Teramo. Lettera aperta di Luciana Del Grande, Presidente della Conferenza Provinciale dell’Ambiente, al Ministro Gilberto Picchetto Fratin
Riceviamo e pubblichiamo la lettera arrivata in redazione
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Alla cortese attenzione del Ministro dell’Ambiente
e della Sicurezza Energetica
Dott. Gilberto Picchetto Fratin
Oggetto: lettera aperta
Egregio Sig. Ministro Gilberto Pichetto Fratin,
mi rivolgo a Lei in qualità di Presidente della Conferenza per l’Ambiente
della Provincia di Teramo, istituita con decreto del Presidente della Provincia
n.2/2024, quale strumento partecipativo, propositivo e consultivo sulle
problematiche ambientali tra gli Enti, le Associazioni e la Provincia medesima.
La Conferenza si è di recente occupata della L.R. 4/2024 (Disposizioni
finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2024- 2026 della
Regione Abruzzo. Legge di stabilità regionale 2024), con la quale all’art. 25 è
stata disposta la drastica riduzione (da ca. 1000 ettari a ca. 24 ettari), dell’area
della Riserva del Borsacchio, sita nel Comune di Roseto Degli Abruzzi (TE), di
fatto eliminandola.
In linea con le funzioni consultive e propositive ad essa assegnata, in vista
del Consiglio provinciale straordinario del 19.02.24 convocato per affrontare la
questione, la Conferenza ha elaborato e predisposto un documento contenente
dettagliate osservazioni sulle criticità dell’intervento normativo della Regione.
Nello specifico nella nota redatta si esprimono considerazioni in relazione
all’importanza della Riserva dal punto di vista paesaggistico, della biodiversità,
della salvaguardia dell’ambiente anche per le generazioni future, in linea con i
principi internazionali in materia di tutela ambientale e si mettono in luce profili di
illegittimità costituzionale dell’art. 25 L.R. 4/2024.
La nota elaborata dalla Conferenza provinciale per l’Ambiente è stata
inserita nel testo approvato dal Consiglio, quale parte integrante della proposta
volta a chiedere alla Regione Abruzzo di riesaminare la legge e di ripristinare la
perimetrazione originaria della Riserva del Borsacchio.
Premesso ciò, in occasione della Sua partecipazione all’inaugurazione
dell’anno accademico dell’Università di Teramo, che si terrà il 12.03.2024, la
Conferenza vorrebbe condividere con il Ministro detto documento.
Il Suo Ministero, infatti, è chiamato a esprimere un parere sulla L.R.
4/2024, come già fatto recentemente dall’Ufficio legislativo del Ministero della
Cultura.
Le considerazioni svolte dall’Ufficio legislativo del MIC, di segno negativo
rispetto all’intervento regionale, sono del tutto coincidenti con quelle espresse
dalla Conferenza nel documento che si allega alla presente.
Alla luce di quanto precede, ci rivolgiamo a Lei affinché il Suo Ministero
condivida e rilevi i profili di illegittimità costituzionale dell’art. 25 della L.R. 4/2024,
già segnalati nel parere del MiC del 7.03.2024 ed evidenziati nella nota
predisposta della Conferenza del 19.02.2024 e, di conseguenza, esprima parere
favorevole all’impugnazione della Legge dinanzi alla Corte costituzionale da
parte del Governo.
Teramo, li 11.03.2024
Luciana Del Grande
Presidente della Conferenza per l’Ambiente della Provincia di Teramo
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CONFERENZA PROVINCIALE DELL’AMBIENTE
Considerazioni riguardanti la riperimetrazione della Riserva Naturale del Borsacchio in
territorio Comunale di Roseto degli Abruzzi e portate all’attenzione del Consiglio
Provinciale nella seduta del 19 febbraio 2024
La Conferenza Provinciale dell’Ambiente, formata dalle associazioni di protezione
dell’ambiente e del paesaggio, nasce su volontà dell’Ente Provincia quale strumento
partecipativo, propositivo e consultivo sulle problematiche ambientali tra gli Enti, le
Associazioni e la Provincia medesima.
