e sognatrice e proprio per questa sua fragilità psicologica, parla con queste figure inanimate che però nella sua fantasia prendono vita. Solo lei (e il pubblico in sala) le vede “vivere”. Sono come gli amici immaginari dei bambini. E invece quando in teatro arriva Gustavo col costume di Babbo Natale per consegnarle il dono di una ditta teatrale, anche per lui le statue si muovono. E’ il segno che tra i due c’è molto in comune.
Barbara però per mettere fine alla sua relazione con il regista adultero ha un piano diabolico: invitarlo a una cenetta a lume di candela lì in teatro e avvelenarlo con un vino al cianuro di potassio e poi togliersi la vita allo stesso modo.
Quindi l’arrivo di Gustavo complica le cose perché le statue gli impediscono di uscire dal teatro in modo che la sua presenza renda impossibile il piano omicida di Barbara. Il tutto condito dalle incursioni di un astice vivo da cucinare ma che nessuno ha il coraggio di ammazzare. Infine il ritmo delle battute sarà ammorbidito da una decina di pezzi inediti cantati dai nostri personaggi. L’idea di introdurre questi passaggi musicali in un meccanismo narrativo di genere assolutamente comico rappresenta uno degli elementi di maggiore novità nella mia proposta per la prossima stagione. Sarà uno spettacolo molto natalizio ma non per questo meno adatto a portare nei teatri una ventata di festosa allegria anche negli altri periodi dell’anno.
Martedì 8 febbraio ore 21 (Turno A)
Mercoledì 9 febbraio ore 17 (Turno C)
Mercoledì 9 febbraio ore 21 (Turno B)
Murciano Iniziative in associazione con Just pour Rire France
ARTURO BRACHETTI
“BRACHETTI, CIAK SI GIRA!”
regia di Serge Denoncourt
Dopo alcuni anni di assenza come tuttosolista del suo spettacolo, Brachetti ritorna nel ruolo di mattatore in un One Man Show che racchiude il meglio del suo repertorio, per creare uno show dal divertimento mitragliante di sorprese, come già ne “l’Uomo dai 1000 volti” e in “Change”, lo spettacolo che è stato in cartellone a Londra per 3 mesi. La nuova tournée “Ciak si gira!” in cartellone dalla prossima stagione teatrale 10/11 parte dall’Italia, si trasferisce in dicembre e gennaio a Parigi al teatro Folies Bergere, dove il pubblico francese lo sta aspettando con grande impazienza e, tornerà nei teatri italiani nei primi mesi del 2011 per proseguire poi nuovamente in Europa. “Ciak si gira!”: frase magica che evoca il momento in cui l’artefice del cinema crea il sogno, è il titolo con il quale l’artefice Brachetti ci porta in un sorprendente viaggio nell’universo cinema. In una serie di numeri, momenti teatrali ed evocativi, con una nuova ambientazione scenografica, Arturo rivive il suo amore per la settima arte e cerca di riportare la meraviglia degli effetti speciali e delle magie del cinema in uno spettacolo dal vivo dove vola, sparisce si trasforma da solo in una sessantina di personaggi. Lo spettacolo ha inizio con un enorme televisore in cui Arturo interpreta, con cambi fulminei di costume, i personaggi che popolavano i film del pomeriggio TV, quelli che tutti noi abbiamo visto e amato fin da piccoli: Zorro, Mary Poppins, Maciste, Crudelia De Mon, cowboys, corsari e avventurieri. Arturo, ricordandosi di quando ancora adolescente al museo del cinema fu catturato dalla sezione Horror, improvvisamente crea, dal vivo, un divertentissimo delirio di incontri, dove il prete esorcista si trova faccia a faccia con Nosferatu, servito dal becchino di turno. Il mostro di Halloween, dopo aver fatto a pezzi la bimba indemoniata, perde letteralmente la testa per un fantasma birichino… Brachetti racconta e fa rivivere con trasformazioni e cambi di truccatura lampo, tutti i personaggi più famosi, quelli che lo impressionarono molto fin dalle sue primissime uscite al cinema: da Baby Jane ai musicals… ma anche la storia di Lon Chaney che, chiamato anche lui l’uomo dai 1000 volti, fu il pioniere dei trucchi facciali di personaggi diventati icone, come il fantasma dell’opera, Quasimodo e Fu-Manchu. Nello spettacolo si alternano anche momenti più intimi, in cui Arturo crea le sue ombre cinesi, immaginandole come il più antico cartone animato del mondo, oppure si cimenta con il cappello del nonno con il quale si trasformava, da piccolo in decine di personaggi, ed offre al pubblico un numero di fantasia dove “con nulla si fa tutto”. L’evocazione del mondo di Fellini chiude la prima parte dello spettacolo, come massimo connubio tra invenzione scenica e evocazione onirica. Questo pezzo teatrale era già uno di momenti più toccanti e visualmente inventivi in precedenti show di Brachetti. La seconda parte dello spettacolo è quasi interamente dedicata ai grandi film hollywoodiani con una parata di personaggi da fare invidia a una cineteca: Charlie Chaplin, Gene Kelly, King Kong, Liza Minneli, Gollum, Harry Potter, Carmen Miranda, E.T., Darth Vader, e molti, molti altri, in uno zapping cinematografico esilarante e sorprendente che regala emozioni e sogni di cui noi in fondo abbiamo sempre bisogno, ma che facciamo fatica a rivivere nella vita reale.
