Mosciano Sant’Angelo. Nel ricordo del poliziotto Settimio Passamonti tornano i colleghi del XXVII corso di P.S. di Nettuno.

Mosciano Sant’Angelo (TE). Sono arrivati dalla Sicilia, dal Piemonte e da altre parti d’Italia per ricordare il loro collega, Settimio Passamonti, ucciso il 21 aprile 1977 a Roma negli scontri tra le forze dell’ordine e gli autonomi. Una giornata passata nel ricordo di chi è stato ucciso da una mano ignota, forse oggi la stessa persona che aprì il fuoco sul povero Passamonti ancora vive ricoprendo un posto di rilievo nella pubblica amministrazione o nel privato.

Settimio Passamonti
Settimio Passamonti

Alla sua memoria i colleghi corsisti dell’epoca, oggi tutti in meritato riposo, dedicarono nel 2015 la seguente frase vergata sulla targa posta dentro la cappella di famiglia:

XXVII corso allievi sottufficiali della Polizia di Stato di Nettuno

“a perenne memoria del sottufficiale delle G. di P.S. Settimino Passamonti vittima del terrorismo caduto per opera di forze eversive in Roma il 21 aprile 1977 durante lo svolgimento di operazioni di prevenzione e repressione di atti di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico – il tempo non potrà cancellare dai nostri cuori la tragedia di quel giorno, ci è di conforto la speranza che il tuo sacrificio e quello degli altri come te non sarà stato vano – Mosciano Sant’Angelo, 21 aprile 2015 – i colleghi del XXVII° Corso A.S. di P.S.. Il 22enne moscianese era un allievo sottufficiale di pubblica sicurezza ed era entrato nella scuola allievi sottufficiali di Nettuno. La mattina dell’omicidio la polizia sgomberò l’Università di Roma occupata dagli studenti di area Autonomia. Nel pomeriggio gli autonomi ingaggiarono una delle “battaglie” più cruente con le forze di polizia, prima nella zona universitaria e successivamente nel quartiere di San Lorenzo, con lancio di bottiglie molotov e anche armi da fuoco. Il povero Passamonti fu colpito da due o tre colpi di pistola morendo sul colpo e il collega, l’agente Antonio Merenda, fu colpito al volto. Anche altri agenti di polizia furono feriti insieme alla giornalista tedesca Patrizia Bermier. Alla sua memoria è stata dedicata la via principale della sua città natale; la sede della Questura di Teramo è stata intitolata alla sua memoria; mentre a Roma, tra l’università La Sapienza e il cimitero del Verano, è stato intitolato un largo Settimino Passamonti. Oggi, 25 aprile 2017, in occasione del 72° anniversario della Festa della Liberazione, il Comune di Mosciano Sant’Angelo, l’ANPS, la Questura di Teramo e i familiari di Settimio Passamonti, hanno ricordato il caduto con una cerimonia solenne in occasione dei quarant’anni dalla sua uccisione 1977-2017, alla presenza della Fanfara della Polizia di Stato.

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Alcuni link e foto realizzati da Walter De Berardinis

  1. https://www.facebook.com/walter.de.berardinis/posts/10211385177339625?pnref=story
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  3. https://www.facebook.com/walter.de.berardinis/posts/10211385590469953?pnref=story
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  5. https://www.facebook.com/walter.de.berardinis/videos/10211385308502904/
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Pescara. Antonio PAOLEMILIO – Un EROE pescarese dimenticato

 

Antonio PAOLEMILIO era nato a Pescara il 18 gennaio 1914 da Tommaso e Cristina Falconi. A soli 21 anni si arruolò volontario per la Campagna d’Etiopia e qui, grazie al  suo ardimentoso temperamento, venne decorato con la croce di guerra al merito.

disegno Pisani
disegno Pisani

Tornato dall’Etiopia coronò il suo sogno di entrare nel Regio Corpo Agenti di Polizia dello Stato. Venne inviato presso la Questura di Teramo. Intanto aveva sposato Jolanda Fratini. Ma  il 17 aprile 1941 dovette lasciare la Questura teramana e  la famiglia perché assegnato al Battaglione Motociclisti Agenti di P. S. dislocato ed impegnato in operazioni di guerra nel Montenegro. Il 15 luglio del 1941 lungo la dorsale stradale nei pressi di Rijeka- Cetinje (per i soldati italiani Cettigne) si verificò uno scontro violentissimo e sanguinoso tra le truppe italiane e quelle locali. Ed è qui che il giovane pescarese mostrò tutto Paolemilio in alta uniforme

In alta uniforme

 

il suo eroico e smisurato coraggio. Per ricordare quei momenti non possiamo che far ricorso ad alcuni ritagli di giornali o alle menzioni ufficiali del tempo:“Il 15 luglio 1941 ad Ocevic, sulla rotabile Riyeka-Cettigne, in servizio di vigilanza e rastrellamento con un plotone di motociclisti, dopo tenacia resistenza dinanzi a preponderanti forze ribelli, non curandosi delle ferite già riportate, coadiuvava i compagni fino all’olocausto della sua giovane vita, dando esempio di alte virtù militari e di grande comprensione del proprio dovere.”. Oppure “La guardia Paolemilio si contraddistinse per l’estremo coraggio e l’assoluta abnegazione: benché ferito, non volle ritirarsi dal combattimento e portò in salvo altri colleghi rimasti a loro volta feriti. Per tale eroico comportamento gli venne conferita la medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria.”. Ma più di tutte vale la motivazione che gli valse la Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla memoria”: “ Durante un combattimento contro bande armate, ferito ad una gamba, mentre stava per essere curato dall’ufficiale medico, visto cadere ferito un ufficiale in zona scoperta, in uno slancio di generoso eroismo, incurante del pericolo, raggiungeva il superiore e, nel trarlo al coperto, veniva mortalmente colpito. Z.O., 15 luglio 1941”. Nel luogo dove morì il coraggioso abruzzese fu eretto un cippo in suo ricordo. La “Tribuna Illustrata” dedicò una delle sue copertine, disegnate dall’artista Vittorio Pisani, all’eroica vicenda. Domani saranno trascorsi esattamente 75 anni da quel tragico giorno e crediamo sia giusto che la città di Pescara, la sua città, lo ricordi.  

Foto 3: Il disegno apparso su “La Tribuna Illustrata”.

Paolemilio in servizio Teramo

In Servizio a TERAMO