La Conferenza, già dalle prime sedute dal suo insediamento, si è trovata a dover
affrontare la questione del taglio della Riserva Naturale del Borsacchio.
Nel corso delle riunioni ha approfondito alcuni aspetti, ovvero i motivi che hanno portato
alla drastica riduzione del suo perimetro, nonché elaborato proposte da condividere con il
Consiglio Provinciale, per far sì che il legislatore regionale tornasse, e torni, a riportare in
pristino stato il confine della riserva che, va sottolineato, costituisce l’unica area naturale
protetta della fascia costiera teramana, comprendente un delicato apparato dunale e
retrodunale, nonché un caratteristico paesaggio collinare tipico del nostro territorio
agricolo, rappresentando in tal senso un unicum regionale meritevole di tutela. Proprio per
questa sua particolarità è bene ricordare che della tutela dell’area se ne parla già dagli anni
sessanta; basta richiamare il Decreto del 27 marzo 1963, quando il Ministero per la Pubblica
Istruzione riconobbe l’importanza pubblica dell’area per la sua bellezza paesaggistica e,
successivamente, il Decreto del 25 ottobre 1969 che estese l’area di vincolo anche alla parte
collinare, confermando al contempo il suo valore panoramico e naturalistico.
La Conferenza ha rilevato e rimarcato una carenza di motivazione che suffragasse la
scelta della riperimetrazione della Riserva. Da notare, innanzi tutto, l’inesistente
motivazione di caratura tecnico-scientifica. Il taglio drastico (da 1.100 h 24,7 h) che porta alla
totale eliminazione della fascia collinare, anch’essa ricca di biodiversità e di valenza
paesaggistica e panoramica, è stato deliberato senza considerare che l’eliminazione della
fascia collinare retrostante, quale zona cuscinetto, verrebbe a compromettere gravemente la
funzionalità ecologica dell’ecosistema costiero, privandoli della c.d. “connettività
funzionale delle reti ecologiche” (come a dire: bene la tutela della fascia costiera, ma così
congegnata è assolutamente non funzionale!).
Non sono stati neppure considerati anche gli impatti sugli obiettivi di tutela della
biodiversità nazionali e comunitari e previsti dal quadro di riferimento globale dell’Agenda
2030 dell’ONU, né in prospettiva l’auspicata protezione di aree del territorio dei singoli stati
europei in una percentuale rientrante nel 30%. Infatti, ciò rientra nella Strategia Europea
della Biodiversità che ha stabilito il raggiungimento entro il 2030 di almeno il 30% di
territorio efficacemente protetto ed ecologicamente connesso, sia a terra che a mare, nel
territorio dell’Unione Europea.
Tra le motivazioni emerse dai detrattori dell’area, che sicuramente avranno indotto il
legislatore regionale ad apportare una riduzione, c’era quella di una sparuta minoranza di
residenti che manifestavano la difficoltà nello svolgimento di particolari attività cioè la non
possibilità di svolgere le normali pratiche agronomiche, effettuare ristrutturazioni di
fabbricati di civile abitazione; si sosteneva, inoltre, che l’istituzione di una riserva non
apporta nessun beneficio economico alle realtà locali i cui terreni e proprietà insistono
all’interno del perimetro.
Circostanza non rispondente al vero dato che erano sì in vigore le norme di salvaguardia,
ma che non vietavano in alcun modo la coltivazione dei terreni o comunque le normali
pratiche agronomiche. Si tenga conto, in particolare, che proprio in campo agricolo molte
sono le agevolazioni concesse per i terreni coltivabili ricadenti in aree protette; solo per citare
un esempio: il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo 2023/2027 sia in termini
contributivi che di agevolazioni finanziarie, garantisce un maggior punteggio ai terreni
coltivabili ricadenti in “zone naturali protette”.
