Torano Nuovo. Concetto Zenobi (1897 – 1944), un toranese morto a Mauthausen (Austria)
Grazie alla sensibilità della Sindaca di Torano Nuovo, Anna Ciammariconi e dell’avviso di ricerca del deportato Concetto Zenobi (rubrica lettere) della sezione ANED di Roma sul periodico “Triangolo Rosso” (edito dall’Associazione nazionale ex deportati nei Campi nazisti), ho scoperto questa incredibile storia. Da ex combattente e invalido della Prima Guerra Mondiale a partigiano con l’O.M.P.C.I.-Organizzazione Militare del Partito Comunista Italiano a Roma.
Concetto Zenobi, figlio di Giustino e Teresa Antonini, nasce in contrada Case Lucidi di Torano Nuovo (provincia di Teramo), alle ore 23, dell’8 dicembre 1897. L’11 maggio 1916 viene arruolato in 2° categoria con le seguenti caratteristiche: alto 1,50 e 0,80 di torace; capelli biondi e ondulati; naso e mento regolare; occhi celesti e colorito roseo; dentatura sana e di professione contadino; sa leggere e scrivere. Il 3 ottobre viene chiamato alle armi e giunge del deposito dell’81° reggimento fanteria, brigata Torino. Non verrà impiegato perché l’intera brigata riposa fino a dicembre. Il 10 febbraio 1917 viene trasferito nel trevigiano (Asolo e Maser) dove si costituisce il 239° reggimento fanteria – brigata Pesaro. Operante sull’altipiano di Asiago, conquisterà ed indietreggerà più volte sul Monte Zebio. Con la 59° divisione prenderà parte alla battaglia della Bainsizza e sulle alture del Sober (oggi Slovenia occidentale). Alle ore 2,00, del 24 ottobre, si ritrova dentro la battaglia di Caporetto con le forze austroungariche e tedesche che iniziano lo sfondamento, resistendo a Villanova di Monte Fortin (Isonzo) e successivamente oltre il Fiume Tagliamento per riposizionarsi dopo dal Monte Oro a Monte Meda. Il 15 giugno subisce l’attacco degli austroungarici sul Monte Pertica e il Monte Rivon riuscendo a tenere la posizione. Il 23 ottobre, in vista dell’offensiva finale, viene dislocato sul Monte Grappa. Il 26 ottobre, mentre gli austroungarici tentano di sfondare la linea, Concetto Zenobi viene ferito da una granata alla coscia destra e portato in un ospedale da campo. Dopo l’armistizio del 4 novembre, viene inviato nel deposito del 59° reggimento fanteria a Civitavecchia e il 22 maggio 1919 rientra a Torano Nuovo perché congedato. Solo il 31 maggio 1924 gli viene riconosciuta l’invalidità di guerra e la pensione a vita per inabilità alle fatiche di guerra. Si unisce in matrimonio a Torano Nuovo, il 22 gennaio 1925, con Ergisa Conti che gli darà 5 figli. Durante il ventennio fascista, forse per motivi di lavoro, si trasferirà a Roma con tutta la famiglia. Dopo l’8 settembre entra come partigiano nell’Organizzazione Militare del Partito Comunista Italiano. Il 21 dicembre 1943 viene catturato a Roma e portato a Regina Coeli, passando prima per le famigerate prigioni di Via Tasso. Viene prelevato dai tedeschi il 5 gennaio 1944 e deportato in Austria.
Giunge a Mauthausen il 13 gennaio 1944 ed immatricolato con il numero 42054 con classificazione “POL” (deportato politico) e di mestiere operaio. Il primo trasferimento avviene a Schlier-Redl Zipf (Fu uno dei 60 sottocampi di Mauthausen in Alta Austria); poi a Solvay-Ebensee dal il 12 maggio 1944 (sottocampo di Mauthausen), qui compare nei registri dell’ospedale perché operato dal medico deportato francesce François Wetterwald (1911-1993, medico, poeta e scrittore); per poi tornare di nuovo, il 10 dicembre 1944 a Mauthausen ed infine torna da malato a Zemet-Ebensee. Muore alle 7,55 del del 14 dicembre 1944 a Ebensee. Aveva da poco compiuto 47 anni. Per lo stato italiano è ufficialmente considerato un partigiano che ha partecipato alla guerra di liberazione sul territorio italiano dall’8 settembre 1943 al 10 marzo 1945 dalla Commissione Regionale Partigiani Lazio. Oggi, dopo 80 anni dai quei tragici fatti, sarebbe auspicabile che il suo comune di nascita gli dedichi una via o un parco.
Walter De Berardinis
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Si ringrazia per le informazioni
Museo di storia contemporanea Ebensee
Mag. a Nina Höllinger
i nipoti Francesco e Alberto Zenobi da Roma
e la Signora