Martedì 22 marzo ore 21 (Turno A)
Mercoledì 23 marzo ore 17 (Turno C)
Mercoledì 23 marzo ore 21 (Turno B)
Star Dust International s.r.l.
ENNIO FANTASTICHINI
ISABELLA FERRARI
”IL CATALOGO”
di Jean Claude Carrière
adattamento di Valerio Binasco
scene e luci di Massimo Bellando Randone
costumi di Sandra Cardini
musiche di Arturo Annecchino
regia di Valerio Binasco
Jean-Jacques, giovane avvocato in carriera, noto Don Giovanni della Parigi bene, conduce una vita da scapolo esemplare, perfettamente organizzata tra ufficio, serate mondane e nottate con donne sempre diverse. Ha però un difetto: non ha memoria, ed è perciò costretto a catalogare in un album tutte le sue conquiste. Un giorno piomba a casa sua Suzanne, una giovane donna alla ricerca di un certo Philippe Ferrand. La donna è stanca e, senza troppi preamboli, decide di istallarsi a casa di Jean-Jacques sconvolgendo così l’ordine maniacale del suo monolocale e della sua vita…
Si tratta di un tragicomico incontro-scontro di universi paralleli e apparentemente estranei. L’incomunicabilità, e dunque la solitudine, sono le due dimensioni in cui vivono i personaggi
Martedì 29 marzo ore 21 (Turno A)
Mercoledì 30 marzo ore 21 (Turno B)
Giovedì 31 marzo ore 17 (Turno C)
Compagnia Glauco Mauri – Roberto Sturno
GLAUCO MAURI
ROBERTO STURNO
“L’INGANNO”
di Anthony Shaffer
traduzione e adattamento di Glauco Mauri
scene di Giuliano Spinelli
costumi di Simona Morresi
musiche di Germano Mazzocchetti
Regia di Glauco Mauri
Nel 1972 Anthony Shaffer (fratello gemello di Peter Shaffer, autore dei fortunati Equus e Amadeus) ricevette il prestigioso “Premio Award” per la migliore commedia dell’anno Sleuth, che cominciò così la sua fortunatissima carriera teatrale. Sleuth thriller-psicologico, lo definì subito la critica, che nell’elaborazione di Glauco Mauri prende il titolo di L’inganno, ebbe un tale successo che fu, per ben due volte, adattato per il cinema. Nel 1972 con la regia di Joseph L. Mankiewicz con Laurence Olivier e Michael Caine, e nel 2007 con la regia di Kenneth Branagh, con Michael Caine e Jude Law e la sceneggiatura di Harold Pinter
La prima teatrale della commedia fu a Londra, al Ambassadors Theatre con Anthony Quayle e Keith Baxter diretti da Clifford Williams, successivamente la pièce debuttò al Music Box Theatre di Broadway. Nella città di New York rimase in scena per ben 4 anni mentre a Londra le repliche si protrassero per 8 anni. Citiamo anche il fortunato adattamento francese dal titolo Le Limier che vide tra i suoi interpreti principali Jacques Weber e Philippe Torreton, e rimase in cartellone a Parigi per più di una stagione. Tuttora lo spettacolo viene replicato nei maggiori teatri di tutto il mondo. Qual è il motivo di tanto successo e tanto gradimento del pubblico? Anthony Shaffer certamente propone in questo suo testo tutte le sue abilità di sceneggiatore di gialli. Di rilievo sono le sue collaborazioni con Alfred Hitchcock e numerosi sono gli adattamenti per lo schermo di alcuni dei più famosi romanzi di Agatha Christie. Ma c’è qualcosa di molto di più nel fascino di questa commedia: ironia, dramma, gioco, comicità e sorprendenti colpi di scena danno a questo testo il dono di creare un’ atmosfera di grande divertita tensione. Due uomini giocano a ingannarsi, a ferirsi nei loro più intimi sentimenti in un gioco che spesso sfocia in una farsa feroce. Ma, come accade spesso nella vita, la farsa che umilia le debolezze dell’uomo si tramuta in un dramma dove l’uomo rimane vittima di se stesso. E non a caso il gioco termina con lo sghignazzo di un pupazzo meccanico che inerte ha assistito alla scena e che ci dice, lui senza anima, quanto pazzi siano gli uomini che giocano a ingannarsi e a farsi del male. Si ride, ci si diverte ma ci si ricorda anche che l’uomo rimane sempre il protagonista, nel bene e nel male, del suo destino.