Il legislatore non ha neppure tenuto conto del Progetto Strategico della Provincia di
Teramo denominato “Rete Ecologica e Paesaggio” (approvato con D.C.P. n° 57 del
15.12.2022). Il Progetto Strategico della Provincia è un atto in materia di pianificazione
territoriale e di sostenibilità ambientale in quanto, intorno alla sua realizzazione, prende
forza l’idea attorno alla quale prevedere le iniziative di pianificazione e programmazione
incentrate su:
➢ consolidamento della struttura della continuità ambientale provinciale;
➢ contrasto al consumo di suolo e controllo delle barriere che nel tempo hanno
frammentato le principali connessioni ecologiche tra i diversi ambienti che
caratterizzano il territorio provinciale;
➢ riconversione di aree eco-connettive strategiche, all’interno degli insediamenti o in
prossimità di essi;
➢ valorizzazione e protezione dei paesaggi identitari.
Sicuramente la Riserva del Borsacchio con la perimetrazione iniziale compartecipava alla
suddetta azione strategica, considerato che alla pag. 98 degli allegati alla Delibera n° 57 si
parla di dover dare attuazione all’istituzione della riserva. Il fatto che la Provincia, che si è
dotata di uno specifico strumento di pianificazione urbanistica, non sia stata in alcun modo
coinvolta quale ente locale nel processo di revisione della Riserva, viola l’iter procedurale
stabilito dalla L. 394/91 e di conseguenza l’art. 127 della Costituzione.
Altro rilievo di incostituzionalità va ravvisato nella L.R. n. 4/2024 (legge finanziaria
Regionale). L’art. 25 della norma regionale, modificando l’art. 69 della L.R. n. 6/2005 che
istituiva la riserva, ha ridotto il perimetro dell’area stessa e così indebolendo in modo
evidente le azioni di tutela in difesa dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi,
come espressamente garantito dall’art. 9 Carta fondamentale.
Un ultimo aspetto su cui riflettere, sul quale la Conferenza ha avuto anche qui modo di
confrontarsi, è stata la ripercussione che la vicenda Borsacchio ha avuto nella collettività,
ma soprattutto il numero di persone e associazioni coinvolte, numeri che forse in molti non
si aspettavano.
Senza dubbio alcuno la “questione” Borsacchio è stata connotata da una elevata
risonanza mediatica, complici sicuramente i prossimi appuntamenti elettorali, ma a ben
vedere già alle prime notizie di una probabile riperimetrazione dei confini si è attivato un
movimentismo, da quello organizzato a quello spontaneo, che da poche decine iniziali è
passato rapidamente a circa 300 tra associazioni e movimenti, sigle sindacali e
organizzazioni di categoria, formazioni politiche e parlamentari, finanche scuole ove si è
discusso negli istituti, senza contare i pareri giunti da docenti e ricercatori di alcuni atenei.
Situazione che ha portato nell’arco di poche settimane alla raccolta di 30.000 firme, con le
quali si chiedeva alla Regione di non giungere alla riduzione del perimetro della Riserva.
Nonostante ciò il legislatore regionale ha approvato la L.R. 4/2024.
Tutta la vicenda del Borsacchio ha fatto emergere una chiara ambiguità rispetto alle
politiche di tutela e conservazione a cui la Regione è anche preposta, senza voler tacitare un
interrogativo: vi è l’effettiva volontà politica del legislatore regionale di tutelare
adeguatamente il patrimonio naturalistico abruzzese?
La Conferenza, qui intervenuta e per le finalità a cui è chiamata ad operare, chiede alla
Provincia di Teramo di farsi parte attiva nel sostenere ogni possibile azione diretta al
ripristino della riserva naturale del Borsacchio, così come in precedenza perimetrata, e
chiedendo, altresì, di valutare ogni più pertinente azione che porti a sollevare la questione
di legittimità Costituzionale dell’art. 25 della L.R. 4/2024.
Teramo 19 febbraio 2024