LEO STROZZIERI: LETTERA AL MIO AMICO PINO COSTA PER IL TRIGESIMO
Caro Pino, amico mio carissimo, sono già trascorsi 30 giorni da quando ci hai lasciato, da quando la nebbia maledetta capace di spegnere anche il sorriso della luna in un delirio di onnipotenza ha deciso di toglierti all’affettuosa felicità mia e dei tuoi, a cominciare dall’amabile Elena, il cui viso si inebria al pensiero del tuo ricordo. Eppure ancora avverto un continuo annegare della mia mente nel voluttuoso mare del tuo sorriso. Rammento quel sorriso ricolmo di improvvisi bagliori allorché bussavi alla porta del mio studio ove il meraviglioso tavolo di Ceroli era già imbandito con ceramiche a freddo da me eseguite per te nelle notti insonni, che avresti consegnato in occasione delle cerimonie del Premio Simpatia. A questo proposito per vivacizzare l’ambiente artistico talora alquanto crepuscolare del nostro territorio, non hai istituito soltanto tale premio, ma altresì fondato il periodico Italia è magazine con annessa casa editrice in grado di rendere la vita dei lettori ricca come il grembo di un sogno. Pino, ho sognato l’altra notte il tuo volto libero dalle minacciose insidie della nebbia che ti rapì e libero quindi dagli artigli del grigio, colore che io mai adopero nelle mie opere. Quel volto era a buon diritto avidamente preda del regno della luce, predestinato ad una primavera che non conosce tramonto. La voragine che ti inghiottì non mi fa, non ci fa più paura. Sarai sempre in me.
Tuo Leo Strozzieri