Martedì 5 aprile ore 21 (Turno A)
Mercoledì 6 aprile ore 17 (Turno C)
Mercoledì 6 aprile ore 21 (Turno B)
Napoliteatro s.r.l.
Claudio e Tullio Mattone
“C’ERA UNA VOLTA… SCUGNIZZI”
musiche e testi di Claudio Mattone
prosa di Claudio Mattone ed Enrico Vaime
scene di Bruno Garofalo
movimenti coreografici di Gino Landi
costumi di Silvia Polidori
regia di Claudio Mattone e Gino Landi
E’ la storia di due giovanissimi ospiti dell’istituto di correzione di Nisida, Saverio De Lucia e Raffaele Capasso detto “‘o russo”, che si incontrano dopo vent’anni. Il primo fa il prete “di strada” e si dedica al volontariato ed in particolare al recupero dei ragazzi del quartiere, l´altro è un camorrista e quei ragazzi li usa come corrieri per i suoi loschi traffici. Tra i due nasce uno scontro che si acuisce sempre di più, fino al punto che “‘o russo”, accecato dall’ira e incapace di affermare se stesso se non attraverso la violenza, arriverà ad uccidere Saverio. Ma il suo gesto, che all’inizio sembra una vittoria, segnerà in realtà la sua sconfitta. L’uccisione di Saverio darà a tutto il gruppo dei ragazzi la forza di ribellarsi alla camorra e di lanciare contro di essa un grido di protesta, disperato e liberatorio, che diventa il grido di tutta la città. E’ una storia semplice e popolare che si sviluppa tra riferimenti alla realtà e pura fantasia, ambientata a Napoli, ma riconducibile ad una realtà vicina a tutti i ragazzi del mondo.
Premio ETI Olimpici del Teatro come miglior musical dell’anno.
2 David di Donatello alle musiche.
Nastro d’Argento alle musiche.
Globo d’Oro alle musiche.
Ciak d’Oro alle musiche.
Orario spettacoli
Turno A (serale): ore 21
Turno B (serale): ore 21
Turno C (pomeridiano): ore 17
Abbonamento spettacoli (9 rappresentazioni – Turni A, B e C)
PLATEA A intero 190,00 euro – ridotto 160,00 euro*
PLATEA B intero 150,00 euro – ridotto 130,00 euro
GALLERIA A intero 110,00 euro – ridotto 95,00 euro
GALLERIA B intero 85,00 euro – ridotto 70,00 euro
* Il settore di Platea A non è soggetto ad abbonamento ridotto per gli spettacoli serali.
Abbonamento ridotto per donatori di sangue, iscritti al Circolo Amici della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”, over 65, insegnanti, enti e associazioni convenzionate, studenti universitari fino a 26 anni.
Abbonamenti convenzionati agli spettacoli pomeridiani per gli studenti delle scuole primarie e secondarie.
Ingresso gratuito per portatori di handicap e biglietto ridotto per le categorie di diritto e per gli accompagnatori dei portatori di handicap, previa prenotazione del posto a ogni spettacolo.
Vendita abbonamenti: Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15,30 alle 18,30 – tutti i giorni esclusi il sabato e i festivi, dal 27 settembre al 18 ottobre 2010 – vendita online su: www.primoriccitelli.it.
Per non creare disturbo agli artisti e al pubblico già presente, è richiesto il rispetto dell’orario di inizio dello spettacolo. Il personale addetto disciplinerà l’ingresso degli eventuali ritardatari che solo durante l’intervallo potranno raggiungere il proprio posto.
Cause di forza maggiore potranno determinare modifiche al programma degli spettacoli. Eventuali variazioni saranno comunicate in tempo utile.
A conclusione di Stagione, dal 9 maggio al 30 giugno 2011, si potrà esercitare il diritto di prelazione sul posto occupato per la Stagione di Prosa 2011/2012.
Per informazioni:
– Ente Morale Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” – Via Nazario Sauro, 27 – 64100 Teramo – tel. 0861/243777 – fax 0861/254265
www.primoriccitelli.it – info@primoriccitelli.it
– Teatro Comunale – Via Rozzi, 3 – 64100 Teramo – tel. 0861/246773 – fax 0861/241520